sabato 16 aprile 2011

Le case fiorite.


La mentalità cinese è sempre stata in bilico tra il Tao e Confucio. Da una parte l'assenza di preoccupazione, comunque ilare e gioiosa, dall'altra il severo rispetto delle regole e dell'autorità, unico collante dello stato, una sorta di calvinismo bacchettone che ammantava ogni cosa di una vigile ed ossessiva etichetta. Ma come si dice l'ommo è ommo e anche gli aspiranti alle cariche di funzionario imperiale che si recavano nel periodo Tang, nella capitale Chang An (l'odierna Xi An) per sostenere i difficilissimi esami, unico modo di accedere ai più alti livelli della pubblica amministrazione, quando dovevano stemperare la tensione avevano a disposizione un intero quartiere, quello di Bei Li, la zona delle "case fiorite". Perchè bellissimi fiori sono state sempre per la pruderie cinese, le ragazze di piacere.

Anzi in caso di passaggio dell'esame, l'usanza imponeva al candidato, ormai entrato ufficialmente nel governo, di offrire agli amici una gran festa a Bei Li con uso ed abuso, come si suol dire, dei fiori più belli. Naturalmente quando qualcuno di questi fiori saliva nella considerazione, grazie alla sua bellezza o capacità, diveniva prezioso e sommamente desiderabile ed il suo costo per partecipare ad una gioiosa e simpatica serata, poteva arrivare al mantenimento di tre servi per un anno. Quelle di più infimo rango costavano invece assai poco, venivano cacciate dalle dimore costose e finivano in infimi "giardini fioriti" dove erano talmente occupate da non avere il tempo materiale di mangiare, tanto che venivano imboccate da una inserviente, un altro fiore ormai completamente appassito, potremmo dire, durante il loro continuo lavoro.

Tuttavia trattandosi di una società progredita, si previde anche ad un sorta di INPS, così un editto imperiale stabilì che venisse prelevata e conservata con cura dallo stato una parte dei guadagni dei giovani fiori e quando questi fossero alfine sfioriti irrimediabilmente, il denaro fosse loro restituito a poco a poco oppure, se lo desideravano avrebbero potuto entrare nell'ospizio imperiale. Ma i fiori più belli per tradizione, rallegravano continuamente le feste dell'imperatore e si dice che qualcuno, più delizioso degli altri avesse anche incarichi importanti nella corte, cosa che provocò la totale decadenza della dinastia, che imbarbarì l'impero suddividendolo nel buio periodo dei 5 regni, spazzati poi via dai feroci e barbari Sung. Poi le stagioni si sono alternate con sistematica scansione. Finalmente, anche qui da noi però, dopo un tedioso e duro inverno, è scoppiata la primavera e nell'aria si spande il sentore delicato seppur penetrante di una fioritura rigogliosa e fiera della sua bellezza. Di certo sarà facile trovare loro posto nei preziosi vasi di porcellana della reggia.


Refoli spiranti da:  C. Leed - Storia dell'amore in Cina - SEA -1966

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

bella e triste storia. e trovo affascinante che si riesca a trattare con tanta delicatezza un'argomento cosi' forte.

Ambra ha detto...

Questo post mi è piaciuto moltissimo così come l'eufemismo adottato per indicare le cosiddette "donne di facili costumi", anche se si tratta di una sgradevole ipocrisia. La prostituzione e gli uomini che ne approfittano sono uguali in tutto il mondo.

nidia ha detto...

Molto molto interessante. Pensa Enrico che una mia giovane amica si è da poco laureata in cinese con una tesi dal tiolo: 'Vendere il sorriso, prostituzione e migrazione nella Cina contemporanea'

Adriano Maini ha detto...

Ineffabile lezione di storia.

Enrico Bo ha detto...

@Maal - Ahimé è sempre attuale.

@Ambra - e in tutti i tempi, è sorprendente quanto poco cambiano gli atteggiamenti e le situazioni nel tempo e enello spazio.

@Nidia - Infatti le cose cambiano poco anche se magari vengono occultate un po' di più o un p' di meno.

@Adri - Ma non era storia, era cronaca.

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 114 (a seconda dei calcoli) su 250!