giovedì 7 agosto 2025

Seta 17 - Il night market di Dunhuang

Specialità alimentari - Dunhuang - Cina - giugno 2024
 

Al treno
Certo in questa Cina modernissima e completamente rifatta ex-novo, anche gli alberghi sono decisamente di buona qualità, anche se si sta attorno alle tre stelle, non foss'altro perché sono del tutto recenti o quasi, quindi la sensazione è sempre quella di stare nel nuovo quindi nel pulito, l'abbondanza di marmi e di vetri lucidissimi aumenta questo senso di benessere che ti fa sembrare più facile il riposare tranquillamente. L'andirivieni nei corridoi del robot servitore, è un fruscio silenzioso, scandito solo dal leggero cigolio delle ruote e dai dlin dlin della sua scheda elettronica davanti alle porte dei clienti che hanno richiesto il suo servigio. Inoltre contrariamente a molti paesi vicini come Corea o Giappone, qui le camere sono decentemente spaziose e non senti assolutamente quel senso claustrofobico dei cubicoli dove hai problemi a trovare lo spazio dove aprire la valigia. E' vero che per come si viaggia noi, sempre di corsa per acchiappare il treno, l'hotel non hai neppure il tempo di godertelo, se è bello, quindi al massimo butti un'occhiata intorno e poi via che il tempo stringe e almeno andiamo a buttar giù un boccone prima di piombare a letto a gustarti il sonno del giusto. Qui a Dunhuang è facile decidere, pur essendo questa una piccola città secondo il metro cinese, risulterebbe che dispone di un night market di assoluto rilievo, con merce e cibi per tutti i gusti.

Night market

D'altra parte si sa che in Cina l'abitudine di andare alla sera a cena fuori in questi luoghi ricchissimi di banchetti e di offerte di cibo di ogni  parte del paese, è prassi comune, quindi eccoci subito smanettare sui telefoni per chiamare un Didi, l'app per i taxi che si usa da queste parti. In pochi minuti raggiungiamo la zona che poi costeggia il lungofiume, che come tutti i vialoni di questa città è completamente illuminato con una serie di lucine, tipo decorazione di Natale, che sono disposte su tutti gli alberi che costeggiano le vie, pendenti lungo i trochi fino ad arrivare a terra, dando la sensazione di aggirarsi dentro un presepe perenne e di una città in continua festa. Il quartiere del mercato comprende diverse vie ed è preannunciato da una porta coi palloncini rossi accesi, simbolo di tutte le antiche locande, come d'uso nella tradizione cinese. Qui invece siamo in presenza di intere strade costituite unicamente di ristoranti e quando lo spazio centrale si allarga, in mezzo si allunga la serie dei banchetti che offrono ogni tipo di cibarie. Tra fumi di vapore e sfrigolar di oli, come sempre c'è un sacco di gente, che gira, passeggia, osserva le offerte, facendo finta di non sentire o almeno di scansare i continui richiami dei venditori e di chi intanto cucina le sue specialità, ma alla fine, tutti finalmente convinti, ordinano e si dispongono sui tavoli circostanti a consumare quanto appena scodellato. 

Pane turcomanno

Naturalmente la sterminata varietà dei fritti la fa da padrone, qui non si parla naturalmente di friggitrici ad aria, che da noi vanno tanto di moda, ma di neri pentoloni dove nel magma incandescente di un liquido spesso nerastro vengono gettati ogni genere di carni, pastellate, infarinate o nude direttamente, per essere estratte poco dopo e distribuite in appositi contenitori, tra risate, richiami e grida, nel più confuso bailamme di ogni mercato orientale che si rispetti. Naturalmente qui, essendo ancora nell'area turchesca delle regioni dell'Asia Centrale, il montone la fa da padrone e la maggior parte delle carni offerte appartengono a questo animale, del quale trionfano, sui vari banchi, cosciotti, costolette, carcasse intere già debitamente rosolate e perché no, teste con occhi tristissimi e spenti che ti osservano meste da pentoloni di riso ricco di uvetta e verdura, cotto a puntino. E poi la griglia fa il resto, con una collezione di spiedini di ogni tipo ammucchiati o distesi ordinatamente prima e dopo la cottura in attesa di essere scelti e consumati. Dite pure quello che volete, ma il fascino dello street food che trovi in Oriente, con la sua sterminata ricchezza di scelte, con il suo colore di forme e di cibi diversi, con i suoi mille banchi che cucinano direttamente davanti a te invitandoti a cedere alla tentazione, ha un fascino assolutamente unico, che ti fa vincere anche quel naturale timore di cadere nella trappola igienica.

Incontri

Intanto lo sai già che ti farà sicuramente maledire, il giorno dopo, la tua decisione di impulso, ma che ti spingerà intanto a sederti tra le panche assieme a mille altri avventori, incerto sempre su quale cosa scegliere, tutte essendo oltremodo invitanti alla vista, pentendoti subito dopo di aver rinunciato a quell'altra dal banco vicino, sicuramente più buona e golosa. Noi facciamo la nostra parte, abbiamo deciso tra i mille dubbi che ti insinua la vista, quali delle carni diverse che si allineavano sugli stecchi già rosolati e appena tolti dal fuoco, fossero le migliori, le più tenere e le più desiderabili, pollo, manzo, montone, a grossi pezzi succosi o macinata e pressata attorno allo spiedo per rimaner più croccante e saporita, anche se magari  troppo cosparsa di spezie di cui ignori il gusto e la potenza, certamente sempre troppa oppure di sapori troppo estranei al tuo palato, ma sempre lì per appagare la tua curiosità di esploratore del mondo. Alla fine, con i nostri cartocci e piattini, ci mettiamo ad un tavolo all'inizio del mercato a rosicchiare le nostre scelte con la testa rigorosamente inclinata di lato per non sporcarci troppo. Io non resisto e  prendo anche una vaschetta di frutta con varie scelte locali, inclusi quelli che mi vengono spacciati come frutti di ginseng, non so se ho capito bene la lunga spiegazione tramite traduttore, ma con un gusto delicatissimo assolutamente unico e mai provato che mi manda subito in visibilio. 

Tavola imbandita

Io sono un grande cultore delle frutta sconosciuta, che trovo sempre, chissà perché, deliziosamente buona; mi sembra di scoprirci tutta una serie di profumi e sapori complessi e nuovi oppure comprendenti quelli di altre specie, ma riuniti armoniosamente assieme e ancor più intensi e notevoli. Naturalmente sono sensazioni solo mie, i miei compari ai quali faccio assaggiare quelle delizie, li trovano assolutamente insulsi, insapori e privi di qualsiasi interesse (sic!). Vai a capire, i gusti sono gusti, eppure mi sembravano così buoni!. Comunque terminata la lauta cena, andiamo a farci un giro, più che altro per riempirci ancora per un po' gli occhi di tutti i colori ed i profumi di questo bellissimo e popolato mercato, che prosegue nelle vie adiacenti con il bazar vero e proprio, dove il turista trova sfogo alla sue passioni, dalle giade a tutta una serie di pietre luccicanti che piacciono molto ai cinesi, ma anche a noi, e poi borse, borsette, statuette, oggetti caratteristici, pennelli, set per la calligrafia, tessuti e vestiti di ogni tipo, anche se non vedo i tarocchi che speravo di incontrare e che anni fa erano i re assoluti di ogni mercato cinese che si rispettasse. Si vede che adesso i sudditi del regno di mezzo (perché solo al mercato interno si rivolge il commercio, vista la quantità di turisti locali che si muovono in città) non sono più attratti dai brand occidentali come un tempo; sembra infatti che ormai i giovani tendano a considerare il loro sistema e quindi anche i suoi simboli, marche, forme e modelli, migliori dei nostri e quindi l'applicazione di etichette fasulle abbia perso l'appeal di una volta. 

Spiedini

Eh già, i tempi cambiano, purtroppo dico io, e quando ci lamentavamo del fatto che i cinesi fossero solamente capaci di copiarci, non avevamo afferrato l'idea, che era molto meglio così, voleva dire che noi stavamo loro davanti e che mantenevamo un certo margine di vantaggio; adesso invece ci stanno passando avanti e siamo noi di rincorsa, avendo perso la primazia in molti punti, purtroppo. Ma così va il mondo ed è naturale questo trend, ogni cultura ed ogni civiltà, ha momenti di crescita e di sviluppo, raggiunge un suo apice a cui tutti guardano e da cui tutti gli altri sono influenzati, poi comincia una inevitabile e sempre più rapida fase di decadenza, dapprima lenta, poi sempre più rovinosa, tra i pianti e le lacrime di chi non si è saputo adattare nella continua corsa del commercio e della produzione. Noi intanto continuiamo a girare tra i banchi della frutta secca, il prodotto principe di tutta la regione. Ci sono grani di uva così grossi da sembrare prugne secche, assaggiarli è un obbligo, di comprarne poi, non si può fare a meno, non so come faremo a chiudere le valige, con tutti i pacchetti che continuiamo ad aggiungere. Camminiamo ancora lungo le strade illuminate, anche se siamo stanchissimi, la giornata in fondo è stata dura, ma non ci viene voglia di andare a letto. Le lucine che sfarfallano intorno a noi, mettono una allegria che ti spinge a proseguire il cammino, mentre intorno a te, i motorini silenziosi ti tendono continui agguati, sfiorandoti sui marciapiedi come ombre ninja che ti arrivano alle spalle senza avvertirti e poi scompaiono come spettri nella notte. Il fiume scivola lento sotto i ponti di pietra, la luna è quasi piena nel cielo.

Un banco di street food


Frutta secca
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