martedì 29 marzo 2011

Il golfo della Sirte.

Come si prevedeva, l'affare libico si è impantanato nelle sabbie della Sirte e minaccia di cronicizzare un'altra situazione di instabilità a pochi passi da noi. Ritorno di nuovo sulla situazione non per dare opinioni di pancia o blaterare su principi, che stando a quelli, appena si sentono volare le prime bombe mi si raddrizzano subito i pochi peli che ho e se bisogna discettare di libertà o autodeterminazione teorica so certo da che parte stare. Qui invece vorrei limitarmi ad esaminare i fatti concreti perchè poi è con quelli che bisogna fare i conti, il resto rimane chiacchiera. Intanto il movimento che è partito in Libia è diverso dagli altri; niente masse diseredate in cerca di miglioramento di vita, ma tribù tenute fuori dalla torta petrolifera di un paese ricco e in mano a un gruppo di potere chiuso. In realtà nessuno sa bene chi sia questa gente che stiamo aiutando a far fuori l'altro gruppo.


Potrebbero essere tranquillamente Qaedisti, oltranzisti religiosi generici o semplicemente prossimi dittatorelli affamati di svanziche come il precedente. Il quale ha fatto il suo lavoro, a noi ben gradito e omaggiato da tutti indifferentemente, baciamani compresi. Ora io non ho l'anello al naso e so bene che da sempre qualunque azione politica o militare viene fatta esclusivamente da un paese per quelli che crede siano i suoi interessi geopolitici ed economici. E' stato e sarà sempre così, perchè è logico che lo sia. Se questo coincide anche con l'aiutare chi è in difficoltà o la democrazia, di certo è preferibile ai fini di facciata e giustifica meglio l'intervento, ma assolutamente secondario. Sui giornali italiani provate a cercare una riga sulla Costa d'Avorio, dove è da poco in corso una querra civile con migliaia di morti e oltre un milione di profughi. Non ce n'è traccia. Non interessa. Non è una notizia. Appena qualche accenno su Siria e Yemen.


Il pragmatismo impone che la Libia sia il centro del mondo in questo momento. La Francia vuole assolutamente riconquistare una posizione in un paese da cui era estromessa e Sarkò sta precipitando elettoralmente, quindi vuole tenere una posizione di assoluta visibilità e preminenza. L'Inghilterra è talmente interessata al petrolio libico che per vellicare Gheddafi, aveva addirittura liberato l'attentatore della Lockerbie, figuriamoci se non è presente sul campo anche a terra. Obama tenta di galleggiare a causa dei suoi problemi elettorali e si mantiene ai margini. La Lega Araba traccheggia in attesa di vedere come si mette. In tutto questo bailamme, l'Italia che è quella più impegolata, ha tenuto un comportamento difficile da definire. Siamo quelli che più hanno da perdere e meno da guadagnare. Avevamo tutto il petrolio e il maggiore interscambio economico, mentre ce ne catafottevamo dei lager dove il beduino teneva gli aspiranti clandestini e possiamo solo perderlo tutto o in parte. Subiamo il cento per cento dell'impatto profughi, privi di una politica al riguardo.


Qualunque sia il finale il nostro paese ci rimetterà comunque. In tutto questo i nostri vertici sono praticamente assenti. Il capo del governo ha altri problemi e non sembra interessato, al parlamento, i capibastone non hanno detto quale bottone si deve schiacciare e i pochi presenti si guardano attorno spaesati, il Presidente della Repubblica, istituzionalmente deve dire parole di circostanza su libertà, accoglienza, diritti umani mentre sugli schermi passano le immagini delle banchine di Lampedusa. Al riguardo siamo rimasti col cerino in mano e nessuno sa che pesci pigliare, mentre la gente più varia continua ad affluire e la Lega gongola e in 15 giorni ha già aumentato il consenso di due punti e peggio va, per lei meglio è. Il paese è a tutti gli effetti impresentabile, tra immondizia e scandali. Obama non ci pensa nenche ad inserirci nel prossimo giro europeo di incontri ad aprile e neanche ci invitano al tavolo per decidere cosa fare sul teatro di guerra, mentre ufficialmente diamo le basi, gli aerei e le navi. Questi sono i fatti; per le motivazioni ognuno avrà le sue idee, tanto ormai è lana già filata, per gli scenari possibili, tanti auguri.



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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Enrico, non c'entra niente col tuo (bel) post, ma le giie si condividono con gli amici! E' tornato Dario!!!!!!!!!
Pensa che in 18 anni di convivenza/matrimonio, e considera che abbiamo sempre lavorato insieme, siamo stati lontani 2 fine settimana, e una settimana quando è andato a smantellare la casa di Delhi. Totale 11 giorni! E stavolta è stato via BEN 12 giorni CONSECUTIVI!!!! tra me e le gattine... non ti dico....

Un abbraccio
Niki

Enrico Bo ha detto...

@Niki-evviva , sempre meglio tenerli sotto controllo. Un abbraccio a tutti e due

Kylie ha detto...

Concordo con la tua analisi, siamo impegolati ma non vogliamo darlo a vedere, siamo quelli che ci perdiamo di più ma nessuno ci bada... un gran pasticciaccio.

Speriamo bene.

Baci

Martino Benzi ha detto...

Il problema è che Sarkò deve avere qualche problema con Carlà, e siccome "Trippppoli, bel suol d'amooor", allora...

Ma non ce l'avevamo un'altra Contessa di Castiglione per l'imperatore dei Francesi?

Martino

Enrico Bo ha detto...

@kylie - Non c'è un piano, si procede alla giornata senza un timone.

@Marty - Ce ne sono parecchie di contesse, ma sanno fare solo la parte, diciamo, del lavoro più grassolano.

Dottordivago ha detto...

Analisi lucida ed inappuntabile che lascia un sapore amaro: è triste pensare che il mondo sia un posto migliore con gente come Gheddafi al potere.
Purtroppo, da Tunisi a Città del Capo, un colonialismo fatto in casa come quello libico va a finire che era la soluzione migliore.

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