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lunedì 26 luglio 2010

Guardare in sé stessi.


Lasciare i monti e scendere a valle. Da una parte cielo azzurro e aria fresca; che meraviglia, mentre qui aria spessa, pesante, quasi lattiginosa, zanzare moleste e altro ancora. Perchè dunque? Chissà, forse un bisogno segreto di introspezione, una ricerca meditativa che mi permetta di vedere cosa c'é dentro di me. Non sono cose che si ottengono subito, ci vuole tempo e pazienza, concentrazione e soprattutto mondarsi psicologicamente e materialmente delle proprie pecche che al pari delle scorie lordano la nostra interiorità. Liberarsi. Ho cominciato stamattina. Domani mi incontrerò col mio guru. Vi dirò cosa sono riuscito ad ottenere. Intanto la montagna rimpianta rivive in questa lirica di Li Po.


In montagna un giorno d’estate.

Agito lieve un bianco ventaglio di piuma,
Seduto con la camicia aperta nel bosco verde.
Mi tolgo il berretto e l’appendo ad una pietra sporgente;
Il vento dei pini fa piovere aghi sulla mia testa nuda.


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4 commenti:

  1. Abbiamo superato i 40 gradi. Siamo cotti. Eppure bisogna lavura', perche' solo chi lavura si merita la.... frescura....
    Ole' - ferocemente
    FEROX

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  2. Enri', è inutile, non c'è niente da fare, sei un filosofo!

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  3. Anche d'inverno il soffio delicato di questi versi ci bea

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