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Bingling - Lanzhou - Gansu - Cina - giugno 2025 |
Il ristorante incaricato di dare le colazioni agli ospiti del nostro hotel, è efficiente ma piuttosto sbrigativo, stile fastfood insomma, ci tocca l'uovo fritto, uno a testa e poco altro, ma direi che alla fine è più che sufficiente per metterci in marcia. Sono ormai un paio di settimane che siamo in giro e io perlomeno comincio ad essere un po' stanco, evidentemente la fibra non è più la stessa di qualche anno fa, ma ormai che siamo in ballo, bisogna trottare anche perché, se no, cosa siamo venuti a fare fin quaggiù. Dunque prendiamo un taxi fino alla stazione dei bus per andare a Bingling, altra tappa della linea di grotte buddiste che corre sovrapposta alla via della seta. La stazione è piccolina e ci sono solo tre o quattro bus in partenza. Il nostro si avvia lemme lemme alle 10:20 e per percorrere la settantina di chilometri che portano al sito ci vogliono quasi due ore, anche perché il mezzo è sempre fermo. D'altra parte ci vuole quasi un'ora ad uscire dalla città, attraversando le sue immense periferie. Poi è campagna aperta percorrendo più o meno il corso del Fiume Giallo. Poi l'autista ci fa cenno di scendere quando siamo arrivati ad un paesino senza nome, in cui latitano anche le indicazioni.
Evidentemente da occidentali paracadutati dal cielo in mezzo al nulla, siamo merce ghiotta per due taxisti che ci tapirano immediatamente, offrendo i loro servizi. Buon segno comunque, siamo evidentemente arrivati nel posto giusto. In effetti alle grotte ci si arriverebbe in due modi, visto che da questo punto il fiume Giallo, imbrigliato dalla diga di Liujiaxia, si allarga, formando un grande lago lungo almeno una trentina di chilometri. Il complesso delle grotte è in una valle laterale del lago che presenta anche spettacolari formazioni rocciose e per arrivarci però o si va via terra, attraverso una strada che gira tutto attorno al lago stesso in una mezz'oretta, ed ecco la ragione dei taxi che offrono questo servizio di trasporto, oppure invece bisogna seguire l'itinerario previsto dalla macchina turistica messa in piedi dal governo che prevede l'attraversamento del lago. Infatti a qualche centinaio di metri dalla fermata del bus, ecco il centro di accoglienza al parco, che prevede una discesa al lago, dove, previo acquisto di appositi biglietti, sono in attesa decine di piccoli barchini veloci che in un'ora, attraversano per il lungo, lo specchio di acqua arrivando direttamente alla zona archeologica.
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Imbarcadero |
Per la verità ci sarebbe anche una barca lenta che però ci mette quasi tre ore a percorrere lo stesso itinerario, che sarà pur che ti consente di goderti meglio il panorama, ma che rischia di farti perdere tutta la giornata. Il tempo non è particolarmente bello e le rade nuvole bianche si specchiano nelle acque azzurre tra le quinte delle pareti montuose che circondano il lago, ma di tanto in tanto si addensano e dispensano un po' di pioggia sparsa, tanto per gradire, in modo da farti arrivare ben ben bagnato alla meta. Il barchino intanto corre sull'acqua, mentre noi infagottati nei classici giubbotti rossi speriamo solo di non colare a picco, visto che il bacino sembra molto profondo. Gli schizzi provocati dalla barca sono altissimi e sembra continuamente che secchiellate di acqua entrino ad inzupparci completamente, invece la protezione dei finestrotti con i quali il mezzo è completamente chiuso, ci riparano accuratamente. Quando arriviamo all'entrata del canyon in fondo al lago, le sfumature ocra delle alte pareti hanno cento chiaroscuri diversi e le erosioni sui fianchi della valle della montagna di Xiaojishi ha, nei millenni di opera indefessa degli agenti naturali, gli stessi che stanno imperversando adesso, formato una serie di pinnacoli naturali che simulano torri e guglie di un castello fatato.
La roccia è formata da un conglomerato di pietra tenera che si sfalda con facilità e che quindi ha facilitato sicuramente i monaci che per oltre mille anni hanno scavato, spinti dalla devozione i loro luoghi di preghiera e di meditazione, abbellendoli secolo dopo secolo, di statue, simulacri e dipinti meravigliosi che raccontando storie, illustrando allo stesso tempo la cultura di un periodo storico. Le grotte sono sparse a varie altezze lungo tutta una parete, che è percorsa da una strada sul bordo del fiumiciattolo che percorre il canyon fino a gettarsi nel lago, per una lunghezza di qualche centinaio di metri. Le statue sono di grande qualità ed il percorso più semplice per traversare il sito non è neppure molto faticoso. Naturalmente il pezzo forte di queste grotte è il famoso Maitreya, il Buddha del futuro che, placidamente seduto sul trono osserva serenamente tutto quell'inutile affannarsi attorno a lui. E' una delle statue del periodo classico e la sua somiglianza con i famosi Buddha afgani di Bamiyan di poco anteriori, che purtroppo non esistono più, è fortissima. Pare emergere dalla roccia dalla quale è ricavata e le scalette che lo circondano (sono costruite in modo da poter scalare la parete per arrivare a tutte le grotte più minuscole che sono poste in alto ed ai lati) sembrano giochi di bambole tanta è la sproporzione dimensionale.
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Le scalinate |
Certamente l'effetto è notevole, se ci si porta sotto i piedi della statua e cercando di ammirarla da una prospettiva che, certo, ne sforma le dimensioni, ma che ti chiarisce bene il gigantismo dell'opera, mentre dalla riva opposta del torrente, hai solo una bella visione di insieme che te ne fa apprezzare la statica proporzione delle forme senza però darti l'effetto di gigantismo. In ogni caso questi siti di grotte che sulla carta dovrebbero essere tutti più o meno uguali, sono una continua sorpresa per la bellezza delle opere contenute, la loro varietà, che pur da scarso conoscitore di questi mondi artistici, da noi lontani, non puoi non apprezzare ed inoltre dall'ambientazione naturalistica in cui sono posizionate. Qui in questo complesso di guglie, di pinnacoli, di calanchi di roccia e di terra che precipitano nel lago e che l'erosione di quasi 150 milioni di anni, ha costruito con la pazienza di un creatore di mondi, si è formato uno scenario che non ha eguali e che l'opera dell'uomo e la sua vena artistica mescolata alla devozione religiosa, ha completato in maniera davvero sublime. Percorriamo tutta l'altra riva del torrente dove si scorre davanti ad una altra serie di grotte di minore importanza tra le quali però giganteggia una raffinata statua di un Buddha sdraiato.
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Le rocce |
Da qui ci godiamo la sfilata della parete davanti a noi, completamente perforata di cavità più o meno grandi dalle quali intravedi nella semioscurità, apparire volti, corpi e arti di pietra che sembrano chiamare i fedeli alla preghiera. Scorgi colori che il lavoro di secoli ha appena sbiadito e le raffinate fattezze di dei, dee, personaggi di un pantheon che solo vagamente conosci. Nel mezzo, la grande statua con gli occhi persi nel vuoto richiama alla speranza nel futuro, forse un ennesimo auspicio così necessario in questi tempi. Il tempio è cambiato diverse volte nel corso della giornata alternando pioggerelle umide e fastidiose a timidi raggi di sole. Un sole che, dopo essersi fatto un po' pregare, si è finalmente dispiegato e la luce adesso è intensa e cristallina, tanto che si vedono le creste a chilometri di distanza. Torniamo pian piano alla grande scalinata che porta alla banchina da cui ripartono le barche per rifare la strada al contrario, questa volta utilizzando il tempo per godere i colori con i quali l'aria finalmente tersa del pomeriggio dipinge i contrafforti delle montagne. L'ora di barca non ci pesa più di tanto anche perché serve anche ad asciugare i vestiti che avevano un po' sofferto del gocciolio del cielo imbronciato di prima.
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Ostriche gratinate |
Gli scorci sul lago varrebbero da soli la pena di fare questo giro, anche se al molo di arrivo ci aspetta una sorpresa, il bus che torna in città parte solo alle 18. Così si inganna il tempo in un fast food a patatine e Pepsi, tanto per far passare il tempo. In sostanza arriviamo in città che sono quasi le 20, giusto in tempo però per il night market, a cui l'avevamo promessa già ieri sera. Una serie di banchetti di street food davvero interessanti e coloratissimi, nei quali cedo clamorosamente davanti a quello che offre ostriche e capesante gratinate, con l'aggiunta di spiedini vari. Il sentore di aglio ti porta via, pazienza, ma visto che fa tanto bene alla pressione, ce ne faremo una ragione. Infine nuova capatina al ponte di Zhongshan, pieno di giovani da far paura. Lo attraversiamo facendoci largo tra la folla che spinge da ogni lato, in fondo sono solo 250 metri, fino all'altra sponda dove è pieno di locali, ristoranti, karaoke, mentre alle loro spalle sale la collina della Pagoda bianca, con tutta una serie di templi e stupa illuminati, nei contorni che disegnano la notte. L'atmosfera è molto bella, il fiume corre veloce sotto di noi. Calpestiamo la stessa terra dove Marco Polo ragionava sul fatto che il grande fiume non fosse mai stato valicato da un ponte e noi, ora, siamo qui a mangiare uno spiedino di montone, forse uguale a quello che sgranocchiava lui mentre, giovine di belle speranze, ragionava su cosa dire a Kublai Khan nel momento in cui lo avesse incontrato.
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Night market di Lanzhou |
SURVIVAL KIT
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Le grotte |
Grotte del tempio Bingling - (炳灵寺石窟 Bǐnglíng Sì shíkū) - A circa 70 km dalla città, si raggiungono con un bus (stazione Lanzhou ovest) che porta fino alla diga di Liujiaxia in circa due ore, di qui in motoscafo (150 Y) fino al molo delle grotte. Al momento è aperta anche una strada che arriva direttamente all'accesso delle grotte con taxi che fanno servizio dal punto di arrivo del bus (100 Y a passeggero). Calcolando un paio d'ore per la visita del complesso, l'escursione impegna comunque quasi tutto il giorno. Inferiori qualitativamente alle altre concorrenti, sono comunque interessanti anche per il palcoscenico della valle rocciosa che le contiene. La prima fu scavata nel 420 d.C., ma le più belle risalgono alla dinastia Song e ai Ming di quasi 1000 anni dopo. Le grotte scavate in vari punti delle pareti di un canyon che si apre sulla riva del lago, sono circa 180, incluse le semplici nicchie, con circa 700 statue e molte pitture murali, collegate da precarie scalette di legno. Punto focale un Buddha Maitreya (grotta n. 169) di 27 metri di altezza a circa 50 metri dal suolo, realizzato durante la dinastia Tang e stilisticamente successivo ai famosissimi Buddha di Bamiyan afgani e precedente al Buddha delle grotte di Longmen. Altri punti di interesse la n.3 di epoca Tang con una pagoda quadrata scavata all'interno, la 6, la 7 e la 172 con ben 112 statue, una delle prime ad essere scavata. Il nome significa Grotte dei mille Buddha e sono diventate una importante attrazione turistica di questa zona.
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Statue nella parete |
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Il monte della Pagoda Bianca |
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