 |
A Pingyao - Shanxi - Cina - giugno 2025 - (foto T. Sofi) |
Dopo un'oretta di relax nel nostro alberghetto, che se appena butti l'occhio sul cortiletto, con le sue porte antiche e le panchine di pietra, ti pare di essere in una serie cinese dell'800 ed è davvero delizioso, usciamo di nuovo, che non si può perdere tempo a riposare nel letto, quando stai viaggiando. Mai come in questo caso il tempo è denaro e data l'età, non puoi impigrirti, mentre attorno a te le cose da vedere stanno lì ad aspettarti come leoni nella savana e tu sei gazzella dunque devi correr più forte visto che quelle che perdi non le vedrai mai più nella vita, mica hai 25 anni per dire, va' beh, ci verrò un'altra volta, adesso mi faccio sgonfiare i piedi. E poi davvero a Pingyao, è una meraviglia camminare per vicoli e stradine, senza meta, non smetteresti mai, anche se dopo un bel 20.000 passi sei autorizzato a chiedere pietà. Per carità sarà pure rifatta la città, ma vedere le tegole dei tetti ricurvi, corrose dal muschio sopra di te, le vecchie porte di legno dove le precedenti mani di lacca cadono scrostate, gli anziani lasciati a guardia dei negozietti che si tormentano la barbetta che li tradisce islamici e che come diceva Marco Polo, hanno solo pochi peli sul mento, non ha prezzo diceva la pubblicità ed in effetti bisogna dire che ne vale la pena.
 |
Negozio dell'aceto nero |
Numerosi sono anche i negozi che vendono il vino di riso tradizionale, evidentemente vanto locale. Li noti subito per la fila di orci di color marrone scuro enormi che si allineano davanti alla porta o sulle pareti laterali, fino al retro, ricoperti di ideogrammi augurali o che ne magnificano la qualità. Non saranno proprio gli stessi che ha visto lui, ma di certo la descrizione che ne fa Marco, potrei farla io stesso oggi: "...ma in alcune locande non si vende null'altro se non vino di riso del paese, che si prepara in ogni periodo dell'anno e si vende a buon prezzo...". Mi sembra di camminare lungo la strada affiancato a lui che butta l'occhio qua e là con lo sguardo vivo, del mercante attento a capire quali siano le occasioni più ghiotte, che chiede prezzi per far paragoni, traducendoli nella sua mente in grossi veneziani. Ma per la verità, la città è nota soprattutto per la produzione del famoso "aceto nero" di Zhengjian, di cui molti negozi vendono serie infinite di boccettine. E' un prodotto interessante che viene fato col riso glutinoso e altri cereali e poi fatto invecchiare in botti di legno per un periodo di tempo di tempo variabile da alcuni mesi a molti anni. Il prodotto assume quindi un sapore dolciastro e maltato, viene utilizzato come condimento in molti piatti ed è una tradizione che dura da secoli.
 |
Cortile |
Viene usato per i brasati e le zuppe, ma anche come salsa per intingere ravioli, polpette e marinare la carne. Come vedete le rassomiglianze col nostro aceto balsamico, non sono poche, a riprova che certe cose nascono quasi uguali in molte parti del mondo, come le varie tipologie di pizza e forme di panificazioni similari, spaghetti e agnolotti, a prescindere dalle conoscenze reciproche. Intanto vediamo il tempio e la torre antica al centro della città e poi ancora capitiamo per caso nella casa museo di una importante famiglia, che aveva creato una delle prime banche della città, che è stato importante centro finanziario (qui nel 1923 fu creata la prima banca della Cina), forse la più bella, costruita a metà del '700 e perfettamente conservata, dove sono state girate molte scene del famosissimo film Lanterne rosse, il capolavoro del 1991 che ha reso noto al mondo il regista Zhang Yimu, con la sua trilogia sulla condizione della donna cinese, la cui musa ispiratrice era la meravigliosa attrice Gong Li, che io magnificavo in continuazione al mio amico Ping e che lui sottovalutava dicendomi: - Abbiamo di molto più belle... -.
 |
Un letto di epoca Qing |
La storia racconta di una ragazza diciannovenne sposata nel 1920, da un anziano commerciante di Pingyao, come quarta moglie, che si trasferisce in questa casa dove si svolge tutto il film. Qui si trova naturalmente in una lotta senza quartiere con le altre tre mogli in un contrasto insanabile che la condurrà alla follia. Fotografia straordinaria naturalmente, che ti rimane incancellabile nella mente e qui ripercorrendo le porte eleganti tra i cortili, entrando nelle varie stanze e osservando il piccolo letto, che è lo stesso dove si ritirava ad attendere il marito, dopo che le era stato praticato il massaggio ai piedi dall'anziana servitrice, dopo che nel cortile erano state appese le lanterne rosse, per segnalare la sua visita notturna, dà un certo brivido. E queste lanterne rosse che compaiono dappertutto nella città, in special modo nei cortiletti degli hutong e degli alberghetti tradizionali, non appena scende la sera, conferiscono alla città un fascino assolutamente unico. Visto che però siamo ancora in tempo, facciamo un salto fuori città con un taxi. A sei chilometri infatti c'è un famoso tempio che risale addirittura la V secolo, lo Shuanglin, detto anche il tempio delle sculture colorate, visto che contiene oltre 2000 statue, la maggior parte a grandezza naturale che risalgono addirittura al XII secolo, dalla dinastia Son in poi.
 |
Vesti Ming |
Nel tempio è conservata una tavoletta di pietra che racconta come il tempio sia stato ricostruito nel 571 dopo un incendio. Effettivamente l'insieme delle costruzioni che coprono una vasta superficie inframmezzata da vari giardini, è molto interessante e le dieci sale di cui è composto, sono una continua sfilata di statue grandi e piccole che si alternano in un caleidoscopio di colori un po' sfumati dal tempo, ma assai suggestivi. Alcune sale sono in restauro e bisogna dire che c'è anche poca gente, evidentemente la maggior parte dei turisti preferisce aggirarsi in città. Cerchiamo invano l'antica stele dell'anno mille, ma non troviamo il luogo in cui è nascosta. Straordinaria invece la sala dei 1000 Buddha, che ne contiene in realtà circa 500 e risale al periodo Ming, così come gli affreschi che la abbelliscono. Il particolare interesse di questa sala consiste nel fatto che dipinti e statue vengono costantemente presi ad esempio per studiare e ricreare gli abiti di quel periodo, raffigurati qui in una straordinaria varietà. Altrettanto interessante la sala dell'Avalokiteshvara con Guanyin, la dea della compassione con i molteplici volti e le mille braccia, una delle statue che riceve più devozione. Infatti come già diceva il semprecitato Marco: - Alcuni de' lor idoli ha quattro braccia, altri dieci e tal'altri ancora cento, che chi àvvi di più son considerati più potenti e quindi più venerati...-.
 |
Piatti turchi |
Insomma il posto è davvero interessante e sarebbe stato un peccato trascurarlo, tanto c'è ancora il tempo di rientrare in città e andare a fare un giro al corso principale della zona sud, nella Nanda street o via Ming-Qing, l'area più fighetta della città, piena di localini eleganti, anzi proprio per regalarci uno sfizio scegliamo un bellissimo ristorante turco, ricavato da una casa antica con mobili d'epoca. So già che mi direte, ma come sei a Pingyao, assaggia i piatti tipici del posto, insisti per avere l'aceto nero o le famose tagliatelle alle melanzane o il brasato di manzo (niurou) o i famosi ravioli Jiaoze, niente da fare quando vedi il locale che ti affascina, i camerieri gentili, il tovagliato elegante, non ce n'è per nessuno e allora giù di zuppa di verdura, focaccette, plof all'uvetta e spiedoni di pollo. All'uscita per consolarmi sono poi stato morbosamente attirato da una specie di piramide colorata che offrivano diversi negozi, sicuramente gelato alla frutta che si taglia a spicchi in modo che ognuno abbia una parte di ogni colore, di certo delizioso. Davvero bello e folcloristico, non so resistere e ne prendo subito uno stecco, che però cola da tutte le parti. Cercando di sporcarmi o colarmi tutto addosso, lo addento golosamente. Maledizione, altro che gelato, si tratta di una specie di pastone di farina di mais dai colori artificiali sicuramente dannosissimi alla salute e per di più caldo, una vera schifezza. A volte cosa può fare la fantasia! Andiamo a dormire, va' che è meglio.
 |
La via centrale |
SURVIVAL KIT
 |
La campana |
Da vedere a PingYao - Molte le cose da vedere in città oltre a passeggiare per le antiche vie. Sarebbe meglio rimanere almeno due giorni per vedere la maggior parte delle cose. Tenete conto che esiste un biglietto unico che consente di vedere le 20 attrazioni principali di PingYao (che costava 150 Y, ma ricordate che per gli anziani è sempre tutto gratis). Cominciate dalle imponenti mura di cinta che si possono anche percorrere per vedere i tetti della città dall'alto. Poi il Daxitai, uno dei più antichi teatri conservati, in legno coi palchi coperti di epoca Ming, il Rishengchang, (prosperità all'alba) la più antica banca cinese, appena fuori città il tempio Shuanglin (il bosco doppio), il tempio di Confucio con la campana che poteva suonare solo chi prendeva i migliori voti agli esami imperiali e veniva promosso con il titolo di 魁, kui, eccellenza, che nessuno di Pingyao è mai riuscito ad ottenere, le molte case museo antiche, la chiesa cattolica se l'hanno aperta, la via Ming-Qing, la più elegante della città, ancora fuori città il tempio Zenguo con le sue straordinarie sculture a 10 km dal centro, la residenza della famiglia Wang a 35 km e quella della famiglia Qiao a 40 km.
 |
Tempio Shuanglin
|
 |
Gattini poggiatesta |
Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:
Nessun commento:
Posta un commento