martedì 31 dicembre 2019

San Silvestro

Risultati immagini per san silvestro


Eccoci arrivati alla fine dell'anno. Momento giusto per tirare un po' le somme e capire se vale sempre la pena di continuare ad usare due o tre ore al giorno per mandare avanti questo velleitario lavoro, perché alla fine si tratta di un lavoro a tutti gli effetti. Con oggi Il vento dell'est è arrivato alla pubblicazione di 3281 post, decisamente parecchi se consideriamo che sono partito nel 2007 e la continuità di pubblicazione è stata decisamente costante, una media che sta tra i 250 e i 300 l'anno, anche se il blog ha ormai decisamente virato dalla tuttologia varia, all'essere a tutti gli effetti un travel blog. 
Tutto questo ha dato anche come risultato accessorio la pubblicazione di 21 titoli, 4 diciamo così di arte varia e 17 s-guide di viaggio, cosa che mi ha dato una gran soddisfazione, anche perché ne sono state stampate dall'inizio in tutto quasi 1000 copie. Anzi questa attività è quella che dà anche più lavoro, infatti ci sono già altri quattro titoli pronti da editare e uno in corso di stesura, come sa chi mi sta seguendo in questo momento, sul mio ultimo viaggio cinese. L'altro risultato a strascico di questa attività sono state le conferenze, 8 quest'anno, con platee numerosissime e sembra interessate, cosa che mi ha dato un grande piacere. Un'altro dato che mi ha dato piacere è stato il superamento del milione di pagine viste dall'inizio (91333 nell'anno in corso), da un insieme di 154 paesi, 10 dei quali con oltre 500 contatti. 

Il post più letto di quest'anno è stato L'Oman di casa Oman, con 1901 visualizzazioni e sono contento per il mio amico Iapo. Purtroppo il lato mezzo vuoto del bicchiere è che le visite continuano a latitare e rimangono sotto la soglia dei 50 contatti al giorno, cosa che mi lascia ancora lontano dai 200.000 contatti unici dall'inizio e sul lato commenti, poi non ne parliamo. Lo so non faccio nulla di quanto si deve fare per mettere in mostra il lavoro, che quindi rimane difficile da trovare e da raggiungere, mi dicono che bisogna cambiare il format, lo stile e così via, cosa che non sono disposto a fare, perché mi piace raccontare le cose che voglio nel modo che mi interessa, ma forse dovrei, mi dicono, fare attenzione alle tecniche SEO, che non ho capito neppure cosa siano e che non ho voglia di imparare, quindi... 

Diciamo che conto di continuare così, fino a che resisto. Avrei delle idee, ma per svilupparle avrei bisogno di collaborazione e capisco che questo sia difficile da trovare date le premesse. In ogni caso vada come vada, si continua sullo stesso binario e con l'augurio di un anno se possibile migliore di quello appena passato.

lunedì 30 dicembre 2019

Cina 25 - Il balcone di Shi Gu sul fiume Azzurro


La grande ansa del Fiume Azzurro


Shi Gu
Ricominciare il viaggio, lasciare la valle incantata, risalire il monte, un tempo lo avresti fatto dopo aver caricato i cavalli o i basti degli asini di merci preziose, thé, seta, per andare verso ovest, sui sentieri che a poco a poco guadagnano quota, mentre l'aria diventa più fina e l'immenso altopiano tibetano si fa sempre più vicino. Giorni di cammino faticoso, di un respirare che si fa via via più ricco di affanno, scandito solo dalle campanelle delle greggi che incontri. Adesso invece è un attimo, la strada è grande, nuova e non basta mai evidentemente al nuovo bisogno di velocità, bisogna allargarla ancora per scavallare le montagne ed avere di fronte nuove creste, nuove valli di questo territorio complicato e un tempo evidentemente difficilissimo da percorrere. Un ultimo balzo ed ecco la valle dello Yang Tzé, il fiume azzurro, il più lungo ed importante della Cina. Lo incontri ancora bambino, anche se in verità ha già percorso all'incirca un terzo del suo lungo percorso, oltre 2000 chilometri per scendere dalle balze Himalayane dove nasce ad oltre 5000 metri. Ma la cosa più straordinaria è che proprio qui nel sud dello Yunnan, a distanza ravvicinatissima, corrono le tre valli che portano in direzioni diverse tre, anzi quattro dei fiumi più grandi ed importanti dell'Asia. Percorri questa grande valle incassata tra i monti e aldilà di questi ad un centinaio di chilometri a sud scende parallela la valle del Mekong, che poco più avanti prende tutta un'altra direzione e svolta decisamente verso sud per raggiungere la parte estrema del Vietnam.

Un agricoltore
Altri 50 chilometri e arrivi alla valle dell'Irrawady che, piegando ancor più a sudovest, crea l'immensa pianura Birmana. Poco prima aveva preso la direttissima verso l'oceano indiano anche il Bramaputra il cui delta infinito crea la maggior parte del territorio del Bangladesh. Acque vitali lungo le quali sono nate grandissime civiltà, che da queste sono state nutrite per millenni, basti pensare che nel bacino dello Yangtzé vive un terzo della popolazione cinese. Altrettanti almeno attorno agli altri due fiumi, più o meno un sesto della popolazione mondiale, tanto per capirci. E qui in pochissimo spazio li puoi abbracciare tutti. Sarebbe bastata una differente qualità delle rocce, una modalità di erosione solo leggermente diversa e masse di acqua colossali avrebbero preso direzioni differenti, cambiando completamente la storia del mondo. Ci sono tracce che testimoniano come attorno alle rive di questo fiume, l'uomo si sia insediato da almeno 27.000 anni e qui ha preso vita l'arte dell'agricoltura cinese. Il fiume, una vera e propria barriera invalicabile, ha segnato per millenni il confine tra la Cina del Nord e quella del Sud ed attorno a questo fiume sono nati regni che hanno combattuto tra loro guerre sanguinose. La storia ce lo racconta come protagonista fondamentale, con i molti nomi con i quali è stato conosciuto. Per tutto il tratto tibetano era ed è noto come Tuo Tuo Hé, 沱沱河  (il fiume in lacrime), poi nel Sichuan diventa Tong Tian Hé 通天河, (il fiume che attraversa il paradiso), per diventare poi Jin Sha Jiang 金沙江, (il fiume delle sabbie dorate)  ed infine prima di arrivare al mare a Shanghai, Chang Jian, 长江, semplicemente il grande fiume. 

Al ristorante
Una donna Yi
Ma già Marco Polo lo chiamava 江, Qian, (il fiume) e questo era sufficiente ad identificarlo e successivamente Matteo Ricci lo nomina come 洋子江, nome poi passato alla cartografia inglese come Yang Tse Kiang o Yang Zi Jiang, meglio noto nel 18° secolo come Fiume azzurro, in contrapposizione al Fiume Giallo, per il fatto che le sue acque sono spesso limpide a causa della assenza di materiali argillosi nel suo letto. Percorrendo il fondovalle arriviamo velocemente a Shi Gu, 石鼓, La pietra che sporge, dove il fiume compie una grande ansa che cambia di 180 gradi la direzione del corso d'acqua, da sud verso nord, mutandone definitivamente il destino. E' un punto particolarmente spettacolare e vale la pena prendere un sentierino e camminare una mezz'oretta per raggiungere la sommità della collina e osservare lo spettacolo del perfetto ferro di cavallo disegnato dalle acque attorno alla montagna. Il proprietario della casetta alla base, ci campa e invece di coltivare la campagna, sta lì davanti al cancelletto della sua proprietà a riscuotere il fiorino della gabella per il passaggio. Intorno, campi coltivati e terrazze con ortaggi invernali e stoppie di riso appena raccolto. Le acque per la verità, non sono affatto azzurre, ma questo è giustificato dalle abbondanti piogge autunnali che diventano poi sempre più scarse fino al minimo di gennaio. Bisogna considerare che la portata d'acqua del fiume aumenta fino a cinque volte nel corso dell'anno fino ai massimi registrati alla stazione idrografica di Datong di 50.000 m3/sec e che il corso del fiume ha prodotto inondazioni paurose con oltre 100.000 morti per volta, anche se non quanto quelle del Fiume Giallo, ancora più disastrose. 

Dal dentista al mercato
Però, l'acqua è vita sempre e permette una agricoltura ricca, in grado di far vivere popolazioni numerose. Anche qui, come nel resto del paese, la distribuzione delle terre, un tempo gestite attraverso le famose comuni, è rimasta di proprietà dei singoli villaggi che attualmente la affittano a tempo indefinito alle famiglie che in pratica versano annualmente una tassa/affitto e ne sono virtualmente proprietari a tempo indefinito anche se lo stato può per ragioni di pubblico interesse riprendersela quando vuole, se dovesse farci sopra un'opera necessaria alla comunità o decidesse di affittarla ad una società pubblica o privata per altri fini. C'è un piccolo paese alle spalle della collina. Oggi c'è mercato, tanto vale farci un salto. Qui si incrociano minoranze Yi che vivono in minuscoli insediamenti nelle parti alte della montagna, Nashi che occupano le balze intermedie e Lisu che vivono nei paesi in basso lungo il fiume e ne coltivano le terre più comode e più fertili, ma sono più soggetti alle intemperanze del fiume stesso. Il mercato è molto affollato ma le donne in costume sono assai poche; il mondo cambia troppo rapidamente per conservare certe abitudini tradizionali e anche qui, in fondo un piccolo paese piuttosto remoto e apparentemente lontano dal mondo moderno, vedi negozietti con merci assolutamente comuni ai nostri centri commerciali, mescolati a banchi che espongono licheni e funghi medicinali e taverne che confezionano cibi tradizionali. Apple consiglia un locale di una sua conoscente. Un gran pentolone di riso bollito dal quale ognuno si serve, da condire con il contenuto di altri quattro pentolini che sobbolliscono al fuoco di una stufa di ghisa. 

Scegliendo
Scelgo le patate in un sugo rosso abbastanza invitanti e verdure che vengono assicurate come quasi totalmente prive del famigerato chilly dello Yunnan, un peperoncino locale sembra alquanto feroce. In effetti il piatto è mangiabile, anzi piuttosto buono. Non resta  che riprendere la strada e risalire il corso del fiume per un'oretta. Poi prendiamo una stretta valle laterale che si incunea in un territorio di rocce rosse che incombono con pareti quasi verticali molto strette. Il contrasto tra il colore vivo della pietra ed il verde delle foreste che la ricoprono è potente. Gli alberi, quando non possono rivestire completamente la montagna a causa degli strapiombi o della roccia viva, si insinuano nelle fessure creando figure estreme. Stiamo entrando nel Li Ming - Lao Jun Shan National Park, 老君山国家公园, un territorio assolutamente inatteso e che presenta panorami e punti di vista particolarmente scenografici. Il piccolo paese all'ingresso del parco è un insieme di negozietti e alberghi, ma si incastona al fondo del canon in modo davvero piacevole. Il colpo d'occhio sulle montagne circostanti è davvero imponente e anche soltanto stare seduti sul terrazzino dell'albergo ad ascoltare il gorgoglio della cascatella d'acqua che scende attraverso il giardino per perdersi in una forra, vale la pena di essere arrivati fin qui. Usciamo subito richiamati da suoni e batter di tamburi. Un gruppo di donne bardate in vestiti colorati con ampi cappelli che si potrebbero definire facilmente come abat-jour, stanno andando verso una casa con un grande cortile. Andiamo un po' a vedere cosa succede.

L'alberghetto nel parco

SURVIVAL KIT

Shi Gu - A circa 10 km dall'uscita dell'autostrada verso Li Jiang (a circa 200 km da Dali). Punto panoramico sulla grande ansa dove lo Yang Tze cambia la sua direzione verso nord. Piccola passeggiata di 30 min. circa per raggiungere la collina e vedere il panorama dall'alto (ingresso 15 Y). Nel paese vicino mercato interessante il sabato mattina. 

La valle di Li Ming
Li Ming - Lao Jun Shan National Park - Risalire la valle del fiume verso nord per circa 50 Km , poi prendere la strada laterale a sinistra ben segnalata verso il parco per altri 15 km. In tutto circa 1 h e un quarto. Si arriva all'ingresso del parco dove ci sono diverse soluzioni per dormire e mangiare. Il parco è molto noto per le sue spettacolari vie ferrate. Al centro accoglienza potrete scegliere i vari tipi di escursione (diversi itinerari su macchine elettriche aperte), la funivia che porta nel punto più alto e panoramico per poi fare la discesa a piedi lungo comode scale di legno (calcolate almeno 3 h per vedere i punti più belli), oppure itinerari di scalate vere e proprie. Ingresso gratuito per gli over 60, ma si pagano i mezzi elettrici e la funivia (140 Y, 40Y per il giro al mattino di 1/2 h nella valle sulla macchinetta elettrica). Il parco è costituito da una particolare roccia rossa che presenta erosioni uniche che si vedono durante i vari trekking. Il parco copre oltre 1000 km2 ed è abitato dalla minoranza dei Lisu. Nelle sue foreste cresce il 10% di tutte le specie di rododendro esistenti ed ospita la scimmia dorata dello Yunnan. Tutte le sere, nel cortile di una casa comunale si svolgono danze in costume attorno ad un grande fuoco centrale. 

Ristorante


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Venditore di thé

domenica 29 dicembre 2019

Recensioni : G. Carofiglio - La versione di Fenoglio




Libro a lettura rapida, in un paio d'ore ve la togliete. E' l'incontro casuale tra i due personaggi, un anziano e scafato maresciallo che ha passato la vita a scovare, investigare e identificare delinquenti ed assassini e un ragazzo che sta cercando la sua identità. Potrebbe essere l'inizio del classico romanzo di formazione,in realtà una sorta di trattatello sull'arte dell'investigazione, forse condito da ricordi autobiografici dell'autore, uomo evidentemente dalla penna facile che deve produrre per rispondere alle richieste pressanti dell'editore che cavalca il successo di vendita. L'ho visto spesso in televisione, forse troppo sovraesposto e volevo vedere un po' cosa ci stava sotto. Insomma, fino a metà ero curioso di capire dove andasse a parare, poi ti rendi conto che non c'è altro, non si tratta di una introduzione lunga, ma è il succo stesso del libro. Non so, non ho letto altro di questo autore, che mi sembra stia andando per la maggiore e vende alla grande, quindi non ha molto senso trinciare giudizi generali, ma devo dire che rimango quanto meno in sospensione, magari in attesa di leggere altro e di essere smentito. Qui comunque mi sembra un po' deboluccio. Ditemi eventualmente la vostra.



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sabato 28 dicembre 2019

Cina 24 - Sha Xi, un paese sul silk and horse trail


I tetti


Il caffettiere
Siamo usciti presto stamattina, in albergo dormono ancora tutti. Seguendo per una decina di chilometri il silk and horse trail, Apple vuole portarci da un amico che, in un paesino Yi, sulla collina a sud di Shaxi, ha aperto una guesthouse ed è anche un appassionato di caffè. Se li fa arrivare da tutte le parti del mondo e poi studia le sue miscele particolari per proporle ai suoi ospiti. Per carità uno dei tanti modi di inventarsi un business, penso, intanto che risaliamo a piedi il viottolo che si infila tra le case fino in cima al paese, schivando un gruppo di capre pelose dalle corna ritorte. La grande casa ha una terrazza magnifica che domina la valle; sotto, abbracci con un'occhiata tutti i tetti del paese stretti gli uni agli altri e divisi solo da un dedalo di vicoletti che dall'alto scompaiono, nascosti dagli alti muretti che circondano le abitazioni ricoperte di tegole grige. Più in là, le distese di risaie tagliate dal corso del fiume. Beh, diciamo che starsene qui allungati sui divanetti ad ammirare il panorama delle montagne che orlano la valle mentre il ragazzo ci racconta delle sue miscele, non è poi così male; respiri un'aria di ozio tranquillo, dall'alto non noti neppure le rare macchine che percorrono la strada; potresti davvero essere in un altro tempo a discutere di canapa e sorgo riscaldandoti ai raggi del sole d'inverno. Intanto si prova una miscela di caffè locale dello Yunnan, lo coltivano su queste colline, dall'aroma dolce e acido allo stesso tempo. 

Copricapi
Il ragazzo ha un marchingegno di sua ideazione con il quale fa scorrere l'acqua bollente attraverso un cono di polvere di caffè, piuttosto abbondante, che non essendo a pressione porta nell'infuso solo l'essenza della bevanda, che risulta così molto profumata anche se meno spessa. Poi è la volta della sua miscela preferita, composta a metà di arabica e robusta, fatta con materiale che gli arriva direttamente da Brasile, Honduras e Indonesia, molto forte e decisa, infine una terza etiope, 100% arabica, leggera e molto delicata. In effetti sono tre bevande diverse, da sorseggiare guardando il paesaggio e accarezzando il testone di un bel cagnolone che infila il muso in mezzo alle mie gambe in cerca di coccole. Come non accorgersi del tempo che passa. Poi torniamo a Shaxi, oggi è venerdì, il giorno di mercato, uno degli ultimi rimasti sul silk and horse trail, che si svolge da secoli ogni settimana. E' davvero affollato di gente che arriva dai villaggi delle colline, ma poche sono le donne che ancora vestono il costume tradizionale. La maggior parte è imbardata in giacche a vento, piumini e spessi calzoni, perché non fa caldissimo, alla fin fine siamo in inverno a tutti gli effetti. I cappelloni tradizionali degli Yi o dei Bai sono stati sostituiti da più comodi berrettucci lasciati in eredità dalla tradizione delle comuni maoista e si vede ancora circolare negli anziani qualche giacchetta blu sotto i pastrani pesanti. 

Minoranza Bai
Minoranza Yi
Quasi tutte portano sulle spalle una piccola gerla di vimini multiuso, per portare qualche prodotto al mercato ed offrirlo sugli angoli e sui marciapiedi lungo la strada, in generale verdure dell'orto, infine per portarsi a casa qualche prodotto acquistato durante la mattinata. Naturalmente c'è la solita montagna di verdure, molte strane al nostro occhio o mai viste e frutta bellissima, sempre di grande pezzatura, decisamente più cara che in Italia. Ci sono grappoli d'uva con acini grossi come albicocche, mele giganti, nashi avvolti in retine di plastica, pomeli di oltre venti centimetri di diametro. La zona carne è piena di macellai in attività che squartano mezzene, disossano cosci di maiale, tagliano muscoli rossi a grandi tocchi mostrandone ai passanti la qualità. Compro un po' di frutta e poi sbocconcello un panino al vapore che una donna offre all'angolo delle due vie principali. A giudicare dalla coda che li aspetta, mentre li estrae da un padellone dopo aver sollevato il grande coperchio di alluminio, devono essere una specialità.  Il mio è ripieno di patate e sottaceti, diciamo che si poteva anche vivere senza. A un ristorantino mussulmano, pare rinomatissimo anche se un po' lurido all'apparenza, ci mangiamo una zuppa di noodles effettivamente molto buona, poi si continua la passeggiata tra i banchi del mercato che occupa quasi tutta la parte sud della cittadina fino alla strada principale, dove c'è un intasamento di mezzi parcheggiati alla meglio. 

Archi
Il basso
Il centro invece è quasi deserto, anche i turisti sono tutti al mercato e te lo puoi girare con calma. La piazza principale in effetti è molto suggestiva specialmente adesso che non c'è quasi nessuno. Dall'interno del tempio museo, arriva intanto una musica lieve. Nell'ultimo cortile, una decina di anziani musicisti stanno facendo un concerto di musica tradizionale con strumenti antichi, per la maggior parte a corda, alcuni ad arco, altri a plettro, due flauti, poi un tamburo e un basso continuo che marcano il ritmo. Qualche spettatore è seduto tra gli alberi del cortile su panche di legno. Se chiudi gli occhi puoi tornare tranquillamente indietro di secoli. Nelle sale del tempio che circondano i cortili successivi è disposta una sorta di museo della religione, con i vari oggetti sacri utilizzati nelle cerimonie, statue antiche, dipinti. Puoi passare anche parecchio tempo con lo sguardo rivolto in alto ad ammirare i portali complessi, i soffitti, le travi scolpite e dipinte sulle volte. Fuori, tranquille vie circondate di case antiche ben conservate, con le porte aperte che ti permettono di buttare un occhio nei cortiletti interni. Poi prendiamo la macchina e usciamo dal paese per andare verso nord ad un altro dei punti interessanti di questa valle, la montagna di Shi Bao Shan. 

Gran Bollito
Templi nella montagna
In quanto anziani, non paghiamo l'ingresso nel parco ma solo i 10 Y del pulmino che porta all'inizio del percorso, che per la maggior parte è costituito da interminabili gradinate che risalgono la montagna. Certo è fatica dura per i bolsi camminatori della domenica dalle ginocchia cigolanti, ma il paesaggio attorno è davvero superbo, con la foresta fitta e verdissima che ricopre i fianchi delle montagne a perdita d'occhio. Di tanto in tanto tra gli alberi spuntano le cuspidi di piccoli templi sperduti nelle vallette laterali. La salita è faticosa, ma al fine, con il passo cadenzato dell'alpino, anche se scandito da una serie di mantra non propriamente tradizionali, si giunge alle ultime rampe in pietra che conducono al tempio di Shi Jiong, detto della campana di pietra, ricco di sculture ed angoli panoramici sulla foresta circostante, di intonazione decisamente tibetana, con le sue figure mostruose ed i guardiani terrifici del buddismo tantrico a guardia delle porte di ingresso. Sono sudato marcio, ansimante per la fatica, mentre la temperatura esterna piuttosto fresca comincia a gelarmi la schiena. Insomma tutti i presupposti per ammazzare l'anziano pellegrino. Intanto da qui si sviluppa lungo il fianco della roccia un cammino di decine di grotte che contengono una serie di sculture religiose molto raffinate e di grande qualità artistica, oltre che essere meta di pellegrinaggi devoti. 

La grotta n.8
La caratteristica più importante del sito è data dal fatto che oltre alle figure dei grandi re del regno Nanzhao che raccontano scene di corte con dignitari che arrivavano dall'India e dalla Persia, elefanti ed altri animali, segno dei contatti che lo Yunnan aveva a quel tempo con i più lontani paesi asiatici, la maggior parte delle sculture riguardano figure femminili, a sottolineare la decisa struttura matriarcale che ha sempre avuto la cultura Bai. I camminatori che si avventurano su queste balze, non sono moltissimi, tuttavia noterete un certo assembramento davanti alla grotta numero 8, detta la caverna della Yoni, la cui parete di fondo è quasi interamente occupata da una curiosa figura, non è chiaro se naturalmente prodotta dall'erosione delle acque nella roccia o da aggiustamenti scultorei successivi, che rappresenta un gigantesco organo genitale femminile, lungo la cui fessura scorre un rivolo di acqua sorgiva a mantenerla sempre umida e muscosa. L'immagine è oggetto di particolare venerazione da parte di gruppi di donne che fanno voti al fine di avere figli sani e numerosi e naturalmente della curiosità dei turisti maliziosi. Comunque sia la serie di sculture di queste grotte è pregevole ed il continuo saliscendi tra le rocce appare meno penoso di quanto non sia nella realtà. Non rimane poi che attraversare il bosco della sommità, ammirare la valle, se la foschia lo permette e poi dedicarsi alla discesa, una interminabile scala che percorre fino al fondo il fianco della montagna. Occhio alle ginocchia e a non scivolare dai ponticelli malfermi che attraversano i deliziosi ruscelletti, mentre la nostra Apple ti racconta delle innumerevoli erbe medicinali, funghi e licheni che spuntano nel sottobosco. L'albergo con il suo giardinetto dalle cascatelle gorgoglianti è ancora molto lontano. 

Il parco Shi Bao Shan


SURVIVAL KIT

La vallata di Sha Xi
Sha Xi - Piccolo paese antico sul silk and horse trail. Di certo il meglio conservato e apparentemente "naturale". Uscite più o meno a metà dell'autostrada Dali-Lijiang e percorrete ancora una ventina di km verso ovest. Cercate di dormire in paese dove ci sono moltissimi alberghi ricavati da antiche case a tutti i prezzi (da 200 Y in su ce ne sono di bellissimi). E' bene soggiornare di venerdì per vedere, al mattino, il mercato settimanale, dove si può trovare qualche donna Yi e Bai in costume. Da vedere il tempio Xin Jiao costruito nel 1400 dalla dinastia Ming (all'interno concerti di musica tradizionale due/tre volte al giorno, offerta libera e museo della religione); la casa Ouyang Courtyard (ingr. 10 Y) di proprietà di un ricco mercante con sculture, e mobili d'epoca ma soprattutto esempio importante dell'architettura Bai. 

Le grotte del parco Shi Bao Shan
Pare che le finestre, che si aprono e chiudono con perfetta tenuta, siano ancora le originali di secoli fa; il ponte di pietra ad arco  Yujin, appena fuori le mura, punto classico per i fotografi alla sera quando la luce mostra condizioni eccezionali. Il luogo è tra i favoriti dalle coppie di sposi per le foto ricordo. Appena fuori città, a circa 15 chilometri, il parco di montagna di Shi Bao Shan (ingr. 30 Y) con il famoso Tempio sospeso del 1300 ed un percorso nella foresta attraverso una serie di grotte che contengono sculture di ogni tipo, oggetto di pellegrinaggio. Per il percorso classico (ben segnalato) calcolate almeno tre ore, piuttosto faticose,che includono una discesa finale di almeno 1000 gradini. Naturalmente troverete un certo affollamento alla imperdibile grotta n.8 (Yoni Grotto). Dall'alto vista magnifica sulla valle di Shaxi. Dedicate a questa escursione un pomeriggio perché ne vale la pena.
Verdure



Il tempio Xin Jiao
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Portanr la gerla





venerdì 27 dicembre 2019

Cina 23 - Scrivere ideogrammi


Via di Sha Xi


Una casa di Sha Xi
E' ormai pomeriggio quando arriviamo al crinale che separa la strada principale dall'ampia vallata di Sha Xi. La luce comincia ad assumere quel delizioso colore ambrato che fa impazzire i fotografi e che avvolge tutto riscaldando e che magnifica il verde dei boschi fitti che scendono lungo le colline ripide verso il fondo della valle divisa nettamente in due parti dallo zigzagare di un piccolo fiume che la taglia esattamente nel mezzo. Sui fianchi delle colline intravedi il luccichio di qualche casa sparsa e di piccoli insediamenti. Sono generalmente di minoranza Yi e non dovrebbe essere difficile vederne le donne, addobbate negli ampi vestiti, con i fantasiosi cappelli ricchi di ricami colorati che scendono in occasione dei mercati, da sempre punto di scambio e di incontro. Dalla nostra posizione piuttosto elevata, prima di scendere puoi scorgere i paesi della valle, con le case ammucchiate le une sulle altre, delle quali scorgi solamente i tetti grigi che si alternano, come piani diversi di un dipinto cubista, di cui distingui il verso delle tegole e gli spioventi graziosamente volti verso l'alto. Ognuno ha mantenuto la sua architettura tradizionale, senza sbavatura alcuna con le abitazioni, i cortiletti interni, i muretti ciechi che le proteggono con i portali ricchi di ornamenti e scritte bene auguranti. Potrebbero essere vecchie di tre secoli o appena rimodernate ma assolutamente simili nella forma e nello stile. Scendiamo lungo i tornanti ripidi, la cittadina è verso il fondo, leggermente isolata col nastro argentato del fume che la attraversa che si accende di barbagli di luce che il sole le regala prima di scendere dietro le creste più alte.

Una porta
Sha Xi ( 沙溪 - Il rio di sabbia) è sicuramente la città carovaniera meglio conservata sulla via del thé e dei cavalli (tea and horse caravan road - 茶马古道) che percorre lo Yunnan fino al Tibet e la sua importanza è datata ad oltre mille anni, quando, durante la dinastia Tang, il popolo Bai costruì questo centro attorno al mercato che naturalmente attirava la gente e le carovane di passaggio. Le case si raccolgono con vie contorte attorno alla piazza del mercato dove sorge il grande tempio Xin Jiao (兴教寺), l'unico buddista della minoranza Bai, di fronte all'antico teatro, poi ti perdi nei vicoli tra le vecchie case dai muraccioli di terra. Certo è inutile farsi illusioni, il paesino vive di turisti e le case sono state in buona parte restaurate, ospitando localini, bar, negozi e piccoli hotel, ma l'atmosfera, specialmente adesso che sta scendendo rapida la sera, è decisamente magica; le persone che incontri, poche e quando svoltando l'angolo tra i vicoli, incroci una donna dal grande cappello bordato di bianco o ti fermi al grande albero secolare che segna una delle piazzette tra gli scalini che salgono alla piazza dove sosta un pastore circondato da capre, il tempo si ferma di colpo e senti soltanto suoni antichi, campanelle di metallo che tintinnano quando gli animali muovono il muso curiosi o i colpi di bastone che battono sulle pietre del selciato. Pochi passi e sei fuori dalle mura, in un parco giardino molto curato lungo la riva del fiume che scorre adagio. Poco più avanti, un ponticello a schiena d'asino che lo attraversa.

La piazza
Ragazza Bai
Forse proprio di qui passava l'antica strada. Sembra di essere in un dipinto antico, un lungo rotolo dove un pittore con un grande pennello appena intinto sull'incavo di una pietra dove ha sciolto la china con cura, traccia la riva contorta, gli alberi che allungano i rami sul'acqua, quelli dei salici che quasi la toccano e in fondo l'arco di pietra sulla quale sta passando l'ombra di una ragazza, il grande cappello a cerchio sul capo graziosamente inclinato che lo scende a piccoli passi. Su una riva, due cavalli bai brucano l'erba sollevando il muso verso il cielo di tanto in tanto, quando le paperelle passano davanti a loro, smuovendo un'onda leggera. Poi scompaiono nell'ombra del ponte. Forse un sogno nel quale non riesci ad identificare un'epoca. Ripassi il muro e le strade ormai sono deserte. I rari turisti sono tutti rientrati. Man mano che scendono le ombre, i rumori si attutiscono e le viuzze solitarie sono specchi di muri bianchi su cui spiccano i fiori dell'inverno e gli alberelli curati. Il nostro albergo è stato ricavato da una antica a casa proprio di fronte ad una delle porte che entrano in paese. Al di là dell'ingresso entri in un delizioso giardino orientale con piccole aiuole separate da sentierini di ghiaia bianca; qualche alberello potato in forme contorte, cespugli con fiori rosa, ambienti aperti che si affacciano intorno. Le camere al primo piano sulla balconata, lo circondano aperte ad una vista di tranquilla pace. Uno degli ambienti è una sala da thé con un basso tavolino, con tutti gli strumenti necessari alla cerimonia.

Donna YI
L'albero centenario
Ti puoi sedere, prendere un pizzico di thé verde e procedere nella preparazione, versando il liquido verde pallido che fuma nella piccola tazza di terracotta scura. Di fronte, dall'altra parte del giardino un'altra stanza magica. Un lungo tavolo di fronte ai tronchi contorti che escono da grandi vasi di pietra. Sopra, un trespolo con appesi pennelli di diverse misure, una grande pietra scolpita in un incavo dove sciogliere il colore, qualche bastoncino di china e dietro la carta leggera, già tagliata in lunghe strisce rettangolari. Il signor Wu è anche un maestro di calligrafia sta terminando di tracciare i caratteri su un foglio disteso sul tavolo. Due stecche di legno duro agli estremi tengono ferma la striscia e lui, la osserva con calma, quasi volesse apprezzarne la qualità, lo spessore, la dimensione stessa del quadro formato dalle pieghe nella quale l'aveva precedentemente segnata. Poi, dopo avere messo la punta del pennello nella conca nera ed averlo  inumidito al punto giusto, lo sgocciola per non rischiare di macchiare all'intorno, poi con un colpo deciso disegna il primo tratto, poi un altro dall'alto in basso, poi altri ancora, infine con piccoli colpi, scandisce tre punti allineati, una linea dritta con un piccolo sbaffo ottenuto con un colpo deciso del polso. Infine solleva il pennello e osserva soddisfatto il lavoro. L'ideogramma si è definito completamente, significante e significato allo stesso tempo, suono muto che delinea un concetto, un mondo, che si deve tracciare senza indecisioni e soprattutto senza ripensamenti.

Il giardino
Quando hai tracciato il segno non lo puoi più correggere, è una firma che designa anche chi lo scrive, chi lo ha pensato. Ogni aggiunta lo peggiorerebbe trasformandolo in un mascherone inguardabile. Una vera arte, la calligrafia; lo stile dei grandi maestri è riconosciuta a colpo d'occhio e le loro opere sono esposte nei musei, come quadri da osservare per trarre ispirazioni. La scrittura di questa lingua ha un fascino senza uguali e devo dire che potrei davvero appassionarmi, quindi tocca a me cimentarmi, passare dalla chiacchiera ai fatti. Decidiamo con il signor Wu di compitare il mio nome debitamente translitterato. Prima mi mostra la sequenza dei tratti, poi tocca a me maneggiare il pennello facendo bene attenzione a non sbavare. Arrivo alla fine con fatica, il tratto a volte incerto, qualche ripensamento che spicca subito all'occhio della serie xe pezo el tacòn del buso, poi il lavoro è orgogliosamente compiuto. Lo lasciamo un poco ad asciugare, poi lo ripiego con cura e lo metto subito al fondo della valigia affinche non si stropicci. Il signor Wu sorride a lungo, poi tocca ad una signora che veste una lunga gonna tradizionale, che, preso un pennello più piccolo compita una serie di piccoli caratteri che mantiene in fila perfetta, è una poesia di un grande poeta Tang, che a poco a poco riempie il foglio, con una simmetria precisa. Nel piccolo stagno una rana gracida, lontano risuonano le note isolate delle corde del P'i P'a, il grande liuto rotondo. La luna è un gancio sottile nel cielo che va a nascondersi tra le nubi.

Il calligrafo apprendista


SURVIVAL KIT

Yin Ji Hotel- Piccolo hotel di charme, davanti alla porta nord della città. Camere disposte attorno ad un giardino centrale, molto spaziose e rinnovate da poco. Bagni puliti e ben dotati, senza Tv, free Wifi, Personale gentilissimo, sala da thé a disposizione per la colazione, sala calligrafia per esercitarsi. Acqua di cortesia. Comodissimo per girare il centro antico. A pochi passi dalla piazza centrale. Consigliatissimo.

Twelve Kicthen -A 50 metri dall'hotel, grazioso locale che fa piatti piuttosto eleganti con taglio fusion. Hamburger di pollo e lasagne molto buoni per 109 Y. Unici clienti. Da provare.

Finestre

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