Dunque riprendiamo la carovana dei nostri amici Polo che, dopo aver lasciato Kashgar, si trovano davanti all'immenso deserto del Gobi, dove tutto è limitato e difficile e nei bivacchi tra le dune si saranno accontentati di carne secca e al più insalate di cavoli (vedi la relativa ricetta di Acquaviva), avendo come unici compagni, i soli animali che possono affrontare questi spazi al limite della vita.
Cap. 56...e qui àe l'entrata de lo grand diserto di Lop (Gobi) e è tamanto che si penetrerebbe a passare bene uno anno, ma per lo minore si pena lo meno a trapassare uno mese. Egli è tutto montagne e non avvi nulla da mangiare e molti uomini ne sono già perduti e questo gran diserto del sabion si traversa co' camegli.
Non c'è nulla di più affascinante e di più terribile dei deserti. Oggi ti ci puoi avventurare in auto e con ogni genere di sicurezza, eppure, se lasci il mezzo, se ti allontani pochi passi e superi la prima
duna, ti apri ad un nuovo orizzonte e non vedi più dietro di te la pista, ecco, ti senti subito perduto, si insinua dentro l'ansia di non ritrovare la strada, di non uscirne più. Oppure ti siedi e rimani a contemplare quell'immensità di onde di sabbia che si perdono lontane, ti confondi nel cangiare dei colori che le dipingono, diverse ad ogni ora del giorno, ti fai sommergere dalla mancanza di confini, dall'assenza di tutto. Non puoi non essere travolto da un assieparsi di sentimenti contrastanti, stupore per la bellezza, timore per l'assenza di vita, rispetto per il mistero di un ignoto che pure vorresti, scoprire, penetrare, conoscere.
Io sono sempre stato morbosamente attratto da questo ambiente all'apparenza ostile all'uomo e quando ho potuto, ho cercato di avvicinarmi, fossero le dune del deserto islandese, il reg sassoso algerino o il deserto di roccia egiziano, la sabbia infinita dell' erg di Zagora in Marocco, il rosso cupo del Namib, il giallo intenso del Rub-al Khali arabico o della Death Valley, il Tar indiano terroso o quelli dove sono solo arrivato ai margini come quello di Gibson in Australia o proprio il Gobi così ben descritto da Marco, come sempre in maniera essenziale e mercantile, perché anche qui non manca di segnalare cose utili, sfatando con concretezza chiacchiere e leggende.
Cap. 59...quivi àe una vena onde si ha la salamandra che non è bestia come si dice, ché neuno animale puote vivere nel fuoco, ma da la montagna si cava e fa fila come di lana; poscia la si fa seccare e lavare e la terra si cade e rimane le file come di lana e si fanno panno da tovaglie che si pongono nel foco e divengono bianche come neve. Queste sono le salamandre e l'altre sono favole...
Ecco trovato e descritto anche l'amianto, che evidentemente ben si conosceva già allora. Il deserto metterà pure paura, ma gli affari sono affari.
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