venerdì 25 aprile 2025

Recensioni - Mostre a Torino


 

Eccomi come sempre ad approfittare delle mie scorribande torinesi per dare un'occhiata alle tante opportunità di mostre in ogni caso interessanti che offre questa bellissima città. Parto dalla prima che ho visto: "da Botticelli a Mucha, bellezza, natura, seduzione". La mostra parte dall'esposizione del capolavoro botticelliano reduce da qualche anno di studi e di approfondimenti tecnologici eseguiti con ogni serie di moderne strumentazioni, che hanno permesso di poterne apprezzare i disegni sottostanti, i ripensamenti e le variazioni soprattutto dei capelli. Inoltre l'opera viene messa a confronto con analoghi come la celeberrima nascita di Venere e un'altra opera del grande artista che espone la sua celeberrima modella di profilo. Il dipinto viene poi appaiato alla Venere di Lorenzo di Credi che arriva dagli Uffizi. Tutto il resto una  serie di disegni o di opere cinque-seicentesche messe insieme soprattutto per giustificare la mostra e tirate fuori dai sotterranei dei musei reali, sul tema della bellezza femminile, le Tre grazie, le Muse e così via. Quindi tranne qualche cosa del Bernini e di Bistolfi e la serie finale sempre molto gradevole di Mocha artista art nouveau, dalle linee sempre molto attrattive, poco altro da vedere. Per fortuna a coté, ospite d'onore, un magnifico disegno leonardesco, una testa di fanciulla, studio per l'angelo della Madonna delle rocce, che ti riconcilia con l'esborso subito. 

Come sempre le mostre costruite attorno ad una sola opera, la cui spia è sempre il titolo: Da... a, nasconde una povertà di interesse generale, vista la costrizione di mettere insieme almeno un centinaio di opere cavate su dai sotterranei, ma così è la vita. Testimonianza ancora più sfacciata di questa affermazione è la mostra presentata al Mastio della Cittadella e pomposamente intitolata: Gauguin, il diario di Noa Noa ed altre avventure. In realtà il centinaio di pezzi presentati, comprendono un solo dipinto del maestro (tra l'altro pure attribuito e tra i suoi minori), un acquarello e qualche disegnino, suoi e di altri impressionisti minori. Foto, litografie, multipli e addirittura molti facsimili tra cui una serie di ritratti di Van Gogh, presentati come editati in poche copie, come se questo ne potesse accreditare maggior valore. Insomma una tornata questa decisamente deludente. A completare l'impressione (siamo nel campo appunto), il filmato che racconta la storia personale dell'artista, che è tutta uno scavare morboso sulle sue "perversioni sessuali" senza il minimo tentativo di contestualizzarle al periodo storico e la sua fine di malato di sifilide coperto di piaghe quasi come una punizione per le sue inclinazioni. Mi sa che stiamo sprofondando in un momento regressivo piuttosto preoccupante. Comunque direi non è il caso di venire a Torino apposta solo per questo. 



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