venerdì 6 giugno 2014

Trinacria 6: Mothia e lo Stagnone

L'isola S. Maria vista da Mothia - Foto T. Sofi


                                     Comparsa

La settim'alba, il turbinoso vento
Stancossi: e noi ci rimbarcammo, e, alzato
L'albero prontamente, e dispiegate
Le bianche vele, ci mettemmo in mare.


Di vista già della Trinacria usciti,

Altro non ci apparìa che il cielo e l'onda

                                    
                                                           Odissea - Libro XII

A piedi sulla strada Punica- Foto T. Sofi
Uno specchio d'acqua immenso, la superficie quasi immobile solo leggermente increspata dal vento. Tutto appare fermo anche i rari uccelli d'acqua vicino alle rive, circondate dalle antiche saline. Qualcuna ancora lavora, si vedono i cumuli regolari che sono lì ad asciugare, aspettando di essere portati via, non più da carovane di muli, ma da grandi camion gialli. I mulini a vento fanno mostra di sé invece soltanto per bellezza, con le grandi ali da gabbiani spiumati, spoglie, incorniciate dal cielo. Lontano da riva, l'isola verde, bassa che appena la distingui, col suo carico di storia. Questa era terra punica. Su quella piccola isola si addensava una grande città, ricca di commerci e di attività, eretta dal popolo dei marinai mercanti dell'antichità, forse quello responsabile in primis di tutto il progresso della nostra parte di mondo. Un popolo libero e senza frontiere, che diffondeva conoscenza, che voleva semplificare le regole per diffondere la ricchezza, a partire dall'alfabeto, perché aveva capito che compartendo il sapere aumentavano anche le opportunità; un popolo che iniziò nel Mediterraneo e forse anche oltre, la prima grande globalizzazione del mercato e dei commerci e in questo punto nodale, crocevia di rotte commerciali costruì una città popolosa, Mothia. Certo non erano del tutto sprovveduti e qui la eressero anche per il motivo che la posizione particolare dell'isola la rendeva, in apparenza, imprendibile, con quella curiosa soluzione della laguna con l'acqua alta pochi palmi, che permise di costruire una strada, anzi un'autostrada, perché era addirittura a due corsie per carri, a pelo d'acqua, che raggiungesse la riva lontana. La vedi ancora lì dopo oltre duemila anni, una lunga pista di pietra bianca rettilinea, su cui indovini ancora i segni delle ruote non coperti dalle alghe del fondo. Qualcuno ancora per sfida, la percorre a piedi e lo vedi di lontano come un mago sospeso che cammina sulle acque. Che paese straordinario è il nostro e quante cose possiede da mostrare al mondo. Che concentrato di storia, arte, opere d'ingegno e bellezze naturali e così concentrate e numerose, da costringerti a lasciarne indietro di imperdibili, impossibilitato a vederle tutte. 

L'isola della Scola - Foto T. Sofi
Che paese fortunato siamo, basta riuscire a rendersene conto. Sbarchi sull'isola e visiti il museo Whitaker, che sapienti mani inglesi hanno costituito. Tra mille e mille piccoli reperti che mostrano l'anima della città, al centro, tutto ruota attorno al Kouros, il giovinetto di Mothia, opera di bellezza sconvolgente, dove il marmo si fa carne, in cui affonda morbida la mano appoggiata sul fianco, su cui si stende un panneggio di leggerezza trasparente a rivelare le forme dell'androgino, che mostra così tutto il suo mistero conturbante. Un'opera unica, un altro momento imperdibile. Così poi puoi camminare lungo i sentieri dell'isola, dove la gente si disperde e ti senti di nuovo solo di fronte ai millenni, tra rovine dei punti chiave della città, le mura e gli spezzoni delle torri a guardia del nemico, sempre goloso di ricchezze, perché è più facile prenderle a chi già le ha che costruirle con fatica  ed ingegno. Ci aveva già pensato Dionigi di Siracusa a dare un bel colpo, ma quando arrivò l'ingordigia romana che con la sua bulimia impietosa, tutto voleva inglobare, non ci fu niente da fare; nessuno poteva resistere ad una forza così grande e impetuosa, a niente valse la capacità, l'astuzia, il diritto. Chartago delenda est. Troppo pericolosa la libertà di commerci, l'assenza di controlli e frontiere, il diffondersi delle idee. Lo stesso concetto deve essere spazzato via definitivamente, se non volete che la ribellione dell'intelligenza continui a covare sotto la ceneri e ritorni di tanto in tanto a presentare il conto. La pax romana prevede la sola opzione dell'annichilimento totale e la definitiva sottomissione, anzi l'assimilazione completa. Diventa tu stesso romano se non vuoi soccombere. I punici forse amavano troppo la libertà e furono spazzati via. Dalle pietre smozzicate che rimangono sulla riva, non ti rimane che guardare la terra lontana, immaginando i carri carichi, trainati da coppie di grandi buoi bianchi dalle corna lunate che portavano le merci a questo crocevia del mare. Ma ci sono altre isole nello Stagnone, altri luoghi di incanto tra le acque, mentre lenta arriva la sera. Ecco un piccolo battello, due ragazzi che si sono inventati una attività, per mostrare tutto questo alla gente che arriva qua e ha voglia di perdersi in un sogno. 

Tramonto all'isola S. Maria - foto T. Sofi
Entrambi hanno cercato di andarsene per trovare una strada, poi sono tornati qui come attratti irresistibilmente da un destino antico. Valentina guida la barca cercando la strada nascosta tra i bassi fondali ricoperti dai prati infiniti di Posidonia. E' nata qui a Mothia. Ha capelli lunghi e occhi antichi, con un taglio da bassorilievo punico, che hai già letto nello sguardo imperturbabile e sereno della statuaria della dea Tanit. Questo era il viso di Didone, forse, fiero e bello, deciso anche se gentile. Guardi le antiche mura dall'acqua che comincia a colorarsi di viola. Poco più in là un piccolo lembo di terra, l'isolotto di Scola, trasformato in lazzaretto, dove intravedi ancora le rovine delle costruzioni dove riparavano forse gli appestati, circondati da un turbinar di gabbiani a rendere ancor più lugubre il luogo, quasi fossero avvoltoi in attesa di nutrirsi dei resti di chi da lì non ha speranze di andarsene più. E' tutto uno stridore di grida e uno sbattere d'ali di Arpie a guardia della loro fetida tana. Il sole sta calando rapidamente all'orizzonte. L'acqua è color del vino scuro. E' arrivata l'ora dell'ultima magia. L'approdo all'isola di Santa Maria, la più esclusiva e piena di suggestione dello Stagnone di Marsala. Una decina di ettari distesi sull'acqua, ricoperti di macchia mediterranea, fichi d'India, lentischi, capperi, ulivi e vigna. Una sola casa, quella del proprietario. Solo asini e gatti ti accolgono tra i grandi pini di Aleppo. Qui rimani a vedere la sfolgorante fine del giorno, fino a che l'ultima luce si spegne nel mare incendiato di bagliori aranciati. Resti immobile sulla balaustra della riva a cercare inutilmente di cogliere il raggio verde, poi cala la notte. Non rimane che approfittare di un ricco buffet di appetitose cosette che Valentina e Vito hanno preparato nel frattempo. Un Grillo dal delicato giallo paglierino come se piovesse. La barca ritorna a riva nella notte sotto le stelle. C'è un'allegria persino un po' esagerata a bordo, forse se ne è trincato troppo di Grillo. Quando si scende a terra è bene fare attenzione, quando le gambe sono un po' malferme è meglio centrare l'imbarcadero con precisione. Didone sorride leggera e ti aiuta con la mano a scendere, accompagnandoti  con un saluto ed uno sguardo antico, poi, senza che tu glielo chieda, ti rilascia una regolare ricevuta.

Foto T. Sofi


SURVIVAL KIT

Visite dell'isola di Mothia - Imbarcadero Salina Infersa (5 €) La traversata dura pochi minuti. Visita del Museo e dell'isola 9€. Il museo che contiene la statua del cosiddetto Giovinetto di Mothia trovata 19 anni fa, è imperdibile. per la visita è sufficiente un'oretta, ma se volete godervi una passeggiata tutto intorno all'isola per vedere tutte le rovine, calcolate una mezza gornata, anche per godervi appieno il luogo.

Isola di Santa Maria - Isola privata visitabile, dall'imbarcadero S. Maria, tramite le escursioni di Viva Tour di Valentina Bonomo -  327.1178333 - vivatour@tiscali.it - Due ragazzi a cui vale davvero la pena dare una mano, anche perché offrono una esperienza unica con diversi tipi di escursioni durante tutto il giorno. Molto suggestiva l'apericena (20 € a persona) che consente di godersi da soli il tramonto sull'isola, cenare e poi tornare a terra di notte. 


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8 commenti:

diego ha detto...

sei diventato così pigro che fai fare le fotografie a Tiziana?

Enrico Bo ha detto...

@Diego - Beh , qualcuno lo ha notato. no, Il problema è che il furto subito, oltre al teleobiettivo mi ha privato anche delle schede di memoria con le foto di tutta la prima parte del viaggio, eheheh, ne parleremo più avanti.

Stefano ha detto...

Complimenti per il resoconto sia sull'Isola di Mothia che su S.Maria. Quelle zone le conosco bene. Grazie! Stefano

Enrico Bo ha detto...

@Ste - Grazie ma sono luoghi talmente belli che si raccontano da soli.

Unknown ha detto...

...ancora sono senza fiato e senza parole. Nessuno aveva mai descritto la nostra attività e soprattutto me con tali parole … perdoni l’immodestia ma lo pubblicheremo sul nostro profilo f., sul nostro sito ecc. ecc. “fino a che l'ultima luce si spegne nel mare incendiato di bagliori aranciati.”

Unknown ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Enrico Bo ha detto...

@Valentina - beh forse sono stato un po' troppo melenso coi bagliori aranciati...(me lo rimproverano un po' tutti i miei lettori),ma i complimenti ve li meritate davvero te lo assicura al completo il gruppo vacanza Piemonte, e, augurandovi il migliore successo per la vostra attività, incita tutti quelli che arrivano dalle vostre parti a non perdersi i vostri davvero unici servizi. Un abbraccio e , scusami con Vito ;-)

Unknown ha detto...

ancora e ... ancora un abbraccio e un grande GRAZIE!!!

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