Luang Prabang, sogno pigro sulle rive del Mekong. Una scansione del tempo diversa, che non ha bisogno di orologi, ma si affida al movimento del sole, alla brezza leggera che segna l'arrivo della sera invitandoti a trovare un posto comodo sulla riva scoscesa del fiume per guardare la palla rossa che scende dietro le quinte delle montagne verdi di foreste, poi a poco a poco, blu, poi viola, infine nere come le ombre di chi sti sta vicino e assapora assieme a te, la voglia di fermarsi, di gustare il fluire dell'acqua mentre lontano suona il gong che chiama i monaci a raccolta, quando non ci sono piu' luci ad illuminare i rossi cremisi, i vetri verdi splendenti, gli ori accecanti che vestono da sera i cento templi della citta'. Luang Prabang che si addormenta placida, perche' non c'e' ragione di non essere cosi', aspettando un sonno sereno nell'attesa che l'alba accenda di nuovo le facciate e la lunga processione di tuniche arancioni esca dalle porticine scolpite, con passo lento, e come potrebbe essere diversamente, passando davanti alla fila di fedeli che depongono ognuno un pugnetto di riso nel loro canestro per le raccolta delle offerte.
martedì 7 febbraio 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 116 (a seconda dei calcoli) su 250!
Create your own visited countries map or check out the JavaScript Charts.
1 commento:
Leggo sempre con attenzione, un po' tanto da viaggiatore da ... scrivania!
Posta un commento