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foto T.Sofi |
monti innevati
frange dell'orizzonte -
caldo mantello
Un (finto) blog di viaggio. Parole, idee, immagini in libertà.
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dal web |
Che vi devo dire, gennaio volge alla fine anche se aspettiamo i giorni della merla (non è un errore di battitura), per fortuna avvolti in morbidi panni, il Tromba, nomen omen, ce lo siamo quasi tolto dai coglioni, meno i suoi seguaci, per il governo ogni giorno ha la sua pena e i vaccini sono quasi esauriti. Insomma ce n'è per essere insoddisfatti, tanto per cambiare, eppur bisogna tirare avanti in qualche modo, come si diceva qui, mordere l'aglio e dire che è dolce. Intanto il tempo passa, le analisi le ho prenotate e alla fine si vedrà. Tutto passa dicono i francesi, passerà anche da noi.
Più che di racconti veri e propri, si tratta della sbobinatura di una lunghissima intervista che era stata fatta a Camilleri e che racconta i dettagli della sua vita, che inscindibilmente si intreccia con il suo lavoro, evidentemente nell'ambito della sua agiografia definitiva. Da qui emergono gli straordinari nomi che l'autore ha incrociato nella sua esperienza di uomo di spettacolo, da Pirandello e Sciascia, fino ai nomi più importanti degli attorie registi, da Totò a De Filippo a Gassman, insomma una bellissima carrellata attraverso il mondo culturale del nostro paese che attraversa tutto il novecento. Si legge in un attimo.
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Un grande grazie all'amico Ballerino che ha onorato l'uscita del mio libro sulla Cina del Sud con questa intervista sul Piccolo di Alessandria uscito ieri martedì 12. In effetti l'argomento di quel viaggio è diventato di attualità in tempi di Covid, fatto che dà al libro una differente chiave di lettura, dato che il viaggio si è svolto nel novembre 2019 nei tre stati a sud di Wuhan. Purtroppo temo che la conferenza prevista con relativa presentazione del libro all'UNI3 prevista per il 25 febbraio, data la situazione non potrà svolgersi, ma sarà rimandata più avanti. Comunque per tutti coloro che fossero interessati al libro, possono andare sulla mia vetrina di Lulu, cliccando qui, oppure scrivetemi direttamente che ve lo spedisco. Naturalmente per gli alessandrini, ci si può vedere in città.
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C'era una vecchia barzelletta che riportava di un peccatore, non troppo cattivo in fin dei conti, a cui veniva data come premio l'opzione di scegliere tra l'inferno tedesco e quello italiano. Alla fine quello italiano era fortemente consigliato, anche se la pena era identica - martellate sui coglioni in orario di ufficio - in quanto da noi un giorno arrivavano in ritardo i diavoli, un giorno c'era sciopero, l'altro c'era il ponte, un giorno mancava l'incudine, un altro il martello, un altro ancora i coglioni. E questa è una grande verità conclamata e ripetutamente dimostrata, come bene si vede nella vicenda vaccini e giustamente era prevista con precisione. Un giorno i medici sono in ferie (specialmente in Lombardia e vuoi mica richiamarli), un giorno mancano le siringhe, un giorno gli infermieri, un giorno le agenzie di lavoro interinale incaricate di trovarli, un giorno i vaccini perché nevica, insomma ci vuol altro, per non parlar dei vaccinandi. A questo ritmo avremo l'immunità di gregge in circa 19 anni e dato che il vaccino, checché ne dicano i no-vax, i dubitatori e gli io non nego ma andate avanti voi, è l'unico modo per chiudere il problema Covid, prepariamoci ad un altro lungo anno di micrania con totale devastazione economica. D'altronde che ci possiamo fare, mica siamo israeliani.
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E allora cominciamo male. Intanto è di nuovo nevicato e dovrei scendere a provare a far partire la macchina che tra un po' à l'è 'n giasòn, come si dice da queste parti e poi appena sveglio sono già partite un paio di grane per ordini fatti sul web, che sarà pure comodo e una bella cosa, che mentre nevichi ordini e la roba viaggia per il mondo e ti arriva a casa mentre sei in pigiama, però bisogna che funzioni tutto, siti, carte, ecc., e invece non funziona un bel cavolo di niente e ti salta fuori un bell'Error generico e di sentire una voce umana non se ne parla neanche per sbaglio e intanto l'ordine che volevi è annullato e manco te lo hanno detto e quello nuovo non è pagato ma l'ordine è già confermato e non si sa che pesci pigliare. Va beh lasciamo perdere ca son zà 'nvers à la mateina prëstu! E' meglio che la pianti lì per oggi.
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E chi se lo immaginava che il 2020 fosse una tale chiavica, che gli anni Venti cominciassero in questo modo barbaro. Va bene, voltiamo pagina e anche se ne avremo ancora per un po' speriamo che questo nuovo anno ci porti la svolta, anche se dovremo mordere il freno ancora per qualche mese. Voglio essere positivo, anche se quello che si sente te ne fa passare la voglia, ma come è sempre accaduto dopo una fase down si risale per forza. Allora, cari amici, i migliori auguri per l'anno che verrà!
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