martedì 2 settembre 2025

Seta 31 - Una sera a Lanzhou

Il ponte Zhongshan sul Fiume Giallo - Lanzhou - Cina - giugno 2025
 

Museo

Quando arriviamo in centro, vicino al fiume, è quasi scesa la sera e quando vorremmo andare a dare un'occhiata al museo, che tanto per noi anziani è sempre gratuito, lo troviamo irrimediabilmente chiuso. Chissà se avremo tempo di dargli un'occhiata domani, il fatto è che di carne al fuoco ne abbiamo troppa e alla fine qualche cosa rimane sempre fuori, nonostante i dolorosissimi tagli che abbiamo già dovuto operare a monte prima di partire, al momento di stabilire l'itinerario di massima. E' un vero peccato perché in questo museo del Gansu (ogni provincia ha un museo regionale che raccoglie quanto di importante è stato repertato nell'area e in massima parte si tratta di realizzazioni recenti o recentissime, fatte con molto dispendio di mezzi, quindi al di là della importanza dei ritrovamenti, questi sono esposti sempre in maniera molto accattivante) è visibile la scultura del famoso Cavallo volante. Per la verità questa è una icona utilizzata anche in diversi monumenti nei vari parchi della città e vedere l'espressione della rondine volante su cui poggia l'unico zoccolo del cavallo che pare librarsi leggero in volo, stupisce molto per l'inventiva dell'autore e l'eleganza del disegno. C'è poi un altro pezzo straordinario racchiuso in questo museo; si tratta di un piatto romano d'argento sbalzato di quasi 2200 anni che raffigura nientemeno che il dio Bacco!

Tempio del parco

Questo oggetto racconta chiaramente quali fossero già allora, i contatti tra i nostri due mondi, lungo questa via che è rimasta aperta per due millenni come un portale nel tempo attraverso il quale sono passati uomini, merci e soprattutto idee, anche se allora erano necessari anni per arrivare da un capo all'altro dell'itinerario a dorso di cammello o a piedi. Noi intanto, facciamo un giro anche nel tempio buddista cittadino vicino al fiume, che dire, bello come tutti gli altri, ma che per noi profani che a malapena riusciamo a distinguere il buddismo tibetano da quello indiano, il Tao da Confucio, il passaggio dall'uno all'altro genera alla fine una confusione tale che non ci consente più di apprezzare le differenze di qualità ed alla fine ci si accorge con orrore che ci sembrano quasi tutti uguali, cosa che ci porta a non apprezzare come meriterebbe quello che andiamo di volta in volta a vedere. Tanto per farvi meglio capire questo concetto, sarebbe come se, visto che noi non conosciamo neppure superficialmente le differenze tra i vari momenti religiosi, tra i differenti stili costruttivi ed architettonici, tra le epoche storiche diverse che hanno condotto a tipi di costruzione, di tecniche costruttive, di periodi di pittura e scultura successivi, per un esperto in queste cose che si trovasse all'improvviso in Europa a considerare cattedrali romaniche, gotiche e barocche, senza conoscere nulla dei movimenti artistici a cui si riferiscono questi monumenti, facesse di tutto un colossale minestrone, confondendo e considerando più o meno uguali il battistero di Pisa, la cattedrale di Trani o il Pantheon romano e la palazzina di Stupinigi. 

La nuova moschea

Noi grideremmo allo scandalo, gli daremmo subito del superficiale ignorantone o al più liquideremmo la cosa con un sorrisetto di commiserazione, ma qui in fondo è la stessa cosa, dopo l'indigestione di un gran numero di templi della cui storia artistica conosciamo poco o nulla, se non l'impatto visivo del momento, abbiamo l'impressione di aver visto cose tutte uguali che fatichiamo a distinguere se non per il nome o perché ci siamo fatti un bell'elenco sulla mappa dell'itinerario. Quindi vi confesso che del tempio vicino al fiume di cui non ho segnato neppure il nome, ho portato a casa con me solo un paio di foto, che data l'ora non sono rimaste neppure un gran ché, oltre ad un ricordo sbiadito. Ecco perché un viaggio dovrebbe essere preparato anche sotto questo aspetto, molto bene, per poter apprezzare davvero le cose che ci saranno da vedere e soprattutto per riuscire alla fine a capire qualche cosa, per poter fare infine dei paragoni o delineare giudizi, se pure azzardati. Comunque diciamo pure che passeggiare in questi giardini, passeggiando tra le pagode che si alzano dietro le siepi o ii vialetti di alberi e le aiuole di fiori, attraversando portali dipinti, entrando in sale popolate di statue che ti osservano con l'occhio compassionevole o sfilando davanti ai guardiani che paiono fulminarti con occhi di bragia per difendere i templi dagli spiriti maligni, è sempre una sensazione piacevolissima, data la cura con cui questi ambienti vengono tenuti e l'esoticità degli ambienti. 

Sul fiume

Odore di incensi e fumosità di lampade a burro, frusciar di sete e tintinnio di campanelle, tutto contribuisce a farti apprezzare questo mondo così diverso dal tuo, dove la spiritualità, pur condita da una abbondantissima dose di superstizione, che l'illuminismo che il nostro mondo ha avuto la fortuna di vivere, ha ancora una parte assolutamente fondamentale. Ancora due passi ed ecco che arriviamo alla nuovissima moschea, costruita sicuramente da pochi anni, dalle linee decisamente avveniristiche e francamente non distinguibile come edificio religioso, visto che l'impianto ha abbandonato completamente le linee religiose classiche che pensi di vedere in un tempio islamico. Potrebbe tranquillamente trattarsi di un centro congressi, di una struttura commerciale o altro, non puoi distinguere neppure il minareto o la cupola, insomma un edificio che non riporta agli stereotipi ai quali siamo abituati, tuttavia interessante dal punto di vista architettonico, con tratti simili ad un altra moschea moderna che ho visto tre anni fa in Libano, che potrebbe anche essere una tipologia recente di progettazione, chissà, per fortuna la genialità artistica dell'uomo sogna continuamente linee e modelli nuovi, per stupire, per distinguersi, solamente il futuro saprà giudicare se validi artisticamente o se invece si tratta solo di porcherie da dimenticare. 

Il ponte di ferro Zhongshan

Neanche qui riusciamo ad entrare, vista l'ora, ripieghiamo quindi sul fiume, dove, attorno al ponte di ferro è già in pieno svolgimento la movida notturna della città. Certo questo è uno dei molti punti dove in ogni città si è sviluppato un centro di interesse serale, dove giovani e non solo, si ritrovano per trascorrere qualche ora di vita in comune e in questo non vedo davvero nessuna differenza tra questo e i tantissimi altri paesi del mondo dove a quest'ora si svolgono gli stessi riti, con le stesse modalità, l'unica cosa che li differenzia sono, davvero, le insegne dei negozi che pure presentano gli stessi marchi internazionali, solo che qui li trovi scritti in cinese. Potresti essere ai Murazzi di Torino o attorno ai Navigli milanesi,, allo stesso modo grandi gruppi di giovani camminano vestiti alla moda del momento chiacchierando, divertendosi e cercando un modo di passare la serata in compagnia. Il fatto è che questo non è un ponte qualunque. Siamo sul famoso ponte Zhongshan costruito nel 1907, il 33° anno del regno dell'imperatore Guangxu, della dinastia Qing, il primo mai costruito sul Fiume Giallo, il grande corso d'acqua di 5464 km, capriccioso e distruttivo con le sua terribili piene che nasce nel Qinghai come il Fiume Azzurro ed il Mekong e attraversa il paese con i suoi larghi e spettacolari meandri. 

Spaghetti fatti a mano

Tanto che lo stesso Marco Polo, scrive nel capitolo 109 de Il milione: ...E quando l’uomo si parte di questo castello e va verso ponente 20 miglie, truova un fiume ch’è chiamato Carameran, ch’è si grande che non si può passar per ponte e va inzino al mar Ozeano. a testimoniare che mai nessuno aveva avuto l'ardire di costruire una struttura che congiungesse le sponde di questo colossale fiume, che attraversa tutta la Cina del nord e attorno al quale è nata e si è sviluppata la civiltà cinese. Solo in epoca Ming si erano fatti tentativi con ponti mobili di barche attorno alla fine del 1300, così che Marco non li poté vedere e guarda caso proprio in questa città, dato che evidentemente questo era uno dei punti giudicati più semplici per proporre un'opera di questa fatta e allo stesso tempo, questa era uno degli snodi commerciali chiave sulla via della seta. Il ponte di ferro è illuminato di piccole lampadine rosse ed è gremito di giovani che passeggiano, che scherzano e decidono come trascorrere la serata nei tanti locali all'intorno o anche solamente sfruttando le mille offerte delle bancarelle che offrono cibo di strada. Noi siamo stanchi, decidiamo di mangiarci un bel piatto dei famosi spaghetti piccanti fatti a mano e un paio di spiedini di montone, residuo della cultura islamica che vuoi o no, ancora è di casa da queste parti.

SURVIVAL KIT

In cucina

Museo provinciale del Gansu - Il più grande della provincia, con 18.000 m2 di superficie espositiva e oltre 100.000 reperti. Progettato da architetti sovietici è aperto dal 1956. Tra le particolarità contiene pezzi della cultura Dadiwan che risale a più di 10.000 anni fa. Il pezzo più celebre è il Cavallo volante di Wuwei, di epoca Han (circa 2000 anni fa), l'elegantissima scultura che raffigura un cavallo al galoppo in equilibrio su uno zoccolo che poggia su una rondine in volo, simbolo della Cina nord-occidentale e allo stesso tempo, del turismo cinese. L'altro pezzo forte è il piatto d'argento del II sec. a.C. che raffigura il dio romano Bacco. Oltre a questi, sete, canapa, ceramiche dipinte, oro, argento, tesori d'arte e una grande sezione naturalistica. Se avete tempo sarebbe da vedere.

Il fiume Giallo


Mercato serale - molluschi
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