Alla fondazione Accorsi, una bella selezione di un centinaio di opere che rende omaggio a Carol Rama, artista torinese a dieci anni dalla morte. L'artista che io, nella mia ignoranza artistica, specialmente per quanto riguarda il 900, non conoscevo, viene raccontata in tutte le fasi e gli interessi che l'hanno accompagnata nella sua lunghissima vita, quasi 100 anni, a partire dai primi licenziosi e segreti acquarelli degli anni '30, profusi da una potente carica erotica che l'ha accompagnata per tutta la sua geniale e sregolata vita, come recita il titolo della mostra, e per lungo tempo rimasti nascosti, per poi passare al periodo espressionista degli anni '40 e alle suggestioni cubiste della lezione picassiana e poi informali dei '50. Segue il periodo dei cosiddetti bricolage, collage fatti di sfumature, occhi di bambola inquietanti e altro, poi le gomme degli anni '80 per le quali raggiunse la tarda notorietà, fino ad arrivare alla ultima produzione più recente col ritorno ad una vena figurativa e al tema della mucca pazza che la interessò e che le valse il premio alla Biennale di Venezia del 2003. Interessanti anche la serie di foto realizzate da Ghiotti nella casa dove lei visse per 70 anni in via Napione oggi piccolo museo visitabile su richiesta. Ecco, anche se io non sono una grande estimatore dell'arte moderna, perché non ne conosco abbastanza per comprenderla a fondo, queste sono le mostre che apprezzo e gradisco, organizzate presentando un congruo numero di opere dell'artista in oggetto che te ne fanno ripercorrere il suo pensiero artistico nella completezza e che quindi, riescono a farti capire qualche cosa dell'artista presentato, non quelle costruite attorno ad un quadro e tanta fuffa di contorno, come le due di cui vi ho parlato ieri, fatte per acchiappare il pubblico con un nome e basta e questo non per fare polemica gratuita. Basta così. Poi devo darvi conto della bellissima mostra di fotografie presentate alla galleria Camera - Centro italiano di fotografia, che presenta oltre 160 opere del grande fotografo Cartier-Bresson e che raccontano il suo rapporto privilegiato con l'Italia attraverso i lavori dei suoi numerosi viaggi nel nostro paese, dalla sua rusticità del dopoguerra, agli aspetti di un meridione quasi favoleggiato nei suoi momenti di esotica primitività, arrivata al resto del mondo dopo la notorietà avuta da Cristo si è fermato ad Eboli, per passare poi alle viste degli anni successivi, con la Roma dell'elezione di Giovanni XXII e la dolce vita, e poi quella successiva di Pasolini e delle periferie. Una completa espressione di amore per il nostro paese continuato per decenni. Ecco quindi un'altra bella mostra di quelle che mi piacciono ed emozionano e che alla fine, vale il prezzo del biglietto.
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