sabato 17 dicembre 2016

Madagascar 7: Tra vivi e morti





Lemure dei bambu
Poiché non bisogna negarsi nulla, ecco qua a pochi km dal parco di Andasibe, la riserva di Vakona, dove su alcune isolette in mezzo alla palude, ci sono, tra gli alberi, molte famiglie di lemuri, come si suol dire, da toccare con mano. Certo i puristi della natura selvatica storcono subito il naso, è uno zoo all'aperto, sentenzieranno subito con la bocca a cul di gallina, ma che naturalità del cavolo e così via cantando. Per carità tutto vero, ma, a parte il fatto che qui vengono svolti anche dei programmi per recuperare alla vita autonoma i piccoli senza madri e altri lemuri in difficoltà, dopo che ti sei bagnato come un pulcino per ore, almeno te li guardi anche un po' faccia a faccia, 'ste bestie e te le godi un po' più a lungo. Lo spazio che hanno a disposizione è poi molto simile alla vicina foresta essendone in pratica uno scampolo isolato in mezzo alla palude, dunque chi vuol criticare lo faccia pure, chi invece ci tiene, imbracci la macchina fotografica e si goda gli indri, i lemuri del bambu che si nutrono solo del midollo di un tipo particolare e quelli con la coda ad anelli bianconeri, gioia di ogni juventino che si rispetti. 

Un Fulvus
Tuttavia, calcolando che anche se non caschi nella palude sei bagnato lo stesso, visto che come ho già detto siamo in piena foresta pluviale, calcolate di portarvi dietro qualche cosa di asciutto, finiti i gridolini di soddisfazione per le foto con i lemuri in testa. Bisogna quindi risalire verso Tana, dove lungo la strada incontri piccoli autobus stracarichi di gente che si fermano in un'area prestabilita vicino ad un passo, posizionandosi attorno a piccoli laghetti formati dal fiume che scende dall'altopiano. Ogni gruppo rimane radunato attorno a quello che appare come una sorta di picnic, una specie di festa. Sul mezzo spicca una bandierina issata sulla destra della cabina. Sono tutti gruppi familiari che ritornano da un funerale. Qui la morte è una cosa importante. Una tradizione che sovrasta tutte le altre e che rimane a coronamento di una vita, ti definisce come uomo, illustrando l'importanza che hai avuto nella società e nel mondo. Hai avuto successo nella vita? Allora il tuo funerale deve essere il più sfarzoso possibile e la tua tomba sarà grande, decorata e dipinta, certo molto di più della tua casa in fondo labile e passeggera come la tua presenza sulla terra. 

Il lavatoio dopo il funerale
Qui spunta decisa l'origine australe di questo popolo, arrivato qui attraverso l'Oceano Indiano, circa mille anni fa, dalla Malesia e dalle isole indonesiane, dove il culto della morte è preminente su ogni altro aspetto sociale. Rimane forte l'impronta dei riti funebri grandiosi dei Toraja di Sulawesi, dei sacrifici rituali di maiali e bufali, delle grandi feste che coinvolgono paesi interi. Qui, seppure intono minore, rimane la tradizione che mantiene riti che nelle campagne condizionano ancora totalmente il rispetto sociale e la distribuzione della ricchezza, oltre che a scandire tempi e vita di villaggio. Così il morto viene portato, appunto da tutti i parenti e dai vicini, magari sul tettuccio del taxi brousse appositamente affittato, al luogo dove sorgerà la tomba provvisoria, anche molto lontano dal paese. Qui rimarrà più o meno per sette anni, tempo durante il quale non è considerato ancora completamente morto e al termine di questo periodo, con una nuova festa sarà riesumato e posto nella sua dimora definitiva, una grande costruzione in pietra, non di legno o di frasche come il resto delle abitazioni, decorata e dipinta con scene che ricordano la vita del defunto. 

Zona picnic
Così se sognava il mare, ci saranno navi e marinai, se è stato un soldato, ecco la figura naif di un Rambo che imbraccia un mitragliatore, se era autista, ecco il disegno del suo camion carico di mercanzia.  Poi terminata la festa il bus ritorna verso il paese di origine, il morto è davvero passato nel mondo di là, non tornerà indietro a disturbare i vivi, ma rimarrà come dio protettore a cui rivolgersi nei momenti difficili della vita. Tuttavia il contatto con la morte sporca e va lavato via, così in questi luoghi vicino ai fiumi, la comitiva si ferma e lava accuratamente tutte le vesti che sono state indossate nella cerimonia e che rimangono ad asciugare intorno, mentre si svolge il banchetto picnic. Adesso ha smesso di piovere, siamo arrivati ai mille metri dell'altipiano e la strada si gira verso sud, in un territorio più secco di terra rossa che somiglia sempre di più a quell'Africa da cui i Malgasci vorrebbero mantenere una certa distanza, anche se proprio queste terre sono popolate da tribù che appartengono alla seconda immigrazione, proprio quella arrivata attraverso il piccolo braccio di mare che separa la quarta isola del mondo dal continente nero e che ha contribuito a creare questa mescolanza unica e peculiare, orgogliosa della sua diversità.




SURVIVAL KIT

Vakona Private Reserve - Nei pressi di Andasibe. Piccola riserva privata (ingresso 25.000 Ar.) ai bordi della foresta del parco. Consta di quattro isolotti a cui si accede con una canoa (10 metri di viaggio) dove è ospitata una  popolazione di 4 specie di lemuri, che potrete vedere molto da vicino, tanto che vi salteranno subito in testa in attesa che diate loro le banane che avrete preventivamente portato con voi. Non dimenticate in auto la macchina fotografica. Se vi infastidiscono le cose un po' artificiose saltatela pure, però poi non lamentatevi se nei parchi i lemuri sono trappo infrattati tra le frasche e non li potrete vedere bene. Possibilità di mangiare e  pernottare nel parco in bei bungalow in muratura.

Verso l'altopiano

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