giovedì 30 giugno 2022

Taste of Tuscany 19

 

foto Sofi

vecchio paese

ti affacci sul dirupo –

gemmule d’oro


martedì 28 giugno 2022

Taste of Tuscany 18

 

Montemerone - foto Sofi

sulla facciata

s’arrampica la vite –

vasi nascosti



lunedì 27 giugno 2022

Taste of Tuscany 17

 

foto Sofi

s’apron le foglie

sopra la vite nuova –

vino futuro


domenica 26 giugno 2022

Taste of Tuscany 16

 

foto Sofi

le botticelle

maturano buon vino –

bevi ch’è tardi



sabato 25 giugno 2022

Taste of Tuscany 15

 

Chianti - foto Sofi

lungo il vigneto

senti mimose e viole –

dentro al bicchiere



venerdì 24 giugno 2022

Taste of Tuscany 14

 

foto Sofi

nuvole scure

s’addensa un temporale –

dietro c’è il sole


giovedì 23 giugno 2022

Taste of Tuscany 13

 

San Giminiano - foto Sofi


sotto le torri

verde di foglie nuove –

suon di buccine



mercoledì 22 giugno 2022

Taste of Tuscany 12

 



albero antico

la lunga strada corre –

odor di funghi



martedì 21 giugno 2022

Taste of Tuscany 11

 

Chianti - foto Sofi


tramonta in giallo

sopra le mura antiche –

secoli morti




lunedì 20 giugno 2022

Taste of Tuscany 10

Filari a Monteficulle - foto Sofi

 

lungo il filare

tra gemme nuove e gonfie –

l’erba infoltisce


domenica 19 giugno 2022

La vita va avanti comunque

 In fondo cosa cerchiamo dalla vita, niente di più di un minimo di tranquillità. Quel mancare dell'assillo che ti costringe, più che a correre, a pensare di doverlo fare; di avere quella serie di famigerate incombenze dell'entro e non oltre, pena il subire inenarrabili punizioni fisiche, materiali e morali. Così poi capita regolarmente che stai per oltre due anni e mezzo fermo, immobile, barricato in casa come le oche da foie gras, con i piedi inchiodati su un solido asse di legno, poi quanto riescia sganciarti per una decina di giorni, ti capitano tutte addosso in un colpo solo, ti arrivano in serie sequele di telefonate: e no, lei deve, entro e non oltre, presentarsi, ma di persona e deve fare questo e quello e su e giù che il diavolo se li porti via tutti. Per carità, nulla di tragico, di gravissimo o di esiziale, le cose davvero disastrose che ti possono arrivare tra capo e collo sono ben altre, ma è questo smarronamento molesto, questo tritamento continuo di cabbasisi, per risolvere le mille piccole difficoltà e fastidi che i meccanismi perversi del, peraltro benedetto sistema di vita che ci siamo concessi (e speriamo che duri ancora a lungo per carità) ci costringe contro la nostra volontà, che sarebbe solo quella di poter esser lasciati in pace a goderci la tranquillità che ci sembra assolutamente e meritatamente dovuta, avendo raggiunto quell'età nella quale ci siamo nevitabilmente persi tutte le altre motivazioni di turbamento e di tormenti interiori. 

Invece il desiderio di tutti noi, raggiunto il sacrosanto assopimento temporale, qual è: potersene uscire tranquilli, dopo aver fatto una piacevole colazione, andare lemme lemme fin sulla riva del mare, travare parcheggio senza problemi dopo aver ficcato quache moneta dell'apposita macchinetta, trascinare un piccolo ombrellone ed un paio di asciugamani sulla battigia, possibilmente libero da assatanati combattenti, uniti contro la Bolkenstein, ma pronti a risucchiarti fino all'ultima goccia di sangue e sdraiarti sereno, godendo del dolce suono della risacca e rosolandoti all'ombra dell'ultimo sole, magari prevetivamente spalmati di creme da mani amorevoli. Questo in fondo si chiede alla vita, mica tanto di più. Pace e sereno giorno lontano da notiziari infausti, da elencatori di fatti dolenti, da turbative social. Lasciare l'odio al largo, che il suono del mare lo confonda e lo disperda in quel mare di fogna e di liquami che inquina il mondo e le menti. Di certo così la pensava quel signore, credo più o meno coetaneo, che come me si era sdraiato sulla battigia alla brezza ancora tenue e fresca del mattino. Avrà mangiato un bel croissant da una delle tante boulangerie che riempiono le vie adiacenti al lungo mare di profumi di forno, un caffè dall'aroma delicato e forte al tempo stesso e magari una bella spremuta di arance rosse che ti danno una piacevole sferzata di vitalità e di vitamine. Magari prima di sdraiarsi sulla sabbia avrà portato con sé un bel libro da centellinarsi nelle ore più cade o un sudoku per mantenere in esercizio la mente, alla nostra età è importante. 

E invece ecco che vedi un po' di agitazione intorno, la moglie che sbraccia, qualcuno che telefona e in cinque minuti o poco più piombano lì tre ambulanze, la macchina del medico, tutti che corrono sulla spiaggia, due alzano un telo bianco, un altro si affanna con tutte le forze a fare un massaggio cardiaco, compare un defibrillatore, una bombola di ossigeno. Almeno una decine di persone agiscono disperatamente per più di mezz'ora allorno alla figura immobile, le gambe nude allungate sulla sabbia dove la curva cambia inclinazione e scivola verso il mare. Poi ad uno ad uno si alzano, con sguardi delusi, dispiaciuti, addolorati di chi ce la messa tutta inutilmente. Il telo bianco viene disteso, questa volta a coprire completamente il corpo, che ormai appartiene ad un altro stato. Attorno qualche altro addetto pone un gazebo chiuso per proteggere il tutto in attesa che arrivi l'autorità competente a svolgere il suo obbligatorio lavoro. Tutto attorno, dopo gli sguardi rivolti anche da lontano, ogni cosa è rilassata e scorre nella sua sconvolgente normalità. La gente si butta in acqua, si spruzza di spuma, gioca coi racchettoni sul bagnasciuga. Se arrivassi adesso sulla spiaggia neppure potresti supporre quale tragedia personale si è appena compiuta a pochi passi da te. Tutto prosegue secondo il mormale ritmo della vita che, come logico, comprende anche la morte. L'acqua è fresca ma piacevole, dopo un attimo, la tragedia interessa solo più quella famiglia probabilmente straziata da quella inattesa bastonata che la sorte ha deciso di infliggere loro in una piacevole mattina di estate. 

I bambini schiamazzano intorno, tutti si buttano in acqua per buttarsi alle spalle anche soltanto la sensazione della tristezza, io per primo, appena in tempo per sentire alle spalle la pugnalata di una mefitica medusa violetta, una delle più malefiche, dicono subito intorno quelli che sanno, gli abitué del posto. Mentre soffro in silenzio sono circondato da una serie di bambinetti di varie età, frignanti, in quanto a loro volta colpiti, che mostrano a nonne terrorizzaate le staffilate rosse inflitte dalla malvagia bestia alle tenere carni dei loro eredi. Una giovane mammina russa (ma quanti ancora ne circolano da queste parti), subito corsa in farmacia, spreme un tubetto di prodigiosa crema sulle dolenti ferite, distribuendola a tutti, forse per generosa indole sarmatica o per il timore di essere scambiata per una riprovevole putiniana condannata al generale disdoro. Anche io approfitto naturalmente della panacea miracolosa che la gentile moscovita mi spalma sulle orrende bolle violacee di un livido paonazzo che mi sono fiorite sulla schiena. Lo fa con grande accuratezza forse acchiappata dal fatto che mi sono rivolto a lei con le poche frasi di russo che ancora riesco a ricordare e che tento ancora a pronunciare con rapidità e sicurezza in modo da spacciarmi infingardamente per vero conoscitore della lingua, cosa che crea sempre un certo alone di simpatia. Fortunatamente non ho ancora completamente perduto le mie arti da mercante della parola. Così termina la giornata, la convalescenza sarà lunga, soprattutto per quelle che rimangono  le ferite dell'anima, ma come si dice qui: tout casse, tout lasse, tout passe e qualcuno ha aggiunto tout se remplace


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lunedì 13 giugno 2022

Taste of Tuscany 9

 

Saturnia - foto Sofi

tepide acque

di balza in balza vanno - 

pelle di pesca



domenica 12 giugno 2022

Taste of Tuscany 8

Val d'Orcia - foto Sofi

fior di vigneto -

la cima d'un cipresso

mi buca il cielo


 

sabato 11 giugno 2022

Taste of Tuscany 7

 

Castellina in Chianti - foto Sofi

tra i verdi getti 

arriva il temporale -

oli fruttati



venerdì 10 giugno 2022

Taste of Tuscany 6

 

Montepulciano - foto Sofi


siepi diritte

giardino all'italiana -

menti perfette



giovedì 9 giugno 2022

Taste of Tuscany 5

 

Montepulciano - foto Sofi

la pianta grassa

tra foglie e rampicanti -

si gode il sole



mercoledì 8 giugno 2022

Taste of Tuscany 4

 

Certaldo - foto Sofi

dalla finestra

prati verdi ed ulivi -

lungo respiro



martedì 7 giugno 2022

Taste of Tuscany 3

 

Montepulciano - foto Sofi

sopra i filari

i fiori sembran vezzo -

afide attento



lunedì 6 giugno 2022

Taste of Tuscany 2

 

San Giminiano - foto Sofi

tra grandi botti 

il tralcio si avviticchia -

antiche torri



domenica 5 giugno 2022

Taste of Tuscany 1


Montefioralle 1 - foto Sofi

 fiore di pesco
allieti il contadino -
dura fatica


sabato 4 giugno 2022

Un tour d'Italie 15

Montemerano - verso piazza del Castello


Per fortuna, alla fine, c'è il fatto che in Italia ti sbagli in pochi posti, se sei deluso da un luogo, basta che ti sposti di un soffio e godi di nuovo. Infatti aggiri le cascatelle del mulino prosegui in una larga curva fino a salire la collina, dove tra l'altro hai anche un bel punto panoramico dove dare un'altra occhiata, diciamo un esame di riparazione, al sito termale e diciamo che alle ultime luci della giornata, la gente ha in massima parte abbandonato il luogo, per cui il colpo d'occhio, seppur di lontano, lo rivaluta alquanto. Le pozze blu orlate del bianco calcare che ne disegna i bordi si estendono sotto la vecchia casa a ventaglio, scendendo a balze irregolari fino al fiumiciattolo che porta via le acque, quasi un sistema naturale di pulizia, dato che praticamente il ricambio quasi totale avviene in qualche decina di minuti, garantendo ai bagnanti un liquido curativo quasi vergine che accarezzi la pelle e ne sprigioni l'effetto taumaturgico che già i Romani venivano a cercare tempo fa. Io comunque mi immergerei il più a monte possibile, voi vedete pure e fate poi come vi pare. Da questa terrazza a fronte, si ferma comunque qualche macchina per un'ultima foto, la posizione è ottimale e qualcuno la macchina ce la lascia anche, visto che è gratis e alzato il filo che recinta il campo, lo discende abusivamente fino ad arrivare al torrente da questa parte ed aggredire le piscine da valle anziché da monte. De gustibus. Ma la strada sale ancora un po' su questo colle ornato alla cima, tanto per cambiare, da un altro splendido paesino, Montemerano, gemma nel cuore della Maremma, che, anche se a me sconosciuto è pure annoverato tra i borghi più belli d'Italia, che immagino saranno a centinaia. Perché diciamocelo pure, il nostro paese, ha un po' tutto quello che si va a ricercare quando si vuole ad andare a scovare il bello in giro per il mondo. 

Cultura e natura, mare e montagna, cibo e bevande, città d'arte e piccoli paesi in quantità, tra i quali non riuscirai comunque a scegliere il più bello. So di dire una cosa scontata, ma di tanto in tanto giova ripeterlo.  Per questo piacciamo e siamo noti in tutto il mondo. Ricordo sempre un cliente russo degli Urali, che nel '93 usciva dai suoi confini per la prima volta, stupito all'inverosimile e deluso pure percorrendo la periferia di Milano, perché pensava che l'Italia fosse costituita tutta da paesini come San Giminiano, mentre a Venezia si chiedeva come mai non venivano rifatte tutte quelle case così vecchie e rovinate dall'acqua lungo i canali. Si comprò però una bella gondola da mettere in camera da letto ed un Pantalone di maiolica made in China, facendo il suo dovere di buon turista e se ne ritornò a Ufa (uno dei tanti buchi del cxxx del mondo) felice. Noi che abbiamo trascurato ingiustamente Pitigliano e Civita, pur vicinissime, ma già viste, sempre alla ricerca del nuovo e stupefacente, eccoci invece qui a salire le stradine ripide che portano alla sommità di Montemerano in festa, che poi in giro per paesini, qualche festa la trovi sempre in Italia, patria delle sagre. E infatti facendoci largo tra una folla tutto sommato considerevole, saliamo per le vie curve attraverso porte antiche a superare ben tre cerchie di mura, le une incastrate nelle altre e fuse in costruzioni successive, camminando a fianco a vecchie torri ancora oggi trasformate in case ed abitate, lungo acciottolati che ti conducono in piazzette solitarie circondate da facciate ricoperte di edera e fiori, con scalette che conducono a porticine nascoste, fino alla piazza del Castello che mantiene completa quella sensazione di arresto del tempo. 

Potrebbe uscire ad ogni momento, dalla vecchia porta di un monastero di legno antico una processione di nobili e cavalieri a portar labari e bandiere fino alla Chiesetta vicina a festeggiare il Santo, scende ripide stradine e risalire vicoli fino a fare al completo il giro del paese, circondati da un'ala di folla plaudente o silenziosa a seconda del quadro che si presenta. Ma non è fantasia, la processione c'è davvero, se no che festa sarebbe. I turisti son venuti apposta e vanno contentati. Cosi slappandosi un gelato puoi sederti su un gradino e goderti la sfilata con i bimbi compresi della loro occasione di camminare coperti di panni antichi e ragazze ansiose di mostrare la loro fiorente bellezza nella vesti di Madonne rinascimentali con i capelli baroccamente agghindati. I tamburi rumoreggiano in ritmi che poi alla fine son sempre gli stessi, tatatàn tatatàn tatatàn tàn tàn, e anche gli ultimi passano tra il plauso del volgo che ammira come cinquecento anni fa, la processione che si dirige verso la chiesa. Peccato che questa rimanga irrimediabilmente (e pare perennemente) chiusa. Informatevi eventualmente se telefonando ve la fanno vedere, perché questa di San Giorgio, oltre ad essere un vero e proprio gioiello romanico, contiene una sequela di opere assolutamente meritevoli di essere viste tra le quali affreschi di scuola senese, un polittico di Pietro di Sano, un San Pietro ligneo dle '400 e la celebre, pare, Madonna della Gattaiola che presenta alla base del dipinto un buco nel muro, fatto, si dice, da un parroco animalista, per far passare i gatti. Pazienza, vuol dire che la guarderò sul web. Così girolando e godendo viene il tempo di accedere all'osteria, quella che la nostra amica Nunzia ci aveva saggiamente segnalato, per far venire sera, come si usa in Maremma, tra due pici ed un bicchier di vino.


Madonna della Gattaiola

SURVIVAL KIT

Montemerano - (GR) - Se avete già visitato i più importanti borghi vicini di cui vi ho detto, non perdetevi anche questo gradevolissimo paesino, che potrete gustarvi in un paio d'ore, salendo fino al Castello attraverso una serie di porte successive e passando dalla Pieve e il monastero. L'abitato è splendidamente conservato, forse meglio godibile nei momenti di poco afflusso. Cercate di riuscire a vedere la chiesetta di San Giorgio, provando a questo numero 0564 602736, se riuscite a concordare un orario per farvela aprire ed ammirare le molte opere d'arte, tra le più importanti del Grossetano.

Vecchia osteria Cacio e vino - Montemerano - Dal sapore tipicamente toscano qui, accompagnati dalla simpatia ironica del personale, gusterete piatti tradizionalissimi in un ambiente amichevole da trattoria di paese, comunque non disgiunta dalla qualità. Noi abbiamo avuto gnocchetti o tagliatelle al sugo di cinghiale, capocollo e salcicce, dolci fatti in casa e un Morellino assai gradevole. Tra i 25 e i 30 € per due piatti e un dolce,  a seconda di quanto mangiate. 



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venerdì 3 giugno 2022

Un tour d'Italie 14

Cascate del mulino - Saturnia - ore 12


 Il tempo di sbarcare i bagagli e sistemarli alla meglio nella camera e via veloci verso il target di oggi. Fare il turista, l'ho già detto più volte è mestiere faticoso. Non è certo il dolce flanare del viaggiatore che indugia a suo piacimento rimandando a momenti successivi eventuali impegni o desideri, se al momento gli sorge la voglia di fare altro, di godersi più a lungo una sosta o peggio ancora di oziare atarassicamente e rimanere in una fase di assenza di pensiero, possiamo anche chiamarla di meditazione assertiva, il non fare nulla convinti che questo da solo giustifichi il farlo. No, il turista ha itinerari preparati da seguire, orari da rispettare e cose da spuntare sul suo maledetto e ben preparato taccuino, non ci sono spazi per il riposo, questo si farà poi, tornati a casa, né tempo per i cambi di programma, tutto è perfettamente incastonato nel diario di bordo, studiato a suo tempo. Dunque via veloci per le terme di Saturnia tagliando in due la valle tra piante di ulivi e campi di grano. Come ho detto ci tenevo a questa tappa, avendone molto sentito parlare e come accade spesso la forte aspettativa si è tramutata poi in forte delusione. Un vero  peccato. Già la strada di avvicinamento, mostrando un traffico anomalo per essere tutto sommato una stradina di campagna, dava da pensare, visto che in fondo possiamo considerare la fine di aprile come un periodo decisamente fuori stagione. Il paese sulla collina non presenta interesse particolare e si è quindi deciso di procedere direttamente verso le cascatelle termali, sfilando il celebre resort che proprio su questa termalità ha fondato le sue lussuose fortune. 

Il faraonico parcheggio che occupa un intero e vasto campo deve mettervi in allarme e le torme di visitatori che vanno per almeno un chilometro versi il sito, bardati di tutto punto in accappatoi di spugna quando non direttamente in costume da bagno, calzato alla meglio tra le portiere aperte, con ceste e borse termiche contenenti il necessario per pasti lucculiani, dovrebbero mettervi in sospetto che la bellezza e l'unicità del luogo debbano subire una logica deturpazione, inevitabile certo, ma assolutamente fastidiosa. D'altra parte mi direte voi, se un luogo è bello e merita in assoluto una fruizione, come posso impedire a torme di abborracciati visitatori di accedervi in ogni modo. A meno che non si voglia impedirne del tutto l'accesso o limitarlo al massimo rendendolo a pagamento. Infatti o il luogo è così remoto e difficile da raggiungere, come lo era Pammukkale agli inizi degli anni '80, oppure, anche se si impone un ingresso a pagamento, la gente ci va comunque ed allora devi vietarne il calpestio materiale se, come in questo caso, questo può contribuire a rovinarlo materialmente. Fatto sta che compiuto il lungo percorso per arrivare dal parcheggio al sito, che tuttavia non serve a scoraggiare nessuno, in fila compatta tra torme di ragazzini urlanti, giapponesi occhialuti e turisti da gita fuori porta, accedi alla zona dove la gora che ha traversato i campi come piccolo ruscello si apre dietro ad un vecchio mulino cadendo in balze successive in una serie di piccole piscine che il deposito calcareo ha contribuito ad arrrotondare di bianchi bordi, mentre l'acqua tiepida procede verso la vasca successiva diluendosi in mille rivoli di delicato azzurro, fino a scendere nel fondo della valle dove il torrente che si forma quivi, se la porta via. 

Il tutto incorniciato dal verde dei prati primaverili circostanti, smeraldo puro punteggiato di margherite. Tutto questo è quanto dovresti vedere, l'aspettativa insomma, la realtà è un'altra. La gente che continua ad affluire essendo ormai quasi mezzodì, non solo ha occupato completamente i prati circostanti ricoprendoli di tovaglie e altri teli, ma ha già cominciato a disporre ogni cosa per i picnic, dalla lasagna untuosa, alle melanzane alla parmigiana con tutto il contorno del caso che non starò ad elencarvi. I prati smeraldini sono completamente occupati e non trovi eventualmente neppure un posticino per sederti a tua volta, posto che te ne venisse il desiderio. Ma questo è nulla. Anche le piscine balsamiche,che i due rivoli che avvolgono il casotto del mulino, hanno formato nei millenni appena trascorsi, sono completamente popolate da altrettanta, se non ancor più numerosa folla. Un carnaio di corpacci seminudi, c'è poco da fare, l'italiano medio è grasso, grassissimo con tendenza definitiva all'obesità, a mollo nelle pozze sguazzando chiassosi  che si beano a più non posso della presunta efficacia curativa dell'acqua che, come ben si sa ed è reclamizzato, rende la pelle di pesca anche ai rettili squamati. Praticamente l'intero sito, con la sua conclamata bellezza, non è assolutamente visibile, ripieno com'è di rotoli di ciccia debordante, chiappe maestose suddivise da fili interdentali e intanto, la gente continua ad affluire festosa. 

Cammino un po' intorno risalendo la scarpata a monte per vedere se nei punti un poco più scoscesi la folla dirada, ma è speranza vana, tutto occupato anche la parte finale del ruscello che arriva da monte, anche questo in larga parte occupata da bagnanti beati. Ora, non pensavo certo di fruire del beneficio balsamico delle acque, non essendo punto attrezzato alla bisogna, ma almeno il colpo d'occhio me lo aspettavo. Certo sono rimasto deluso e innervosito, ma pensante a cosa deve essere questo luogo nei veri momenti di grande afflusso, vacanze comandate, estate o altro. Va beh, si è fatta l'una, cerchiamo almeno di buttar giù qualche cosa, visto che qui tutti mangiano e bevono ai quattro palmenti, d'altra parte con un simile afflusso chissà quanti bar e locali faranno i soldi con la pala alle spalle della massa turistica disposta a tutto. Altro errore di giudizio clamoroso. C'era un baretto all'ingresso un tempo almeno, ma al momento per motivi ignoti è chiuso. Ora che in un luogo simile dove si affollano affamate e assetate, migliaia di famigliole in preda al sabba consumatorio di bibite, gelati, panini e porchette, non ci sia un locale che dia questo servizio mi pare cosa criminosa e assolutamente stolta, visto che sarebbe una vera e propria miniera d'oro. Non vale certo l'osservazione che si aumenterebbe la propensione a lordare il luogo sacro, visto che tutti arrivano già ben forniti in  materia. Comunque se non ci hai pensato prima morirai di fame o di sete, in alternativa, vattene quindi visto che non c'è niente più da vedere. Torniamo quindi mestamente al paesello soprastante, ma  il toast che ci siamo permessi ad un assolato baretto vicino alla piazza centrale, mi ha ingozzato a talmente da non farmi bastare una intera bottiglietta di acqua. Questo è quanto, cerchiamo di andare a vedere qualcosaltro, va', che è meglio, che oggi non marca mica bene.


ore 20

SURVIVAL KIT

 Terme di Saturnia - Marciano (GR) - Complesso costituito da una sorgente di acqua termale a 37,5°C costante tutto l'anno, in parte deviata in un resort di lusso con campo di golf, in parte nel parco termale a pagamento e infine nella parte gratuita e aperta al pubblico delle Cascate del mulino, dove il torrente Gorello che arriva dal Monte Amiata, forma una serie di piscine naturali calcaree nelle quali è possibile fare il bagno. Parcheggio a pagamento a 1 Km dall'ingresso. Sempre affollatissime. Portatevi da mangiare e soprattutto da bere, perché non sono previsti servizi di bar o ristorante se non al paese soprastante lontano circa 3 km. Contrariamente a quanto riporta il sito. Per non rimanere quindi delusi dal sito che comunque dovrebbe avere una sua straordinaria bellezza, veniteci d'inverno e lontano da qualunque festa comandata, tanto se volete fare il bagno l'acqua ha temperatura costante tutto l'anno. In alternativa pensate di trascorrere una intera giornata al Parco termale a pagamento, che affitta anche asciugamanie accappatoi.


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giovedì 2 giugno 2022

Un tour d'Italie 13


Colli del Chianti

E va bene, ci voleva, ieri vi ho dato conto della messa cantata del carnivoro impenitente, cercando di essere il più possibile neutrale e senza lasciarmi andare ad impeti lirici, che pure ci possono stare, ma ripeto chi vuol esser lieto sia, di doman non v'è certezza e ogni giorno che passa ne ho la riprova, quindi lassez faire, lasciatemi godere di quel poco che ancora posso e poi si vedrà. Dunque tutte le cose belle finiscono, come ho più volte avuto modo di raccontare e se è pur vero che la buona carne la puoi trovare dovunque senza fare troppo il difficile su qualità e razze, lo stesso Cecchini con spirito toscano, a quanti gli rimproverano che non di Chianina si tratta ma di Angus, ama dire, non sono razzista, quindi come diciamo ad Alessandria, lasùma perdi e passiamo oltre. Già, perché questa scorribanda nel Chianti e dintorni è proprio finita e, svegliato lal mattina presto e caricati i bagagli, non mi so dar pace di abbandonare questi colli, stamane che la vista all'intorno è così perfetta con quei toni da alba rosata che allegra i prati e le vigne e ti imporrebbe di rimanere qui sotto la quercia grande ancora un po' a guardare, a cercar di individuare quale sia il casale della Tenuta di Lilliano, quella che tra i non pochissimi assaggi di questi giorni mi ha regalato le sensazioni più piacevoli e sto parlando di bottiglie di Chianti classico a prezzi non proibitivi (range tra i 10 e i 20 €, 23 il riserva all'origine). Ma io non sono un intenditore anche se l'individuare, lontanissimo il bel villone dalla facciata ricoperta di edera, mi muove a rimprovero per non esservi andato a portar con me almeno qualche bottiglia di ricordo, che poi però il vino va bevuto e quindi che ricordo é? E' il destino barbaro del viaggiatore, partire portando con sé rimpianti e scuse. 

Un salto ancora a Castellina, un'altra scusa, fare colazione con le buone brioche farcite di crema al pistacchio (avete notato che ormai il pistacchio, naturalmente di Bronte, domina incontrastato in ogni dove dalla pasta agli arrosti, come lo zenzero prima e dopo la curcuma?), in realtà, ma sarà vero, per buttar un ultimo occhio alle volte ed al minuscolo centro medioevale in cerca di qualche ultimo palazzo sfuggito nei giorni precedenti, per ritrovare facilmente il parcheggio, tanto nùn vi perdete, siamo mica a Milano, dice il vigile che prepara il controllo del passaggio in vista della festa, e poi via. Un su e giù per colli e valli gentili, se pur alquanto selvatiche e spopolate per andar verso sud. Già perché si è deciso che tanto che si era di strada, si poteva ben prolungare il nostro andar per colline, come se non si avesse una meta precisa, come dovrebbe fare il viandante, vero viaggiatore. In realtà le prenotazioni fatte sul web e debitamente stampate, che ormai siam troppo anziani per fidarci del solo apporto digitale del telefonino dai comportamenti balzani, un giorno è scarico, l'altro non funziona, un altro ancora chissà dove è finito, non ci capisco più niente, era qui e adesso è sparito il pdf, sono ben supportate dal cartaceo, sicuro, ancorché poco ecologico orpello che tuttavia, sta lì nella tasca del trolley, assicurazione di nero su bianco. Però almeno lasciatemi ancora la libertà di scegliere la strada, lontana dalla via diritta e trafficata, vagando per itinerari secondari, tutti curve e saliscendi, tanto nessuno soffre la macchina, i vecchi son pellacce dure, che ne han già viste tante. Dunque belle queste terre apparentemente selvatiche che van verso la Maremma, attraverso l'Amiata. Terre calde anche, di un calore speciale che vien da sotto, in Italia non manca nulla, anche la geotermia, che Dio la benedica in tempi di penuria energetica. 

Così si passa vicino a quegli sbuffi che vengon su dal nulla, ciminiere antiche di una centrale pensata in tempi in cui chi andava a pensare al gas sarmatico o agli oli pesanti che arrivavano d'oltre mare? Eppure si sfuttava di tutto e questa ricchezza che arriva da sottoterra è capace di regalare altre piacevolezze, la nostra infatti, un po' dappertutto. è terra termale, usata e amata da millenni, moltissimo poi nel secolo scorso, quando gli stabilimenti fiorivano come i funghi in ogni regione d'Italia, siamo o non siamo una terra ballerina, almeno fino a quando questo tipo di cure le passava la mutua, specialmente agli statali. Adesso che quantomeno il soggiorno te lo devi pagare, queste aree hanno cominciato a soffrire e pare quasi che il beneficio curativo sia venuto un po' meno anche se questo tipo di turismo un po' d'antan, da primo novecento, ha sempre il suo fascino. Comunque dopo un piacevolissimo andare in questo estremo lembo di Toscana grossetana, eccoci arrivati nella zona di Saturnia, un areale che mi premeva di aggiungere ai miei scatti fotografici, dopo aver calcato le similitudini turche di Pammukkale e quelle cinesi di Bai Shui Tai nello Yunnan, sempre per stare a sentire le mie smanie collezionistiche che bramano aggiungere la figurina mancante all'album dei desideri. Dunque, prima cosa arrivare, su una strada più adatta alle 4x4 che alla mia berlina dal fondo che quasi sfiora il terreno tentando di sfondare la coppa, all'agriturismo, dove la signora ci aspettava, un po' stupita dal fatto che quest'anno anche a stagione non ancora cominciata, abbia sempre le camere occupate. Meno male, direi, si vede che la gente si è stufata di stare chiusa in casa ed ha voglia di muoversi, tanto per far recuperare qualche cosa a chi deve vivere di turismo nostrano. Comunque dai, diamoci una rinfrescata ed andiamo a buttare un'occhiata a queste famose piscine di Saturnia, note già da tremila anni per la loro benefica funzione, così almeno recita il sito dedicato. 

SURVIVAL KIT

Agriturismo Castellum Aquarum - Poggio Murella (GR) - B&B molto rustico all'esterno con bella vista sulla campagna circostante. Camere pulite e bene attrezzate. Colazione ricca e familiare nella cucina comune. La signora è gentile e prodiga  di informazioni. Di qui potrete girolare nei borghi attorno e accedere alla famose terme. Ambiente un po' country con cavalli, offre infatti anche possibilità di giri a cavallo che in questo ambiente devono essere molto piacevoli. 55 € la doppia con bagno. Puoi apprezzare pienamente la pace della campagna. Attenzione alla strada sterrata di accesso, può dare qualche problema per chi ha una macchina bassa, nelle ultime centinaia di metri in discesa, ma qui la colpa è del comune.

Campagna a Poggio Morella


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mercoledì 1 giugno 2022

Un tour d'Italie 12


Il macellaio Dario Cecchini all'opera

Vuoi un altro borgo dove proseguire la scoperta? Devi solo decidere quale, tanti ce ne sono all'intorno da perderti nella scelta. Colle Val d'Elsa ad esempio, ti può far trascorrere un altro pomeriggio, anche perché dal Piano, la parte bassa della città, per arrivare al centro storico di Santa Caterina e al Castello te la devi cuccare a piedi con belle salite sull'acciottolato, visto che l'ascensore non fiunziona da tempo, complice la scusa Covid e chissà quando se ne riparlerà. Altri scorci magnifici, altri panorami dall'alto del colle appunto, qualche occhiata alle botteghe del cristallo, vanto locale e poi giù di nuovo a raggiungere la grande piazza che pure ha un suo fascino con il suo solido impianto razionalista che ad una certa ora della sera, se priva di passanti, complice un po' la stagione, un po' il tempo piagnucoloso, appare all'occhio come una visione metafisica di De Chirico. Puoi pure slapparti un gelato ad uno dei suoi bar e goderti la sua calma onirica, d'altra parte bisogna pure riposarsi un po'. Fare il turista è lavoro impegnativo, non si può correre sempre a scendere e salir per l'altrui scale che poi ti vien sete. Quindi anche una sosta premiata fa piacere prima di prepararsi per una gran cena d'addio al Chianti, un festeggiamento che sappia, per una volta, per l'anziano ormai quasi vegetariano, di un sabba onirico di carnivora voracità, quale richiede il territorio e la tradizione per essere ricordato non solo per la sua bellezza. 

Dunque eccoci diretti a Panzano in Chianti, altro borghetto che meriterebbe una visita più approfondita, a testare una nota realtà, magnificata da molti, affermata da anni con uno specifico anche televisivo, criticata da alcuni. Ora tra il tempio assoluto della carne mondiale, al giudicarla una odiosa trappola per turisti, di spazio ne corre molto, bisogna quindi, a mio parere valutare con un certo distacco per riuscire a dare giudizi sereni e scarichi da astio preconcetto o al contrario da lirici entusiasmi condizionati. Così prima di scrivere questo pezzo sono andato a leggermi molti giudizi dai più entusiastici (la maggioranza) ai più velenosi che pongono l''accento più sulla prosopopea e la qualtà dell'accoglienza, che sulla specifica sostanza della esperienza gastronomica. A mio parere bisogna sabere bene cosa ci attende nel prenotare (con molto anticipo) alla Antica Macelleria Cecchini, personaggio televisivo che da anni gioca su questo suo ruolo. Certamente non troverà accontentate le sue aspettative chi pensa di andare in un localino grazioso ed accogliente a gustare una fiorentina di chianina in un tavolo tete à tete, magari a lume di candela. Qui sappiate che si tratta di un locale impostato a stile osteria, sempre molto affollato in cui vi potrà capitare di essere in tavoli comuni a consumare un menù prefissato e accompagnato da vino sfuso. Se volete qualche cosa di particolare ve lo potete comperare nella vicina enoteca e portarvelo al tavolo, che al proprietario fa pure piacere, visto che è sua anche l'enoteca. La carne che verrà servita in assaggi successivi è Angus allevato brado in Spagna, non menatela quindi che vi aspettavate in Toscana di mangiare solo Chianina. 

Tutto questo è noto in precedenza e quindi non darei peso alle critiche pesanti che vanno su questo aspetto, quindi apprestatevi a godere di quanto previsto che a mio parere ha il suo perché, senza lasciarvi toccare la suscettibilità, se capiterà, come qualcuno cita, da una troppo pesante ruvidezza toscana, che forse sarà scappata di mano quando la troppa folla preme, attirata dalla fama, cosa che invece a noi non è parsa per nulla. Forse adesso non si recita più Dante davanti alle griglie, ma qui siete venuti alla fine per mangiare. Dunque arrivi per tempo davanti al negozio (che forse proprio per questo i locali rifuggono) e ti fai largo tra i molti che affluiscono, di norma si servono ad occhio croce almeno 150 coperti. Mentre la gente entra a poco a poco, si passa per il negozio, appunto la macelleria, si inganna il tempo con i crostini all'olio ed al famoso burro di maiale, una pasta di lardo morbidissima mescolata ad un trito di erbe, da spalmare, che a mio parere, è una vera ghiottoneria e si ritroverà poi sul tavolo per ulteriore gradito utilizzo. Il Dario Cecchini, fa il suo show, offrendosi ala folla senza negarsi alle numerose richieste di selfie coi clienti, molti vanno per quello, perché criticarli, d'altra parte la fama se l'è guadagnata negli anni a partire dal famoso funerale della fiorentina nel periodo famigerato della mucca pazza, a ricordo del quale è esposta apposita targa all'esterno della macelleria stessa e sarebbe assurdo non approfittarne, facendo diventare l'attività una macchina da soldi. Mentre prendi posto ai tavoli cominciano a scorrere vassoi gigani ricoperti da imponenti masse di carne divise nei previsti tagli, verso le griglie colossali che rappresentano la cucina vera e propria del locale. 

Nell'attesa che lo sfrigolar di ciccia risuoni nell'aria, viene servito un pinzimonio di apertura, poi di seguito si comincia con la battuta di carne al coltello che viene proseguita da robuste fette di carne di culaccia al sangue, per me assolutamente di giusta cottura. Ora io sono grande amatore della carne di fassona piemontese, forse la migliore dle mondo e di certo la Chianina è altrettanto pregiata, ma io, l'Angus non lo butterei via, come critica qualcuno e devo dire che l'ho masticato con piacere, trovando la tartare molto gustosa ed altrettanto il carpaccio, cosìcché non starei troppo a sottilizzare sulle provenienze se il pezzo ti soddisfa. Tra una portata e l'altra metti giù anche un po' di cannellini, che non guasta. Io non ne mangerei troppi, continuando anche coi crostini al lardo, perché se no non ce la fai a finire il resto, anche se ho letto qualcuno che si lamenta della quantità. Poi in successione arriva un tomawak a mio parere davvero eccellente da rosicchiare con calma, quindi la panzanese, bei cubotti credo di scamone, poi saporiti pezzi di pancia ed infine tre o quattro pezzi di fiorentina. Io francamente non ne avrei mangiata di più, anche se in teoria ne avrei avuto ingorda voglia. Infine arriva una patata fumante cotta alla brace nella stagnola da ricoprire col famoso lardo in pasta e vi assicuro che anche questa è una delizia imperdibile ed per ultima una torta all'olio casalinga che ho trovato assai buona. Caffé da una moka gigante e grappa per finire. Ora, date le premesse siamo andati oltre alle aspettative e mi dichiaro soddisfatto. Non ho saputo resistere all'uscita ad acquistarmi un barattolo del magnifico Burro di maiale, l'appunto tanto decantata pasta di lardo. Poi se la giudicate una trappola per turisti, fate pure, io una capatina la farei, non facendo troppo il cagamaretti e godendomi la serata. Carne diem quindi come prevede il motto del locale.

Il mitico tomawak

SURVIVAL KIT

Antica macelleria Cecchini - Panzano in Chianti - Dopo aver fatto un giro nel magnifico borgo e ovviamente dopo aver prenotato con anticipo, godetevi questa trattoria di grande fama, ottenuta anche con le presenze televisive del proprietario, Dario Cecchini, che ovviamente gioca con la fama acquisita. Sappiate prima lo stile del locale, tavoli comuni, menù fissi, la carne di Angus allevato in Spagna e il vino della casa. Scegliete di preferenza il menù da 50 € (ce ne sono anche da 20 e 30) che comprende crostini, pinzimonio, 5/6 portate di carne alla brace di tagli diversi, una patata alla brace, torta all'olio, vino, caffé e grappa.  Tanti o pochi giudicatelo voi, a me appaioni giusti. Le quantità mi sono apparse più che sufficienti. Anche se non una esperienza mistica, tuttavia l'ho apprezzata.

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