lunedì 29 ottobre 2018

A zonzo per la Baraggia biellese

Da Bielmonte
Il Ricetto

Mi prendo, se mi permettete, un attimo di sosta nella cavalcata omanita, per darvi conto della XI giornata di istruzione organizzata dall'Associazione Museo dell'Agricoltura del Piemonte, dello scorso giovedì 25, in direzione della Baraggia del Biellese. Un itinerario intrigante e curioso che ha avuto il beneficio e la fortuna di godere di una splendida giornata di sole. La prima gemma sottoposta alla nostra attenzione è stato il noto Ricetto di Candelo, un agglomerato che risale al XIV secolo e che è rimasto assolutamente intatto fino ai nostri giorni, attraversando sette secoli e molti periodi storici in cui non vi era certo alcuna mentalità od abitudine conservativa. Si tratta di una sorta di quartiere dotato di una cerchia di mura difensive, che fungeva da area in cui immagazzinare i raccolti dell'adiacente paese e difenderli da eventuali scorrerie ed eserciti di passaggio, in questa terra che ha visto nei secoli il susseguirsi di milizie di ogni genere. In pratica ogni famiglia del paese disponeva all'interno delle mura di una costruzione a due piani adibita a magazzino dove ricoverare la propria produzione di cereali e di uve vinificate. Queste "cellule" ancora oggi perfettamente conservate sono ancora oggi per la maggior parte, di proprietà privata e salvo qualcuna di pertinenza comunale, che ospita associazioni o altri punti di aggregazione, sono sedi di botteghe e locali o usati appunto privatamente come una sorta di tavernetta per ritrovarsi con gli amici.

La Casa Contadina
Il passeggiare per le strade che si incrociano, a pianta di accampamento romano, è molto suggestivo, c'è un senso di antico richiamato, dalla tipologia stessa delle costruzioni, dai muri di pietre tonde ricavate dal vicino torrente che si susseguono ordinatamente, dalle torri di osservazione che sorgono agli angoli estremi dello spazio e che consentono una splendida vista sul sottostante territorio della Baraggia, il vasto terreno pianeggiante di brughiera improduttiva che si estende ai piedi dei rilievi morenici di questa parte di territorio. All'interno del Ricetto, hanno trovato spazio anche due esposizioni riguardanti un Ecomuseo del vino, che raccoglie strumenti e ricordi legati all'arte di vinificazione dei tempi passati ed una intera cellula dedicata alla Casa Contadina che espone un'altra ricca serie di oggetti presenti nella vita di quel tempo non troppo lontano da noi nella memoria eppure così apparentemente estraneo dalle nostre abitudini presenti. Anche se tutti più o meno ricordano la presenza di qualcuno di questi oggetti nelle case dei nostri nonni, questi ci sembrano effettivamente così lontani dal nostro vivere quotidiano, quanto gli strumenti delle tombe degli egizi o delle necropoli etrusche. Strano ma vero. Infine la vicina chiesa di Santa Maria con la sua strana pianta ad L, conserva al suo interno interessanti elementi pittorici che meritano una breve sosta. 

La Menabrea
Il secondo punto di interesse della giornata è stata la visita del Museo della birra, presso il famoso Birrificio storico Menabrea, a Biella, a cui siamo giunti percorrendo il lungo fiume circondato dagli stabilimenti lanieri abbandonati  che hanno caratterizzato la storia industriale di questa città. Il Museo è ricco di suggestioni iconografiche ed espone una vasta serie di oggetti e di macchine che illustrano tutto il processo tradizionale di produzione della birra e della varietà di prodotti attualmente commercializzata da questo marchio, ben noto agli amatori italiani ed esteri. Naturalmente la sosta gastronomica nell'attiguo ristorante birreria, ha contribuito a farci apprezzare diverse sfumature del prodotto in questione. Nel prosieguo del giro, una breve sosta presso l'antico Monastero Mater Carmeli di Chiavazza, per ammirare una nota sequoia monumentale di oltre venti metri di altezza e di quasi otto metri di diametro che fa bella mostra di sé al lato della strada. Un vero e proprio monumento arboricolo che fa parte dell'elenco degli alberi storici italiani, davvero notevole per la sua imponenza. Infine la strada che conduce verso l'Alta Valle Cervo che ci ha indirizzato alla Panoramica Zegna, ha consentito una breve sosta nel curioso abitato di Rosazza, comune attualmente popolato da una ottantina di anime, la cui ricchezza di palazzi e costruzioni, torri ed edifici riccamente ornati incluso il noto castello, risulta assolutamente incongrua all'esiguo attuale numero di abitanti. 

La sequoia di Chiavazza
Il paese, costruito appunto dal Senatore Rosazza, membro della Giovine Italia Mazziniana e gran Maestro Massone è ricchissimo di simbologie esoteriche ed appunto massoniche ed è comunque avvolto da una  certa aura di mistero che meriterebbe una visita più prolungata ed accurata. Parte dell'abitato è costruito sfruttando il filone della cosiddetta estetica della rovina, con muri fintamente sbrecciati e trattati con l'acido e colonnati e false architravi che richiamano antichi templi greci. Qualcuno lo avvicina a Rennes le Chateau e addirittura lo denomina come uno dei borghi più misteriosi d'Italia. Insomma ce n'è da suscitare una certa curiosità per una visita più approfondita. Di lì, la strada sale lungo la panoramica Zegna fino ai 1500 metri di Piatto e Bielmonte. Una strada di montagna tra le più affascinanti d'Italia con i suoi panorami su valli spopolate, che in questa stagione mostrano tutta la meraviglia del "foliage" autunnale che da solo vale la visita. Scorci magnifici sulle vicine montagne e sulla sagoma del lontano Monviso che disegna la caratteristica skyline sulla pianura avvolta in una coltre di foschia che rende il paesaggio ancora più particolare e magico. Insomma un'altra giornata davvero interessante creata dalla fantasia e dall'impegno della nostra Dott.sa Giacomina Caligaris alla quale va tutto il nostro ringraziamento.

La chiesa di Santa Maria


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Le mura del ricetto


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