martedì 25 aprile 2017

Malaysia 9 - Le Cameron Highlands


Le piantagioni di thé


Mossy forest
Le Cameron Highlands, benché sovraccaricate di turismo locale, sono un ambiente davvero affascinante. Il paesaggio che le disegna è frutto di un clima del tutto particolare. Siamo in altura, le colline si spingono fino a 2000 metri, ma in una zona equatoriale calda ed umidissima, grazie al fatto che il clima monsonico porta in continuazione nuvole cariche di pioggia a frangersi sui contrafforti di questa piccola catena di colli scoscesi e selvatici. Il contrasto tra le temperature costringe questo cielo sempre imbronciato e gonfio di acqua a rilasciare continue razioni giornaliere su un terreno che nei millenni si è ricoperto di una fitta foresta pluviale, perennemente, in specie nelle sue parti più alte, avvolta di nubi, la cosiddetta cloudy forest. Bisogna fare una camminata anche breve all'interno di questo bosco oscuro per rendersi conto della sua bellezza e del suo fascino assoluto. Tutta la parte sommitale del territorio è ricoperto dalla Mossy forest, percorsa da sentieri ricavati su passerelle di legno per evitare l'erosione di un suolo e di un ecosistema delicatissimo. Il terreno è ricoperto per oltre una decina di metri di spessore da uno strato di materiale organico formato da foglie e legno in putrefazione, brulicante della vita saprofitica che la popola e la arriccisce continuamente, che si mescolano alla pochissima terra a proteggere la roccia viva. Si dice  che ci vogliano almeno 50 anni per consolidarne un centimetro. 

Fogliame
Questo dà la misura di quanto sia prezioso questo bene naturale. Alberi giganteschi, felci colossali ed erbe mostruose formano una barriera che nasconde completamente il cielo. I tronchi, le liane che scendono come corde minacciose e ogni spuntone roccioso che emerge è ricoperto da uno spesso strato di muschio che penzola come una fitta ragnatela. E' il bosco stregato di Harry Potter con i rami spettrali degli hemlock (Tsuga heterophylla) alti decine di metri, che si allungano come dita nere tra il fogliame. Quando ci cammini dentro, ti senti completamente avvolto da una umidità densa e tiepida; non piove ma sei continuamente ricoperto da uno strato di goccioline che non riesci a distinguere tra acqua e sudore che ti gocciola davanti agli occhi inzuppandoti tutto. Tra il verde cupo occhieggiano orchidee selvatiche, grappoli dai grandi petali di velluto bianco, mentre più nascosti, i maligni calici screziati delle nepentes carnivore si offrono agli insetti più ingenui con i coperchietti aperti a mostrare le carnose sfumature interne, un invito irresistibile al godimento ingordo che porta alla morte. Rododendri di cinque metri paiono mazzi di rosso e viola messi apposta da una mano d'artista ad arricchire le mensole naturali di una natura esagerata. Qui, tra le essenze medicinali che continuamente ti segnalerà chi ti accompagna, puoi assaporare veramente questo ambiente unico e imperdibile, mentre i pochi squarci tra i rami, non mostrano azzurro ma solo il grigio opaco della nebbia che azzera ogni colore. 

Hemlock
Tuttavia bisogna fare conto anche con l'azione antropica che, come in ogni parte del mondo ha contribuito, con la sua presenza necessariamente pervasiva ad incidere profondamente nella formazione di un paesaggio nuovo ed in competizione inarrestabile con la natura selvatica. L'uomo vuole prima di tutto sopravvivere e non ha pietà di niente e di nessuno. La spinta conservativa della natura è sentimento molto recente ed in perenne lotta con la brama di terra di chi cerca di uscire dalla fame atavica, spesso bandiera di chi ha già distrutto ogni cosa a casa sua per affogarsi nello spreco, morendo di sovralimentazione e pretende conservazione e senso di sostenibilità da chi ancora cerca di uscire dalla morte per consunzione. Ma queste sono teorie, nella pratica le cose marciano da sole e anche se oggi una regolamentazione decisamente più attenta a questi temi, cerca con un certo successo di assicurare protezione a determinati ambienti, valutandoli correttamente più che altro in termini economici, dato che la loro fruizione è sempre più apprezzata e apportatrice di benefit commerciali, non rimane che osservare l'attuale stato dell'arte. L'ultimo secolo ha modificato profondamente parte di questo ambiente e l'aspetto agricolo ha disegnato alle falde della foresta un nuovo e altrettanto affascinante paesaggio. 

Dalla terrazza della fattoria Boh
Dato il clima particolare, questa area si è rivelata terreno ideale per la coltivazione del thé, accoppiato ad una altitudine che confersce al prodotto una particolare patente di qualità. Intere colline sono ricoperte dai cespi fitti di questa cameliacea, che intessono reticolati regolari con un disegno di grande bellezza. In mezzo ai mammelloni ricoperti dalle foglie lucide, la fattoria accentra la produzione di questo prodotto d'eccellenza. Dietro, un po' nascoste, le baracche dei lavoratori che raccolgono le tenere foglioline apicali. Anche qui, capisci di essere in un paese abbastanza sviluppato, non ci sono raccoglitori malesi, nessuno, guarda un po', accetta di fare questo faticoso lavoro, ma solo gente importata dal Bangla Desh o dalla Birmania e tutti maschi per evitare che, se fossero donne, finiscano per rimanere qui sposando i locali. I punti comuni di ogni parte del mondo sono molto di più di quanto possa apparire ad una prima osservazione. Se poi scendi verso il paese, trovi ogni genere di fattorie che sbandierano soprattutto il vessillo della naturalità, del biologico, del rispetto della terra, segno che la fuffa del sano e del teobio pervade ogni parte del mondo e paga bene in termini commerciali. 

Degustazione del thé
Qui è pieno di fattorie che vendono miele, ortaggi e soprattutto fragole, tipicità della zona, che l'accoppiata clima e altitudine, garantiscono di qualità superiore. E' vera folla e la strada è intasata di macchine di cittadini che arrivano qui dalla piana e si riempie l'auto di canestrini di rossi fragoloni di montagna. Si arriva all'estremo dell'assurdo, quando, come si vede nei vari cartelli di invito alla visita, un cestino di fragole che costa 10 ringit se acquistato alla bancarella, ne costa 20 se volete l'opportunutà di raccogliervele da soli nel campo della fattoria. Straordinario potere della supercazzola che affascina già nel mondo occidentale il ragioniere che aspira al mondo fatato di una agricoltura inesistente, dopo essere stato tutta la settimana con l'acredine provocata dal chiuso del suo ufficio e che a poco a poco, man mano che il benessere avanza conquista anche l'Oriente. Potenza della moda e del marketing. Rimane comunque il fatto dell'incanto di questo paesaggio davvero convincente. Bisogna meditare sui tanti punti di discussione che sorgono spontanei da tutto questo. Non c'è modo migliore che farlo attorno ad un hot pot, piatto comunitario un po' simile alla bourguignonne o ad altri simili del mondo, di ascendenza cinese, dove però lo chiamano mongolian pot. Ragioniamoci su.

Hot Pot

SURVIVAL KIT

Mossy forest - Occupa una vasta porzione della parte sommitale fino al picco di 2060 m. delle Cameron Highlands. Potete arrivare con mezzi propri al punto in cui è stato preparato un percorso che l'attraversa su comode passerelle di legno. Giustamente non è ammesso percorrerla diversamente. Fa parte di tutti i tour programmati che a seconda dei partecipanti costeranno dai 30 ai 50 R. a persona. Il giro può durare un paio di orette, non è faticoso e alla portata di tutti. I tour completi durano una mezza giornata e comprendono generalmente la visita di fattorie che producono fragole, miele, ortaggi con possibilità di acquisti.
Centro di produzione del thé Boh

Fattoria Boh - La più grande della Malaysia per la produzione del thé, offre l'opportunità di vedere la lavorazione delle foglioline e su una bellissima terrazza situata in mezzo alla piantagione che si è istallata tra queste colline nel 1936, tramite una famiglia di origine scozzese, si può degustare una delle cinque tipologie prodotte dalla ditta. Ovviamente poi, si possono acquistare nel vicino negozio le varie confezioni del prodotto aziendale.

Ferm Nyonya Restaurant - Tanah Rata - Proprio dietro alla costruzione centrale nella piazza principale del paese. Offre piatti cinesi e della cucina locale nyonya. Uno dei punti forti è l'Hot pot, che comprende diversi tipi di pesce, calamari, gamberi, tofu, pollo, carne e verdure da far bollire nel pentolone centrale che sobbolle continuamente, con le varie salse con cui insaporirle. Sui 25 R a testa. Sempre affollato.


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1 commento:

Sergente Elias ha detto...

Luoghi meravigliosi che fanno veramente sognare

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!