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Le grotte di Yungang - Datong - Shanxi, Cina - giugno 2025 - (foto T. Sofi) |
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Il viale di accesso |
Ho cercato di fasciarmi il polso il meglio possibile e devo dire che non mi fa neanche troppo male, certo cerco di farci attenzione a non sbattere troppo qua e là, comunque la colazione, sforzandomi un po' naturalmente, sono riuscito a farla. Invece ho lasciato definitivamente a casa la macchina fotografica che è diventata troppo pesante, da tenere con un braccio solo, oltretutto anche quello non ancora completamente a posto, mi aggiusterò col telefonino, poi vedremo. Comunque prendiamo un taxi per andare alle grotte che sono fuori città, che si deve attraversare per intero su una superstrada cittadina sopraelevata enorme che, superato il centro, taglia in due una interminabile fila di quartieri dei consueti palazzoni da 25 piani cadauno, tutti completamente deserti, uno dei monumenti agli errori di programmazione che si fanno quando si vuol prevedere troppo in là. Già perché Datong, come avevamo detto, era e forse è ancora, la città del carbone, che naturalmente il governo ha capito benissimo essere una tecnologia in via di estinzione e quindi ha provveduto a cercare di spostare una serie di nuove attività industriali da queste parti per poter sostituire l'industria carbonifera, preparando quindi tutto quanto sarebbe stato necessario per lanciare la nuova linea, ma evidentemente qualche cosa si è inceppato e la selva dei palazzoni è lì a dimostrarlo, dando la sensazione di uno di quei film su un futuro distopico e inquietante.
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Il tempio Lingyang |
Ma noi procediamo veloci verso le grotte visto che anche oggi abbiamo il tempo contato, destino malefico. Raggiunto il sito, veniamo presi dal solito ingorgo che avvolge tutti i luoghi di grande interesse turistico in questo paese. Essendo comunque uno dei monumenti più famosi del paese, la folla è piuttosto abbondante e quindi ci avviamo con pazienza verso la riva del fiume, attraverso un lungo percorso affiancato da una serie di obelischi montati su piccoli elefanti di pietra, fino ad arrivare ad un grande tempio ad un solo piano che è stato costruito recentemente come una sorta di palafitta sul lago prodotto dall'allargamento del fiume. Superato il tempio, arriviamo sul costone della collina sul quale si allineano le oltre 250 grotte che compongono l'insediamento. La folla è diventata strabocchevole e bisogna mettersi in fila per entrare in quelle segnalate come le più belle, seguendo comunque un itinerario preordinato. Bisogna avere pazienza, comunque queste saranno le più straordinarie dell'intero giro ed il fatto che siano arrivate per ultime, sembra quasi fatto apposta. La prendiamo con calma anche se piuttosto premuti dalla folla, ma si viene subito afferrati dalla unicità del posto e procedi, anche se un po' spintonato dalla gente lungo il percorso, col naso all'aria, intento più a goderti la bellezza di quello che ti circonda piuttosto che a maledire il fatto che le cose belle le vogliono vedere tutti e in fondo è anche giusto così, che tutti ne possano godere.
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La struttura esterna |
Forse è vero che la bellezza salverà il mondo, certo se uno ha voglia di sbattersi per venire fin quaggiù e stare con la testa in su a guardare sculture e grandi statue benedicenti, non ha tempo per odiare il suo vicino e magari tirargli un drone. Lo spettacolo complessivo è davvero straordinario quindi non starò lì a raccontarvi l'elenco delle diverse grotte, tanto le trovate sui vari siti, spiegate meglio di quanto non sappia farvi io. Vorrei soltanto comunicarvi il mio convinto stupore nel poter ammirare una serie monumentale in questa quantità e di questa levatura. Seguiamo l'itinerario indicato e cominciamo ad entrare, incolonnati in una lunga fila, nel gruppo di grotte più complesso che comprende per ognuna, una immensa camera con un grande pilastro quadrato centrale completamente coperto di bellissime statue, colorate e vestite di tutto punto, poi si percorre il corridoio che le circonda quasi abbracciato dalla selva di figure che ti circondano da ogni parte e di ogni dimensione e arrivi ancora davanti alla statua principale che ti sovrasta completamente con le sue immense dimensioni e quasi ti spinge via, mentre invece sono i visitatori seguenti che ti stanno pressando. E poi ancora più avanti, l'altro gruppo di grotte che è costituito da aperture, protette da strutture lignee esterne e di epoca posteriore, che presentano una serie di colonne quasi consumate dalle intemperie a protezione di una sorta di pronao al di là del quale si apre poi la grotta vera e propria con le mille e mille statue in cui ti perdi definitivamente.
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Le grotte Wuhua |
Il gruppo dalla 9 alla 13 è detto delle grotte di Wuhua, coloratissime per essere state ritoccate durante il periodo Qing che ospitano alcune delle statue più piccole del complesso, alcune non più alte di un paio di centimetri; ma ecco nella 9, che compare il maestoso ed enorme Buddha nero seduto che domina la grande sala. Oppure ancora la numero 12 con le pareti ricolme delle statue dei musicisti che imbracciano i loro strumenti antichi, ritratti in maniera così realistica da farteli sembrare reali. Le grotte orientali dalla 1 alla 4 sono anche le più grandi, la 3 addirittura larga 50 metri ed alta 25, decisamente maestosa nella quale anche la folla si disperde silenziosa. E ancora come non rimanere attoniti nella grotta 15 con le intere pareti ricoperte da 10.000 statue di Buddha seduti nella stessa iconica posizione. Una ripetitività ipnotica che costringe l'occhio a muoversi senza riconoscere un punto in cui ancorarsi, quasi a costringere la mente ad una successione di mantra senza fine, che la costringa a perdersi ed allontanarsi dai pensieri terreni per spaziare unicamente in un iperuranio lontano dalle preoccupazioni e dagli affanni, compresi i dolori al polso naturalmente, che si è intanto messo a pulsare ritmicamente come a ricordare che è sempre presente, che non bisogna distrarsi, che il mondo va avanti con i suoi problemi e i suoi affanni.
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Panneggi |
Infine, eccoci verso la parte finale del percorso, dove ci sono le grandi grotte che danno direttamente sull'esterno quasi a voler mostrare la meraviglia delle grandi statue che guardano il fiume ed oltre, gli occhi perduti nel vuoto, il panneggio perfetto ed elegante, lezione greca arrivata da lontano, assorbita, digerita, fatta propria e riproposta in forma ancor più leziosa ed elegante. Insomma un insieme mirabile di arte e maestosità che non lascia indifferenti, ma coinvolge l'osservatore concedendo emozioni forti, nonostante la moltitudine che scorre come l'acqua del fiume, le cui rive sono seminascoste da verdi canneti che completano un quadro naturalistico affascinante. Anche il tempio Lingyang, dal quale si ripassa obbligatoriamente, che all'ingresso era sembrato piuttosto banale, adesso ti appare come una chiosa elegante e meritevole con le sue sale ampie, le torri ben proporzionate, i dipinti più precisi e moderni. Insomma un complesso templare davvero importante ed imperdibile, davanti al quale non ti risolvi ad andartene dopo una intera mattinata ben spesa, col grande rimpianto di aver dovuto rinunciare all'altra famosa attrazione dei Datong, il cosiddetto tempio sospeso Xuankongsi, scavato nella roccia ad oltre 50 metri dal suolo in una parete rocciosa a strapiombo del monte Heng, una delle cinque montagne sacre della Cina.
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Il Buddha nero |
Anche questo tempio, come le grotte di Yungang, è stato scavato dai buddisti attorno a 1500 anni fa, addirittura la leggenda vuole che l'opera sia dovuta unicamente ad una sola persona, il religioso Liaoran che cominciò il suo lavoro nel 492 e racchiude però grazie ai lavori successivi, con il classico sincretismo cinese, le simbologie delle tre religioni iconiche del paese, la Confuciana, la Taoista e la Buddista. Un miracolo di equilibrio abbarbicato alla montagna al quale si accede attraverso una serie di esili scalette innalzate su strutture che sembrano fatiscenti, anche se poi in effetti non lo sono, rette da lunghi pali di legno, che portano fino all'interno dove ci sono una quarantina di stanza, con statue e addobbi nelle quali coesistono come vi ho detto le statue dei tre fondatori, nella cosiddetta stanza delle tre religioni. Dispiace perderlo, ma ci sarebbe servito almeno un altro giorno in più e questa è una canzone che praticamente ripetiamo a noi stessi ad ogni tappa del viaggio. Tutto vero, solo che avremmo dovuto computare almeno due mesi per questo viaggio e poi sono certo sarebbe rimasto ancora molto da vedere e a cui giocoforza rinunciare. A questo penso mentre rientriamo sul nostro taxi verso l'hotel e al contrasto tra la gente che ci stringeva da ogni parte alle grotte e al contrasto del deserto quasi assoluto, lungo questo nastro di asfalto larghissimo che taglia in due la città apparentemente senza abitanti. Per fortuna che il dolore al polso contribuisce a tenermi sveglio e a non farmi perdere il paesaggio che mi circonda, ma tanto sarà una semplice distorsione, cose che capitano.
SURVIVAL KIT
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L'ingresso |
Grotte di Yungang - (云冈石窟) - Sono le Grotte delle Colline delle nuvole, scavate a partire dal 415 sul fronte meridionale del fiume Wuzhou per circa un chilometro, le prime 200, durante il periodo in cui Datong era la capitale del regno, col nome di Pingcheng e successivamente le altre 52 tra il 460 e il 530, durante la dinastia Wei con l'opera di almeno 40.000 lavoratori. Sono tre gruppi di grotte, suddivise da due canyon naturali, con oltre 51.000 statue. Lo stile rappresenta il punto di congiungimento tra l'arte del Gandara delle prime grotte e quella cinese nelle ultime. Le più interessanti sono la 20 col Buddha seduto di 13,5 m., che presenta chiare influenze ellenistiche, che però riporta i lineamenti dell'imperatore Xiaowen, appartenenti al gruppo delle grotte del monaco Yantao, dalla 16 alla 20. Poi la 9 e la 10 con la storia del Sakyamuni e molti splendidi altorilievi. Infine la 5 e la 6, tra le più tarde con una maggiore eleganza nei panneggi. Sito Unesco dal 2001, sono le grotte religiose più importanti della Cina assieme a quelle di Mogao e di Longmen. Il sito è a circa 16 km dalla città, ingresso 120 Y (anziani gratis). Diversi mezzi pubblici per arrivarci. Diretto dalla stazione il bus 603, ma ci mette circa 1 ora, più comodo il taxi specie se siete in 3 o 4.
Il tempio sospeso Xuankongsi - Più lontano, una sessantina di chilometri, 2 ore di bus, decisamente più comodo il taxi, ingresso 130 Y. Praticamente impossibile vedere entrambe le cose in un solo giorno. Quindi o si rinuncia o si deve prolungare la visita per un'altra giornata, tenuto conto che ci vuole un certo tempo per salire sulla montagna.
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Una grotta |

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