giovedì 11 settembre 2025

Seta 38 - Le grotte di Longmen

Il Grande Buddha Vairocana - Longmen - Luoyang - Henan - Cina - Giugno 2025
 

Mi sembra già di sentirvi, ancora grotte buddiste?! Ebbene sì, altre grotte sul percorso che non è altro che un prolungamento della via della seta, come già detto più volte. Già perché questo è davvero un itinerario pressocché naturale che percorre tutta l'Asia centrale, attraversando l'Afganistan, il corridoio di Wakan, il Pamir fino a penetrare in Cina, arrivando, come noi abbiamo fatto, a Kashgar e proseguendo con Hotan, Urumqi, Turfan, Hami e poi tra i due grandi deserti del Taklamakan e il Gobi attraverso un altro famoso corridoio, quello di Hexi, il vero passaggio di comunicazione tra l'Asia Centrale e la Cina, lungo quasi 1000 km, per attraversare tutto l'attuale Gansu lungo il corso del fiume Giallo, dal passo di Yumen (la porta di Giada) di Dunhuang dove, per inciso, comincia la Grande muraglia, a Shaolin vicino a Lanzhou, passando per Xining e Xi'an. Di qui sono passati quasi duemila anni di commerci, che continuano tuttora, un flusso ininterrotto di denaro e di potere, che ha suscitato ovviamente guerre di conquista per assicurarsi il controllo dei punti chiave di questo fiume di ricchezza. Ma inevitabilmente assieme al commercio ed alle mercanzie viaggiavano le idee, il patrimonio immateriale ma ineludibile della specie umana. 

Naturalmente i frutti del pensiero più potenti sono sempre stati veicolati dalle religioni, dagli uomini che le hanno forgiate e da quanti con il loro esempio di sacrificio, unito alla bramosia di martirio, altro punto che stranamente alberga sempre nella mente umana, hanno provveduto a spargerle per il mondo, sfruttando appunto il flusso che percorre queste strade del mondo. E proprio al seguito delle merci, ecco che questa strada è stata intrapresa dall'Islam che ha puntato soprattutto ad una espansione grazie agli eserciti ed alla forza delle armi, dopo l'VIII secolo che ha provocato ventate di invasioni e controinvasioni da parte di popoli turcheschi e mongoli in tutta l'Asia centrale, ma ancora prima, già dai primi anni della nostra era e soprattutto precedentemente, nel IV/V secolo, da quel movimento del buddismo militante, proveniente dall'India che ha saputo penetrare più con la forza di un pensiero elaborato e complesso e la presenza di monaci iconici, che sono riusciti ad imporre un credo molto spirituale e profondo a credenze animiste e sciamaniche in fondo semplici, che forse non aspettavano altro che di essere assorbite ed integrate con nessi filosofici di un livello superiore. 


Naturalmente la penetrazione di questa forza dirompente doveva avere per forza una direttrice geografica e questa era l'unica percorribile, lungo la quale schiere di monaci e predicatori marciavano verso quella Cina già evoluta e pronta ad accoglierne le argomentazioni. Naturalmente tutto questo è avvenuto a tappe successive ed ecco che lo stesso territorio con la sua conformazione desertica e solitaria si è prestato splendidamente a fornire spazi ideali ai primi gruppi di religiosi che in ogni luogo isolato, ma sempre in vicinanza di quella collana di oasi che punteggiavano la via commerciale, hanno provveduto a fondare spazi religiosi che fungessero da punto di predicazione per convertire le popolazioni circostanti. E qual è la forma classica di insediamento per gli anacoreti penitenti se non la grotta. Il territorio, fatto di roccia tenera quando non terrosa, ha ancor di più aiutato in questa direzione, facile scavare abituri nelle rocce sedimentarie, invece che nel granito! Poi dalla grotta, passare ad ampliare lo scavo, producendo ampi spazi trasformati in templi, che a poco a poco si arricchiscono di affreschi, statue e addirittura di complesse formazioni interne ricavate continuando a penetrare la montagna, diventa cosa naturale.

Da un lato l'istinto artistico dell'uomo è sempre stato potente, il metterlo al servizio della modalità religiosa, lo ha sempre reso ancor più meritorio e inoltre assai utile con la sua bellezza e la sua funzione didascalica, a volte più forte della parola, per, come si può dire, épater les bourgeois, che forse le popolazioni che abitavano quei luoghi non aspettavano altro che di esser convinti a mollare lo sciamano del villaggio che intrugliava erbe nel buio della sua capanna, a fronte di questi monaci immobili a pregare con voci profonde davanti a statue gigantesche che guardavano dall'alto con occhio compassionevole per richiedere copiose offerte. Insomma ecco spiegato il fiorire di queste "grotte" che si ritrovano a step regolari andando verso oriente prima di arrivare al mar Ozeano e che il buon Marco registrava man mano al suo passaggio, come popoli dediti agli idoli. Rimane il fatto che tutto questo ci ha lasciato un seguito di capolavori artistici quali solo tutti i movimenti religiosi in ogni parte del mondo, hanno saputo fare e quello che ci stiamo apprestando a visitare è uno di questi, certamente tra i più belli ed importanti. Sto parlando delle Grotte di Longmen ( 龍門石窟) o della porta del Drago, che si trovano ad una dozzina di chilometri da Luoyang. 

Queste grotte sono scavate nelle scogliere calcaree che corrono per oltre un chilometro lungo il fiume Yi, tributario dello Huo, nel bacino del fiume Giallo. Noi partiamo verso le 9:30, già un po' sversi per la colazione fornita in hotel, che aveva caratteristiche solo cinesi e a noi ormai invise, ma soprattutto perché piove piuttosto decisamente ed il percorso è previsto quasi tutto all'aperto, per cui la prima operazione consiste nell'acquisto di un ombrellino. Quando arriviamo al parco delle grotte che si snoda lungo il fiume con un grande viale che percorre la parete calcarea alla nostra destra, il cielo si apre un poco, la pioggia diminuisce di intensità e poi man mano che procediamo, il Buddha ha pietà di noi e ai piedi della falesia, smette di piovere. E' pur vero che le scalinate di pietra sono ancora completamente zuppe di acqua e sembrano saponette, ma facendo un po' di attenzione e sostenuti dalla folla che via via prende d'assalto i diversi punti dove ci sono le grotte più interessanti, riusciamo a procedere senza incidenti gravi. La disposizione degli scavi, comunque è praticamente tutta sullo stesso piano e il raggiungimento delle grotte principali, quelle che contengono le statue e gli scavi nella montagna dalle dimensioni maggiori, non è collegata, come da altre parti da serie di scalette che risalgono verso l'altro il monte, rendendo la visita una vera e propria scalata, un'ascesa non solo spirituale verso il cielo. 

Le grotte, almeno le più grandi ed imponenti, non hanno come in altri casi un grande sviluppo interno ma si presentano come scene esposte sul grande palcoscenico sul fiume, mostrandosi in tutto il loro splendore assieme alla loro dimensione, anche viste dall'altra parte del fiume che si raggiunge tramite un ponte. Queste grotte appaiono come grandi palcoscenici teatrali con le grandi figure, il Buddha seduto circondato da due o quattro figure minori, che osservano il passaggio attraverso una vasta piattaforma antistante, sulla quale tutti i fedeli anche in misura ragguardevole possono distribuirsi per svolgere le loro devozioni. In effetti la massa di visitatori che sembrava enorme all'ingresso, si è diluita nei vari punti di interesse e puoi goderti i monumenti, osservandoli con calma per goderne la bellezza e la purezza delle forme, che potremmo anche definire classica, senza sentirti pressato come da altre parti. Il fiume alle tue spalle scorre lento e contribuisce a creare un senso di tranquilla pace. Certamente l'attenzione è presa soprattutto dagli scenari più grandi e maestosi, ma se con pazienza ti avvicini a qualcuna delle decine di cavità che circondano le maggiori, ecco che all'interno, nella timida penombra, quasi a cercare riparo dalla invadenza della gente, una selva fitta di figurine di dimensioni minori, fino a quelle piccolissime di pochi centimetri, popolano il luogo di personaggi che quasi richiamano la tua presenza, quasi richiedendo attenzione, come volessero la loro parte di omaggi, di offerte, di preghiere. 

E comunque quasi davanti ad ogni grotta ritrovi qualcuno inginocchiato o con la testa chinata a dimostrazione che la popolazione cinese non è quella massa atea che hanno voluto farci credere. Non sto ad enumerarvi i nomi delle grotte più importanti in quanto non mi sembra che abbia alcuna rilevanza per apprezzarle al meglio, quello che dovete aspettarvi è il colpo d'occhio complessivo e la sfilata monumentale che vi scorrerà davanti mentre state passeggiando e che vi richiamerà di tanto in tanto a fermarvi per apprezzare la bellezza o la grandiosità di un particolare, di un gruppo statuario, di un complesso bassorilievo. Poi, attraversiamo il ponte, dopo aver compiuto l'itinerario principale. Dall'altra parte del fiume ci sono altre grotte, ma di minore interesse, ma alcuni templi costruiti fuori terra e altri monumenti che nei secoli si sono aggiunti grazie alla munificenza dei signori e dei mecenati che si sono prodigati ad arricchire il numero dei monumenti presenti. Tra le cose minori puoi anche vedere la tomba di BaiJuyi, il famosissimo poeta di epoca Tang, la più feconda dal punto di vista culturale ed artistica della Cina, che già a 16 anni scriveva liriche come la seguente, intitolata Il congedo tra l'erba della steppa, leggetevela per capire il mood, mentre io, lentamente mi avvio verso l'uscita: 

Folta è l’erba della steppa,

ogni anno inaridisce e poi torna rigogliosa.

Dal fuoco naturale è arsa ma non strappata via,

in primavera il soffio del vento la riporta in vita.

La lontana fragranza si propaga sino all’antica strada,

la distesa di verde lucente arriva fino alle remote città.

Saluto l’amico che parte:

anche l’erba è pregna di questo sentimento d’addio.



Dall'altra parte del fiume Yi

SURVIVAL KIT

Gotte di Longmen - Complesso templare costituito da 2345 grotte di diversa ampiezza e nicchie, con 2800 iscrizioni, affreschi, 43 pagode scavate nella roccia e oltre 100.000 statue che raffigurano principalmente il Buddha Shakyamuni ed i suoi discepoli e che vanno dai 25 mm fino ai 17 metri di altezza. Lo scavo delle grotte iniziò nel 493, nel periodo della dinastia dei Wei settentrionali, ma la maggioranza risale alla dinastia Tang durante la quale si è raggiunta la massima espressione artistica. Anche se il sito ha subito danneggiamenti e decapitazione di statue durante la Rivoluzione culturale, già dal 1961, era stato dichiarato monumento sotto protezione dello stato ed è stato poi definitivamente promosso a sito Unesco nel 2000. Il complesso, oltre alle grotte che sono state scavate su entrambe le rive del fiume, comprende anche un certo numero di templi e altri monumenti, che rendono l'area molto ricca di reperti da vedere.

I templi sulla collina

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