giovedì 3 aprile 2014

La sorgente delle fate

Il Fairy Creek



Mica puoi stare tutto il giorno disteso sotto un ombrellone di foglie di palma a sorbire succhi di mango e a farti venire la voglia di fare quei cinquanta metri di spiaggia per tastare la temperatura dell'acqua? Direi che se c'è qualcosa da vedere attorno, vale la pena farci un salto, se poi il nome è accattivante come la sorgente delle fate, urge andare a fare una trattativa al banchetto di una russa stagionata coi capelli rosso mogano, che vende escursioni tanto per stare qui al caldo un po' di mesi. Per la verità dice che aveva provato a farlo in Angola, ma sembra che laggiù i maschi locali fossero troppo aggressivi e quindi si è trasferita da queste parti. E' probabile, non per cattiveria che siano passati molti anni da quei fatti, ma comunque Ludmilla si è affezionata al posto, poi sembra di essere a Mosca sull'Arbat a sentire il chiacchiericcio del passeggio. Chiuso il contratto non resta che aspettare il tizio che arriva puntuale su un jeeppone verde un po' malandato. Arrivi in un attimo ad uno stradino laterale tra le palme un po' fuori del paese. Un gruppetto di baracche dove la puzza di un produttore di salsa di pesce ti guida fino a che non hai superato i cortili pieni di orci maleodoranti, poi, superate le ultime baracche finisci in un boschetto di palme e senza accorgerti ecco il greto di un anonimo ruscello. E qui comincia la magia. Intanto devi toglierti le scarpe perché non c'è sentiero e anche se hai qualche titubanza a camminare a piedi nudi nell'acqua bassa, il contatto con la sabbia leggera è convincente, dà fiducia, ti arrotoli i pantaloni e cominci a risalire la corrente. 

Subito dopo la prima curva, i boschetti verdi che cancellano la presenza dell'uomo rendono il luogo più ricco di fascino e dopo qualche ansa, lo spettacolo è magnifico e del tutto inaspettato. Le pareti intorno al ruscelletto si alzano di colpo diventando muri dove una erosione capricciosa ha disegnato trine e merletti che non puoi credere opera della natura, ma di un artista dalla fantasia sconfinata. La particolare conformazione geologica di questo luogo ha assommato nello stesso spazio strati di terreno sabbioso bianchissimo ad altri di terra rosso fuoco. L'acqua ha poi scavato e scava continuamente ad ogni stagione, formando fenditure, vallette, canon e scarpate che appaiono come colpi di cucchiaio in una torta multistrato, che mostra ad ogni angolazione colori diversi e formazioni a cui la mente accoppia oggetti, animali o forme fantastiche. Il periodo secco contribuisce a rendere le pareti più friabili, così ad ogni angolo, vedi rivoli di sabbia rossa scorrere lungo canaline candide, come flussi di clessidre che riempiono bottiglie di artisti a creare disegni sempre mutevoli. Certo, perché è evidente che forse ad ogni stagione, qui il paesaggio cambia forma e colore, L'acqua scorrerà ancora col monsone, scavando nuovi angoli, togliendo asperità per formarne altre, spegnendo candelabri di fango per sostituirli con altre luci, altri colori. Il sole che si sposta a poco a poco, cambia le ombre e l'intensità delle ocre, mutandole in gialli vivi, che diventano più scuri via via fino al vermiglio della sera. Ad ogni curva tutto cambia. 

Se vuoi puoi salire sui fianchi della riva, quando l'erta diventa meno ripida, ascendendo qualche spazio stretto tra le dune, ma a piedi nudi la sabbia scotta e ogni passo avanti ne fa scendere di due, facendoti scivolare implacabilmente verso il basso. In tanti risalgono il torrente, forse questo toglie un po' la poesia, ma basta fermarsi un attimo e il gruppo passa e tu ti ritrovi di nuovo solo di fronte alla bellezza. Finalmente arrivi alla cascatella che sta sotto alla sorgente. Forse è qui che stavano le fate che le danno il nome. Sarà da qui che hanno preso corpo le ninfe dei boschi così presenti nella religione tradizionale del Vietnam? Non è difficile crederlo. Torni indietro triste di lasciare tutto questo e anche se il paesaggio è di nuovo diverso per le cambiate angolazioni della luce, lo guardi con meno piacere perché hai ormai capito che stai per lasciare questo luogo alle sue fate, che forse usciranno a bagnarsi nella pozza sotto la cascata solo quando l'ultimo turista se ne sarà finalmente andato. Allora forse muteranno di nuovo l'aspetto della gola, appena sarà possibile, perché tu o altri ci possano ritornare ancora a rinnovare la sorpresa di un paesaggio sempre mutevole e diverso.Quando ti rimetti le scarpe e risali il sentiero per tornare alla macchina, ti rassegnerai a sentire le reprimende dell'autista, arrabbiatissimo perché si era detto mezz'ora e invece già più di un'ora è passata. E no, caro il mio Tong, con le fate non puoi stare a guardare l'orologio, mentre qui, nel mondo reale, in fondo si può risolvere tutto con una mancia.

SURVIVAL KIT

Mui Ne, altrimenti detta Han Tien, è la località di mare più alla moda del Vietnam e anche la più costosa e affollata. soprattutto di russi. Va bene se cercate vita più mondana, surf e kytesurf, diversamente rimarrete delusi. Tira quasi sempre un bel venticello, quindi anche entrare in acqua è faticoso. Non adatta allo snorkelling. Meglio allora cercare spiagge più isolate e naturali.

Ci sono diverse cose da vedere in zona facilmente visitabili con economiche escursioni (prenotabili da un qualunque banchetto sulla strip o al vostro albergo). In un pomeriggio conviene : Sorgente delle fate, Porto di pesca, Parco delle dune bianche e Tramonto alle dune rosse. (10$ a testa circa, dalle 14 al tramonto). Vale assolutamente la pena anche se al Parco delle dune bianche c'è un sacco di casinisti coi quad  che scorrazzano sulle dune e alle dune rosse i turisti maleducati lasciano a terra un sacco di schifezza. Al porto colpo d'occhio unico! Da non perdere.

Produzione del Nuoc Mam





Rovine delle torri Cham a Po Shanu - si può andare con bus che passa sulla strip con cui si può arrivare fino a Phan Tiet a una decina di km, per vedere il mercato e le barche da pesca colorate (questa città è il regno della produzione del Nuoc mam, la famigerata salsa di pesce). Se si prende una escursione confezionata (più o meno allo stesso prezzo) ti portano anche al monte Ta Cu dove si sale con la funivia fino a un tempio (moderno) del Buddha sdraiato di 50 metri.







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7 commenti:

Unknown ha detto...

Ti trattasati bene, eh, spettacoli naturali a parte.
Da restare senza fiato.
Cristiana

Anonimo ha detto...

Poetica e romantica la descrizione della sorgente delle fate. La presenza del la sabbia fine e le pareti ricamate evocano un'atmosfera fiabesca appropriata per un racconto di fate e folletti. Questi danzano nottetempo nel velluto sabbioso intorno alla sorgente,che spande luce astrale e frescura la notte e profumo di fiori il giorno.Forse ho evocato un'atmosfera troppo da saga nord occidentale ma mi piace immaginare così la scena.

Paola

Enrico Bo ha detto...

@Cri- bisogna sempre trattarsi bene, perchè se vuoi bene a te vuoi bene anche agli altri!

@Paola - ci sono un sacco di posti magici in giro per il mondo alcuni proprio dietro casa e le sensazioni sono quelle.

Simona ha detto...

Sono rimasta incantata, sia dal posto ma (soprattutto) dal tuo racconto.

Unknown ha detto...

Fossi giovane, ahimè, le svanziche per Ludmilla la rossa tu le trovi…
Una domanda: tu hai anche riprese in campo lungo, di tutti questi luoghi?

Un saluto

Enrico Bo ha detto...

@Cic - Grazie cara, il merito è davvero del posto.

@Tent - Lundmilla matrioska ormai più non le merita, forse un tempo. Sì ne ho di panorami, purtroppo la mia pochezza fotografica ha fatto sì che il risultato sia ben lungi dall'effetto diretto. Oggi ho panoramicato il porto di quella zona che è da rimanere incantati , ma anche qui il risultato grafico è deludente

Unknown ha detto...

Suggerisco, di lasco, una sciocchezza da giuntare al tuo provato talento di fotografo: mai col sole alla nuca
E allora prendi quello che c'era già, pronto ché tu lo pigli e che in altra emozione ti si mostra, offrendotisi

Un saluto

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