martedì 11 novembre 2025

Seta 49 - Nel paese senza nome

La strada statale - Mongolia - giugno 2025
 

Riprendiamo dopo la breve pausa, breve per modo di dire, ma tanto per rinfrescare la memoria, ci eravamo lasciati nel cuore della notte nel bel mezzo della steppa mongola, ai bordi di un villaggio senza nome, con il nostro mezzo abbandonato tra le dune di sabbia, melanconicamente piegato in un affossamento del terreno con il semiasse rotto e circondato da un gruppetto di "competenti" che sembravano proprio l'assembramento dei pensionati attorno al cantiere impegnati a dare utili consigli. Alcuni di questi erano addirittura coricati pericolosamente sotto il mezzo, come se facessero finta fi operare alacremente per rimetterlo in sesto. Sta di fatto che bisogna in qualche modo, arrangiare la notte e le auto di due bei donnoni mongoli, arrivate non si sa come sul posto e che dovrebbero fungere da taxi, potrebbero essere incaricate di scarrozzarci fino al fantomatico villaggio. Queste recano al seguito anche una schiera di bambini che viaggiano seduti al contrario per non perdere l'opportunità di guardare con attenzione questi stranieri straniti e nervosi, atterrati dal cielo come alieni direttamente da un altro mondo. Ridacchiano tra di loro indicandoci e probabilmente facendo commenti sulle nostre strane facce ed i nostri lunghissimi nasi, per non parlar dei capelli biondi della mia gentile signora. Intanto arriviamo nel villaggio e ci fermiamo davanti ad una baracca che dovrebbe essere designata come il nostro rifugio in cui passare la notte. Diciamo pure che è piuttosto basica, ma probabilmente è quanto il paese propone come massimo nella categoria Alberghi. Ci viene dunque assegnata una stanza con due brande di legno, ma vene subito chiarito che la struttura non dispone né di toilette, né acqua corrente. 

Per espletare la prima necessità, bisognerebbe andare fino al centro del villaggio dove ci sono delle latrine "pubbliche", mentre per l'acqua domattina bisognerà provvedere con un secchio, almeno così pare. Non bisogna stupirsi troppo, almeno credo, questa è la situazione del paese e anche dove è arrivato il turismo, la realtà pratica non differisce poi molto. Chi ha letto il bel libro Dove volano gli uccelli di L. Waugh, che racconta di un intero anno vissuto in uno di questi paesini perduti nel nulla dello sconfinato territorio della Mongolia, lettura assolutamente consigliata prima di partire, comprende subito che i metri di giudizio a cui siamo abituati non servono in questa terra e che, come avremo più volte modo di provare nei prossimi giorni, non si devono fare considerazioni su variabili come il tempo, la programmazione, la ricerca di soluzione di problemi prima che questi si presentino. Così come queste genti, con abitudini diverse dalle nostre, ovviamente calibrate sul tipo di vita che si ha in un territorio così condizionato dalla natura e dagli eventi naturali estremi, non capiscono neppure certe nostre richieste o pretese, che rischiano sempre di essere considerate come stranezze di stranieri a cui è meglio sempre dire di sì, tanto per levarsi il problema, salvo poi ignorarle completamente. Così qui l'acqua corrente o il bagno in casa sono ancora considerate stranezze inusuali e del tutto inutili, anzi possibili prodromi di dannosità. Bisogna considerare, ad esempio, che non ci sono tubature, cosa abbastanza naturale in un mondo pastorale nel quale per molti mesi all'anno si può scendere sotto i - 30°C e anche  le latrine giustamente vengono erette il più lontano possibile dalle abitazioni. 

Poco comprensibile è anche il desiderio di questi strani ospiti di voler dormire in ambienti separati e non come è intuitivamente più comodo e confortevole, tutti assieme in un'unica gher, la classica tenda mongola con una stufa al centro, che rimane comunque più calda e protetta. Insomma un mondo decisamente diverso dal nostro a cui sembra inutile opporsi. Meglio sarebbe lasciarsi andare, come fa la protagonista del libro, per riuscire a diventare parte effettiva di questa comunità, per rimanerne infine stregati completamente. La dannazione del turista invece è che coi soli pochi giorni a disposizione che ha, si agita, sbraita, non riesce a farsi capire, pretende di essere capito ed è perennemente scontento. Sente che il poco tempo gli sfugge in un attimo e questo gli farà perdere l'opportunità di poter vedere quanto aveva perentoriamente programmato prima di partire, si sente a disagio in condizioni a cui non è abituato ed alla fine, si fa andare di traverso quanto gli succede di giorno in giorno. Il modo giusto di approcciare la Mongolia sarebbe certamente quello di lasciarsi andare agli eventi, abbandonarsi al lento scorrere del tempo senza chiedere spiegazioni, tanto è inutile, da un lato la tua lingua non è neppure capita, dall'altro è il concetto stesso che non viene afferrato. Dunque in preda alla stanchezza accumulata ci buttiamo comunque sulle brande e cerchiamo di dormire per recuperare la fatica accumulata. La previdente preveggenza di Tiziana fa sì che ci siamo dotati di sacco lenzuolo, cosa che in questo caso è decisamente benedetta e quindi ci prepariamo a trascorre la notte meritando il sonno del giusto dopo averlo debitamente steso sul tavolaccio.  

Con previdenza pongo al lato del giaciglio una bottiglietta vuota, in caso di necessità notturne senili e poi finalmente allungo le vecchie membra, provate dalle ore di viaggio e cerco di chiudere la porta di legno leggero, che è dotata di uno strano chiavistello dal funzionamento incognito, che comunque tento di inserire a forza nell'apposita posizione. In effetti fa caldo e io, seminudo sono a malapena coperto dal mio sacco lenzuolo di fortuna nel quale provvidenzialmente non mi sono infilato, vista la temperatura piuttosto alta, girandomi e rigirandomi nel vano tentativo di addormentarmi. Da un lato è sempre così quando sono stanco, dall'altro mi perseguitano le continue domande che mi pongo su come potremo recuperare le ore di viaggio perdute per raggiungere quella che doveva essere la nostra meta e dalla quale domattina avremmo dovuto partire. Così mentre mi torturo la mente con inutili preoccupazioni su cui intanto non  ho possibilità di intervento, dormiveglio come è possibile, stordito e confuso, quando, nel cuore della notte, saranno state le tre, un gran frastuono esplode in quello che dovrebbe essere il corridoio della baracca e dopo un botto di quella che è sicuramente una rude una spallata, l'uscio si spalanca di colpo, visto che il chiavistello non avrebbe trattenuto probabilmente neppure la spinta di un micino in cerca di cibo, e un omone mezzo discinto, con la camicia aperta ed i pantaloni di una tuta sdrucita, irrompe nella nostra stanza e accende la luce della lampadina che scende dondolante dal soffitto. 

Manifestamente il tizio è completamente ubriaco e tiene in mano alcune lattine di birra e avanza deciso verso di me, che sono ancora mezzo stordito nel letto, cercando di coprire alla meglio col lenzuolo le mie pudenda, mentre lui dichiara con voce stentorea in mongolo stretto, brandendo le lattine,  così almeno mi par di capire, che è venuto a brindare con noi e al nostro arrivo. Mi porge due lattine, mentre Tiziana si nasconde sotto la coperta. Io, ancora semiaddormentato, non riesco a reagire in maniera coerente. Alla fine prendo in mano la lattina e ne strappo in qualche modo la linguetta come fosse una bomba a mano, sperando forse che esploda e cancelli il brutto sogno, ne bevo qualche sorso e pronuncio diversi Kampai, seguito da lui che si siede sul letto e tenta di abbracciarmi dandomi pacche sulle spalle. Alla fine, quasi completamente nudo e un po' più sveglio riesco ad alzarmi e a spingerlo fuori della nostra stanza, mentre lui continua a brindare alla nostra salute. Cerco di chiudere alla meglio la porta, ma quel tipo di marchingegno, non deve essere fatto specificatamente per resistere alle effrazioni di un certo tipo, per cui ci barrichiamo spingendo contro la porta la valigia, che dovrebbe riuscire a bloccarla definitivamente. Poi cerchiamo di tornare a dormire, mentre i rumori fuori della porta continuano decisi. Un altro tentativo verrà fatto dopo un paio d'ore, ma la sistemazione che ho escogitato impedirà la successiva effrazione. Al mattino veniamo a sapere che il tipo ha tentato di penetrare anche nella stanza dei nostri amici, ma senza riuscirci, evidentemente il loro lucchetto era più efficiente. Ma la richiesta di spiegazioni che poniamo alle donne che incontreremo al mattino non sortiranno né giustificazioni, né stupore. 

Mi sembra di rileggere alcune pagine del libro di cui vi ho detto, dove sono riportate esperienze del tutto simili. Evidentemente qui funziona in questo modo, Speriamo allora che il tipo, perlomeno non si sia offeso troppo per la mala grazia degli stranieri. Spiacerebbe se andasse a raccontare in giro che siamo dei maleducati. Usciamo intanto dalla baracca, è arrivato il mattino e l'aria è diventata frizzantina. Arriva una macchina con un paio di donnone dalla faccia bianca e rossa, infagottate in palandrane e maglioni che hanno visto tempi migliori. Scaricano un paio di vassoio che posano nel cortiletto su degli sgabelli evidentemente predisposti alla bisogna e ci indicano un paio di boccioni di acqua da cinque litri, nell'angolo del cortile con i quali provvedere alle abluzioni personali, che, una volta capito il metodo, bisogna essere in due, uno versa l'acqua, l'altro si lava la faccia, svolgiamo con indomita adattabilità, risolvendo in questo modo alla meglio la pratica, anche se ci viene assicurato che se vogliamo andare in centro al paese, a circa un chilometro, nei bagni pubblici, c'è anche addirittura a disposizione una doccia (non penserete mica di essere tra i selvaggi), comodità a cui preferiamo rinunciare sdegnosamente, a rischio di risultare sgarbati. Mangiamo comunque di buon appetito le uova strapazzate che giacevano in fondo al paniere e lasciamo lo yogurt che qua sembra essere l'alimento principale, ma le nostre scorte di Imodium non sono infinite ed i giorni da passare qui sono ancora parecchi. Intanto ecco che sullo sterrato arriva, inaspettatamente, il nostro malandato pulmino. I "meccanici", hanno lavorato tutta la notte, il semiasse non era rotto, ma solamente sfilato e adesso tutto è stato rimesso a posto con perizia e il nostro auriga è assolutamente pronto a partire. Insomma è d'uopo abituarsi, da queste parti funziona in questo modo. Bisogna farsene una ragione.

  

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25 - A Xining

sabato 8 novembre 2025

Azer 17 - Premessa

 

Forse è vero che il destino dell’uomo è già scritto da sempre. Noi ci mettiamo in testa di decidere di volta in volta, di essere veramente protagonisti delle nostre scelte oppure che la assoluta casualità domini, come le più classiche sliding doors, le strade che prenderemo, ma può essere che tutto sia già stato deciso altrove e che le nostre decisioni siano solamente una conferma dell’ineluttabile. Perché questo pippozzo un po’ stucchevole all’inizio del mio lavoro su una delle regioni geografiche più interessanti e complesse del mondo? Perché prima di cominciare il mio racconto di come per trenta anni o più, le vicende della vita mi hanno portato a percorrere più e più volte quelle strade lontane, mi vengono in mente fatti che potrebbero anche portarmi alla conclusione di come quella traccia, sia pure in maniera flebile, fosse già segnata da tempo. Ero un bambino, facevo le elementari e come tutti a quel tempo facevo collezioni di figurine. Ma la mia mamma era piuttosto severa al riguardo, dunque erano messe al bando quelle che tutti gli altri ragazzini ambivano, le Panini dei Calciatori, che per la verità anche a me non entusiasmavano più di tanto, visto la mia scarsa attitudine agli sport, cosa che si traduceva anche in debole passione per i campioni osannati da tutti, ma solo argomenti insindacabilmente da lei giudicati “istruttivi”, vista la sua attenzione a guidarmi con mano ferma verso quello che allora era stimato come unico ascensore sociale a disposizione. 

Quindi mentre i miei compagni di scuola cercavano disperatamente la introvabile figurina di Pizzaballa, io tentavo, sempre senza riuscirci o quasi, di completare l’album di Garibaldi (di cui me ne mancò sempre e solamente una), quello degli Animali del mondo e soprattutto Le razze umane, che era titolato in questo modo, visto che allora quella dizione non era stata ancora messa all’indice. Ero assolutamente affascinato da quelle forme colorate e così diverse da quanto conoscevo, dai Pellirosse delle tribù delle pianure, dai piccoli Pigmei delle foreste congolesi (terre che il vocabolario scientifico Novissimo Melzi che Gesù Bambino mi aveva portato per Natale in seconda elementare, segnalava in una cartina completamente bianca e priva di toponimi dei primi anni ‘50, come Zone non ancora esplorate) e le donne delle tribù etiopi Mursi col grande piattello tra le labbra. Ma la figurina che mi affascinava più delle altre era quella denominata il Circasso, che raffigurava un uomo magro e fiero avvolto in un grande mantello nero, grandi baffi e un gigantesco colbacco di astrakan, così mi aveva detto fosse la mia mamma, visto che allora, tempo in cui l’animalismo non era ancora stato previsto, doveva essere di gran moda e quindi di sua conoscenza e forse altrettanto oggetto di desiderio, mai soddisfatto, né soddisfacibile, visto le nostre condizioni di famiglia modesta. 

Abitava, fiero ed indomabile, le montagne del misterioso e lontano Caucaso e resisteva agli invasori, con feroce ed invincibile bellicosità, almeno così recitava la didascalia della figurina. Forse da quell’album e se così è stato, proprio da quella figurina, nacque la mia voglia insanabile di andare a vedere cosa ci fosse al di là della collina, di confrontare coi miei occhi quanto corrispondessero alla realtà quelle figure ingenue e a volte indistinte? Forse andò così e quel desiderio muto rimase sopito, ma ben presente dentro di me, per anni, fino a quando per altre motivazioni e casualità, o forse per quel fato già stampato nella pietra o solo scritto nel vento, come lo volete vedere, non cominciò ad avere occasioni per concretizzarsi meglio, prendendo forma dapprima lentamente, poi con una progressione inarrestabile che mi intriga ancora alla soglia degli ottanta. Così quando arrivai per la prima volta in quel Caucaso sognato, nel ruolo di mercatante (direbbe Marco) in cerca di contratti, rimasi un po’ deluso di non veder quel personaggio che in figurina mi aveva così condizionato, ma la scoperta di una zona del mondo che facilmente intuivi così carica di interessi, me ne fece appassionare vieppiù, dandomi sempre maggiore desiderio di indagare più a fondo non appena l’occasione si fosse presentata. 

Così a poco a poco percorsi quel nord al di qua della catena, così poco conosciuta ai tempi, dispiacendomi del fatto che la mia azienda non avesse affari anche a sud, cosa che poi ebbe successivamente, quando io ormai ero nella mia terza vita, ma sempre ricordo bene come dentro di me sempre albergasse quella diminutio, del non poter ancora aver avuto la possibilità di scavalcare le cime bianche ed altissime e andare a vedere se anche al di là non ci fossero più, quegli uomini fieri col colbacco di astrakan, calcato un po’ storto sul capo. Adesso che finalmente, canuto e stanco, direbbe il poeta, l’opera è compiuta, non mi rimane che riportarvene le mie impressioni, le emozioni che vi ho provato, le storie che mi sono portato con me ad ognuno dei miei ritorni. Per questo comincerò questa relazione proprio da quei tempi ormai lontani e dei quali però, conservo ancora indelebile memoria.


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venerdì 7 novembre 2025

Azer 16 - 45 Motivi + 1 per andare in Azerbaijan

Baku - Azerbaijan - ottobre 2025
 

A conclusione del giro di sensazioni che spero di essere riuscito a trasmettervi sulla mia brevissima visita in Azerbaijan, paese un po' misterioso, un po' misconosciuto, ma possiamo anche dire un po' fuori dai focus internazionali, soprattutto turistici, cercando di entrare un po' più a fondo nei suoi aspetti storici, naturalistici e culturali, mentre penso che tra le righe sia passato il sottile e pervasivo desiderio di riuscire un giorno a visitare anche le ultime zone che, per varie motivazioni, soprattutto logistiche, ho dovuto forzatamente tralasciare e che indubbiamente valgono la pena di essere più a fondo indagate e stimolandovi comunque al viaggio, vorrei fare, come al solito, un piccolo elenco di cose imperdibili di questo paese o che, se la volete mettere giù in altro modo, valgono la pena di sobbarcarsi le ore di volo che sono necessarie a raggiungere quella terra non così lontana nello spazio, ma così differente ed intrigante, ricordando sempre che questo è stato uno dei fulcri da cui la nostra civiltà ha preso vita.

  • .Arrivare a Baku nel cuore della notte, sfilando per la città buia, tra i grattacieli illuminati
  • Passeggiare per la città vecchia in cerca di sensazioni antiche
  • Cercare le tracce nelle gradinate smontate del passaggio della Formula 1
  • Prendere un frullato di fronte alla Maiden Tower rinverdendone le leggende
  • Aggirarsi all'interno del Palazzo degli Shirwanshakht vedendo i moderni palazzi lontani dalle feritoie e al di là dei merli
  • Passeggiare sulla Promenade godendosi la calma del mar Caspio
  • Sentirsi scrocchiare in bocca un boccone di pane lavash bollente
  • Guardare i grattacieli della nuova Baku che sfilano uno dopo l'altro con le loro forme incredibili
  • Cercare i petroglifi più nascosti a Qobustan e godersi il museo
  • Salire coi coni di fango in cui la superficie ribolle e sporcarsene le mani
  • Cercare tra i terminal infiniti da cui partono gli idrocarburi verso l'Europa, le torri di trivellazione lontane nel mare
  • Cercare di capire il senso di un paese parlando con tassisti e autisti
  • Stupirsi davanti alla montagna che brucia da sempre a Yanar dag
  • Percorrere la penisola di Abshalom tra le centinaia di antiche pompe di estrazione
  • Arrivare al tempio zoroastriano di Athesgar in cerca del fuoco eterno
  • Cercare invano le luci della Fountain square, che prima o poi si accenderanno
  • Ammirare stupito le superfici fiammeggianti delle Flame Towers che illuminano la notte sulla collina
  • Risalire la collina verde della Heidar Aliyev Center e seguire le linee sinuose della architettura di Zaha Hadid
  • Stupirsi del contrasto tra la moschea Hazi Aslanov e le torri di vetro
  • Girare per il Dagustu park lungo il viale dei Martiri, guardando la città dall'alto
  • Fotografare una sposa in bianco che ti fa l'occhiolino
  • Sedersi sui meravigliosi tappeti della moschea di Bibi-Heibat mescolandosi ai fedeli in preghiera
  • Sorridere per la naiveté della Piccola Venezia
  • Girolare tra i negozi illuminati del centro commerciale del porto dopo aver gustato una crepe alle fragole
  • Visitare il Museo del tappeto
  • Vedere il primo pozzo di estrazione del petrolio del mondo e stupirsi del fatto che ancora se ne estragga
  • Gustarsi spiedini succosi e polpa di melanzane dolcissima
  • Salire con fatica fino al mausoleo di Diri Baba e visitare le grotte in cui meditava il santo
  • Girare per supermercati in cerca di caviale e koniak
  • Muoversi tra le antiche tombe di un cimitero cercando di comprenderne le lapidi
  • Visitare la grande moschea Juma a Shamaxi, accolti con grande cordialità
  • Salire con fatica la Cascata delle sette bellezze
  • Mescolarsi a turisti orientali con le ragazze che comprano coroncine di roselline
  • Fermarsi ad ammirare il blu delle acque del lago Nohur
  • Fare una degustazione si vino e koniak in un resort prestigioso
  • Prendere la teleferica di Qabala per arrivare ai 2000 metri tra le montagne
  • Godersi il foliage delle foreste di querce delle montagne del nord
  • Raccogliere cristalli di sale rosa al lago Masazir
  • Cantare Bella ciao in un ristorante con una band che la intona non appena ti riconoscono come italiano
  • Aggirarsi nei vicoli deserti del Red settlement di Quba
  • Visitare il museo dell'olocausto Azero e tentare di ricostruire le storie al di là della propaganda
  • Entrare in una fabbrica di tappeti per carpire i segreti dell'annodatura
  • Girare tra i tavoli di un bar  dove i vecchi giocano a backgammon
  • Fermarsi nei boschi a mangiare spiedini
  • Aggirarsi tra le botteghe di un porticciolo di pescatori in cerca di caviale a buon mercato
e infine
  • Lasciare Baku nel cuore della notte , cercando di capire se abbiamo finalmente finito di vedere tutto quello che desideravamo del Caucaso o no
Pane lavash




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giovedì 6 novembre 2025

Azer 15 - Come organizzare il viaggio

Torre della vergine - Citta vecchia - Baku - ottobre 2025 - (Foto T. Sofi)

Come ho già detto durante le chiacchierate precedenti, a mio parere non varrebbe la pena di organizzare un viaggio per visitare esclusivamente questo paese, ma sarebbe più ragionevole abbinarlo a qualche cosa di vicino. I candidati migliori e più semplici sono quindi la Georgia e l'Uzbekistan. La prima in quanto confinante e con la possibilità, adesso che le acque sono abbastanza calme in zona di affidarsi ad agenzie che offrono questo abbinamento; l'altro usufruendo dell'opportunità di voli dell'Azerbaijan Airlines che consente, praticamente allo stesso prezzo del volo Italia Taskent, di effettuare lo stop over a Baku. Diciamo subito che tutti questi paesi consentono facilmente di fare itinerari in completa autonomia organizzando e prenotando ogni cosa dall'Italia, alberghi, spostamenti ed escursioni in loco, ma chi non ha voglia di sbattersi, troverà facilmente a chi rivolgersi in loco oppure ancora più semplicemente rivolgendosi ad una agenzia italiana, che giustamente avrà costi superiori, ma offrendo anche servizi adeguati e di livello più elevato e tranquillità per chi non vuole rischiare di avere grane. Rimane il fatto che l'Azerbaijan è un paese dove è molto semplice muoversi in autonomia, affittando un auto (ci vuole però la patente internazionale) o rivolgendosi ad un tassista locale, concordando prima itinerari e tariffe, reperibile anche su consiglio degli hotel in cui soggiornerete. 

Impossibile invece al momento fare l'abbinata con l'Armenia, visti i rapporti tra i due stati ancora in pesante frizione, visto che la guerra si è appena conclusa. Forse è possibile, ma informatevi se qualche agenzia locale lo propone (più fattibile e semplice a mio parere se fatta in autonomia), la tripletta partendo dall'Azerbaijan, poi la Georgia ed infine l'Armenia sa raggiungere in treno. Per il periodo di viaggio limitatevi alla tarda primavera e al rimo autunno, epoche in cui le temperature sono più favorevoli, anche se qualcuno utilizza altri periodo dell'anno per interessi particolari come lo sci. Il paese si presta molto anche a itinerari di trekking fuori mano che hanno di certo l'interesse di una conoscenza di aree sperdute e poco battute dalla massa. Indubbiamente troverete comunque pochi turisti in questo paese. Partiamo dal volo che come vi ho detto trovate facilmente a cifre inferiori ai 400 € A/R. Mettetevi in agguato e attendete l'occasione buona, poi prenotate. La compagnia è buona e molto affidabile, i voli sembrano sempre piuttosto in orario. Procuratevi poi il visto facilmente scaricabile on line, in meno di una settimana a circa 20 € per soggiorni fino a 30 gg, anche se pare che presto non sarà più necessario, stay tuned. Per organizzarvi  il giro che io manterrei nell'ordine della settimana, ci sono due alternative. 

O rimanete fissi a Baku, la città che, coi dintorni, comunque rimane la parte più interessante del paese e dalla quale ci si può spostare facilmente, viste le distanze limitate, ritornando alla base la sera, soluzione gradita a chi non vuole cambiare continuamente albergo, oppure fare 3/4 notti a Baku e spostandosi poi verso nord ovest fermandosi fuori per 2/3 notti, sia soprattutto se si voglia proseguire per la Georgia oppure che si torni poi nella capitale. Questa soluzione rimane obbligata ad esempio se si vuole andare a vedere il paesino di Kynalug. Prenotare un hotel a Baku o nelle altre città è semplice con il web. I tre stelle nella capitale sono tra i 30 e i 40 €, la doppia con colazione, ottimi sotto ogni punti di vista e per chi è di bocca buona e si accontenta si può scendere anche di livello senza problemi. Io consiglierei di rimane nel centro attorno alla Fountains square, zona pedonale in cui potete poi sfruttare la serata girolando a piedi. Ci sono moltissime scelte a disposizione. Poi studiatevi il giro e trovatevi qualcuno che vi porti. Questo potete anche farlo direttamente sul posto, non avrete difficoltà a trovare soluzioni. Io vi segnalo l'ottimo Aqşin +994 55 232 49 99  tel. e whatsapp, contattatelo pure a mio nome, che dispone di un mezzo fino a 6 passeggeri, con cui potete fare sia puntate giornaliere, che giro circolare. 

Il mezzo, autista incluso, vi costerà per ogni giorno tra i 150 e i 300 Manat a seconda della distanza da percorrere, che diviso per i componenti vi verrà una cifra decisamente accessibile. Aggiungete a questo gli ingressi, che sono un po' più cari rispetto alle altre spese, dai 3 fino ai 10 M a testa a seconda della cosa. Per il sostentamento, considerando che avrete le colazioni incluse e calcolando un piatto abbondante o poco di più, difficilmente supererete i 5/7 € a botta. Insomma a mio parere, se siete viaggiatori low cost come me, difficilmente tra camera, cibo e spostamenti supererete i 60/70 € al giorno per persona, tenendovi larghi, se siete in 6 anche meno. I luoghi da vedere, per quello che ho indagato, sono, oltre ovviamente a Baku: 1- il Qobustan e zona protetta delle foreste Ircane (patr. Unesco) e la penisola di Abshalom; 2 - Shamaxi - Qabala e dintorni (lago Nohur e cascate Yezzi godel); 3 - Quba e dintorni con eventualmente un giorno per vedere Kynalug e la via della transumanza (patr. Unesco); 4 - Sheki col centro storico e il palazzo dei Khan (patr. Unesco) e vicino villaggio di Kish o di Lahij; 5 - villaggio di Njid e l'etnia Udi; poi eventuale soggiorno marino sul Caspio o montano, sci e trekking. Una parte interessante sarà comunque sarà anche la visita di qualche laboratorio o fabbrica di tappeti, visto che questa è una delle più note provenienze del mondo e il relativo Museo del tappeto nella capitale. 

Potete attenzione anche al discorso religioso, molto importante, visto che qui potrete vedere a stretto contatto moschee, chiese ortodosse, sinagoghe e antichi templi del fuoco zoroastriani. Questo è uno degli aspetti più interessanti e a suo modo unico, di questa terra. Mentre siete lì, cercate, con molta cautela, di sentire opinioni e sentimenti circa i rapporti sempre tesissimi con l'Armenia, proprio per tentare di capire questa insanabile posizione di contrasto, ma mi raccomando, senza mostrare schieramenti preconcetti su un argomento di grande delicatezza che, come ben potrete capire, è cosparso così abbondantemente dal pepe della propaganda e dagli odi atavici ed etnici da dover sempre essere affrontato con le pinze e se avvertite nervosismo cambiate discorso; potendo non fate cenno di aver già visitato l'Armenia. Siate dunque sempre generici nelle domande, come se non sapeste nulla sull'argomento e foste solo interessati ad avere qualche informazione da chi invece lo conosce bene. A chi interessa, consiglio poi anche di indagare la produzione locale di vino e di brandy, visto che tutta questa cosa è nata proprio nel Caucaso.  Ancora c'è tutta la parte di turismo termale che qui offre molte opportunità visti molti luoghi di affioramento di acque e fanghi benefici che sicuramente risolveranno ogni vostro malanno. 

Mi risulta che qualcuno proponga anche la regione autonoma ed exclave in territorio Armeno del Nakhchivan, che dovrebbe essere raggiungibile attraverso un corridoio concordato dalla attuale pace, ma dovreste informarvi in loco perché dovrebbe essere una novità proposta dalle agenzie locali. Credo che sarebbe una visita interessante. Per la lingua, vi basterà sicuramente l'inglese, meglio se sapete anche qualche parola di russo. La connessione c'è ovunque, naturalmente gratuita in tutti i locali e gli hotel, ma se volete essere sempre connessi, potete optare per una eSim, ci sono soluzioni di una settimana con 3 G di solo dati, a circa 5 € oppure acquistate una Sim locale ma il minimo è 1 mese, 30 G a 20 € circa. Ci si può collegare a tutto senza restrizioni e parlare con l'Italia tramite whatsaap gratuitamente. La connessione è sempre buona. Se siete da soli meglio scaricarsi anche l'applicazione Yandex per i taxi (tipo Uber). In città si trovano facilmente cambisti, in banca (dalle 9 alle 16, da Lun a Ven.) senza perdite di tempo e senza neppure dover mostrare il passaporto al cambio, molto facile da ricordare di circa 1 € = 2 Manat. Comunque per le spese grosse molti prendono anche gli Euro. Insomma un viaggio abbastanza semplice, di tutta sicurezza e privo di problematiche che conviene fare se volete avere un quadro completo del Caucaso, in aggiunta ai paesi vicini.


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mercoledì 5 novembre 2025

Azer 14 - Considerazioni finali

La terra del Fuoco - Azerbaijan - ottobre 2'25 - (foto T. Sofi)

 

Arrivati al termine di questa brevissima galoppata azera, mi sembra giunto il momento, come di consueto, di tirare le somme, di raccontarvi dunque quello che credo di aver capito di questo paese, secondo il metro fallace del soggiorno di pochi giorni, metodo sicuramente distorcente, ma obbligato e che tuttavia, spesso concede quelle sensazioni di impulso che non sono poi così automaticamente lontane dalla realtà. Come avevo premesso, la ragione che mi ha spinto a questo viaggio è stato la volontà di completare la conoscenza del Caucaso, di cui come sapete ho percorso tutta la parte nord nello scorso millennio, soprattutto per ragioni lavorative e lo scorso anno, nella sua parte sud, la Georgia e l'Armenia. Mancava giusto questo ultimo tassello, necessario a farsi, visto che per ragioni squisitamente logistico-politiche non si era potuto sviluppare contemporaneamente, vi ricordo a giustificazione, la guerra conclusa da pochi mesi tra Azerbaijan e Armenia, sulla pelle degli abitanti del Nagorno Karabagh, entità politica che è stata in pratica, col recente trattato, cancellata dalle mappe ed i residenti espulsi definitivamente dalle proprie case e diventati profughi definitivi in Armenia. Quindi conoscere la realtà Azera con gli evidenti contrasti di pensiero e di racconto dei fatti rispetto ai vicini, doveva essere fatto separatamente per necessità e serviva venirci direttamente e per questo aspettavo solo l'occasione giusta per farlo. 

Ora, ritenendo forse a torto che il paese, per le sue dimensioni e per i suoi punti di interesse non meritasse un viaggio specifico da svolgere, in almeno un paio di settimane, attendevo l'opportunità di un volo lowcost che consentisse con una breve visita di completare la pratica ed a lungo sono stato in agguato alle offerte del web in merito. L'occasione si è presentata con la presenza di un volo scontatissimo della Azerbaijan Airlines per Tashkent che consentiva quindi di visitare l'Uzbekistan, meta interessantissima che volevo far conoscere a mia moglie ed ai miei amici, visto che io già la conoscevo e successivamente e quindi senza costi accessori di volo, di fare uno stop over a Baku di sei notti, tempo che ho reputato sufficiente per programmare una sorta di giro. Devo dire a cose fatte, che forse il paese meritava qualche cosa di più approfondito specie per la sua parte occidentale e meridionale, mentre abbiamo potuto vedere abbastanza bene la capitale e la parte verso il Caspio. Credo tuttavia che il tempo sia stato comunque sufficiente per farsi un idea generale, certo sempre troppo generica, ma come sempre, come diceva Biagi non basterebbe un anno per capire un paese. In linea di massima l'impressione di base è che siamo in un paese dove le cose non stanno andando troppo male dal punto di vista economico, questo grazie alla situazione geopolitica generale di cui parleremo dopo. 

Si avverte, girando per le strade della capitale ma anche fuori nelle campagne, un tenore di vita accettabile e abbastanza condiviso. Gli stipendi medi (tra i 700 e i 1000 €) consentono, riferiti ad un costo della vita molto basso rispetto allo standard europeo (benzina 0,5 €/l, pranzi attorno ai 5 €, alberghi 3 stelle sui 30, scarpe tipo sneakers sui 10 € e così via), una vita abbastanza accettabile. Il parco macchine che gira è abbastanza aggiornato e la gente che vedi in giro nei supermercati in città e alla sera, è ben vestita e non sembra passarsela male. I carrelli sono abbastanza pieni e anche di merce di importazione. Il paese come è noto, vive principalmente di idrocarburi, su cui fonda le sue attuali fortune ed inoltre le vicende della guerra ukraina, ne favoriscono gli affari generali, visto che le sanzioni alla Russia, hanno fatto convergere il business proprio sui paesi del Caucaso, infatti moltissimo del gas russo non più venduto all'Europa, transita proprio da qui, tranquillamente triangolato, senza problemi e in giro è pieno di russi che trovano qui il loro sfogo, anche turistico, di affari e soprattutto di transito verso l'Europa. Infatti dappertutto fervono cantieri per nuove costruzioni, investimenti internazionali e così via, basta vedere i colossali terminal della Lukoil e della Gazprom appena fuori Baku. Per quanto riguarda il problema religioso, sempre importante da esaminare nei paesi che registrano forti contrasti in questo campo, mi è sembrato di poter rilevare che qui si è affermato una sorta di Islam gentile, niente affatto estremista che voglia imporre i tradizionalismi tipici di altre aree. 

La donna mi è sembrata molto più libera che in paesi vicini, si vedono poche teste velate e barbe salafite e quelli che ho contattato mi hanno confermato questa sensazione. D'altra parte alla sera vedi in giro ragazze e gruppetti di ragazze sole che frequentano locali e ristoranti, Il velo, nei pochi casi in cui è presente, è limitato generalmente ad un foularino colorato. L'accesso alle moschee è libero e anzi l'afflusso dei turisti è bene accetto e incoraggiato. L'atteggiamento poi verso il governo, appare piuttosto indifferente. Come in tutte queste democrature, certamente illiberali e per noi inaccettabili, nella pratica, se le cose economicamente non vanno male, la gente accetta tutto ed è abbastanza soddisfatta che tutto continui così. E' molto probabile che anche in elezioni alla europea, i governanti attuali, che pur appartengono ad una delle classiche satrapie familiari, così normali nell'Asia centrale, attirerebbe con ogni probabilità una solida maggioranza. Certo quando un regime necessita di continue rassicurazioni del suo potere, manifestando i faccioni presidenziali e le grandi statue nei centri cittadini per affermare un culto della personalità che da noi sembrava ormai residuo del passato, non è mai buon segno, ma tuttavia mi è sembrato che al momento sotto questo punto di vista, gli attuali governanti possano dormire sonni tranquilli. 

Oltretutto dopo una piccola fase critica col potente vicino, ricorderete l'abbattimento di un aereo di linea azero con molti morti, anche su questo fronte sembra che al momento regni la calma più assoluta. Un'altra cosa che mi interessava osservare è il rapporto conflittuale invece col vicino debole, quell'Armenia, che ha passato tutto l'ultimo secolo a subire stermini vari e continue predazioni di territorio, fino ad essere ridotta al piccolo stato odierno. Ovviamente entrambi gli stati sentono fortemente questo contrasto etnico, che ha provocato continui scontri, quando non guerre e morti e di certo nessuno dei due cerca di parlarne ricercando punti di vista obiettivi. Questo è abbastanza naturale, anche se in questo caso mi appare evidente che il popolo armeno, già bastonatissimo nel passato dalla Turchia, un tempo terra sorella e poi divenuta feroce persecutrice, abbia nell'ultimo secolo più che altro subito, fino ad arrivare alla pace recente, in cui ha dovuto accettare l'ultimo sacrificio di territorio, cosa che di certo provocherà revanscismi a non finire nel futuro. Ricordiamoci che in ogni pace ci sono i semi della futura guerra. Dall'altra parte, in chi si ritiene decisamente più forte e che probabilmente lo è, oltretutto appoggiato dalla Russia, si avverte ben chiara una pretesa di ragione senza discussioni, pensiero che ormai oggi sembra prevalere nel mondo, secondo il quale il più forte ha ragione e basta e casomai si vanno a cercare nel passato elementi estrapolati che possano confermare questa tesi preconcetta. 

Quindi tra la gente comune, per quel pochissimo che ho avuto opportunità di scavare, anche senza troppo odio latente, che poi in effetti non traspare, i vicini sono certamente i cattivi e comunque andavano messi a posto e poi andiamo avanti e non se ne parli più. Insomma le grancasse della propaganda fano il loro mestiere e comunque un bel nemico oltre frontiera fa sempre comodo per il futuro, anche al potere. Questa è una regola fissa che non si smentisce mai in nessuna parte del mondo. Per il resto, come impatto estetico, Baku mi è piaciuta molto, tante le cose da vedere ed alcune anche molto affascinanti, sia nella parte storica che in quella attuale ed ultramoderna che sta sorgendo grazie agli idrocarburi. Hai la possibilità di vedere monumenti antichi, la parte ottomana del centro ancora in piedi e poi tutti gli edifici zaristi, molti dei quali ricostruiti o rimaneggiati di recente ed infine la selva di grattacieli che ormai formano la skyline della città. Belli i locali e la vita di sera, che puoi trascorrere girando tranquillamente nel centro e non solo. Insomma una città tranquilla e apparentemente molto piacevole da vivere. I dintorni, in particolare la penisola di Absheron, con i vulcani ed il parco del Qobustan, raccontano molte cose interessanti e poi non dimentichiamo, una delle attrattive principali del paese che lo rendono unico, quello di essere la Terra del Fuoco, che sorge spontaneo dalla terra e che nei millenni ha condizionato storia, religioni e in tempi più recenti l'intera economia. 

Una curiosità da vedere e assolutamente unica, raccontata entusiasticamente da tutti i grandi viaggiatori del passato e rimasta lì a suscitare la meraviglia e l'interesse dei nuovi visitatori. Le altre puntate attorno alla capitale, raccontano di cose meno eclatanti, una realtà agricola e naturalistica di un paese dalle caratteristiche un po' selvatiche, a cavallo tra Europa e Asia, da sempre ponte tra civiltà, con tante zone climatiche differenti che va dalle cime dalle nevi eterne dell'alto Caucaso, ai deserti della vicina Persia, da situazioni quasi tropicali che favoriscono una agricoltura abbastanza ricca, a colline brulle e che conservano tra i loro anfratti, rovine di paesi spopolati, che trattengono tra le antiche case storie di regni millenari ormai trapassati. Insomma cose da vedere ce ne sono anche se come ho detto all'inizio, forse non varrebbe la pena di dedicare un viaggio specifico al paese, ma, possibilmente unirlo a qualche altra cosa. Per il resto un paese molto facile da visitare, senza mai nessun problema, né di sicurezza avvertita, né di difficoltà burocratiche, relativamente vicino, che adesso grazie alle lowcost aeree e alla facilità di prenotazioni effettuabili con la rete, non presenta nessuna difficoltà all'organizzazione economicissima totalmente fai da te, come abbiamo fatto noi. Sul posto troverete facilmente chi vi porta in giro a costi molto accessibili o addirittura noleggiando un'auto. Questo è tutto



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