domenica 4 maggio 2014

La baia di Ha Long


La baia di ha Long

Un ansa della baia
Dulcis in fundo. La chicca vietnamita assolutamente fuori classifica, questa volta me la sono tenuta per ultima. Diciamo per soffrire un po' di più quando verrà il momento di lasciare questo paese. La baia di Ha Long è difficile da descrivere. Qualunque aggettivo tu possa usare, risulta inferiore alle aspettative e non riesce comunque a raccontare l'atmosfera di magia che pervade questo luogo. Per le fotografie è ancora peggio dato che raramente le condizioni climatiche permettono al fotografo dilettante di ottenere immagini decenti. Da gennaio ad aprile il tempo è freddo e piovigginoso, la foschia spessa al mattino e le nebbie si alzano poco nel corso della giornata, così gli oltre duemila isolotti che punteggiano l'enorme baia spuntano dal mare quasi all'improvviso, mostri immobili che sfilano poi minacciosi  al tuo fianco fino a scomparire a poco a poco confondendosi con il fondale verde azzurro. Mare e cielo sono una cosa sola. L'acqua verde cupo vicino a te si rischiara fino allo smeraldo per poi perdersi nell'azzurro grigio, lontano. Farai mostra di non accorgerti della gran massa di gente che arriva al porto, del gran numero di navi di ogni dimensione che lo popolano in attesa di sfruttare turisticamente questa meraviglia della natura. Che vuoi farci, è il mercato. Ma una volta salito sulla grande giunca di legno, siediti su un ponte aperto, isolati e guarda soltanto. Sulla superficie calma del mare incroci di tanto in tanto, altre navi cariche di merci che vanno verso Hai Phong e barche di ogni tipo solcano la baia, mentre piccoli gusci di pescatori punteggiano le acque in ogni direzione, ferme a tirare le reti o a cercare il  punto migliore per gettarle. 

Le formazioni calcaree
Intanto le gigantesche formazioni calcaree ti vengono incontro. Isolate o piccoli gruppi, montagnole dai fianchi dirupati, coperti da rada vegetazione tropicale, affollano le acque in ogni direzione. Quelle più lontane paiono barriera che chiude l'orizzonte, le più vicine invece, enormi scogli da aggirare per scoprirne di altri sempre nuovi e diversi. La barca procede adagio e tu corri da una murata all'altra in una sorta di frenesia per non perdere nessuna scena, e scatti, scatti inutilmente, immagini di piatto grigiume, invece di rimanere immobile a permearti di questa atmosfera che sembra appartenere ad un altro mondo, quasi un pianeta fantasy, popolato di ninfe e di draghi. Il grande drago, naturalmente, quello che ha dato origine a tutto questo, gettandosi nel mare attraverso i monti e la cui coda ha scavato solchi talmente profondi da spezzare la roccia in questi enormi massi che sono poi stati avvolti dalle acque. Il grande drago che c'è ancora da qualche parte, sotto la superficie verde e tranquilla certo, ma forse solo all'apparenza. Dicono che stia ancora lì, nascosto tra i profondi fondali dove l'acqua vira al blu e che di tanto in tanto qualcuno lo veda, forse fratello lontano del mostro di Loch Ness, in agguato ad aspettare prede che non arrivano mai. Lo ha segnalato anche la marina vietnamita in verità, ma pare fosse soltanto un sottomarino spia che i perfidi vicini mandano di tanto in tanto ad investigare da queste parti. Più ti avvicini alle rocce e più ne noti la contorta formazione, i mille pinnacoli taglienti che gli alberi e gli arbusti riescono a celare con fatica, le erosioni profonde che ne scavano solchi, anfratti, grotte profonde. 

Hang Sung Sot Cave
Scendi alla grotta delle sorprese (Hang Sung Sot) e quello che da lontano ti appariva come uno scoglio, diventa montagna con infiniti gradini da salire e ridiscendere. Segreto da penetrare attraverso ampie spaccature, per entrare in enormi sale dove guglie contorte salgono dal suolo per incontrare quelle che scendono dall'alto, che i colpi di luce trasformano in animali in pose grottesche, volti misteriosi, spuntoni fallici illuminati di rosa vivo, ritti verso l'alto a motteggiare il turista che a bocca aperta rimane sullo stretto sentiero a lungo bloccando la fila che lo segue. Certo c'è una vera e propria folla che si aggira qui intorno, ma non te ne curare, ignora i chiacchiericci fastidiosi dei vicini, approfitta al massimo per scambiare idee e impressioni, con neozelandesi, americani, danesi o australiani, russi e orientali, i tanti insomma che non possono arrivaree in Vietnam e non venire a a vedere questo posto. Il mezzo ad un gruppo de massi grigi alti una cinquantina di metri che formano quasi un arco naturale, un gran numero di barche abitazioni, agglomerate a cerchio. E' un villaggio galleggiante di pescatori. Al centro ogni barca ha un recinto che si estende sull'acqua, la cui sola delimitazione rimane visibile in superficie. Sono grandi vasche dove viene allevato il pesce catturato al largo e che poi ti mangerai in una sontuosa cena da classico crocerista. Gruppi di bambini piccolissimi corrono qua e là in bilico sulle assi che attraversano da un pontone all'altro. 

Floating village
Nessuno cade nell'oceano, almeno non di frequente. Un cagnolino con aria feroce si attacca alle stringhe delle mie scarpe, vorrebbe strapparle a tutti i costi, si mette d'impegno a tirare ringhiando. Poi la luce si spegne lentamente sulla baia. Le grandi rocce diventano neri giganti minacciosi che incombono sulla nave. Lontane, le luci tremolanti delle barche che escono a pescare la notte,  negli sprazzi aperti nell'orizzonte dalla nebbia diradata, si confondono con le stelle e la magia continua. Una luce forte punta l'acqua dietro la poppa, se vuoi puoi andare anche tu a pescare i calamari in una notte che vorresti non finisse mai. Quando si alza l'alba devi già essere sul ponte di legno più alto tra le grandi vele marroni spiegate della giunca. Un ragazzo sul cassero esegue lentamente una forma di Tai Ji. Seguirne i movimenti precisi e misurati, sentirne la forza naturale che parte dal centro del bacino per trasmettersi lungo il corpo e le braccia, fino alle ultime estremità delle dita, diventa consequenziale e quasi senza accorgertene vieni preso dalla forma, segui la sequenza delle tecniche, mentre il pensiero abbandona la mente, l'occhio abbraccia completamente tutto quanto ti circonda e di cui ti puoi sentire parte. Le grandi rocce attorno a te, muti testimoni, rimangono a guardare. Quando ritorni al porto sarà sempre troppo presto.
Pescatori all'alba

PS. Pensavo di farcela a finire questa mie considerazioni sul Vietnam prima di partire per un paio di settimane per la terra di Trinacria che mi attende vogliosa. Ma vedo che non ce l'ho fatta. Mi mancano almeno ancora un paio di puntate che esaurirò al mio ritorno. Nel frattempo, mentre cercherò di postare comunque qualcosa tra un cannolo, una cassatina e una brioche col gelato, vi ho lasciato una serie di pensieri e immagini che compariranno magicamente di giorno in giorno, per cui, se ne avete voglia, continuate pure a frequentare questo sito anche nei prossimi giorni e a pensare a me che sono in giro a soffrire per voi. Un saluto a tutti.



SURVIVAL KIT 

Kitchen lesson on board
Crociere sulla baia di Ha Long. Ne trovate a tutti i prezzi da 30 a 200 $ a testa a seconda della lussuosità della nave. Suggerisco senz'altro, se volete fare uno strappo nel lusso, (è la ciliegina alla fine del viaggio), la Bhaya Cruises Co Ltd. 4 stelle (160 $ con escursioni, lezione di cucina, tai ji e 4 pasti, free wifi, escluse bevande). Tenete conto che la crociera è dichiarata di 2 giorni, ma dura in effetti 24 ore (dalle 12 alle 12 del giorno dopo, con 1 notte a bordo). Per cui è consigliabile fare quella di 3 giorni (2 notti), che costa un po' di più, in quanto il posto lo merita assolutamente. Durante il giro si vedono comunque sempre il villaggio galleggiante e la caverna Hang Sung Sot.

Dicono meraviglie anche della vicina baia di Lan Ha, che ha il pregio di avere anche delle spiaggette ed essere meno frequentata. Ci si arriva dall'isola di Cat Ba.

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5 commenti:

Unknown ha detto...

Timona la tua barca e issa la vela
Ch'è pronta che tu l’apra piena al vento prigioniero del dentro a tasche gonfie
Che si tenda di cose raccattate
E sogni a soffio, mai che ti s’afflosci
E vai da dove torni e poi ritorni
Per te n'andare, non tornare più

Un buon andare, pieno di quei ritorno da riparte, caro Enrico
Paolo

Anonimo ha detto...

Bonnes vacances sous d'autres cieux !
Jac.LdsIyme

Enrico Bo ha detto...

@tent -la vela è tesa, il vento spira, spaghetto allo scoglip che mi dà pace e assai mi piace, pronto m'appiglia, appariglia , consiglia e sonno giusto viene.

@j-merci, la sicilie est douce en mai, les fleur sont belles et les poissons suaves

Enrico Bo ha detto...

@tent -la vela è tesa, il vento spira, spaghetto allo scoglip che mi dà pace e assai mi piace, pronto m'appiglia, appariglia , consiglia e sonno giusto viene.

@j-merci, la sicilie est douce en mai, les fleur sont belles et les poissons suaves

Nidia ha detto...

Anch'io ci sono stata ma non l'avrei saputa descrivere come te. Tutto così vero e incredibilmente bello. Bravissimo come sempre.

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