giovedì 20 aprile 2017

Arrivo a Kuala Lumpur


Le Petronas by night



Merdeka Square
Viaggiare è un misto tra piacere e sofferenza. Il bello è che quando torni, ti ricordi solo il primo, la seconda invece passa nel dimenticatoio o al più viene trasformata in esperienza da raccontare sghignazzando. Naturalmente tutte cose che ti sei voluto, perché essendo un viaggiatore dal braccino corto hai cercato di risparmiare su tutto e quindi, capirà signora, il tutto è accompagnato da inevitabili disagi che, di norma, pagando, si possono quantomeno aggirare. Si parte dal biglietto scelto dopo attenta ricerca per minimizzarne la cifra totale, ma che ovviamente ti costringe ad orari infami e a lunghi giri con interminabili soste aeroportuali. Eccoci quindi qui alle 5 di mattina, quando l'anziano di norma riposa sereno nel suo lettuccio al ricovero, già sull'autostrada, mentre l'alba livida di fine inverno sorge sulla Baraggia dalle risaie ancora coperte di stoppie infelici come i lagnosi risicoltori che le possiedono, diretto al parking di lunga sosta, anch'esso scelto con cura per minimizzare l'impegno finanziario. Anche la signora, a quell'ora, ha il volto rabbuiato; d'altra parte chi ha voglia di lavorare alle 6:30 di mattina, Sono infelice io che mi vado a divertire, figuriamoci fare i cappuccini e dare i posti del parcheggio. 

Chinatown
Al checkin risulta che il volo è già in overbooking, per fortuna sono arrivato con largo anticipo. Ma com'è che questi aerei sono sempre zeppi e 'ste compagnie perdono sempre soldi? Non ci sarà qualche complotto sotto? Misteri del trasporto aereo. Le sedie sono sempre più dure ogni volta che ci vengo, specie se hai già mal di testa. Non sono nato per questa vita. L'addetta però è straordinariamente gentile e mi rincorre fino alla sala imbarchi per cambiarmi il posto, visto che avevo pregato in ginocchio per un corridoio, capirete, date le mie dimensioni... Anche facendo i regolari esercizi contro il trombo malefico che aggredisce il viaggiatore bolso agli arti inferiori nelle lunghe percorrenze, le membra sono completamente incartapecorite e le giunture dolenti, ma la sosta negli emirati nel cuore della notte è un'altra di quelle corvé, che la mia povera mamma definiva come: viagè a l'è propi in gran fachinagi. Ormai la sala centrale rotonda col grande fungo centrale di Abu Dhabi, la conosco a memoria e non mi emoziona più. Altro balzo nel vuoto, altri esercizi e finalmente saltata la notte, occhi pesti di chi, se non è nel suo lettuccio morbido non riesce a chiudere occhio, altra sbobba indecente che, per forza che dopo ti becca la maledizione di Montezuma ed ecco finalmente che la desiata Kuala Lumpur si allunga sotto di me, fanciulla sconosciuta ma dagli afrori esotici, che da lontano, complice il nome ammaliatore, aveva a lungo solleticato le mie fantasie e che adesso divenuta ormai preda da conquistare a portata di mano, non aspetta altro che essere delibata. 

Il primo impatto è il consueto aeroporto iperdimensionato dell'oriente, dove tutto è gigantismo provocato dai grandi numeri di quelli che prima passavano tutta la vita in un villaggio di capanne e adesso sono in grado di girare il mondo come tutti noi, per fortuna loro e tecnicamente anche nostra, visto che tutto questo è crescita globale che porta aumento di benessere per tutti alla faccia di quelli che vorrebbero tornare al medio evo o almeno ai tempi della nonna, senza rendersi conto che più gente sta bene e meglio starai anche tu e che ogni frontiera andrebbe sbriciolata col martello di Thor, ficcatevelo bene in zucca. Tutto è bene organizzato come si conviene ad un paese bene organizzato e da tempo uscito dalla fase del sottosviluppo, tanto è vero che il tassista si lamenta dei cattivi politici e della crisi, ah mi sento già come a casa. La città si avvicina e già comincio ad avere un correttivo al fatto che pensavo di arrivare in un paese non particolarmente avanzato come quasi tutti quelli del sudest asiatico. Eh no, il pregiudizio è sempre un difetto grave. Qui siamo in una grande città moderna che chiaramente si ispira alla vicina Singapore; sempre lodevole quando cerchi di copiare ed ispirarti dai vicini virtuosi e che funzionano. In questo giro ho voluto saltarla, un po' perché ci ero già stato, anche se parecchi anni fa, un po' perché come sempre il tempo di chi ha già in tasca il biglietto di ritorno è sempre scarso e bisogna obtorto collo fare delle rinunce. 
I giardini

Comunque ribadisco il fatto che Singapore è una città da vedere assolutamente, per capire come un regime, anche se totalitario, può fare ottime cose in modo che la gente stia meglio; di come il futuro più avanzato, può ben coniugarsi al passato ed alla tradizione; di come le cose funzionano se la gente la tocchi nel portafoglio, in quanto qui ti multano per qualunque cosa tu faccia fuori dalle regole, sia che fumi dove non si deve (quasi dappertutto), che mastichi chewingum, guai a contrabbandarlo alla frontiera, per timore che tu butti la cicca per terra o che tu non tiri lo sciacquone dopo aver fatto pipì. Chissà come fanno a controllare, forse c'è una telecamera che ti spia. E' la certezza della pena che fa funzionale la legge bellezza. Una città stato senza risorse che ha fatto funzionare al meglio quello di cui disponeva, una rendita di posizione favorevole e la possibilità di fare leggi senza conradditorio, puntando su istruzione, innovazione, finanza e servizi, in somma tutti quei beni immateriali che oggi producono ricchezza e infatti, attualmente Singapore è uno degli stati che vanta gli abitanti più ricchi del mondo, dall'istruzione più elevata, con il miglior sistema sanitario e via discorrendo. La Malesia lo ha capito e cerca di andarle dietro, complice il fatto che in più qui c'è il petrolio, che sapete com'è, aiuta, quindi niente baraccopoli sovraffollate, fame e miseria, ma un paese che almeno al primo impatto mi appare abbastanza vicino agli standard occidentali o quantomeno avviato su quella strada. 

Riflessi
Le periferia della capitale sono ormai piene di torri abitative in costruzione, niente baracche; il centro si preannuncia da lontano raggiunto da una selva di autostrade a 6 e 8 corsie che si incrociano nelle varie direzioni. Man mano che ci si avvicina al cuore della metropoli cominci a capire quello che ti aspetterà: una città moderna e in pieno sviluppo che aspira a conquistarsi un ruolo economico importante nell'area. La luce comincia a calare, il cielo imbronciato ti fa comprendere che qui siamo nella zona monsonica e che può sempre arrivare lo scroscio, anche se qui c'è il sole, mentre all'orizzonte lampi furiosi screziano il grigio scuro dei nembo cumuli che si affastellano nel cielo. Il fatto di essere stanco morto dopo l'alzataccia e la successiva notte saltata, non ti muove pensieri sul fatto che forse non hai più l'età per queste cose, solo la curiosità bambina di vedere, di cercare di capire, non ti lascia spazio ad altri ragionamenti, Scorre nel sangue, l'eccitazione della scoperta, della voglia bambina di trovare una nuova realtà. Così, che emozione quando appena in mezzo agli altri pinnacoli che levano orgogliosi a segnalare la voglia di futuro, scorgi un segnale conosciuto, quello che è ormai un emblema, le due torri Petronas la cui sagoma arcinota comincia a mettersi il vestito da sera d'argento, due splendide femmine che cercano la scalinata per arrivare al galà che si sta preparando, mentre scende la corte di velluto nero della notte.  




SURVIVAL KIT

Volo - Innumerevoli le opzioni che si propongono per raggiungere KL da Milano. Io seguendo i canoni della minimizzazione delle spese, comprare il biglietto circa 50 gg prima della partenza, scegliere giorni di partenza e ritorno tra quelli meno affollati e controllare i vari siti da un PC e poi comprare attraverso un'altro, ho trovato un volo Ethyad a 500 Euro tutto compreso, commissioni della Carta di Credito incluse. Ma le quotazioni cambiano continuamente. Abbiate fede e cercate, cercate, l'occasione arriva. Il taxi (c'è un apposito baracchino all'aeroporto che fa il biglietto per ogni destinazione) costa 95 Ringit per il centro CCKL. Considerato che sono più di 50 km, 1 h di viaggio, è ragionevole. Ci sarebbe anche il treno, ma considerato che costa abbastanza e inoltre dovrete poi prendere comunque un taxi per raggiungere l'albergo, più o meno altri 20 R, se siete almeno in due non conviene lo sbattimento.


Se ti è piaciuto questo post, ti potrebbero anche interessare:

Nessun commento:

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!