domenica 12 febbraio 2023

Festivalli


 

Dopo cinque giorni e tutti i lanci dei precedenti due mesi, la messa cantata è finita anche quest'anno, anche se adesso tocca all'onda di riflusso che terrà occupate molte trasmissioni per almeno un altro mesetto. Quindi essendo il fenomeno che è, bisognerà pur dirne qualche cosa, cercando di essere concreto e parlarne con l'estraneità di giudizio che si dovrebbe utilizzare quando si esamina qualunque cosa, in maniera asettica, senza lasciarsi trascinare dalle proprie idee per generare giudizi che portano fuori dal seminato in ogni caso inutili a definire un fenomeno. Un po' come quando devi descrivere un esperimento di fisica o di chimica e ti fermi a criticare il colore della pallina utilizzata o quello della schiuma prodotta. Intanto partiamo dal fatto fondamentale (l'unico che conta in termini reali). Il festivalone è uno, anzi il principale evento, tra 4 o 5 al massimo, che contribuisce a tenere in piedi le esangui casse della RAI, e questa è la prima ma anche l'unica cosa che conta e mette in fila (dopo) tutte le altre. Come sempre, dato che sembra abbia orami oltrepassato abbondantemente i 50 miliardi di  incasso e altri ne macinerà con l'indotto, è riuscito assai bene nel suo scopo. E qui cominciamo a non capire la stupidità invidiosa di quanti, ogni anno, con costante petulanza, continuano fin dal primo giorno, a blaterare su quanto ingiustamente guadagnerà il tal conduttore, il tale ospite e via, appunto, cantando e dimostrando, se ce ne fosse bisogno, delle inutilità profondamente sbagliata di queste osservazioni. 

Il fine ultimo deve essere l'incasso finale e questo si ottiene con investimenti di vario tipo, che possono essere giusti o sbagliati, il giudizio, lo darà solo quel numerino alla fine, la somma del grano che entra nelle casse e che dovrebbe solo far piacere al contribuente medio invece di orripilarlo. L'altro numero che definisce la riuscita dell'evento sono gli spettatori e lo share e anche qui pare che quest'anno si siano superati i numeri passati, perché se arrivi al 73% di spettatori collegati, vuol dire che sei stato capace di accalappiare una platea molto differenziata e composita e che sei riuscito a riprendere fasce di ascolto che nei momenti meno brillanti, come alla fine degli anni '90, ti avevano abbandonato. Ora capisco anche l'atteggiamento snobistico di chi vuol far rimarcare che neanche ci ha pensato di fermarsi per un solo attimo a partecipare al sabba e proprio il fatto di rimarcarlo ne testimonia invece la rilevanza, ma ritenere un fenomeno che produce questi numeri, un evento marginale, non ha senso. Oh anche io mica sono riuscito a vedere tutto, poco dopo la mezzanotte, aggiustata la copertina sulle ginocchia (accidenti a Putin), mi rilassavo dicendo, no, no sto solo riposando un po' gli occhi! Dunque come definire lo spettacolo di quest'anno? Intanto secondo me, sbaglia di certo chi continua con voce roca a blaterare, che deve trattarsi di un evento esclusivamente musicale, anzi è proprio la sua coralità nazionalpopolare che richiede la presenza di una pluralità di aspetti, di temi, di sfaccettature, necessarie appunto ad portare davanti allo schermo e a farne parlare il maggior numero di persone. Si deve comporre un varietà, che di questo si tratta, uno spettacolo completo che comprenda tutta una pluralità di aspetti che facciano discutere il più possibile e il maggior numero di gruppi demoscopici possibili. 

Dunque serve ovviamente la musica, la parte comica, la parte seriosa, lo spettacolo, il gossip e soprattutto gli scandali. Tutto deve essere preparato e centellinato con magistrale e professionale precisione. Certo poi gli sciocchi indicheranno il dito dei comportamenti, delle chiacchiere in libertà, delle lacrime fasulle, degli incidenti più o meno simulati, tutto senza accorgersi che in fondo alla sala campeggiano tre schermi, su cui scorrono implacabilmente ed inderogabilmente, ogni parola da pronunciare, ogni atteggiamento da tenere, inclusi i puntini di sospensione da rispettare con pause di stupito atteggiamento, lacrime, mamme adoranti, fiori lanciati, baci dati e non dati, con e senza lingua, naturalmente e così via secondo una regia precisissima che deve portare a massimizzare quel risultato finale. Solo quel numero dirà se è stato fatto tutto bene o meno e anche quest'anno pare che sia andata nel migliore dei modi, grazie credo alla capacità di chi tutto ha pensato e organizzato. Naturalmente uno dei pezzi più importanti è costituito dalla musica, che come ho detto deve essere considerata però come spettacolo. Ricordatevi che il grande successo dell'opera ottocentesca è proprio dato dal fatto che non si tratta solo di armonie strumentali e techné di voci sopraffine evirtuose, ma anche e soprattutto di spettacolo completo, scene, abiti, contorno e perché no scandali. Oggi la sapienza dell'organizzatore ha saputo mescolare vecchio e nuovo, tradizione e tendenze, reinterpretando e innovando al tempo stesso, cosa che ha condotto diverse generazioni a riunirsi. Così è inutile fermarsi alla critica riduttiva di aver portato sul palco residuati di RSA, condotti a forza di braccia, magari completamente sfiatati, ma in altri casi ancora sorprendentemente simili all'originale, alternandoli a ragazzini apparentemente senza arte né parte. 

Il risultato è che è piaciuto a tutti se la gente è rimasta a guardare. I giovani hanno ascoltato i vecchi, magari trovandone qualche spunto interessante, i vecchi meno stravolti dall'Alzheimer avranno riscontrato che qualcuno tra questi ragazzi ha qualcosa di interessante, ad esempio magari si sarà accorto che le nuove tendenze musicali, e parlo del trap ad esempio, danno molto più spazio di un tempo alla parola, magari accorgendosi che alcuni, Lazza ad esempio, vengono fuori dal Conservatorio e che l'autotune lo aveva già inventato Cher decenni fa. Poi il domani dirà quali di queste 28 canzoni andrà definitivamente nel dimenticatoio come nei decenni passati e come è giusto che sia e quali saranno invece ascoltate e cantate. Questo è un altro vitale aspetto economico. La musica è un consumo come tutti gli altri è roba che si vende e produce PIL, quindi c'è quello che mira al personaggio che significherà serate, stadi pieni e biglietti da vendere, altri che mirano al tormentone estivo che martellerà spiagge e radio, generando fiumi di diritti e qualcuno anche tenterà di rinvigorire l'esangue mercato della discografia. Alla ricerca di qualche cosa con cui presentarsi nel mercato internazionale con il suo strascico, di Eurovision e così via. Da qui ricordiamoci che sono usciti i Manneskin, che anche se non lo volete riconoscere, sono oggi una importante realtà mondiale, belle macchine da soldi. Operazione molo ben riuscita. C'è quindi tutta la parte dei look, anche qui materia di discussioni infinite e di strascichi di marketing e più se ne parla e più significa che l'operazione è anche questa riuscita. 

Infine gli scandali ed i problemi che via via emergono. Tutto questo serve a far parlare e a battere la grancassa. In alcuni casi vengono pilotati dal basso e quando non decollano da soli, si cerca in ogni modo di rinvigorirli aizzando qualcuno, ma nella maggior parte dei casi, basta lanciare l'amo e tutto parte da solo, i politici sono i cavedani più grossi, utili idioti, sia detto in senso buono, per ingrossare l'affare, sperando tutti che si arrivi alle querele per poter parlarne ancora a lungo, rinfocolando l'attenzione sul singolo artista o sui pezzi. Così scandalo e orrore per il bacio fluido o per il sex toy brandito sul palco, denunce offesissime e stralunate perché si strappa la foto di un viceministro, senza rendersi conto della follia che non ci si scandalizzi invece del fatto che lo stesso si vestiva da nazista. E meraviglia per l'attesissima e copiosa sequela di sconcezze e orrende offese rivolte alla Egonu, colpevole soprattutto di essere bella e brava, in un paese in cui, questo è colpa grave, grazie naturalmente alla cassa di risonanza fatta da conduttori di regime, chiocci e volgarissimi che hanno sbattuto la grancassa e ai loro ammiratori che l'hanno amplificata e resa virale. Grazie agli odiatori di professione, ancora avete fatto il vostro utile mestiere, ricordare se ancora ce ne fosse bisogno, quanto è razzista il nostro paese. Lo share ringrazia anche questi. Va bene, adesso lasciamo scorrere la coda dell'evento per raccogliere la restante parte del pescato che rimane nelle pieghe della grande rete, in attesa del prossimo anno. Il regime promette di rivoluzionare tutto. Vedremo con quale successo naturalmente. Qui si può dire che il risultato c'è stato. Io per parte mia, avrei premiato maggiormente Madame, che mi pare abbia elementi distintivi di una certa qualità, che già in altri pezzi ha dimostrato. Naturalmente anche se il suo pensiero nella vita reale mi è assolutamente lontano e da bocciare senza appello. Ma se uno è bravo, questo giudizio personale non deve inficiare quello artistico, sempre secondo me, naturalmente.


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