domenica 23 febbraio 2020

Cina Taiwan 56 - Tramonto a Tamsui


Tramonto a Tamsui


Granchi dai tre occhi
Attorno all'ingresso di Yehliu park c'è un sacco di gente che girula, sarà anche per la vicinanza di una specie di acqua park che insiste sullo stesso gigaparcheggio. Ma risulterebbe che la ragione sia anche un'altra. Infatti il nostro driver ci ha sottolineato più volte che novembre è la stagione clou per i granchi, una particolare varietà che presenta sul guscio tre macchie rosse che sembrano occhi inquietanti (incluso il terzo occhio della preveggenza buddista) ed i ristoranti del paese sono particolarmente famosi anche per il seafood in generale e quindi oggi, che tra le altre cose è domenica, un sacco di gente arriva anche dalla capitale per approfittare di questa squisitezza gourmet. Vuoi perdere l'occasione? Intanto abbiamo quasi due ore di tempo quindi, di corsa a scegliere uno dei tanti ristoranti a disposizione sulla piazza. Ne scegliamo uno sull'angolo davanti all'ingresso del parco che attira sia per la gran folla che lo ha preferito, cosa che è sempre un buon segno, se credete alla storia dei  camionisti, sia per la quantità di granchi e altro, esposti a vista nelle gabbie davanti all'ingresso. Chiediamo alle ragazze all'ingresso, dove per altro c'è una gran confusione. Queste spiegano a gesti che si paga a peso, quindi scegliamo tre granchi che ci vengono suggeriti come dose standard per due persone, per un totale di 600 NDT, che fanno sempre un bel 20 eurini.


Nuvole
Per la cottura lasciamo fare a loro, tanto non sarebbe facile scegliere. All'interno ci danno un tavolo in mezzo al casino. Effettivamente c'è una gran confusione di va e vieni con piatti fumanti di ogni genere. Famigliole e gruppi di amici che mangiano ai quattro palmenti spargendo intorno residui di pesci e molluschi vari. Si sa che in Cina, specialmente una volta, e qui mi ricorda molto la Cina tradizionale dei miei tempi, a tavola si è piuttosto disinibiti, tuttavia sui tavoli intorno è davvero un campo di battaglia. Per fortuna i tavoli sono bardati di tovaglie in plastica che vengono, alla fine del pasto fatte su a pacco contenente tutto il materiale di risulta e far posto ai clienti successivi che incombono. Intanto arriva il nostro piatto. Effettivamente i nostri tre granchi in umido fatti a pezzi, fanno molta scena, con un  po' di riso bollito di accompagnamento,  ma di roba da mangiare c'è ben poco. Insomma, succhia di qua, scrocchia gusci, chele e carapaci di là, traspira una certa delusione per tutta 'sta gran bontà. Comunque vissuta l'esperienza e pagato il dovuto ad un grasso proprietario, appollaiato alla cassa, che raccoglie le banconote a mazzetta, guatandoci con occhio porcino e assentendo col testone mentre caccio il grano pattuito, ce ne andiamo a cercare il nostro mezzo in mezzo alle migliaia di altre macchine che affollano il parcheggio. Poi riprendiamo la strada che segue pedissequamente la bella costa, spiagge e paesini e bordeggia con un'ampia curva di una cinquantina di chilometri la parte sommitale dell'isola.


Spiedini
Il tempo è finalmente bello ed il sole dispiegato illumina il mare di una luce piena e vitale. L'onda si frange leggera sulla parte rocciosa mentre le mezzelune sabbiose al momento deserte danno una bella sensazione. Di certo in estate saranno popolatissime. Il bel percorso dura, con qualche sosta, almeno un'ora e mezza e ti dà certamente un'idea dell'aspetto marino dell'isola. Arriviamo a Tamsui, città portuale che sorge su un grande estuario che dovrebbe rappresentare il porto di Taipei che è già pomeriggio inoltrato e qui ci lasciamo come concordato con il nostro driver, molto compito, che ci lascia nel punto concordato, dopo averci indicato la grande stazione centrale, terminal della metro con la quale torneremo in città e la passeggiata sul porto, zona classica dove convergono anche un sacco di persone dalla capitale, per passare la domenica. Facciamo prima due passi nella old street, la solita fila di negozi e di vecchie case, come sempre tra un sacco di gente, alle spalle dei giardini sul porto. Tutta quest'area infatti è un grande parco sul mare con una fila ininterrotta di banchetti che offrono le classiche cose delle città vacanziere sul mare. Naturalmente dappertutto si mangia. Ci sono almeno un paio di gelatai turchi, che servono i coni con particolari giochi di prestigio che fanno impazzire tutti i ragazzini che fanno la fila per avere il loro cono dopo un po'di scherzi in cui le palle di gelato compaiono e scompaiono tra risa e lazzi dei presenti.

La passeggiata
L'avevo già vista questa scena non ricordo se su internet o da qualche altra parte, ma pare sia una costante di questi turchi a far gelati e a farci concorrenza in giro per il mondo, dove si sa che il gelato italiano invece fa scuola. C'è infatti anche qualche gelateria con le insegne tricolori per fortuna. Sui vari moli ci sono anche barconi che offrono giri nel porto con code infinite di gente che aspetta il proprio turno. Dappertutto giocolieri, suonatori di strada e personaggi di ogni tipo dagli artisti pittori alle statue viventi che eseguono i loro numeri circondati da capannelli di persone che poi lasciano il loro obolo. Insomma una cartolina molto internazionale, se non fosse per gli occhi a mandorla, potresti trovarti sui peer di Chicago e S. Francisco o ad Amsterdam o a Sidney. Tutto il mondo è paese insomma. Intanto il sole comincia a scendere e un cielo a pecorelle fittissime promette un tramonto particolarmente spettacolare. Ragione per cui cerchiamo un posto privilegiato per godercelo al meglio sulla banchina balconata dove la gente comincia ad assieparsi in attesa dello spettacolo serale che si replica tutti i giorno pressappoco alla stessa ora.


Iron eggs
Facciamo un po' fatica, perché una bella folla si è già accaparrata i posti migliori, poi riusciamo ad incunearci su una bella banchina direttamente sul mare che si frange sotto di noi, anzi di tanto in tanto un'onda birichina, un po' più aggressiva, smossa dalle barche di passaggio, dà una bella schizzata agli spettatori schierati, sollevando gridolini di finto spavento alle ragazze e sonore sghignazzate ai maschietti e generale divertimento. Intanto il cielo comincia a colorarsi prima di rosa e poi di rosso acceso, come prevedevo la numerosissima serie di nuvolette, piccoli sbuffi bianchi di impressionante regolarità, disposte in file ordinate sono il non plus ultra per partecipare allo spettacolo. Quelle lontanissime, proprio dove l'arco previsto di discesa, va a tuffarsi nell'acqua, sono strisce sottili che consentiranno alla palla di oro di scomparire tra una serie di magistrali segni scuri orizzontali disposti su sfondo carminio. E così è, raramente ho visto il cielo incendiarsi in questo modo, la costa sullo sfondo a sinistra forma una quinta nera, il mare blu diventa cupo, direbbe Omero, del colore del vino e si segna del baluginio dei raggi che verticalmente corrono verso di noi e, agonizzando a poco a poco, scompaiono annegando. Le sagome nere delle barche di passaggio lasciano una scia rosa. Non rimane che alzarsi e andare verso l'entrata della stazione.

tramonto
SURVIVAL KIT


La costa
Tamsui - Porto sull'estuario del fiume omonimo, ha una old street interessante e un lungomare di 7 chilometri e funge da meta privilegiata per le gite fuori porta degli abitanti di Taipei. Comodamente raggiungibile con la metro, linea rossa, capolinea Tamsui. Zona piena di artisti di strada e attività di divertimento. Tanto street food, la zona è famosa per i fritti di pesce, le fish ball e due piatti tipici della città, gli iron eggs e l'A Gei, un piatto di tofu invecchiato, stufato con noodles e surimi. Alla domenica farete fatica a camminare tra la folla. Posizione spettacolare per i tramonti. Molto popolari anche i giri in battello del porto, preparatevi ad una lunga coda di attesa..

Al porto



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