C'era una vecchia barzelletta che riportava di un peccatore, non troppo cattivo in fin dei conti, a cui veniva data come premio l'opzione di scegliere tra l'inferno tedesco e quello italiano. Alla fine quello italiano era fortemente consigliato, anche se la pena era identica - martellate sui coglioni in orario di ufficio - in quanto da noi un giorno arrivavano in ritardo i diavoli, un giorno c'era sciopero, l'altro c'era il ponte, un giorno mancava l'incudine, un altro il martello, un altro ancora i coglioni. E questa è una grande verità conclamata e ripetutamente dimostrata, come bene si vede nella vicenda vaccini e giustamente era prevista con precisione. Un giorno i medici sono in ferie (specialmente in Lombardia e vuoi mica richiamarli), un giorno mancano le siringhe, un giorno gli infermieri, un giorno le agenzie di lavoro interinale incaricate di trovarli, un giorno i vaccini perché nevica, insomma ci vuol altro, per non parlar dei vaccinandi. A questo ritmo avremo l'immunità di gregge in circa 19 anni e dato che il vaccino, checché ne dicano i no-vax, i dubitatori e gli io non nego ma andate avanti voi, è l'unico modo per chiudere il problema Covid, prepariamoci ad un altro lungo anno di micrania con totale devastazione economica. D'altronde che ci possiamo fare, mica siamo israeliani.
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