mercoledì 30 settembre 2015

Umbria 1: Cortona

Arrivando a Cortona



Cortona
Bene dopo la Baviera è giunta l'ora di dare conto del breve giro fatto a maggio in Umbria col solito gruppo di amici gaudenti, molto desiderosi di nutrire di cultura e bellezza i loro cuori, ma inclini anche ad accontentare in modo adeguato i richiami all'assunzione di calorie necessarie a sostenere l'impresa, calcolandole sempre purtroppo in eccesso, ma selezionandole con una certa attenzione. E mi è sembrato subito di capire che questa è la terra giusta per chi nutre questo tipo di interessi. Non starò allora in questa serie veloce di post a raccontarvi troppo la favola del lupo (non a caso saremo anche a Gubbio), perché l'Umbria è troppo ben conosciuta per non aumentare l'inutile florilegio di banalità che potrei pescare e spalmare per un po' di giorni, anche se solo virtualmente, per allungare il brodo, ma darò una semplice serie di indicazioni per tratteggiare più che altro un itinerario di cose, che pur essendo imperdibili esse stesse, mi hanno obbligato, giocoforza, a trascurarne altre parimenti importanti. 

La piana dalla balconata di Cortona
Dunque eccoci qua, in un piovoso giorno di maggio, digerito lo stress accumulato dopo il passaggio degli innumerevoli autovelox posti a trappola sulla A1, approdati a Cortona, che veramente sarebbe anche Toscana, ma possiamo per estensione considerare come la porta dell'Umbria per chi arriva da nord. Che delizia questi paesi del Centro Italia. Ti sanno dare il completo senso di tardo medioevo che gli stranieri cercano nel nostro paese, essendo intimamente convinti che anche il resto sia tutto così. Stradine contorte in salita, stretti vicoli costellati di botteghe, case e palazzi che trasudano il tempo e la storia, botteghe che credevi ormai scomparse. Insomma ti sposti non solo nello spazio. Così ti godi queste piazzette irregolari, le viste sulla valle inevitabilmente verde, il cimitero fuori le mura, le antiche chiese. Pietra e marmo. Ognuna poi ha le sue. Rimane solo il tempo, passando tra le case di buttare un occhio alle trattorie per individuare subito quella che farà gli strangozzi  o i pici migliori e scegliere alla fine quella da dove esce più profumo di tartufo nero, che sarà pur meno nobile di quello dell'Albese, ma intanto ha un costo abbordabile ed è pur tanto buono. Bon appetit.


Una via centrale
SURVIVAL KIT

S. Maria delle Grazie
Cortona - Da vedere il Duomo, il Museo Diocesano col Beato Angelico e Luca Signorelli, la defilata chiesa di S. Maria delle Grazie in Calcinaio e poi camminare per le vie del centro partendo dalla piazza della Repubblica.

Hotel Seven - Via Speldavecchio 1189 -  Ho pagato 70 € la doppia con colazione abbondante con brioche appena sfornate. Situato in una vecchia villa ristrutturata alla base della collina della città Nuovo e quindi pulito e moderno, bene arredato. Stanze piccoline ma tutto bene in ordine e funzionante. Unico lato negativo: è fuori città a circa 4Km per cui dovrete usare la macchina per andare in centro, però è molto tranquillo e silenzioso. Free wifi. A fianco c'è anche grande ristorante con megapiscina.

Trattoria Dardano - Via Dardano 24 - Trattoria tipica con menù tradizionale toscano. Ragionevolmente economica. Piuttosto affollata, quindi meglio prenotare. Servizio gentile e professionale. Bruschette di antipasto, pici al sugo di anitra, ribollita, filetto di chianina o porcini fritti, cantucci col vin santo. Tutto buono. Il tutto per 22 Euro a testa. 

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martedì 29 settembre 2015

A Monaco di Baviera col Museo - 3

Il museo all'aperto di Amerang


Una raccoglitrice di luppolo a Wolznach
La campagna bavarese è una delizia di verde e di agricoltura ricca ed ordinata che viene da un medioevo già strutturato e ben organizzato. Piccoli paesi, case che appena capisci essere nuove eppure così simili all'antico che non disturbano, anzi collaborano a mantenere quell'aria di passato ancora presente. Ecco la ragione del gradevole museo all'aperto di Amerang, abitudine nordica classica, che presenta diverse case di campagna della zona, piccole fattorie e relative costruzioni adibite alle diverse attività rurali, come la costruzione delle corde, la lavorazione della lana e del lino assieme al mulino ad acqua con la segheria. In ogni abitazione puntuale esibizione di mobili e attrezzature dell'epoca. Ci vedi anche un sacco di scolaresche in visita ad imparare quale era la situazione di quel passato poi forse non così remoto. Altro sito interessante, il museo del Luppolo di Wolznach, costruito invece ex novo in centro al paesetto, molto moderno sia nel suo esterno che nella chiara esibizione didattica dei contenuti che, accanto ad una ricca documentazione iconografica del passato, mostra tutto sulla coltura e sulla lavorazione di questo vegetale assolutamente essenziale da queste parti, uno dei capisaldi della produzione e del consumo della birra nel mondo. 

La piazza del Municipio ad Augsburg
Poi procedi lungo la Romantische Strasse tra boschi infiniti e fittissimi di conifere, alternati a radure di smeraldo per arrivare ad Augsburg, città libera dell'Impero fin dal 1300, prima di sera.  Rimane così il tempo di fare ancora due passi per il centro, pieno di ragazzi apparentemente sereni. Ti dà una buona impressione questo paese, anche se può essere solo una questione di apparenza, però tutto sembra tranquillo e piacevole. Beh, bisogna ricordare che proprio qui, Martin Lutero affisse il suo famoso scritto che diede l'avvio allo scisma. Così si può passare almeno una mattinata a vedere le principali cose notevoli della città, anche se passa un po' in fretta. La bella chiesa di S.Anna con l'interno barocco e le splendide cappelle commissionate dai maggiorenti della città, l'austero Duomo nato sui resti romani e con le vetrate più antiche della Germania, con la curiosa soluzione di far traversare da una strada la navata centrale e lo spettacolare Municipio, un po' l'emblema della città, con la Sala d'oro aperta da pochi anni in cui ammirare le splendenti opere in legno dorato. Tuttavia il luogo forse più interessante della città è la famosa Fuggerei, un intero quartiere costruito e sponsorizzato completamente dalla ricca famiglia di banchieri Fugger all'inizio del 1500. Vuoi che sia stata una astuta mossa di immagine o un reale senso di responsabilità di un gran ricco verso la parte povera della sua città, un obbligo "sociale" insomma, questa realtà rappresenta il primo esempio di edilizia sociale, insomma case popolari per i poveri indigenti (ma solo se cattolici, eheheheh) della città. 

All'interno della Fuggerei
Quasi 150 piccoli appartamenti che venivano dati ai bisognosi all'affitto simbolico di un fiorino, a patto che si comportassero poi da buoni cristiani e dicessero una preghiera al giorno per la famiglia. C'era una vera e propria lista d'attesa a punteggio e man mano che un appartamento si liberava o per la morte dell'affittuario o perché era cessato il suo stato di indigenza, una apposita commissione lo riassegnava a chi ne aveva diritto. Ora la cosa incredibile è che funziona ancora oggi dopo 500 anni esatti allo stesso modo. Gli appartamenti sono stati via via ristrutturati modernamente e sono in generale abitati da anziani con la pensione minima o madri in difficoltà. Insomma una visita che fa riflettere sotto molti punti di vista, ci sarebbe davvero molto da discutere e su molti temi paralleli. Dopo di ché, sgranocchiando un bretzel, si può anche tornare a casa, magari godendosi il percorso molto panoramico che porta fino al Brennero. Io consiglierei una sosta alla splendida Abbazia di Ettal, il trionfo del rococò, che a qualcuno potrà non piacere, ma un capolavoro è un capolavoro e l'interno della basilica è talmente bello da incantare. Poi potrete tornare a casa con un grazie sentito al Museo di Agricoltura del Piemonte e all'amico Piero Fassino, pure mio compagno di scuola e alla sua Italian Wine Travels, esperto di viaggi enogastronomici. Davvero bella questa Baviera.

L'organo della chiesa di Ettel

SURVIVAL KIT

Museo all'aperto di Amerang - Bauernhausmuseum Amerang des Bezirks Oberbayern - Hopfgarten 2
83123 Amerang  - Calcolate un paio d'ore. 4 Euro. Possibilità di visita guidata.

Museo del Luppolo - German Hop Museum -Elsenheimerstraße 2 -85283 Wolnzach - Possibilità di visita guidata anche in italiano. Ingresso 5 E (senior 2,50)
Al mercato di Augsburg

Ausgburg - Dedicarci almeno un giorno. Le cose più interessanti dopo una passeggiata sulla Maximilianstrasse, sono le chiese, il palazzo del comune (2 euro), il mercato e soprattutto la Fuggerei (un paio d'ore, 4 euro)

Abbazia di Ettal - Sulla Romantische Strasse poco dopo Oberammergau (da vedere se non ci siete già stati, il famoso paese con le facciate delle case dipinte). Il trionfo del rococò, basterà una mezz'ora.

Hotel Augusta -Ludwigstr. 2  - Comodissimo in pieno centro, camere belle e moderne come ci si aspetta in Germania . Colazione ottima e ricca. In offerta si trova attorno ai 120 € la doppia.

Zeughausstube - Innenstadt - St. Ulrich-Dom- Nella zona pedonale, piatti tipici bavaresi, direi non un gran ché. Io ho avuto un anonimo pesce lesso e una buona soupe, poi frittelle di mele con gelato un po' da mensa.

Ebersberger Alm - Ebensberg -In campagna in una bellissima posizione panoramica sulla valle, ampio terrazzo d'estate. Menù tipico bavarese. 

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domenica 27 settembre 2015

Haiku d'autunno

Risultati immagini per porcini
Dal web (purtroppo)

Profuma un fungo
Umida e fredda è l'aria
La stufa è accesa


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Tarda primavera.

giovedì 24 settembre 2015

EXPO


Milano - Expo 2015 - 23 settembre

Qualcuno direbbe che è una maledizione, altri imputerebbero tutto al caso, ma accidenti, qua non piove da aprile e io ho deciso ieri di andare a vedere l'Expo. Una tragicommedia. La partenza, già alla mattina, dava cattivi segnali, nuvole nere che diventavano sempre più scure nella direzione verso cui stavamo dirigendoci. Nel momento in cui ho finito di parcheggiare la macchina, è cominciato a piovere, prima i classici goccioloni, poi acqua a secchiellate, mentre iniziava il bombardamento di lampi e tuoni. Siccome tecnicamente ieri eravamo ancora sulla linea limite tra estate ed inverno, io mi ero truccato da passeggiatore estivo, abbigliamento leggero e manica corta, se pur con previdenza mi ero trascinato dietro di malavoglia una felpina di riserva, complice anche la previsione meteo che su Milano dava, mediamente nuvoloso, ah devo ricordarmi di eliminare l'app meteo dal tablet, scanso futuri equivoci, toglie memoria ed è totalmente inutile. Comunque al momento in cui, garruli e festosi varcavamo i cancelli della kermesse, veniva che Dio la mandava. Intabarrato per quanto è possibile, dopo pochi minuti avevo già scarpe, calze e piedi completamente a mollo, cosa che mi avrebbe allietato per tutto il resto della giornata. 

Tuttavia, tentando di non farmi rovinare la giornata dai cattivi pensieri, ho estratto la mia attrezzatura fotografica che mi sono portato al seguito per avere risultati degni da condividere con voi e sui vari social su cui passo il mio inutile tempo di pensionato bavoso. Purtroppo mi sono subito accorto che la batteria che saggiamente avevo messo sotto carica la sera precedente, era, nella fretta, rimasta a casa, complice il rimbambimento che l'essermi alzato alle sette, ora incongrua per la mia situazione psicologica. Questo ha significato l'assegnazione della giusta pena di trasportare per tutto il giorno sulla mia schiena di vetro dolente, un inutile zainetto di circa cinque chili, una sorta di cilicio, una penitenza insomma, come chi deve salire al Santuario, ma per farlo meglio si addossa anche il peso di una croce. Per espiare meglio insomma. Voi direte se sei un cretino, paga. Vero anche questo e così è cominciata questa giornata di espiazione dei peccati, che devo averne fatti molti nelle mie vite precedenti. Già perché alla faccia di quei deficienti che avevano prima gufato e poi sancito un clamoroso fallimento per questa manifestazione, anche in questa, che probabilmente era la giornata più infame dall'inizio a questa parte, sono stati staccati pare 160.000 biglietti e già questa cosa mi soddisfa, che, se ho sofferto io, almeno gli vada storto in gola a tutti quanti godono pur che l'Italia vada male. 

Comunque da quel momento in poi tutto quello che poteva accadere è accaduto. File infinite mentre Giove pluvio vomitava tutta la sua accidia, una tramontana gelida e tagliente che mentre eri nelle code esposto al massimo, sibilava congelando le ossa, un freddo cane ed una bolgia inferocita che riempiva ogni spazio di ristoro coperto per ripararsi dalle intemperie, trombe d'aria e d'acqua degne del tropico, insomma quasi un inferno. Tenete conto che in ogni padiglione decente l'attesa in coda era di circa un'ora, nei più noti e conclamati anche due o tre. Pensate alle giornate di tempo piacevole e temperato. Comunque sia, il programma è stato portato a termine per intero e alle 23, piedi piagati e gonfi come cotechini sguazzanti nelle lenticchie, schiena a pezzi, ossa ciondolanti, ginocchia incriccate e naso gocciolante, dopo una doccia bollente e adeguata aspirina, mi sono spiaggiato tra morbide coltri in attesa di un giorno migliore. Stamane infatti brilla il sole che bacia i giusti oltre che i belli. Ciò detto penserete, accidenti sei uno sfigato che ti sei sottoposto ad una giornata di tortura, a pagamento per giunta, solo per soffrire. Invece no, tiè. Alla fine pur non avendo una natura masochista, mi sono anche divertito. Veniamo dunque ad un bilancio complessivo sulla manifestazione, per lo meno quello che, pur psicologicamente inficiato da quanto detto sopra, posso raccontarvi di Expo. 

Parte positiva: Le architetture dei padiglioni sono davvero interessanti e valgono da sole la visita. La manifestazione non si è trasformata, come temevo in una di quelle gastrocagate inneggianti al biominchiodinamicnaturalorganicnogluten che impera nel mondo malato del food di oggi. Alcuni padiglioni, anche all'interno sono molto spettacolari. Sono poi stato premiato per la mia pervicacia, incurante degli eventi atmosferici, con il bello spettacolo serale dell'albero della vita che alle sette in punto si è esibito, colpito in pieno da un raggio di sole tramontante che ha finalmente squarciato la nuvola nera che in cielo si pigia, accompagnato, anzi coronato da un doppio arcobaleno di tale intensità che non avevo mai visto. Questo significa che quanto meno ho meritato un premio. 

Parte negativa: Il tema dell'Expo, nutrire il pianeta, è praticamente assente da quasi tutti i padiglioni (ad esempio in quello bellissimo della Colombia e da quello ancora più bello dell'Italia, dove rimani incantato a guardare le proiezioni delle bellezze artistiche del nostro paese, che pur straordinarie non hanno niente a che spartire col tema stesso). I tempi di attesa sono biblici e alla fine riesci a vedere solo una piccola parte dei padiglioni, diversi dei quali, tra l'altro, sono privi di interesse o semplici banchetti di vendita di chincaglierie da mercatino etnico. Infine evitate di mangiare all'interno, serve solo a pagare come in un ristorante stellato per avere un servizio ed una qualità da sagra di paese. 

Come bilancio totale, mi è sembrato comunque un'ottima vetrina per il paese e anche un ottimo affare, facendo due conti così alla grossa. (Per fare un piccolo esempio, se la metà dei visitatori previsti e a mio parere saranno di più, prende la metro per andare all'Expo, sono 50 milioni di euro incassati in più solo per quello. Mica poco!) Ciò detto, ben contento di esserci andato, tanto che ci ritornerei, sperando in una giornata migliore, per vedere alcuni padiglioni che mi incuriosivano e che non sono riuscito a visitare. Per il biglietto, tenete conto che, cercando bene, è quasi impossibile pagarlo a tariffa intera. Io l'ho preso con Kijiji a 19 Euro, eventualmente guardate questo link. Insomma vale comunque la pena andare, fidatevi di me.


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martedì 22 settembre 2015

Haiku autunnale

Fort Dauphin - Hautes Alpes - Francia - agosto 2015


E' ancora caldo
sembra il verde ancor vivo.
Cade una foglia.



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Tarda primavera.

lunedì 21 settembre 2015

Pagare per i peccati commessi

Risultati immagini per denti
dal Web

Prima o poi viene il momento in cui devi pagare il fio delle tue nefandezze. Inutile cercare di scamparla, è un po' una legge di natura. Eppure ti era stato detto come comportarti, cosa era giusto e cosa era ingiusto e quando, soprattutto per tempo, quali erano le cose dovevano essere fatte. Un dovere insomma che calvinisticamente avresti dovuto compiere anche se non ti andava, perché ai doveri ed agli obblighi non si sfugge, altrimenti viene il momento della punizione, in cui avrai quello che ti sei meritato anche senza essere ancora in quell'altro mondo. E invece tu hai traccheggiato, posticipato, temendo la pena ancora lieve e continuando nei tuoi colpevoli comportamenti a cui ti hanno indotto le tue infami ed irrefrenate passioni. Così questa mattina, all'ora che canta il gallo (perlomeno il mio), mi sono volontariamente recato al tempio dove avrei dovuto scontare la mia pena. Niente di inatteso naturalmente, i contrappassi sono già scolpiti nella pietra. Se non fai questo sarai punito in questo modo, non si sfugge. Le vestali erano già in attesa, bellissime e sfuggenti come ombre della terra dei Cimmeri. Atteso, ti circondano e ti conducono come sanno nel luogo della pena. Tutto è avvolto in un'aura soffusa in quel luogo, d'altra parte se così non fosse, i condannati alla tortura non verrebbero di certo di loro spontanea volontà, ma dovrebbero esservi tradotti in catene, come forse un tempo. Così rimani lì un poco aspettando, a meditare sulle tue colpe in silenzio, mentre attorno a te gli altri dannati in attesa, rimangono anch'essi muti, consci del destino che li aspetta. Come sempre tra di loro, trovi qualcuno che conosci. 

In ogni inferno accade, un poco ti stupisce, ma in fondo ti fa sentire meglio, il non essere unico colpevole, ma avere compagnia, segno che l'uomo è per sua stessa natura debole e sottoposto alle passioni in cui cade con facilità, diventandone preda. Così la barca dei dannati avanza su uno Stige immoto, quasi fermo nel tempo, senza diavoli feroci che attraversino il cielo con i reprobi in spalla per gettarli nelle fauci luciferine in attesa. Niente forconi o braci ardenti, gli strumenti di tortura rimangono ben riposti, verranno fuori al momento opportuno quando meno te li aspetti. Ma è inutile sperare che nulla accada, che per qualche inusitato scherzo del destino tu venga immeritatamente perdonato e tutto passi in cavalleria. Ad un certo momento e questo arriva per tutti, vieni chiamato e si spalancano le porte della camera di tortura, quelle del giudizio ormai erano già state aperte da tempo. Il cavalletto dove il reprobo viene istallato è già pronto, ti ci devi solo accomodare andando serenamente o non proprio, incontro alla tua sorte. Niente lacci per trattenerti, già le pastoie mentali sono state tese e da lì non saprai muoverti fino a pena scontata. Ed ecco che, indossati i paramenti cerimoniali arriva lui, il Master of Ring che officerà la funzione, la vestale al suo fianco ad assisterlo. Non è cupo e vendicativo, applica la punizione con giustizia, anzi sorride per farti capire che comunque non avrai di più o di meno di quanto ti sei meritato. Neppure gli serve consultare il gran libro delle pene dove è tutto virtualmente segnato; nella sua onniscienza, ha già tutto in mente e sa quanto, dove e come dovrà straziare le tue carni, lacerare, pungere, strappare via, senza compiacimento, ma con giustizia, perché questo ti è dovuto. Tanto hai firmato ancor prima di entrare e comunque tutto questo lo hai accettato. 

Intanto lui sceglie con cura gli strumenti con i quali sarai torturato, aghi, liquidi misteriosi, pinze, fili, tutta una varietà di cose che metteranno alla prova la tua resistenza fisica e morale. Poi si comincia e qui non voglio approfondire la descrizione, come fossi un monaco medioevale che dal pulpito cerca di impressionare il suo spaurito uditorio perché, sapendo quanto gli riserberà il cedimento ai peccati più orribili o la non osservanza dei precetti, riesca ad astenersi almeno in parte dalla colpa. Neanche voglio insistere sui particolari che interesserebbero soltanto la morbosità degli amanti del sadomaso, tuttavia l'ora della pena trascorre lenta e dura. Quando hai avuto tutto quello che ti meriti, compresa l'asportazione di parti di te stesso, vieni lasciato, mutilato e dolente, solo per un po' a riprenderti, meditando su quanto è accaduto, affinché se hai capito cosa accade, tu non lo ripeta. Il sacerdote massimo se ne torna nel suo sancta sanctorum a concentrarsi in attesa di un altro condannato, la vestale ti consola come la dominatrice fa con lo schiavo dopo la fustigazione. Finalmente vieni liberato dalle pastoie che ti trattenevano, avrai anche la giaculatoria con le raccomandazioni per non ricascarci. Sono le solite cose che si dicono naturalmente, tanto chi ha in sé il demone del gioco, alle macchinette diaboliche prima o poi ci ritorna a farsi portar via la pensione. Così te ne vai, non senza che il Guardia di Porta non ti abbia ricordato il giorno in cui dovrai ritornare per una nuova e ancor più dura fase della pena, che sarà ancora lunga prima che tutto venga scontato. Fino a che giorno verrà, quando le trombe del giudizio finiranno di suonare, nel quale si tireranno le somme e se la perdita di tre denti con quel che segue sarà stata dolorosa, bisognerà compiere l'estrazione più dura, il regolamento dei conti e benché scontata bisognerà scrivere la cifra finale sull'assegno.


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domenica 20 settembre 2015

A Monaco di Baviera col Museo - 2



Monaco  - Castello di Nynphemburg
Ma che Baviera sarebbe senza la birra. Questa è la bevanda d’obbligo in tutta la Germania e qui in particolare, così si impone una bella visita ad un birrificio di tradizione come la Ayinger. Questo ha preso un sacco di premi e pur se lo stabilimento, date le quantità che deve produrre, ha tutte le caratteristiche di una grande azienda con i suoi chilometri di tubi di acciaio luccicanti ed i contenitori giganteschi, qui la birra è decisamente una tradizione che segue parametri antichi. La produzione si fa, certo, ma molte varietà diverse di birra vengono ancora prodotte con ricette di un tempo. Otto che è incaricato di mostrare tutte le fasi della lavorazione, mostra uno spiccato attaccamento al prodotto che racconta e riesce a fartelo amare. Alla fine naturalmente bisogna assaggiare ed è un vero piacere sentire tutte le sfumature delle varie tipologie, dalle bianche, alle bionde, a quelle più scure e dalle gradazioni più forti. Non si può davvero passare da queste parte e rinunciare a questa esperienza, se si considera che poi una volta all’anno, per commemorare l’editto cinquecentesco che poneva le basi del disciplinare, diremmo oggi, di questa bevanda, una fontana di Monaco versa solo birra, dunque si può capire l’importanza che riveste quaggiù l’antica “cervogia”! Teniamo sempre conto che tra pochi giorni, poi, scatterà la mitica Octoberfest, che appunto come dice il nome, cade a settembre, una esperienza che almeno una volta nella vita, nessuno si dovrebbe negare, quantomeno per ammirare le prosperose cameriere in vestito tradizionale che portano ai tavoli almeno sei boccali da litro in ognuna delle due mani. 

 
Monaco - Centro
Non avrebbe senso comunque bearsi dell’ambrato nettare senza abbinarlo al piatto più consono alla fattispecie, lo sweineaxe, il famoso o famigerato stinco di maiale con i crauti, davvero delizioso, servito nella più classica birreria bavarese, seguito, per non rimaner delusi, da un fragrante apfelstrudel caldo con gelato alla vaniglia, alla faccia di chi dice che la cucina tedesca non è valida. Piatti robusti certo, ma di gran soddisfazione a vedere anche le wienershnitzel che giravano tra i tavoli, strabordando dai piatti, pure giganteschi. Tanto poi ti accomodi tranquillo sul tuo comodo sedile, mentre ai tuoi fianchi scorrono foreste fitte di abeti rossi e pini silvestri, interrotti solo di quando in quando da radure verde smeraldo, in cui certo non ti stupiresti di vedere cervi orgogliosi o gruppi di daini e cerbiatti curiosi e digerisci tranquillamente tutto. Monaco comunque, è a pochi chilometri e passeggiare per il suo centro, ti lascia una netta sensazione di città vivibile, piena di gente allegra con la voglia di divertirsi e decisamente multietnica, che passeggia e riempie i locali. Insomma se tanti scelgono la Germania per venire a viverci, non è solo una questione di maggiore facilità a trovare lavoro, ma anche perché nel pulito e nell’ordinato ci si sta piuttosto bene. Passeggi tra chiese e palazzi imponenti, la zona dei musei, fino alla Marienplatz col carillon del palazzo comunale, tutti col naso in su ad aspettare lo spettacolo che poi naturalmente è in un’altra ora e allora devi consolarti dando un’occhiata alla famosa birreria HB, dove cominciò una storia talmente lugubre e terribile, che forse molti vorrebbero dimenticare, ma il luogo è sempre lì ed è bene ricordare che la storia si sa ripetere con frequenza inaspettata, specialmente nelle sue esternazioni peggiori. Che bello però, vedere la gente che a piedi se ne va verso il teatro o passeggia nel parco della palazzina di campagna di  Nynphemurg  tra cigni e anatre che becchettano nei laghetti che la circondano. Sembra uno stato di cose immutabile. Eppure anche qui, un tempo, cadevano le bombe.

Monaco - Marienplatz

SURVIVAL KIT


Ayinger Brauenstueberl - Aying- biergarten abbinato al birrificio Ayinger. Pranzi coi piatti tipici bavaresi. Da provare per chi ancora non lo conosce lo spettacolare stinco di maiale coi crauti a 9,50 €. Non preoccupatevi se vi sembrerà enorme, con calma va giù tutto. Atmosfera molto bavarese, allegra e festaiola.


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sabato 19 settembre 2015

Recensione: Nievo - La coscienza di Zeno


 Risultati immagini per la coscienza di zeno


La vacanza invita alla rilettura dei classici e questo è uno di quelli imperituri, che anche se lo conosci già, da letture antiche, ti riacchiappa e ti tiene fermo sotto l’ombrellone fino a quando non te lo sei finito di nuovo e ti becchi una bella scottatura, visto che il sole continua a mordere anche a settembre. Davvero un libro utile anche a chi volesse imparare a scrivere, proprio a riguardo al tema di come si deve far emergere dalle ombre della carta, la psicologia ed il carattere del personaggio, indagato fin dalle prime pagine su quali pieghe nascoste riveli la sua coscienza. Certamente l’epoca in cui è stato scritto ferveva anche della grande novità per la nuova scienza psicologica alla quale, come per ogni cosa nuova, in molti si erano di certo appassionati, caricandola forse di maggiore rilevanza di quanto ne abbia e sappiamo bene di quanta fuffa è facile condirla. Ma i vari aspetti via via indagati, la dipendenza dal fumo, l’infedeltà, quel senso dell’onore e del dovere mitteleuropeo che doveva, per lo meno esteriormente essere così comune alla fine dell’ottocento e negli anni successivi, per lo meno in quell’area mercantile asburgica che fungeva da collante della società, molto di più della appartenenza nazionale, che in quelle zone di confine non era mai ben chiara, ci porgono un ritratto di questo personaggio, così esageratamente curioso o irreale, da renderlo simpaticissimo. Come fai a noi sorriderne quando è così soddisfatto dal riuscire ad occultare le sue scappatelle, paragonandosi a quelle del cognato. Lui è davvero convinto di essere bravo e meritevole per questo, anzi proprio questo aspetto minimizza la sua presunta colpa fino a cancellarla del tutto, rendendone l’aspetto di non far soffrire la sua sposa, una cosa assolutamente positiva e meritoria. Potremmo avvicinarlo a certi individui dei giorni nostri che si sentono perfettamente a posto quando dichiarano di saper bene come risolvere i problemi migratori con nidi di mitragliatrici per affondare gommoni carichi e che subito dopo, senza minimamente rilevarne l’incongruità, si commuovono alla vista dei gattini su FB o ai poveri cuccioli abbandonati da padroni senza cuore sull’autostrada. Ma forse, seppure con esagerazione, è davvero così l’animo umano, pronto ad autoassolversi con facilità estrema e assieme capace di slanci irrazionali. Quanto poi al lato ipocondriaco non ne parliamo neanche, dopo il porno, gli argomenti medici sono i più cliccati del web. Insomma un libro sconsideratamente attuale, come lo sono sempre i grandi capolavori. Scusate ma devo andare perché ho dimenticato di prendere le mie pillole.


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