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Street food - Kashgar - Cina - maggio 2025 |
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Al ristorante |
All'uscita del parco, c'è una grande scelta di ristoranti e locali per tutte le tasche, perché se è vero che la cultura nutre l'anima, anche il corpo ha le sue necessità, pertanto decidiamo di permetterci un bel locale, di quelli con le sedie pesantissime intagliate nel legno duro, che ci vogliono due inservienti per muoverle ed i tavoloni con la ruota centrale che gira dopo averla ricoperta di piatti succulenti. Alla fine, dopo aver compulsato lo sterminato menù, ricadiamo sempre sul solito plof ed una serie di noodles che sembrano alla vista non troppo piccanti e frutta, tanto per non sbagliarci. Uno stuolo di camerieri non abituati ad avere stranieri nel locale, si affannano attorno a noi trascurando gli altri clienti, mentre nel locale, che è davvero bello, nella parte centrale dotata di palcoscenico, comincia uno spettacolo di danze uigure, in costumi tradizionali. Anche le signore clienti vengono immediatamente coinvolte nella attività coreutica. Le nostre non si fanno certo pregare e così tutti si divertono, le straniere a ballare, i locali a veder ballare le straniere e a farsi i selfie con loro e tutti a godersi musica e balli. Insomma una pausa che ci ristora nel fisico e nel morale visto che la notte la trascorreremo in treno. Comunque non bisogna troppo indulgere nel divertimento, questo insegna la morale cinese e anche noi dobbiamo adeguarci. Lasciamo dunque il ristorante inseguiti dai ringraziamenti di camerieri e responsabili di sala per aver avuto il piacere di ospitarci nel loro locale e proseguiamo il programma, non è che abbiamo tutto questo tempo da perdere.
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Uiguro |
In Cina l'insegnamento confuciano è ancora molto forte, per questo il rispetto per l'imperatore e quindi traslando al giorno d'oggi, il rispetto assoluto per l'autorità è fuori discussione e per questo le direttive del governo vengono seguite senza troppi problemi, anzi, la stragrande maggioranza della popolazione lo trova assolutamente naturale, anche se, attenzione, anche il potere costituito, se dimostra assoluta incapacità o grande debolezza, può essere discusso e lasciare spazio a sanguinose rivoluzioni, così per lo meno insegnava il grande il filosofo anche se penso oggi il partito non sia troppo d'accordo su questo punto. Il secondo principio è il rispetto per gli anziani, da sempre oggetto di venerazione in quanto custodi dell'esperienza del passato e quindi meritevoli di cura e degnazione, basta osservare ad esempio la rapidità con cui sui bus o nella metro, i giovani lasciano il posto a sedere. Seguendo questo stesso criterio, in tutte le attrazioni turistiche, gli ingressi per gli over 65 sono gratuiti e a metà prezzo per la fascia 60/65. Per la verità questo va valutato, in quanto in generale i biglietti di ingresso sono proporzionalmente piuttosto cari, se raffrontati al costo della vita cinese, dai 5 ai 15 euro a seconda dell'importanza dei siti, molto di più di un normale pasto al ristorante e alla fine di un viaggio lungo come il nostro, in cui puoi anche considerare due o tre ingressi al giorno, la cifra totale risparmiata non è secondaria.
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Cavallino Tang |
Fanno eccezione i musei statali nei quali invece l'ingresso è gratis per tutti, la cultura insomma, sempre seguendo il dettame confuciano, deve essere fruibile a tutti senza distinzione di censo. E ai musei è stato dato un forte impulso negli ultimi anni. In ogni città infatti, edifici faraonici, commissionati ad archistar internazionali, sono stati fatti proprio a questo scopo e naturalmente sono molto visitati. Qui a Kashgar, il più importante è il museo del Xinjiang, rinnovato una quindicina di anni fa, dove sono esposti manufatti ed opere d'arte dal paleolitico all'era moderna. Bisogna dire che l'esposizione è molto ben curata e gli oggetti, che in verità non sono moltissimi, se consideriamo l'immensa produzione artistica di questo paese, sono esposti con molta cura e buona valorizzazione. E' molto probabile che la causa principale della scarsità di opere esposte, nota comune anche in tutti gli altri musei che vedremo, è data dalle distruzioni operate nel periodo della rivoluzione culturale, responsabile di quella che fu probabilmente una delle maggiori devastazioni di opere d'arte del passato della storia. L'altra nota negativa è che, essendo la totalità del pubblico esclusivamente locale, i cartelli esplicativi in inglese sono rarissimi e poco esplicativi. Naturalmente, ma ormai è inutile rilevarlo, tutto il commento è improntato sulla minimizzazione delle altre culture, che ad esempio proprio qui nel Xinjiang ebbero invece una rilevanza storica fondamentale, a favore della vulgata della pacificazione portata dagli Han e dell'armonia tra i popoli diversi finalmente raggiunta dopo secoli di inutili contrasti.
Comunque sia, forse anche forse per il fatto che oggi è sabato, siamo circondati da una marea di visitatori che, a frotte, si affollano davanti alle grandi vetrine in cui sono esposti gli oggetti e le cartine esplicative, mentre le guide illustrano ad attente platee di ragazzi storia e fatti riguardanti gli stessi. Uno dei pezzi più importanti è una mummia risalente ad oltre 2500 anni fa, molto ben conservata e poi molta ceramica delle dinastie del Nord e del Sud e intere collezioni di statuette del periodo Tang, inclusi gli splendidi ed elegantissimi cavallini e infine una ricca collezione di libri e documenti antichi. In effetti sarebbe stato interessante poter fruire di maggiori spiegazioni in inglese, ma bisogna considerare che il turismo straniero arriva qui in dosi decisamente omeopatiche e che quindi questo sforzo documentativo potrebbe essere considerato con buona ragione abbastanza inutile. Abbiamo ancora un po' di tempo e facciamo un giro in un vicino bazar dedicato soprattutto al vestiario, rifacendoci gli occhi in una serie infinita di negozi che esibiscono stoffe di ogni colore, sete e lustrini, borse e accessori di ogni tipo. In Cina, opificio del mondo, hai sempre questa sensazione, la merce in quantità esagerata viene esposta in con dovizia e a cascata, in una sovrabbondanza bulimica, come a voler dimostrare che qui c'è di tutto, di ogni qualità, di ogni prezzo, devi solo scegliere e comprare. Giriamo un po' riempiendoci gli occhi della rutilante varietà di offerte, infine ripieghiamo all'esterno del mercato dove tutta una serie di banchetti offre ogni tipo di frutta, per la verità abbastanza cara, ma piuttosto invitante.
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Frutta |
Ci facciamo prendere dalla gola e facciamo il pieno di ciliegie, albicocche, piccole ma buonissime, litchi e un paio di dragon fruit, di un rosso così ammiccante e goloso che non potevi lasciarli lì. Oltretutto abbiamo preso dimestichezza coi sistemi di pagamento e tutto sembra funzionare per cui sembriamo ormai dei perfetti cinesi, costantemente con lo smartphone in mano che smanettano per fare qualunque tipo di operazione, dai pagamenti, alla elemosina al mendicante che esibisce il suo bravo codice Qr appeso al collo. Intanto rientriamo in albergo per ritirare i bagagli che avevamo lasciato in deposito. Nell'atrio per poco non inciampo nel servorobot, che abbiamo battezzato Battista e che ritroveremo come presenza costante in tutti gli altri alberghi cinesi. Un umanoide a rotelle che a richiesta dei clienti dalle camere via telefono, viene riempito di quanto richiesto in un apposito vano superiore, cibo che arriva tramite riders dall'esterno o altro necessario e poi va da solo a prendersi l'ascensore e ti porta le cose richieste direttamente in camera. Con una vocetta chioccia e l'emoticon del sorriso, si scusa se ti taglia la strada e procede verso la porta dell'ascensore come nulla fosse. Il mondo va avanti ragazzi, siamo noi che rimaniamo indietro. Il tassista che ci porta alla stazione è stralunato dal fatto che porta stranieri, chiama subito la moglie a casa, insegnante di inglese e vuole che parliamo con lei per confermarci come tali, non sia mai.
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Alla stazione |
Intanto arriviamo in stazione, quasi nuova e anche questa faraonica e sovradimensionata nelle dimensioni come tutte quelle che incontreremo nel corso del viaggio. I cinesi pensano al futuro e quando si fanno le cose nuove, meglio progettarle per il doppio o il triplo delle necessità odierne, non si sa mai che serviranno presto. Orientarsi nella stazione, date le dimensioni sembra complicato, molti i controlli per bagagli ed i passaporti, ma poi una volta capito il giro, troviamo facilmente la nostra banchina e il nostro treno. Siamo nella carrozza 12 e gli inservienti, rigorosamente uno per carrozza come nella vecchia Unione Sovietica, aiutano molto gentilmente gli anziani, per giunta stranieri, a far salire i valigioni. Ci sistemiamo al meglio, abituandoci subito, visto che questo è il mezzo di trasporto principale che utilizzeremo per attraversare tutto il paese. Gli scompartimenti sono molto simili ai coupé russi che avevo conosciuto nella mia precedente vita di viaggiatore con la valigetta dei contratti al fianco ed i posti vengono automaticamente distribuiti dall'algoritmo delle prenotazioni in modo che gli anziani abbiano le cuccette in basso, così che si ha la possibilità di finire in scompartimenti diversi. Ma questo è il funzionamento e bisogna prenderlo com'è. Comunque il treno parte con puntualità svizzera e sfila lentamente per la immensa periferia gremita di palazzi come una foresta di cemento. Poi mentre scendono le ombre della sera, siamo fuori città, in un territorio completamente desertico, fatto solamente di montagne di terra gialla dai fianchi erosi da calanchi variegati. Poi, mentre io mi finisco ghiottamente il cartoccio di ciliegie, cala la notte.
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Il museo del Xinjiang |
SURVIVAL KIT
Treno notturno da Kasghar a Urumchi - Coupé da 4 cuccette - Z6518 - 21:30 - 9:00 - sui 40 € a testa.
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Datteri di Kashgar |
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