Dopo molti giorni di assoluta meditazione tra le nevi ed il ghiaccio, interrotte solo dall'assunzione di materiali liquidi e solidi diversi per decine e decine di migliaia di calorie, le mie sinapsi mentali hanno potuto allargare il raggio di percezione metapsichica, ricevendo un contatto extrasensoriale da Surakhis che vi riporto.
La crisi sta scavando un solco profondo nell'economia galattica e Paularius è da settimane alla ricerca di una via di uscita, quantomeno difensiva in attesa di momenti migliori. Seduto nel salone di meditazione, sta cercando di concentrarsi sulle parole che sono uscite ieri da tutti gli olografi del pianeta per capire il messaggio nascosto tra le parole forti dell'imperatore dai riccioli d'oro. Da mesi, nell'impero è in corso una lotta sotterranea di potere tra Lui e la Gilda Giudicante che di tanto in tanto fa emergere i piccoli ma necessari sotterfugi per mantenere il potere. Gente misera, che non capisce che quando è necessario tutto deve essere concesso, senza cercare di mettere carburante scaduto nei serbatoi. Le protezioni agli scambi telepatici venivano spesso aggirate e quei bastardi divulgavano subito tutto, senza rendersi conto che anche le porcherie aumentavano la popolarità dell'Imperatore. Il popolo si identifica nel furbacchione che ottiene per vie traverse e ne ammira la perversione e riccioli d'oro fa innamorare le femmine, quando piega la bocca nel suo furbo sorriso. Un po' aiuta anche l'ossido di pirlite che da qualche anno ha aggiunto nell'acqua che fa distribuire gratuitamente dalle sue aziende idriche, ma questo pochi lo sanno ed in fondo l'acqua nazionalizzata è anche peggio. Però le Sue parole della scorsa settimana, risuonano nella testa di Paularius come un allarme cupo e premonitore. Ha detto chiaramente, issato sui suoi altissimi stivaletti, che se la ghenga degli Judicatores avesse rivelato ancora qualche sua intercettazione telepatica se ne sarebbe andato dalla galassia rifugiandosi su Andromeda e lasciando nella disperazione le schiere dei suoi devoti ammiratori. Queste dichiarazioni avevano lasciato basito il popolo al completo e mentre nelle aule della Chiesa Rigenerata, si lanciavano novene penitenziali per evitare il tragico abbandono, saliva sordo l'odio verso la Gilda. Ma a Paularius, che proprio fesso non era, ronzava in capo da qualche giorno un pensiero fisso. Ogni dodici ore, controllava l'andamento dei CDS, i credits default swaps sul debito pubblico di Surakhis, che stranamente avevano più che decuplicato il loro valore, nonostante il Gran Visir Twoseas tranquillizzasse tutti sulla assoluta sicurezza dell'investimento. A pensar male si fa peccato diceva il profeta, ma non è che l'Imperatore, vista l'impossibilità di risolvere la crisi, pensava di abbandonare la nave, lasciando andare tutto in malora in attesa, tra qualche anno (tanto Lui pensa di essere immortale, sottoponendosi alla tecnica RCP del rifacimento corporeo periodico) di tornare come salvatore dell'umanità, richiamato a gran voce anche dai pochissimi scettici? La situazione impone decisioni rapide. Paularius, accese lo schermo e in pochi minuti diede tutte le istruzioni per sistemare le posizioni. Liquidò tutte le esposizioni interbancarie, lasciando solo situazioni debitorie. Secondo gli insegnamenti antichi di Twoseas, cartolarizzò tutto il possibile e trasformò i vari assets in pietre preziose trasportabili. La miniera era già chiusa e tutte le proprietà immobili, le intestò fittiziamente al suo schiavo Woodhead che aveva mandato nelle foreste di Deneb IV da tempo. In poche ore, con quanto gli era strettamente necessario e i preziosi, aveva già lasciato il pianeta, dove i primi moti insanguinavano le strade. Due giorni di iperspazio ed era finalmente a Voghera, un piccolo borgo tra le nebbie dominato dalle casalinghe, il suo buen retiro su un pianeta periferico di cui la gente non ricordava neppure il nome. Di qui si poteva ricominciare.
martedì 6 gennaio 2009
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