martedì 14 novembre 2017

Usa 6 - Tra fari e Atlantico







Bisogna ammettere che il paesaggio tra i boschi e la costa frastagliata che gira tutto attorno all'Ann Cape è davvero suggestiva, soprattutto le casette tra gli alberi e la boscaglia fitta che suggeriscono l'idea di una vita pigra e tranquilla a contatto con la natura. Anche i paesini minuscoli che si succedono sulla riva del mare come Rockport o Pigeon Cove con le loro minuscole abitazioni, molte delle quali esibiscono orgogliosamente la bandiera americana, sembrano quadretti da esporre su pareti di case di vacanza. Questa della bandiera o dei festoni che ne richiamano i colori è una consuetudine assai frequente che si incontra dappertutto lungo le strade della provincia. Forse sintomo di appartenenza o di appoggio incondizionato ad un nazionalismo sicuro di se stesso. Sulle spiaggette grigie, odore di pesce e stridio di gabbiani, profumo di mare insomma, che ha sempre il suo perché. Ma il confine di stato è vicino ed il grande ponte di Salisbury sotto il quale transitano i velieri, è lì da traversare e sei subito nel New Hampshire, per quel breve tratto che si affaccia sull'oceano. La strada è qui meno avvincente e sia Hampton che Portsmouth, che attraversi con calma, dati i limiti di velocità, non eccitano più di tanto la fantasia. 

Un altro ponte e sei già arrivato nel Maine, forse il più bello e selvaggio tra questi stati dell'estremo nord degli Usa. La costa diventa tormentata ed è tutta un susseguirsi di insenature profondissime anche decine di chilometri; gli spazi cominciano a diventare così dilatati che lo sguardo e la mente si perdono. Cape Elizabeth è la prima tappa dalla quale puoi cominciare a domandarti se non sarebbe stato meglio dedicare più tempo a questa area bellissima. Proteso verso il mare, lo raggiungi dopo una strada nella foresta che te lo fa apparire subito come un luogo fatato. Alberi secolari che sfilano al tuo fianco formando una sorta di tunnel dai colori cangianti dal giallo al rosso vivo. Sulla punta del capo, gli alberi diradano e lasciano spazio a prati verdi all'inglese perfettamente curati che si insinuano tra le rocce fino a raggiungere la scogliera. Sulla punta estrema un faro, uno dei tanti della costa che costituiscono uno dei punti di attrazione della zona, con un itinerario previsto e dedicato che si snoda sulle scogliere per raggiungerli tutti uno dopo l'altro e di qui rimanere ad ammirare il mare. Questo è uno dei più belli e famosi. Puoi sentirne raccontare la storia e rivivere la vita difficile di  quei pescatori che sapevano affrontare questi flutti che sanno diventare paurosi non appena si alza un poco di vento. 

Un piccolo museo alla base ne raccoglie vecchi strumenti, memorie e antiche foto. Dall'alto del faro fai fatica a girare attorno alla lanterna e ai suoi specchi, chissà se l'ultimo guardiano che abitava nella casetta rossa alla base veniva spesso quassù a lucidarne le accecanti superfici. Al largo la schiuma bianca mostra un fondale infido e ricco di trappole per gli antichi navigli, scogli che affiorano appena e insenature ingannevoli che non conducono ad approdi sicuri. La scogliera poi scende verso il mare lungo un percorso tortuoso, mostrando strati contorti e affastellati, dai colori diversi che raccontano di ere succedutesi in tempi che la mente ha difficoltà a comprendere, tanto sono lunghi. Immagini sconvolgimenti da far impallidire quelli odierni, pur spaventosi, che hanno sollevato, schiacciato, capovolto disordinatamente rocce e lave già seccate fino a formare questo paesaggio che pare disegnato apposta per essere ammirato, quando invece non c'era ancora nessuno che lo potesse apprezzare. 

Ci ha pensato poi l'acqua a scavarlo, eroderlo, mutarlo ancora in altre forme meno ruvide che ne portassero alla vista  le parti più segrete e più belle. Cammini nelle fenditure, dove gli spruzzi delle onde più forti hanno lasciato tracce umide, rendendone ancor più vive le striature, le forme che le differenti durezze della roccia ha proceduto a creare, cedendo più o meno alla violenza delle intemperie. Gli scogli neri avvolti dal mare sono pieni di cormorani, neri anch'essi, i lungi colli protesi verso l'acqua, nell'ora del riposo, che la pesca è oramai finita. Il sole scende proprio di fronte a te e le nuvole, sempre presenti sull'oceano, ne sfruttano la luce ogni sera per colorare il cielo, una tavolozza da ammirare in silenzio. Davvero bello starsene qui, su una panchina a goderselo questo tramonto. Non fosse per il berciare di una coppia di italiani che non hanno capito che dovevano pagare il biglietto e sono inseguiti da un donnone in divisa che cerca disperatamente di spiegare che devono cacciare i soldi se vogliono stare lì. Niente da fare, l'economia uccide sempre la poesia. La foresta al ritorno adesso che il sole è sceso, è scura, nera, quasi paurosa. Anche Pollicino si perderebbe tra questi alberi fitti senza trovare un riparo per la notte. 



SURVIVAL KIT

I Motel - Una delle soluzioni meno care di questi viaggi americani e canadesi on the road, è quella di utilizzare l'infinita serie di Motel che si trovano lungo le strade principali, generalmente fuori o appena in prossimità dei paesi. Costano tra i 60 e i 100$ (non poco, le catene più note (Travelodge, Ramada Inn, Best Western e molte altre sono un po' più care,specialmente vicino alle città e magari un po' più nuove, ma lo standard è simile in tutti) e forniscono sempre camere abbastanza spaziose col posto macchina davanti, dotate di uno o due letti queen o addirittura king size. La dotazione e la disposizione è sempre la stessa e l'avrete vista nelle miriadi di telefilm americani. Generalmente a un piano (a volte due), le camere sono disposte in due ali attorno all'office, dove in qualche caso viene servito uno spartano breakfeast incluso nel prezzo. Le camere hanno in genere free wifi, AC, frigo, TV più o meno vecchio, phon e dotazioni da bagno, ferro da stiro e set per prepararsi thé e caffé. Nel cortile, distributore automatico di bibite e ghiaccio. Comunque chiedete sempre lo sconto che almeno un 10$ ve li fanno sempre.

Saco Motel  -473 main Str. - Saco - Un po' datato. Sulla strada verso Portland. Camere vecchiotte. 70$ con letto queen. La padrona, molto simpatica, fornisce al mattino una colazione spartana, su due tavolini messi all'esterno (se non piove). Pulito ma le dotazioni sono piuttosto limitate. Tranquillo e silenzioso.

Rosalinda's Family Restaurant - 506 main str. - Saco - Ambiente simpatico, menù americano con tendenze mex. abbastanza economico. Pollo fritto + Sirloin steak piccolina ma buona,dolcino e Coca per 42$ tutto compreso. E' la classica via dimezzo tra ristorante rustico con servizio al tavolo e fast food. Lascerei perdere gli Italian dishes.

Cape Elizabeth - Area sul mare nei pressi di Portland circondata dai boschi, che comprende due minuscoli parchi con tre fari ampiamente visitati. Il Fort Williams park ospita quello più famoso, il Portland Head Light, che si può visitare assieme all'annesso piccolo museo. Particolarmente bella la scogliera percorribile senza problemi in alcuni tratti. Bei tramonti. Vale la pena passarci qualche ora per i paesaggi marini.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

2 commenti:

Laura ha detto...

Peccato non vi siate goduti Portsmouth che è proprio carina. Ha un parco storico con il vecchio villaggio, uno dei primi stanziamenti degli emigranti europei. Ci sono tutte le abitazioni con la storia degli abitanti, tutto molto ben tenuto. Erica ci aveva lavorato quando studiava all’università, nel programma di recupero e conservazione.

Enrico Bo ha detto...

In effetti ci siamo proprio solo passati. Non si riesce mai a vedere tutto.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!