martedì 30 maggio 2023

Cronache di Surakhis 103: Convalescenza

immagine dal web

 

Oggi mi sembra di nuovo una magnifica giornata. E incredibile come quando le cose girano nel verso giusto, per lo meno per alcuni aspetti fondamentali, alla fine tutto ti sembri positivo, migliore, anche se nella realtà, in fondo le cose girano nello stesso verso. Basta poco insomma per far girare il sentiment. In fondo l'animo umano è così, per carità empatico e influenzabile da quello che lo circonda, ma poi alla fine il personale è quello che domina sul resto e chi se ne frega se ne avremo ancora per un ventennio, saranno cavoli altrui e perché poi devi farti angosciare da quello che accade nel resto del mondo, se verrà l'apocalisse nucleare e i droni bionici, probabilmente neanche ce ne accorgeremo e la galassia in un milioncino di anni di nostra assenza, neanche più porterà con sé il segno del nostro passaggio, cacatine di mosca sull'asse dell'evoluzione. Comincia di nuovo a prevalere il desiderio di vedere qualche cosa delle meraviglie che ci circondano in giro per il mondo, di aggiungere qualche figurina all'album, di fare il possibile per dare spazio a qualche desiderio da vivere a poi da raccontare, prima di tirare giù definitivamente il sipario. Certo se guardi la spirale dei prezzi ti spaventi e pensare che gli idioti si battevano con tanto ardore contro le indicazioni della cosiddetta politica di austerità, unica soluzione, difficilissima per carità, contro l'inflazione mangiatutto, la livella che spiana risparmi, stipendi e pensioni. Ce l'avevano con i vari Mountains, Ovenfull e la stessa Unione Continentale, che altro non facevano che difenderli da questo mostro orribile e devastante che spazza via il potere di acquisto della maggior parete della popolazione, specialmente la più povera, che al contrario, invece di apprezzarne il lavoro, li malediceva. Certo la colpa non è delle menti fragili, dei pluritesticolati di Rigel o dei piglianculi di Aldebaran, ma di chi consapevole e interessato li aizza in questo senso e oggi se ne vedono i risultati, ma non bisogna dolersene più di tanto, così è sempre andato il mondo e l'acqua scende sempre verso il basso, non facciamoci illusioni. 

Così ragionava Paularius che, dopo la rigenerazione corporea appena compiuta, in cui gli avevano sotituito un considerevole numero di organi e gliene avevano tolto definitivamente altri ormai inutili, si sentiva pronto nuovamente ad affrontare la vita di tutti i giorni. Ma sì, un po' di vacanza era tutto quello di cui aveva bisogno. Avrebbe continuato ad osservare dall'alto la canea che si scatenava per i vicoli della Suburra, tra cani e schiavi che si disputavano gli ultimi ossi rimasti, sarebbe rimasto ad una quota più alta di quella in cui arrivavano gli effluvi sempre più densi delle centrali a merda che fornivano la poca energia necessaria, ridendo di quei velleitari attivisti che si battevano per risparmiare quella utile a far funzionare gli interruttori, mentre la richiesta energetica raddoppiava ogni anno. Certo aveva in parte rinunciato ai media completamente occupati dal nuovo corso, ma i notiziari trasformati in spettacoli comici, lo divertivano comunque. Non gli restava che richiamare le ancelle per finire la giornata in bellezza. 

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

lunedì 29 maggio 2023

Voglia di caldo

Alpi Cozie

 

E così eccoci finalmente a casa, con la pratica da archiviare con la dicitura anche questa è fatta. Insomma tutto è bene quel che finisce bene, per fortuna. Anche se la testa me la ero fasciata bene anzi, fin troppo bene, ma si sa, in questi casi le precauzioni non sono mai troppe. In realtà adesso che sono a casa e mi piacerebbe tanto trascorrere il periodo di cosiddetta convalescenza blandito e coccolato come non mai, che è una situazione di grande piacere, in quanto ormai stai benissimo, ma puoi ancora con giusta ragione fare il malatino, sono subito stato assalito dalla montagna di incombenze delle cose da fare entro e non oltre, cosa che mi infastidisce moltissimo e che comunque sono il segnale inequivocabile che l'emergenza è finita e della mia definitiva resurrezione. Passato anche il momento dei dovutissimi ringraziamenti a tutti quelli con cui ho avuto a che fare e che mi hanno trattato come un bimbo, non lesinandomi ogni sorta di attenzioni, devo solo cercare di chiudere tutte le pratiche che sono rimaste in sospeso prima di pensare all'estate che incombe. In realtà, vorrei solo andarmi a spiaggiare sulla Cote, adesso che non c'è ancora quasi nessuno, il tempo è quanto mai gradevole e l'acqua è fresca ed invitante, prendendomi il riposo necessario che mi prepari alla settimana napoletana che mi attende a fine giugno, prima di cedere definitivamente ai richiami di Heidi e delle caprette che fanno ciao. Là trovero la pace necessaria a studiare con attenzione una bella trasferta autunnale, posto che le finanze ancora lo consentano. Insomma l'anziano non riesce a trovare la tranquillità a cui anela. Direte, ma sei tu che te le vai a cercare. E' vero, ma prima di tirare il marmetto (avevo comunque già precauzionalmente scelto la foto idonea) ci sarebbero ancora così tante cose da fare, da vedere, da esperimentare... Insomma vedremo, vi terrò informati eventualmente.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

domenica 28 maggio 2023

Sacrifici umani


Dal web

Huipil era stanco, davvero sul punto di cedere. Da più di quattro anni aveva trovato rifugio nella foresta, quella più fitta, nella quale era facile trovare anfratti celati tra gli alberi centenari, nutrendosi di bacche e di vermi, cercando riparo per la notte in grotte o tane scavate nella terra, per sfuggire ai pericoli del bosco, ma soprattutto a loro, che lo stavano cercando senza sosta. Da quando era stata dichiarata dai sacerdoti la guerra fiorita, quella che si lanciava per catturare prigionieri da sacrificare alla divinità, il suo destino era stato segnato. Sopra di sé portava il segno del prescelto stampato sulle sue carni e addirittura ben evidente se qualcuno lo avesse osservato con attenzione alla base del collo. Prima o poi sarebbe stato preso, messo in ceppi e portato, tra il giubilo della folla alla grande piramide, messo nelle segrete sotterranee, apparentemente accoglienti, per attendere il giorno del giudizio, il momento del sacrifico supremo. Da tempo i sommi sacerdoti affilavano i lucidi coltelli di ossidiana nera, ed aspettavano di vestire i grandi mantelli verdi fatti di piume di quetzal, che li avrebbero paludati per il giorno scelto dagli astri. Aveva dormito male anche quella notte, faticando a respirare, con quel groppo alla gola che non lo lasciava mai da mesi. Anche il suo corpo benché all'apparenza florido e proprio per questo più appetibile agli scherani del tempio, era sempre più indebolito e bastavano pochi passi, al sentire i tonfi pesanti dei drappelli di soldati che percorrevano la selva alla sua ricerca, per farlo ansimare come un mantice ormai sfiatato. Gli anni passati nella fuga, nella speranza, che pure il buon senso gli indicavano come assolutamente vana ed inutile, pesavano sul suo corpo ormai flaccido e vecchio. 

Aveva capito che procrastinare ancora il momento lo avrebbe fatto solo soffrire, facendolo vittima di quella selva dove cercava inutile rifugio e che invece che salvezza, poteva diventare di colpo la sua condanna. Così quel giorno, quando sentì gli scherani del tempio che arrivavano dal sentiero grande, non scappò veloce nascondendosi dietro le grandi felci verdi che coprivano gli spazi tra gli alberi, ma rimase lì ad aspettarli e mentre loro gridavano di gioia e lanciavano al dio grida di vittoria si lasciò prendere. Lo portarono al tempio senza legarlo, come se la vittima sacrificale fosse felice e secondo tradizione, fiera di offrirsi alla divinià crudele che voleva il suo sangue e le parti vitali del suo corpo. Rimase pochissimo in attesa del momento del sacrificio, le stelle erano girate in fretta sulla volta di velluto nero del cielo ed avevano decretato quale fosse il momento più adatto alla cerimonia, quello in cui le congiuzioni astrali erano più favorevoli. Fu acconciamente fasciato di bianche bende, forse pensò, per una successiva mummmificazione, quando gli organi estratti ed asportati avrebbero trovato sede definitiva in vasi canopi, ornati e dipinti per il loro compito di eternità, poi fu condotto disteso, velocemente verso l'altare, dove tutto era pronto per il sacrificio. Era una atmosfera ovattata dove si avvertiva solamente un brusio di fondo, suoni lontani, ticchettii e pulsazioni del grande cuore divino che a tutto presiedeva. La sala era gremita di sacerdoti ed ancelle, ognuna col preciso compito che il cerimoniale prescriveva, secondo i canoni antichi della tradizione, ma integrati dai nuovi corsi filosofici delle conoscenze e degli studi che ogni giorno si compivano nelle scuole dei sacerdoti stessi. 

Lo avevano preparato con cura prima di portarlo a quello stadio. Mondato di ogni impurità, peli e residui che gli aveva lasciato la jungla, che il dio pretende la purezza assoluta prima di scendere a prendere la sua vittima. Era stato accuratamente spennellato di unguenti e sostanza odorose che ulteriormente lo preparassero all'incontro fatale e forse al suo successivo cammmino nell'Ade. Lui, vinto e privo di speranze aveva lasciato fare, obbediente ed inerme. Poi la Grande Sacerdotessa, aveva cominciato a somministrargli sostanze, perché la sua mente si confondesse e non avvertisse la paura dell'incontro con le lame affilate che lo attendevano. Quando venne il momento e la cerimonia ebbe inizio, non sentiva più nulla ed era ormai pronto all'incontro col trascendente. Non si accorse neppure di quegli strumenti che gli venivano infilati in gola, né che la lucida ossidiana era stata sostituita da affilate lame di durissimo acciaio. I tempi cambiano e il Gran Sacerdote si avvicinò fasciato e coperto dal verde del quetzal, la bocca coperta affinché il suo respiro non turbasse il campo divino, dove doveva operare solo lo spirito del Dio. Mentre la Sacerdotessa continuava a pompare droghe, Huipil era in uno stato meditativo in cui non pensava neppure agli organi che gli sarebbero stati strappati dalle viscere per essere offerti, ma rimaneva in uno stato sospeso e senza tempo nel quale non avvertiva più neppure il dolore o l'impossibilità di respirare naturalmente. L'alito divino, gli veniva comunque insufflato e continuava inopinatamente a mantenerlo in vita, mentre il Gran Sacerdote salmodiava ordini e muoveva mani e strumenti dentro di lui. 

Dopo aver effettuato un gran taglio alla gola, si apprestava, come consigliava il cerimoniale, a spaccargli lo sterno per penetrare poi con le mani nude dentro il suo petto e strappargli via la carne viva che il Dio aspettava, ma l'occasione era anche mostrare la sua grandissima abilità che lo rendeva il più famoso tra i sacerdoti di Quetzalcoatl, che su quell'altare aveva sacrificato ormai migliaia di prigionieri, anche i più difficile e riottosi. Quindi la sua sfida era quella di entrare nel petto di Huipil e strappargli l'organo che il Dio richiedeva, senza spaccare l'osso, una prova di perizia estrema che avrebbe richiesto ore di paziente lavorio, di mano e di coltello, per eseguire l'asportazione e riuscendo a mantenere in vita la vittima, questa era la sfida. Altri sacerdoti lo aiutavano nella cerimonia, seguendo con lo strumento inserito nel petto di Huipil, che non venisero toccati e neppure sfiorati altri organi, quasi come i maestri impalatori di Vlad Dracul che riuscivano a far penetrare l'aguzzo palo dal forame inferiore fino a farlo fuoriuscire dalla spalla destra senza toccare punti vitali, per prolungare il supplizio per giorni e giorni ancora. Le ore passavano e pezzo dopo pezzo la carne sanguinolenta veniva estratta dalla tutto sommato piccola apertura praticata nel collo e deposta nel contenitore a fianco dell'altare per essere poi messa negli appositi canopi preparati alla bisogna. Oltre mezzo chilo di carne, sangue e tessuti vari ammucchiati disordinatamente tra viscidi succhi corporei. 

Infine, come era cominciata, la cerimonia terminò di colpo. La ferita chiusa alla meglio per mantenere in vita Huipil ancora per qualche tempo e le droghe stesse che gli venivano somministrate dalla sacerdotessa mutarono in quantità e tipologia, altri succhi, altre polveri, altre bacche erano state tritate, pestate e diluite per creare gli effetti voluti. Gli strumenti furono estratti via via dal suo corpo. Ogni sacredote raccolse i suoi strumenti e li ripose nei tabernacoli del suo dio dopo essere stati ripuliti dalle linfe vitali e, compiuto ogni ulteriore obbligo che il libro sacro prescriveva, Huipil fu trasportato di nuovo nella sua cella dove a poco a poco riprese conoscenza, stupito di essere ancora in vita, circondato di stele che riportavano, sacre iscizioni, di strumenti che emanavano suoni misteriosi e ritmati, avvolto di sacri teli, bende e funi che a quegli strumenti lo tenevano avvinto, raccontando forse alle ancelle che lo circondavano, lo stato in cui si trovava, di quanto il suo sangue fosse spesso e zuccheroso e fargli man mano prendere coscienza di quello che aveva subito. Anche il Gran Sacerdote e tutti gli altri, vennero più volte a trovarlo per avere contezza del successo della grande cerimonia, stabilendo le dosi di quanto, ormai reso schiavo, avrebbe dovuto assumere per il resto della sua vita. Lo lasciarono libero di tornare al suo villaggio dopo un paio di giorni. Ormai la tiroide era stata felicemente asportata; l'operazione era andata molto meglio del previsto, rimaneva solamente più di calcolare il giusto dosaggio di Eutirox da assumere a digiuno la mattina e dare un'occhiata alle corde vocali, precauzione normale del postintervento. Grazie a Lei Dottore e a tutta la sua equipe, siete stati davvero grandi, dal vostro gratissimo, paurosissimo e indocile paziente!    


La mummificazione


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

giovedì 25 maggio 2023

U.R.S.S. - La mia 25° storia di viaggio

 

Ancora uno sforzo editoriale, uscito mentre ero ancora sotto i ferri e secondo di una serie che ariverà a gettito continuo in tempi brevissimi. Si tratta della mia 25esima s-guida di viaggio che non vi racconterà il solitio itinerario con le indicazioni tecniche per effettuarlo. Al contrario questo lavoro dà la prevalenza al racconto di storie raccolte in più di venti anni di viaggi e permanenza in un mondo che oggi non esiste più, quantomeno nella forma in cui io l'ho conosciuto. E' un percorso che ho compiuto in innumerevoli puntate che mi hanno portato ad attraversare il mondo dell'Unione Sovietica, le sue incredibili contraddizioni e le sue storture, assieme alle emozioni incredibili che ogni persona incontrata mi hanno fatto provare ed alle quali dedico il libro con tutto il cuore. Laggiù, dai confini con lìEropa oggi travagliati dalla guerra, fino alle steppe asiatiche più remote, ho conosciuto molte persone e tutte mi hanno regalato qualche cosa di indimenticabile che ricordo tutt'oggi con un velo di malinconia. Insomma questo libro vuole essere un invito a chi ne avrà la possibilità in un futuro che spero prima o poi prossimo, per chi fosse interessato, a tornare in questo paese per tentare di cencare quanto ancora è rimasto di quel mondo, che è presente poi nella realtà più che mai, perché ricordatevi che non è mai stato un problema di zarismo o comunismo o putinismo, ma di quanto invece è profondamente insito nell'animo russo, perché ogni cosa è sempre stata presente nell'animo degli abitanti di questa terra, immensa e multiforme, dove 100 chilometri non sono distanza e 100 anni non sono tempo. Allo stesso tempo spero che possa essere anche un semplice piacere legato alla curiosità per chi ami leggere storie ed emozioni legate al vagare per il mondo, malattia della quale, come sapete, sono affetto cronicamente e senza speranza di guarigione. 

Come sempre ho pubblicato attraverso il sito di lulu.com al quale vi giro e per tutti coloro che vogliano acquistare il vilume cartaceo questo è il link a cui fare riferimento, nel caso vogliate risparmiare qualche cosa, scrivetemi direttamente e ve lo speditò a casa, fino a quando non avrò finito le copie a mia disposizione. 

Per comprare il libro clikkate qui 

Mentre coloro che vogliono, il testo in e-book (con estensione epub), dato che sono molto moderno e digitalizzato nonostante l'età, questo è l'altro link. L'e-book.  costa € 5,99. 

Per comprare l'e-book clikkate qui

Vi ricordo anche la mia pagina vetrina su Lulu.com per coloro che vogliono dare un'occhiata alla mia produzione che comunque è elencata anche qui a fianco con tutti i link necessari. Grazie a tutti i miei lettori e appuntamento tra breve alle prossime uscite.

La mia vetrina su lulu.com 


 

Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Il terzo libro: Indocina

mercoledì 24 maggio 2023

Taste of Lebanon 8


 

giallo dorato

frutto del paradiso -

ma quanto costa?



martedì 23 maggio 2023

Taste of Lebanon 7

 


sulle terrazze

mandorli abbarbicati -

amari semi



lunedì 22 maggio 2023

Taste of Lebanon 6

 



sull'alto monte

ancora c'è la neve -

fragole rosse



domenica 21 maggio 2023

Taste of Lebanon 5

 



matite aguzze 

puntano il cielo chiaro -

disegnan Dio


sabato 20 maggio 2023

Taste of Lebanon 4

 



respira il prato

sotto il mosaico antico -

il tempo aspetta



venerdì 19 maggio 2023

Taste of Lebanon 3

 



fine erba verde

si allunga tra le tombe -

sentono i morti?



Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 113 (a seconda dei calcoli) su 250!