giovedì 7 settembre 2017

Ritiro spirituale 6

La recita continua dei mantra resa potente dall'azione del cilicio, ieri è arrivata al cielo. Di certo questo è uno strumento davvero potente per svilupparsi senza soluzione di continuità. Soprattutto durante la notte, durante la quale ha provveduto a farmi rimanere ben sveglio senza il rischio di distrazioni. Anche il mio compagno di meditazione,  dal suo giaciglio ha proceduto nella litania, ancora con più foga di me, essendo in arretrato di un giorno rispetto al mio programma. Tuttavia ogni cosa ha prima o dopo il suo compimento e all'alba sono arrivate le mie due vesta li preferite, Occhi di ghiaccio e Rosy la sognatrice per compiere il rito della liberazione dal cilicio, visto che il Gran maestro aveva stabilito che avevo ormai compiuto le previste stazioni della mia personale via crucis.  Non è una passeggiata,  il cilicio si è fatto predatore delle tue carni per ricordarti continuamente la difficoltà della purificazione,  dunque fatica a mollare la presa che ormai è feroce su e dentro di te. Lacrime e sangue si potrebbe dire per poter liberare finalmente il corpo e la mente. Ma infine il risultato è raggiunto. La vesta le dea termina il rito sollevando in alto il cilicio strappato via da te con fatica e dolore, a certificare la conclusione del tormento, il ritorno alla vita normale. Te ne vorresti subito andare, sono mondo, pulito, certificatamente idoneo al mondo, ma sapete com'è da certe sette è facilissimo entrare, un po' più complicato uscire. Così il Gran maestro vuole tenermi ancora un giorno per essere certo che il risultato sia davvero raggiunto al completo e mi sottoporrà ancora a qualche prova di destrezza. A chi la tocca la tocca,  diceva Tonio seduto sul gradino dopo che la peste lo aveva ridotto come il fratello scemo Gervaso. E questa è una grande verità,  perché poi la morale è sempre la stessa, quella che ripeteva continuamente Vittorio Emanuele II al Conte di Cavour che gliene combinava una nuova tutti i giorni: -Vuiauti i fave e i dive, ma a sun semper mi cul ch'à là an tel sempronio- cosa che poi rimane sempre la verità fondamentale. 

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