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sabato 14 dicembre 2024

Berthe Morisot alla GAM di Torino


 

 Se passate da Torino vi suggerisco un passaggio alla GAM, che ha sempre offerte di grande interesse. Questa volta fino a febbraio si tratta di una balle panoramica sul percorso artistico, la vita e sulle opere di Berthe Morisot, una grande pittrice impressionista, unica donna che partecipò a questo movimento, cognata di Manet, di cui fu spesso modella, che ebbe grandi maestri e che fu del movimento una fondatrice, tuttavia piuttosto misconosciuta e poco nota, probabilmente a causa del maschilismo notevole che regnava in quel periodo ed in quella corrente artistica. Pur avendo prodotto moltissimo infatti si vede assai poco in giro; io stesso pur avendone scorso la storia, non avevo mai visto una sua opera dal vivo, tranne le poche esposte al Museo D'Orsay a Parigi. La mostra espone un buon numero di lavori, ma non mi sembra i più importanti, molti disegni che mostrano appieno la sua splendida tecnica accademica e soprattutto opere di piccole dimensioni, non mi sembra tra le più importanti e conclamate. La cosa strana è che, quasi si fossero passati la parola, anche a Genova al palazzo Ducale, in questi stessi giorni c'è un'altra mostra dedicata alla pittrice, riguardante solamente un periodo della sua vita. Sarebbe interessante andare a dare un'occhiata anche lì, per avere un bel quadro completo. Tuttavia questa di Torino è uno degli eventi dell'anno direi imperdibile, in cui poter apprezzare lo splendido tocco dei colori sfumati e l'allusivo senso di non finito che accompagna tutti i suoi quadri, lasciando spazio all'immaginazione dello spettatore. Una rara occasione per apprezzare questa artista ingiustamente poco valutata.

sabato 1 luglio 2023

Ritorni a Beirut - Mostra ad Alessandria



 Scusate se faccio una sosta durante il mio itinerario campano, ma necessita. Dunque volevo semplicemente dare un consiglio a tutti coloro che per caso passassero ad Alessandria tra giugno e il 1 ottobre. Infatti presso le Sale d'arte di Alessandria, dove tra le altre cose potrete vedere cosa rimane di interessantissimi affreschi medioevali recuperati nella vicina Frugarolo, sobborgo cittadino, si tiene una bella mostra di un grande fotografo milanese, Gabriele Basilico che ci ha lasciato nel 2013. E' un fotografo di indagine sociale e un magnifico descrittore di paesaggi urbani. In questo caso vengono presentate una serie di immagini sulla città di Beirut, riprese in quattro diversi momenti. Il primo nel 1991, quando era stato inviato appunto a documentare la fine della guerra civile che ha straziato quella città per oltre 15 anni. Le altre riguardano tre successive visite. Quella del 2003 era finalizzata a mostrare, con riprese da punti di vista simili a quelli precedenti, la ricostruzione avvenuta dopo dodici anni. Poi nel 2008 per continuare il lavoro fatto ed illustrare i successivi progressi ed infine quelle scattate in seguito all'invito della fondazione Hariri nel 2011 che voleva completare l'opera di documentazione dimostrativa dei passi fatti in venti anni dalla capitale di quel martoriato paese. 

Di certo il nostro non immaginava che il Libano avrebbe ancora e successivamente dovuto sopportare altre invasioni, altre guerre, altre distruzioni, addirittura proprio in quella Beirut in rinascita, culminate con la grande e spaventosa esplosione del porto il 4 agosto 2020 che ha compiuto un'altra enorme devastazione, proprio in quei luoghi che sembravano rinascere a poco a poco da passato. Per me che sono stato a Beirut tre mesi fa, la visione di queste immagini è stata di straordinario interesse. La possibilità di paragonarle nei loro passaggi successivi, con quelle dei miei ricordi attuali, mi ha generato una gran quantità di emozioni. Il rivedere la distruzione dell'Etoile o piazza Nejmeh come si chiama oggi, e la sua successiva rinascita coi negozzi di lusso ed i locali alla moda, che pochi anni dopo sono strati distrutti e completamente devastati dalla furia popolare e paragonarli con il quartiere deserto ancora circondato dai cavalli di frisia e dalle sentinelle armate a guardia del parlamento, quando il muro di cemento che lo circondava era stato abbattuto da meno di un anno, per mostrare il quartiere così simile ad una delle piazze metafisiche di De Chirico, pronto ad una sua nuova ed auspicata rinascita, pone un sacco di riflessioni. Comunque sia, a tutti coloro che conoscono il Libano e ne hanno apprezzato la straordinaria vitalità e sperano che la storia alternata di distruzioni e rinascite sia finalmente finita e anche a tutti quelli che ne hanno solamente sentito parlare, suggerisco quindi caldamente di fare un salto a godersi questa mostra per apprezzarne le immagini bellissime accompagnate da un interessante filmato che ne illustra il backstage. 


Alessandria

Sale d'arte

Via Macchiavelli 13

da giovedì a domenica 15:00 -19:00

giovedì 16 gennaio 2014

Renoir alla GAM di Torino

L'altalena



Ballo a Parigi
Un caldo invito a tutti di cogliere l'opportunità offerta dalla GAM di Torino con la mostra di Renoir, che raccoglie una sessantina di opere del maestro. Una disamina piuttosto completa dell'opera di uno dei più grandi impressionisti, che ne attraversa tutta la vita, ben curata e che rappresenta le tematiche trattate durante tutta la sua vita e ripartite in gruppi omogenei: i ritratti di donna, i paesaggi, i fiori, i nudi, i balli, le ragazze al pianoforte, i bambini. E' pur vero che chi ha già visitato il museo d'Horsay a Parigi, ha già visto la maggior parte delle opere esposte, tuttavia è possibile che nella grande quantità di capolavori che sfilano davanti agli occhi in quella occasione, capiti che si subisca una specie di ottundimento dei sensi e di sazietà che finisce col farti apprezzare meno anche le cose più belle e a fare presto scomparire dalla memoria sensazioni che alla fine si sono sviluppate in maniera meno forte e coinvolgente. 

Donna con veletta
Qui, il tema unico e la possibilità di concentrarsi su poche opere, seguendo comunque un percorso univoco e mirato, induce a meglio apprezzare e a rendere indelebili immagini e concetti. In particolare direi che almeno quattro opere: L'altalena, Ballo a Parigi, Donna con veletta e Passeggiata nei campi, valgono da sole il viaggio fino a Torino (i colori delle foto non rendono assolutamente grazie alla realtà). A queste aggiungerei anche lo splendido Nudo di ragazzo davvero magnetico. Alla fin fine un appuntamento che non si può perdere. Coinvolgente e unico. Un'ora di sensazioni deliziose. Le critiche e le lamentele che ho letto qua e là, le ho trovate un po' pretestuose. Per le code basta prenotarsi o andare nelle ore un po' morte. Io sono arrivato verso l'una di ieri e avevo davanti 5 persone e anche se allo shop non c'erano manifesti in vendita, come ha rilevato qualcuno, direi che la mancanza si può perdonare visto quanto viene offerto.


Passeggiata tra i campi




giovedì 25 ottobre 2012

Degas a Torino


Piccola danzatrice di quattordici anni
Suggerirei a tutti gli interessati di non perdersi assolutamente la mostra che raccoglie a Torino, alla Società Promotrice delle Belle arti nel Valentino, una serie di opere di Degas provenienti dal Museo D'Orsay. La sequenza dei pezzi esposta è davvero completa e presenta tutti gli aspetti di questo artista unico, incontestabilmente tra i più grandi della fine '800, cominciando dai ritratti, decisamente includenti le problematiche psicologiche del tempo, ai primi capolavori con i quadri di soggetto storico in cui traspare già bene la sua lontananza dall'Accademia e proseguendo con la serie dei cavalli che comprende il famoso Défilè davanti alla tribuna, quasi un manifesto del suo futuro lavoro. Grande spazio ai bronzi che illustrano bene la sua attenzione allo studio della scomposizione del movimento che si compiva in quei tempi attraverso la cosiddetta cronofotografia. Infine le ballerine a cui il suo nome rimane indissolubilmente legato, con capolavori come Prove di balletto in scena e Fin d'arabesque in cui traspare il suo progressivo e totale distacco da una vicinanza affettiva ai suoi soggetti, visti sempre di più come corpi da scomporre e da trattare come veri e propri manichini di studio da disarticolare nelle giunture, con i loro sguardi assenti a rappresentare un ambiente grigio e triste, sottolineato dalla tecnica dell'olio diluito che ingrigisce ed opacizza la scena. 

Bagnanti sull'erba
La serie finale dei nudi, così lontani dalla carica sensualità di Renoir, ancora una volta pezzi di carne ripresi nella loro più banale realtà, che procede via via verso uno schematismo riduttivo che si allontana sempre di più dal realismo, indicando con chiarezza la strada che porta a Matisse e a Picasso, con le Bagnanti sull'erba del '06, ormai pure forme racchiuse da una linea. Sono certo che rimarrete impressionati, se non addirittura sgomenti dal bronzo, l'unico esposto durante la sua vita (tutti gli altri sono stati fusi postumi dalle cere ritrovati nel suo studio), della Piccola danzatrice di quattordici anni, opera inquietante che raffigura nello sguardo quasi scimmiesco, tutto quello che l'autore pensa di questo mondo, il condizionamento assoluto, il disprezzo per le origini popolane di chi apparteneva allo spettacolo ed in generale verso tutti coloro che riteneva inferiori. Ricordo per chi non lo sapesse che Degas fu un antisemita arrabbiato e tra i più accaniti accusatori di Dreyfus nel famoso caso che divise la Francia e che dimostra bene quali fossero le radici che generarono il nazismo e i suoi simpatizzanti in Europa. Così le origini umili e i tratti antropologici (le teorie di Gall e di Lombroso erano molto popolari nella follia razzistica di fine '800) condannano già la ballerina bambina alla depravazione o alla prostituzione futura, legate come sono indissolubilmente secondo l'autore, alle caratteristiche biologiche e sociali. Come spesso accade, non sempre il sommo artista coincide con un grande uomo. Anche questo un altro motivo di riflessione molto interessante a cui porta questo appuntamento. Avete tempo fino al 27 gennaio.

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