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Urumqi - Xinjiang - Cina - giugno 2025 |
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Tempio di Hong Shan |
Quello che stupisce nelle gigantesche megalopoli cinesi, è la presenza continua e curatissima di grandissimi parchi cittadini che occupano sostanziose aree del centro a disposizione di tutti e che danno la sensazione di essere comunque in città vivibili anche se la incombente ed inoppugnabile presenza di una edilizia mostruosa ed invasiva, potrebbe far avvertire del contrario. Decisamente l'avvento dell'elettrico che ha cambiato di molto l'aria nelle città e la presenza di queste aree verdi, hanno cambiato la qualità di vita in un paese dove solo venti anni fa, questo era un problema avvertito con una certa pena. Oggi il sentimento ecologico in Cina appare come un aspetto molto sentito dalla popolazione, checché se ne pensi in occidente e questo si avverte da molti segnali, pubblicità, televisione e anche proclami governativi rivolti in questa direzione. A mio parere si faranno molti passi nel prossimo futuro in questa direzione, comunque per il momento è possibile, quando il tempo lo consente godersi delle belle giornate in questi spazi pubblici, perdendosi tra laghetti, aiuole fiorite, boschetti di alberi e siepi potate. Non lontano dal museo c'è ad esempio, una altura attorno alla quale si sviluppa il parco detto Hong Shan, il monte rosso, in cima alla quale c'è un vecchio tempio buddista, piuttosto frequentato da fedeli che fanno offerte. bruciano incensi e lasciano nastri rossi con richiesta di grazie e favori.
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Bimbi al parco |
Bisogna rimarcare che da qualche decennio c'è un certo ritorno di religiosità nel paese, anche se ritengo che la maggioranza sia rimasta in territorio di relativo agnosticismo. Da quando il potere non si è più mosso di traverso sul tema antireligioso, purché tutto rimanga sotto il controllo del governo centrale naturalmente, tutte le religioni presenti nel territorio hanno riguadagnato spazio, maggiormente si capisce presso le minoranze, islamiche e tibetane principalmente, popoli dove la religione ha anche una valenza di resistenza alla assimilazione etnica, ma la stessa cosa è avvenuta anche per i cristiani, dopo gli ammorbidimenti col Vaticano e per la tradizione buddista, taoista e confuciana che covando sotto la cenere non si è mai del tutto sopita nel paese. D'altra parte bisogna sempre considerare che i cinesi sono incredibilmente superstiziosi e questa parte di credenze lega molto i fedeli che vanno nei templi e nei vari edifici religiosi soprattutto per chiedere grazie o per implorare buoni auspici per il futuro. In ogni tempio infatti sono sempre presenti appositi spazi dove interpellare monaci o lanciare oggetti vari, le lunette rosse nel sud o qui, le apposite ossa di animali da interpretare, quando non chiromanti, aruspici o interpreti dell'I Ching il libro di interpretazione degli esagrammi più antico esistente, dal quale si ricavano risposte a tutte le domande.
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Sala del Budda |
Insomma un settore dove in tutto il mondo eserciti di maghi e fattucchiere campano sulla credulità della gente, anche sui molti che non ci credono, ma non si sa mai. Comunque sia, saliamo fino al culmine della collina dove il piccolo edificio rosso è circondato da fumi di incensi e collane di fiori e di serti di preghiera. La statua della sala principale è un tradizionale Budda sorridente circondato da decine di suoi imitatori in dimensioni contenute e di tanto in tanto le campanelle suonano per segnalare l'atto di deferenza di qualche fedele. Sulle balconate circostanti, una bella visione del centro cittadino che ci circonda con la lontanissima torre della televisione, che si nasconde tra i grattacieli più vicini. Certo che ne ha fatto di strada questa Urumqi modernissima, da piccolo villaggio secondario sulla via asiatica, per arrivare fino a questa sterminata distesa di grattacieli che copre l'orizzonte! Noi intanto scendiamo lungo la scalinata tra gli alberi che percorre il fianco della collina fino ai laghetti sottostanti, pieni di piccoli pedalò di plastica colorata dove gruppi di bimbi giocano agli autoscontri acquatici. Una atmosfera serena ci circonda. Usciamo dal parco, ma basta riuscire ad attraversare tra passerelle e sottopassi, le sopraelevate e corsie di superstrade che tagliano il centro ed eccoci subito nel parco del Popolo, ancora più vasto, completamente coperto di aree verdi da perdercisi.
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Nel paeco |
Nascosti in boschetti sul bordo dell'acqua, gruppi di gente ballano o fanno i più diversi tipi di ginnastica, comandati da qualche improvvisato maestro, mentre a terra un piccolo altoparlante diffonde la musica adatta. Insomma ognuno passa il tempo come meglio crede, d'altra parte è domenica e sicuramente questi spazi sono più affollati del solito. Bello perdersi tra gli spazi nascosti, ma capisco che le nostre signore friggono per passare allo step successivo, tra quelli previsti, lo spazio dedicato al famoso bazar, l'unica parte della città che avevo visitato a suo tempo e del quale avevo un vago ricordo di scuri tunnel circondati da antri e bugigattoli presidiati da vecchietti con la barba e cappellini islamici. Arriviamo invece in uno spazio completamente rifatto attorno al famoso minareto che svetta in una piazza diventata centro di attrazione e di spettacoli, per negozi ed esercizi commerciali di ogni tipo. Anche lo spazio circostante appartenente a quella che doveva essere la moschea e gli edifici delle varie madrase sono stati convertiti in un gigantesco parco giochi commerciale. Va bene, à la guerre comme à la guerre, ci buttiamo anche noi nelle grandi e ora luminose gallerie che espongono quello che la città sa offrire, principalmente parliamo di una sterminata produzione di frutta secca prodotta in tutte le oasi circostanti, dai datteri all'uva, dalle albicocche ai cachi, alle prugne.
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Giuggiole |
Oltre a queste, una delle produzioni più caratteristiche che si nota è quella delle giuggiole (Ziziphus jujuba o giogioba), che a tutta prima avevo scambiato per datteri giganti e che invece qui sono frequentissime e pare della miglior qualità del mondo, direbbe il nostro Marco sempre attento ad adocchiare prodotti commerciabili dove si possono acquistare a poco prezzo. Naturalmente oltre al prodotto fresco e secco, molti offrono lo sciroppo ottenuto dalle stesse, il proverbiale brodo di giuggiole appunto, dolcissimo ma per il nostro gusto un po' stucchevole. A contorno altri buonissimi succhi spremuti tra i quali il mio preferito è quello di melagrane, che spiccano sui banchi splendide, rosse e invitanti come i frutti del paradiso terrestre. Mostruosi sono poi i grani di uva passa di forma allungata e dimensioni mai viste, presenti in decine di varietà diverse, da provare, assaggiare, comprare. Qui e là qualche banco presenta anche un altra produzione per cui la città è nota, quella dei coltelli uiguri dalle lame ricurve ed affilatissime. Ne avevo acquistato uno in occasione della prima visita, non so come poi arrivato fino a casa, forse sepolto in valigia, con una lama che ancora oggi bisogna fare attenzione a toccare se vuoi salvare le dita. E poi ancora zafferano e spezie da perdersi come in ogni bazar orientale che si rispetti, solo che qui è tutto molto grandioso e ricco, forse perché più nuovo e progettato per stupire.
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Sculture di giada |
Mi perdo in un negozio di pietre e di giade, che all'ingresso si preannuncia con un colossale drago che sputa vapore, che è poi ghiaccio secco, sparato intorno perché fa scena ma anche in quanto contribuisce a rinfrescare un po' l'aria, che è alquanto torrida, fuori siamo quasi ai 40°C. Di fronte ai lavori degli artigiani delle pietre preziose e semipreziose, io rimango sempre incantato e qui è uno spettacolo di oggetti giganti di giada e giadeite, scolpiti nelle forme più barocche, che mostrano all'interno di superfici nascoste, arabeschi e miriadi di figurine minuscole ricavate dal pieno, schiere di animaletti, paesini di case tradizionali, omini in cammino, tra fregi di fiori, foglie, alberi e bambù, opere d'arte in cui l'occhio si perde, tra forma e colore naturale della pietra e lavoro di straordinaria miniatura dell'artigiano chino per ore e giorni sulla fresa. Io rimango lì a guardare attonito ed affascinato da questi pezzi, a partire dai più grandi e maestosi fino ai minuscoli pendenti ricavati forse dagli scarti che una furba venditrice prende tra le mani con delicatezza per sottolinearne il valore, te li mostra in trasparenza contro una luce per valorizzarne la purezza e poi ti indica un prezzo come a mostrarne l'incongrua convenienza visto il valore della proposta. Come fai a non comprare qualche cosa?
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Carne di montone |
E poi ancora le ambre, gli oggetti in cinabro e le semplici pietre colorate che i cercatori trovano nei greti dei fiumi, che il solo rotolamento tra le acque ha lucidato e reso meravigliose con i loro colori accesi. Ricordo l'amico Ping che ne era appassionato e passava ore a scegliere attentamente nel mucchio senza decidersi mai su quale fosse la più bella e meritevole di acquisto. Insomma dopo un po' siamo ubriachi di cose belle e usciamo con le tasche piene di miseri acquisti, che poi finiranno indecorosamente in fondo a qualche cassetto. Meglio allora dedicare la nostra attenzione alla gigantesca food court che sta alle spalle del bazar. Anche qui è la fiera del gigantismo con centinaia di banchetti che offrono con esagerazione tutte le specialità locali. in particolari i montoni interi grigliati da scalcare dagli appositi spiedi. Devo dire che come sono presentati fanno davvero gola. Ce ne facciamo una bella porzione a testa, senza troppo badare al risparmio e devo dire che raramente mi è capitato una carne così tenera e buona, senza neppure il classico sapore forte caprino che detesto. Insomma un degno finale di partita dopo il quale possiamo rientrare in albergo per il meritato riposo. Un poliziotto ci ferma ad un controllo, ma non ci chiede neppure i passaporti, si informa solamente su cosa intendiamo visitare e se ci piace la Cina, poi ci ringrazia sorridendo e ci augura buon divertimento. Lo straniero è merce preziosa e va trattato bene.
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Urumqi |
SURVIVAL KIT
Hotel XiYouJi - Urumqi - 3 stelle standard, con le stesse caratteristiche di tutti gli altri. TV- AC- Kit per bagno abbondanti, ragionevolmente pulito. Camere però piccoline. Prezzi attorno ai 250 Y. Abbiamo avuto problemi con le chiavi sempre smagnetizzate e con il water intasato. Servizio gentilissimo ma molto affannato e poco efficiente.
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Il gran minareto |
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il tempio |
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