martedì 23 giugno 2009

Arte, storia e vino.

C'è poco da fare, i viaggi di studio, per essere definiti tali debbono avere anche una parte importante dedicata all'approfondimento di conoscenze che arricchiscano il già forte background dei vari partecipanti. Così il nostro breve viaggio in Slovenia non poteva mancare al passaggio, sia all'andata che al ritorno, di una appendice tematica sulla strepitosa realtà dei vini friulani. La prima meta, quando eravamo ancora nell'ansia del viaggio neonato ed in formazione, è stata prevista dall'ottimo Fassino della Italian Wine Travel che ha curato con la solita precisione tutto il tour di quest'anno dell' Associazione del Museo dell'Agricoltura del Piemonte, vicino a Codroipo, alle cantine Pittaro. E' questa un' azienda moderna, che accanto alla tecnologia d'avanguardia con cui vinifica le uve dei suoi 75 ettari di vigneto, ottenendo risultati, a mio parere degni di nota, unisce la possibilità di visitare uno strepitoso museo del vino, ricco di migliaia di oggetti, alcuni rari, come campioni delle prime bottiglie da vino prodotte nel 1600, altri preziosi, come gli eleganti vetri veneziani e gli antichi bicchieri, altri ancora curiosi e descrittivi di tutto quanto sta attorno al mondo del vino, raccolti con la passione dell'amatore dal titolare, Pietro Pittaro, discendente da una famiglia di vignaioli, con una storia di oltre 450 anni, che amerà raccontarvi la vicenda della sua straordinaria collezione. Il bel sito, che vi invito a visitare cliccando qui, si apre con questa significativa lirica di Ommar Khayyam che di vino si intendeva assai, su cui vi invito a meditare:

Da quando luna e pianeti comparvero nel cielo,
Nessuno vide mai cosa più dolce del purissimo vino,
Pieno di stupore son io per i venditori di vino,
che possono mai comprare, di meglio di quel che han venduto.


Dopo la visita assaggerete i bianchi famosi, dallo Chardonnay, al Pinot, al Friulano (non azzardarsi a chiamarlo più Tocai, l'Italia ha perso la causa con l'Ungheria), ai rossi Merlot, Cabernet e Refosco dal Penduncolo rosso, a tutto il resto della ricca gamma. Io sono stato particolarmente avvinto da un Sauvignon aromatico e persistente in bocca, direi con una personalità estremamente spiccata e con un sorprendente rapporto qualità prezzo. Non ho potuto lasciare la cantina senza essermene procurato una piccola scorta per continuare, più tardi, in privato, lo studio.
Al ritorno invece, scesi pian piano lungo la strada del vino della Brda, tra dolci vigneti a girapoggio, siamo calati fino a Cormons, dove la grande Cantina dei Produttori , ben comprendendo come non sia sufficiente avere una qualità di prodotto eccellente per garantirsi anche il successo commerciale, ha scelto una strada interessante per promuovere nel mondo i propri vini. Infatti accanto ai 400 ettari dei propri soci, la cantina gestisce un piccolo terreno detto la Vigna del mondo, dove viene allevata una convivenza di vitigni composta da oltre 550 varietà d’uva diverse, provenienti da ogni continente e che ogni anno, vinificate assieme, danno il Vino della Pace. Questo vino che, al di là della sua validità organoletti-ca ha un grande significato simbolico, con etichette disegnate ogni anno da grandi artisti, viene inviato a tutti i capi di stato del mondo; un messaggio etico, credo, comunque importante di questi tempi. La visita alla cantina vi farà apprezzare oltre alla imponente tecnologia d'avanguardia, con una impressionante batteria di macchine per pigiatura soffice che non stressa gli acini prima della fermentazione, il tutto a temperatura rigidamente controllata, una enorme cantina di affinamento con una serie di grandi botti dove continua il connubio già citato, tra vino e arte. Infatti le grandi superfici in legno sono coperte da opere pittoriche di grandi artisti, che rendono la passeggiata in cantina una vera visita ai quadri di una esposizione dedicata a Bacco. Nell'enoteca dove provvederete ad attrezzarvi per la degustazione, una scelta ricchissima tra i vini della zona, bianchi, rossi e spumantizzati, con alcune chicche come il Pignolo, lo Schioppettino, una Malvasia del tutto inabituale, molto diversa da quella piemontese e un curioso Vinum pro Sancta Missa, un passito prodotto con un metodo assai particolare per la cui descrizione vi rimando al ricco sito (cliccare qui), la cui bottiglia vale da sola la visita. Io mi sono lasciato tentare ad arricchire la mia cantina con un Muller Turghau di vellutata morbidezza muschiata che vi riempirà a bocca con la fragranza fresca della mela e da una Ribolla Gialla, vino antico dalla freschezza elegante che mi ha acchiappato per un delicato ed inusuale sentore di limone.
Ecco perchè mi piace viaggiare anche così, per capire, per confrontare, per ragionare della capacità dell'uomo di ricercare e di migliorare non soltanto le cose ed i prodotti.




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