venerdì 21 ottobre 2011

In morte di un dittatore.

Foto dal web
Pochi dittatori finiscono la loro vita nel proprio letto. Molti sono destinati a dare spettacolo anche nel modo in cui non avrebbero mai voluto. La folla che festeggia, il cadavere, simbolo del ludibrio, icona perfetta della ferocia che si combatteva e che si esprime nello stesso modo incontrollato. Muhammar era un tipo strano, come tutti i dittatori del resto. Gli piaceva ammantarsi di un'aura da Mahdi, tra deserto, datteri e latte di cammella, ma amava le costanti tipiche degli altri satrapi, stuoli di donne bellissime ad allietare il suo tramonto fisico, familismo spinto, ricchezze che dimostrassero il suo potere, probabilmente sempre a lamentarsi di non averne abbastanza per fare quello che avrebbe voluto, il bene del popolo naturalmente. Forse proclamava anche di essere il migliore leader che la sua terra avesse mai avuto. Amava circondarsi di amici con le sue stesse passioni, certo, ma in fondo non aveva amici, solo gente che cercava di succhiare più latte possibile da quella mammella. Adesso è caduto, tristemente come tutti gli altri, inseguito dal suo popolo, avendo rifiutato di fare quel passo indietro che l'intelligenza ti suggerirebbe, quando ancora lo puoi fare. Aleggia nell'aria il tanfo della bestialità, un poco più di ieri, ma l'uomo è fatto così, animalesco e feroce, festeggia sul corpo del nemico ucciso.

Tutti quelli che lo inneggiavano sono magicamente scomparsi, anzi se ieri gli erano amici, oggi rimarcano che ogni cosa è andata come sarebbe dovuto andare. Alle spalle molti tirano un sospiro di sollievo, da un lato è finita una pratica senza code fastidiose, le cancellerie sono più tranquille, niente vetrine da cui potrebbero uscire fastidi. Si può dire pragmaticamente che "purtroppo" è andata così, sì sa come finiscono queste cose, adesso pensiamo al dopo. Adesso apriamo un'altra cartella. Densa di incognite per la verità. Alla testa dei vincitori pare ci siano ex-jihadisti, non sarà un seguito di tutto riposo, ma pare non importare a nessuno. Dietro a questi non ci sono grandi masse popolari, ma solo affari, affari belli grossi. In verità questo sembra interessare più di ogni altra cosa. La scacchiera si è scompaginata, molti pezzi hanno cambiato posizione, mutano i rapporti di forza e le alleanze strategiche. La geopolitica è cosa complicata e molto sottile, i corpi insanguinati nella sabbia del deserto, son cose da filosofi, al di là di quello che rappresentano, contano poco.


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4 commenti:

Ambra ha detto...

Tutto vero quello che dici e corrispondente a questa ingarbugliata realtà.
Però che orrore quel viso insanguinato.

giovanna ha detto...

Tutte le volte che ho pensato a Mussolini, non c'ero, mi sono sentita "animalesca e feroce". Ora, ci sono, non ci riesco. E' banale, lo so, avrei preferito lo prendessero vivo.
E ora, l'hai detto, denso di incognite il futuro ...

g

Adriano Maini ha detto...

E le grandi Potenze che ormai sono tali solo perché in grado di foraggiare disumani mercenari.

Enrico Bo ha detto...

@Ambra - L'uomo è un selvaggio comunque, anche quando si mette giacca e cravatta

@Gio - Per molti è stata una soluzione

@Adri - Fa parte del grande gioco. Il mondo funziona così (almeno da 10.000 anni)

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!