lunedì 18 agosto 2025

Seta 22 - A Zhangye

Le porte del tempio Dafosi - Zhangye - Gansu - Cina - giugno 2025


Vi ho detto che Zhangye sembra essere stata lasciata un poco da parte nell'esplosione dello sviluppo cinese dell'ultimo quarto di secolo, non si sa bene il perché o forse si tratta solamente di una mia errata percezione, a volte basta arrivare in una città traversando la periferia sbagliata e subito tutto ti sembra più fané, poi magari la realtà è diversa. Invece, se ci soffermiamo ad esaminare il passato, questa è stata una città di grande importanza nella storia del paese, controllando una sezione importante della via della seta, tanto da essere nota come "la porta del grande ovest", forse proprio per la sua posizione strategica che la pone in mezzo al corridoio di Hexi, il passaggio naturale tra deserto e montagne che dava accesso all'Asia centrale. Il suo nome infatti significa "per estendere il braccio" ed è niente altro che l'abbreviazione di una locuzione molto più complessa che significava: "Allungare il braccio del paese attraverso il Regno Occidentale". Qui Marco Polo dice di essersi fermato ben un anno, prima di spingersi fino alla Siberia e conoscere anche il grande Nord, quindi comprenderete che doveva essere un centro di grandissima importanza nell'epoca delle grandi vie commerciali. Allora si chiamava Campicion e così il nostro la descrive:

" Campichon è una cittade ch’è in Tangut ed è molto nobile e grande ed a capo della provincia. La gente son idoli e àvvi quelli ch’adorano Malcomet, e évi cristiani; e évi in quella città tre chiese grandi e belle. Gli idoli ànno badie e monisteri secondo loro usanza; egli ànno molti idoli e ànnone di quegli che son grandi dieci passi, tale di legno, tale di terra e tali di pietra; e sono tutti coperti d’oro e molto begli. "

Tempio Dafosi

Dobbiamo ovviamente ricordare che qui siamo sempre nella sovrapposizione dell'itinerario che inanella una lunghissima serie di monasteri e grotte buddiste, particolarmente famose e attive a quei tempi, tuttavia, dalla descrizione potete immaginare come la città fosse davvero un incontro cosmopolita di popoli e di religioni, dove potevi incrociare etnie diverse e venire a contatto con usi e costumi poco abituali per chi arrivava da un'Europa che ancora cercava di uscire dalle panie del medioevo. Basta pensare a quante ne racconta sulle abitudini sessuali e matrimoniali su cui non voglio soffermarmi, ma che di certo colpirono il giovane Marco specialmente quando riporta che "per quanto riguarda la lusuria, elli non l'ànno per grande peccato, ma se truovano alcuno uomo che si sia giaciuto con una femina contro natura lo mettono a morte immantinente".  Ma ancora oggi la città è sede di templi famosi ed importanti come già raccontava lui. Infatti eccoci in quello che forse è anche il più famoso della città: il tempio di Dafosi dove si dice addirittura che sia nato Kublai Khan. In effetti il tempio è racchiuso in un grande complesso monastico all'interno del quale ti aggiri in un meraviglioso giardino in cui si nascondono le antiche costruzioni, alcune delle quali risalgono all'anno 1000 e anche se qualcuna è stata rinnovata in epoca Qing, ci sono ancora moltissime parti originali che riconosci subito dai legni antichi che hanno ormai perso la brillante coloritura originale. 

Buddha sdraiato

Di certo il clou del complesso è il colossale Buddha sdraiato di legno dorato lungo ben 35 metri, che dovrebbe essere il più grande dell'Asia, di certo il maggiore della Cina. Sono queste le statue che impressionarono il nostro giovane Marco che di certo non aveva mai visto niente di simile. Nelle pareti circostanti poi, lo splendore degli affreschi molto ben conservati danno un'idea della raffinatezza dell'arte cinese. Questo è un luogo dove puoi rimanere anche tutto il giorno, talmente è piacevole l'atmosfera, rimanendo immerso nella bellezza del giardino con i suoi fiori, le siepi perfettamente mantenute ed i tempietti nascosti nelle aiuole più segrete. In una angolo il grande chorten giallo che si eleva verso il cielo, ti ricorda che anche qui il buddismo tibetano mantiene una rilevanza piuttosto importante, d'altra parte il confine con questa terra desolata dalle grandi altezze, non è molto lontano. C'è anche un bel museo, che come di consueto raccoglie un certo numero di oggetti che corrono lungo tutte le dinastie cinesi, con un occhio naturalmente all'aspetto religioso preminente nell'epoca d'oro della città. Si può vedere infatti una completa ricostruzione di una delle grotte di Mogao, con lo stupa centrale coronato di statue e le pareti completamente affrescate. 

Chorten tibetano

Vediamo ancora un piccolo tempio, ma non per questo meno bello, quasi nascosto in un angolo del giardino prima di uscire prima che faccia buio. Andiamo in una zona della città dove trovi ancora qualche vecchia casa e una delle porte, ormai circondata dal traffico che è quello normale di tutte le città, ma è un po' incongruo se misurato con i muri ciclopici dell'antica costruzione, sicuramente non progettata per fungere da aiuola spartitraffico. Noi finiamo in un Pizza Hut proprio davanti, dove sperimentiamo le difficoltà di comprensione linguistica delle giovani e gentilissime commesse che  agitatissime, trovandosi alle prese, forse per la prima volta con dei nasi lunghi, non riescono a capirci anche nella pronuncia di parole come Pepsi. Ovviamente siamo il centro dell'attenzione del locale, ma alla fine ci sfamiamo ugualmente. Intanto si è fatto buio e poco lontano riusciamo a passare un'oretta in un grande giardino, parco divertimenti, affollatissimo di famiglie e giovani, tutto illuminato e pieno di attrazioni e piacevolezze dove evidentemente i Cinesi amano trascorrere la serata. Ci sono angoli dove gruppi musicali suonano, zone dove si balla e laghetti dove tutti si buttano su improvvisati pedalò. Ma in generale la gente ama passeggiare per i vialetti illuminati, mangiucchiando qualcosa che viene offerto da decine di banchetti che espongono dolci e altro. 

Parasole per moto

Una delle attrazioni che raccolgono folti gruppi di spettatori ammirati, sono i calligrafi, che si mettono di fronte ad un largo spiazzo di cemento e con un grande pennello che mettono a bagno in un catino di acqua, si pongono avanti con aria ispirata e dopo un attimo di concentrazione cominciano a tracciare complicati ideogrammi che si allineano uno sopra all'altro verticalmente. Arretrano così tra la folla che si ritrae per lasciare spazio, vergando un antica poesia o qualche frase celebre confuciana. Naturalmente la bellezza del tratto che viene rilasciato con movimenti sicuri e senza indecisioni, contribuisce alla creazione di quella bella calligrafia che per i cinesi è un arte vera e propria, che annovera nella storia celebrati maestri le cui opere, semplici scritti, sono esposte nei musei, ammirati come quadri preziosi. Il lavoro di questo maestri di strada, non saprei come altrimenti chiamarli, è molto apprezzato dagli astanti che guardano l'opera mentre viene svolta con grande rispetto ed evidente ammirazione. Qualcuno applaude alla fine della frase, altri parlottano con l'autore, forse per mettersi d'accordo sul parsi scrivere qualche cosa in privato. 

Calligrafo

La bellezza filosofica del gesto è poi data dal fatto che non appena il lavoro può dirsi terminato ed il maestro lo rimira come per compiacersi della sua opera, l'acqua evapora adagio adagio e la scritta dolcemente svanisce nell'aria, lasciando con la sua immateriale bellezza, solo un ricordo di se stessa, un omaggio all'effimero passaggio del bello, destinato comunque a svanire velocemente del nulla ed a rimanere solamente un ricordo che allieta la nostra mente, come un mantra che vola nel cielo, un mandala complesso che è costato tanta fatica ad essere completato e pochi istanti per essere distrutto, polvere che torna alla polvere. Un concetto buddista su quella che i nostri medioevalisti chiamavano humana vanitas, appaiata al concetto melanconico del Ricordati che devi morire che i frati incappucciati spargevano al vento per le strade dei nostri borghi. La complessità del pensiero orientale è sempre difficile da avvicinare per noi dell'ovest, abituati oggi ad un materialismo dagli aspetti più spessi e tangibili, ma anche se non ci siamo abituati, non può fare ameno di darci motivazioni a pensare che il pensiero umano ha molte sfaccettature diverse, tutte meritevoli di essere indagate un po' più in profondità e magari non così lontane tra di loro. Ciò detto mi sembra sia arrivata l'ora di andare a dormire, visto che domani mi dicono sarà una giornata piuttosto impegnativa e devo prepararmi fisicamente e mentalmente.

SURVIVAL KIT 

Una delle porte

 - Città di oltre un milione di abitanti nel Gansu, diventata ultimamente centro turistico di interesse nazionale, così come un tempo era importante centro commerciale e strategico ai confini dell'impero. Tra le cose da vedere in città, ricordo il tempio di Dafosi col famoso Buddha coricato in legno dorato e il giardino che lo circonda. Il museo della città, con una grotta buddista interamente ricostruita che ti dà bene l'idea del lavoro, molto più difficile da apprezzare in situ a causa delle difficili condizioni di luce. In città ci sono anche diversi altri templi, come la Pagoda di legno 木塔寺, alta più di 30 metri, su cui si può salire per vedere un panorama del centro, un Mercato notturno attorno alla zona pedonale di Jinfang, dove troverete le solite specialità culinarie locali, tra cui mi segnalano delle fettuccine con ritagli di pollo, juanzi ji, 卷子,  che mi dicono speciali, ma che come direbbe Marco, non ho provato. Ma le cose più importanti di Zhangye si trovano fuori città. Le grotte di .Mati马蹄寺, un complesso a circa 60 km dalla città, di buddismo tibetano, che se starete solo due giorni non avrete tempo di vedere, ma che sono tra le tante della serie della via delle grotte che vedrete in seguito. 

Una porta del tempio

Poi abbiamo la cosa per cui questa tappa è diventata obbligatoria: Le Raimbow mountains, il Geopark di Daxia, universalmente famose dopo che sono diventate patrimonio Unesco che anche se non sono come nelle foto photoshoppate che trovate su internet sono assolutamente bellissime. Se avete la fortuna di arrivare dopo la pioggia o al tramonto ancor di più. Si gira con apposito mezzo elettrico che conduce nei quattro punti principali di interesse, dove salirete scale comode ma infinite. E' pubblicizzato anche un giro in mongolfiera a soli 200 Y, ma noi non abbiamo trovato il punto di accesso se c'è.Calcolate almeno mezza giornata, ma potrete dedicarci tranquillamente un giorno intero che ne vale la pena. Infine il canyon di Pingshanhu平山湖大峡谷 di recente apertura e quindi non ancora molto affollato, ma affrettatevi perché lo diventerà presto, a circa 100 km dalle Montagne colorate, da vedere anche questo a fine giornata. Qui l'offerta di servizi con camion fuoristrada è interessante, ma a prezzi altissimi, si può fare un semplice giro facendosi lasciare alla fine del canyon e poi se ne avete la forza scendere per percorrerlo tutto, ma avrete bisogno almeno di mezza giornata o più.



Affresco
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