domenica 2 ottobre 2011

Il milione 55: Bestie feroci.


Kenia - Elefanti.


Leoni in Botswana.
Il nostro amico Marco Polo è ormai in pieno Oceano Indiano. Il fulcro dell'area era il porto di Aden nello Yemen, tappa obbligata prima di risalire il Mar Rosso. Evitati i pirati che da quelle parti sono sempre stati come pesci in barile e, al sicuro in quella città cosmopolita, avrà potuto dedicarsi all'osservazione delle occasioni di affari e del flusso di mercanzie che girava da quelle parti. Ma si sa che i posti di mare sono pieni di marinai che si scambiano le loro esperienze ed ecco che non perde occasione di farsi raccontare cosa c'è più a sud, i fatti e le cose meravigliose che si raccontavano di quella terra di Africa lontana e misteriosa della quale aveva soltanto sentito parlare. Puntuale e giornalistico riporta le cose, precisando di non averle viste personalmente come quando racconta del favoloso uccello ruc, così grande da poter sollevare i piccoli di elefante e poi lasciarli cadere da grandi altezze.
Balena in Sud Africa

Cap. 186

Mandegascar si è un'isola verso mezzodì di lungi da Scara (Socotra) intorno da 1000 miglia e qui vengono molte navi e recano e portano molta mercatantia. Ancora sappiate che quelle isole son cotanto verso mezzodie che le navi non vi vanno volentieri per l'acqua che corre così forte che fan fatica a tornare  e a quell'isole vanno in dieci giorni e quand'elle ritornano, penano tre mesi. Diconmi certi mercatanti che vi sono iti che v'à uccelli grifoni, ma non come si dice qua mezzo uccello e mezzo lione, ma sono fatti come aguile come vi dirò. E ancora dicono quelli che li ànno viduti che le ale sue son così grandi che coprono 20 passi e pigliano lo piccolo liofante e poscia il lasciano cadere e quelli si disfa tutto e poscia si pasce sopra di lui e chiamano quello uccello Ruc.

Come si vede più volte rimarca la poca credibilità di queste esagerazioni dicendo con serietà di non averle viste di persona, ma poi il suo racconto plana su ciò che tutti quelli che vanno in Africa riportano con sé al loro ritorno, l'emozione straordinaria per una fauna selvatica e inusuale, che allora nessuno poteva avere l'occasione di vedere se non in fantasiose riproduzioni di novellisti e amanuensi medioevali. 

Cap. 186
Babbuini
Qui à grandissimi albori di sandali rossi e grandi boschi. Qui si à ambra assai, perciò che in quello mare àe assai di balene e capodoglie e ne pigliano assai.. Elli ànno leoni e tutte bestie da prendere in caccia e uccelli molto divisati dai nostri. Qui nasce più leofanti che in ogne parte del mondo e in tutto l'altro mondo non si vende né compera tanti denti di leofanti quanto da qui infino all'isola di Zanghibar ov'è leoni d'altra fatta che li altri e si v'à lonze e leopardi assai. Nel reame d'Abasce  (Veniva chiamata Abissinia tutta l'Africa orientale dall' odierno Sudan in giù) àe poi pappagalli bellissimi e di più fatte e gatti mamoni (i babbuini) e iscimmie assai e bellissime giraffe e istruzzoli grandi quasi come asini.

Che meraviglia la fauna africana e chi può vederla nel suo ambiente naturale, ne riporta una immagine indimenticabile, per la sua bellezza ed eleganza da fargli desiderare di tornare ancora ed ancora a rivederla come quella delle balene gigantesche ed eleganti che mi sono godute sulle coste sudafricane o le giraffe del Masai Mara o della Botswana. Io nelle mie scorribande da quelle parti ho queste foto da mostrarvi e per oggi non indulgo nel cibo, ché se vai laggiù da turista difficilmente riesci a mangiare qualche cosa di locale. Per questo aspetto non perdetevi la ricetta di Acquaviva al riguardo

Cap. 187
Giraffe al parco Kruger.

E sì ànno giraffe molto belle e sono fatte come io vi dirò. Elle ànno coda corta e sono alquanto basse dirietro, chè le gambe di drieto sono picciole e quelle dinanzi e il collo sì è molto grande e alto da terra ben tre passi. E la testa è piccola e non fanno niuno male; ell'è di colore rosso e bianco a cerchi ed è molto bella a vedere.

Si è mai sentita una descrizione più tenera e appassionata? Invece degli abitanti abbiamo un racconto più timoroso, quale doveva essere all'epoca la visione di una razza somaticamente così diversa.

Cap. 187
Popolazione di Zanzibar - (Foto Palmucci)
Zanghibar (Zanzibar) è una isola grande e bella e son tutti idolatri  e ànno loro linguaggio. La gente è grande e grossa che son sì grossi e li uomini sì vembruti (questo particolare colpisce sempre) che paiono gioganti e vanno tutti nudi e no si ricuoprono lor natura. E sono tutti neri e sono li capelli tutti ricciuti. Elli ànno grande bocca e naso tutto rebbuffato in suso e le labre e le nari grosse ch'è maraviglie, che chi li vedesse in altri paesi parrebbero diavoli. Qui si à le più sozze femmine del mondo ch'elle ànno la bocca e il naso grosso e corto, le mani grosse quattro cotante le altre.

Non c'è dubbio, il nostro Marco preferisce il tipo orientale e da queste poche righe si capisce bene che la diversità ha sempre fatto paura in tutti i tempi.


Refoli spiranti da: Marco Polo - Milione - Ed.Garzanti S.p.A. 1982


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2 commenti:

Adriano Maini ha detto...

Anche Zanzibar? Non lo ricordavo. Per il resto fa una parte del ritorno sulla via marina delle spezie dell'Impero Romano, mi vien da aggiungere.

Enrico Bo ha detto...

@Adri - beh lì non c'è stato direttamente , ma lo racconta solo per sentito dire e onestamente lo dice.

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