martedì 18 aprile 2017

Malysia e dintorni, primo feedback



Dunque eccomi qua, tornato finalmente dal mesetto di far est, che mi ha consentito di concludere alcuni punti che avevo in sospeso, cosa già di per sé meritevole di essere fatta. Dunque è già il momento delle prime riflessioni a caldo, quelle in cui si tirano alcune somme, quantomeno provvisorie, come si dice a botta calda; il momento in cui riverberano le emozioni vissute con maggiore intensità e che poi alla fine sono quelle che si sedimenteranno maggiormente nel ricordo successivo, lasciando alla prolungata meditazione i ragionamenti un po' più complicati che contribuiranno alla fine a dare un "giudizio" complessivo sul viaggio. Dunque partendo dall'assunto che difficilmente ho avvertito dei feedback negativi su qualunque viaggio abbia mai condotto a termine, possiamo dire che anche questo ha portato a casa un complesso di emozioni, di conoscenze e di spunti di interesse che mi hanno appagato completamente e che mi permetterlo di includerlo negli itinerari che valgono la pena di essere percorsi. Intanto partiamo dal punto meno nobile per il quale è stato organizzato il viaggio stesso. 

Questa indecente motivazione, di cui un po' mi vergogno, ma se sono qui per confessarla, significa che non sono affatto pentito, è purtroppo molto comune al turista, meno al viaggiatore vero, ma propria spesso della mentalità collezionistica del maschio anche adulto. Infatti questo viaggio mi ha consentito in un sol colpo di raggiungere due mete a cui ambivo da tempo, quella del raggiungimento e superamento di slancio del numero 100 di paesi visitati, come potete vedere nell'apposita pagina che mi sono affrettato ad aggiornare e contemporaneamente di completare il numero dei paesi del sudest asiatico. Questo, a bocce ferme, oltre che soddisfarmi molto, porta con sé la possibilità di fare una sorta di classifica, basata come ovvio, sugli interessi personali, su quali tra questi paesi, sia preferibile da visitare per primo, mettendo in coda quelli che possono avere un concentrato di interessi se così si può dire, minore. Va detto che questa è l'area del mondo che preferisco, come si desume dal titolo del blog e che quindi rimanere in fondo a questa classifica, non significa assolutamente un bocciatura rispetto agli altri. 

Diciamo quindi che, avendoli "fatti" tutti, consentitemi l'uso di questa orrenda parola ad uso turista da villaggio, a mio parere, metterei in testa assolutamente il gruppo Vietnam, Cambogia, Laos e Birmania per le perle artistiche ed architettoniche e per l'interesse etnografico ineguagliabile. Subito a ruota metterei Indonesia, per la varietà di spunti che includono perle assolute, tra le quali Bali; Singapore, per l'opportunità unica di considerare quello che potrebbe essere l'Asia di domani e le Filippine. In coda al gruppo, ma non vuol essere certo un giudizio negativo, solo una sorta di interessi in leggero tono minore, la Thailandia, di cui ho un po' sofferto l'assoluto aspetto di turismo massificato che deteriora anche le cose più belle se gestite unicamente per un turista da pullman e il gruppo Malaysia, Sarawak, Brunei, Sabah, che benché meritevoli assolutamente del mese che vi ho trascorso, non hanno acuti assoluti come i paesi precedentemente citati, o perché anche se presenti (come quelli etnografici) sono tuttavia in tono minore o perché i punti più qualificanti che sono il mare, lo snorkelling, le immersioni che li riqualificherebbe assai facendoli risalire nella classifica, io, gatto di marmo per definizione, non li posso godere in nessun modo. 

Rimane inoltre il fatto che visti per ultimi non consentono di apprezzare come è stato fatto per i primi e come meriterebbe, l'aspetto dell'esotico, la bellezza dei mercati, la piacevolezza della gente e tanti altri spunti meravigliosi che dopo una decina di viaggi nell'aera, generano una sorta di effetto inevitabile di déjà vu, che ti fa apprezzare meno le stesse cose. Ricordo l'entusiasmo dei primi viaggi laggiù, riferito al colore dei mercati, alla ricchezza di frutta, nuova e sconosciuta, all'eleganza del portamento femminile o la commistione e la conoscenza di nuove forme di religiosità, che ormai, purtroppo do per scontate e che contribuiscono a sminuire la meta del giorno.  Devo comunque riconfermare che il viaggio così come me lo sono progettato è meritevole assolutamente di essere fatto e dirò di più, cambierei pochissimo dell'itinerario pianificato e portato a termine nei minimi dettagli, come sentirete, se avrete la bontà di seguirmi, nei prossimi giorni; ho intenzione di assillarvi con l'argomento almeno fino alla fine di maggio se non oltre. Vi aspetto.


3 commenti:

Simona ha detto...

Complimenti per il traguardo, lo so che non si viaggia per mettere una bandierina sul mappamondo, ma da una certa soddisfazione.
Quello che dici è verissimo, io penso che avrei apprezzato molto di più il Vietnam se lo avessi visitato prima della Cina, per esempio.
Però sono sempre per le seconde opportunità, e infatti ci torno tra qualche mese. Ho bisogno di approfondire e di capire meglio.
Aspetto il tuo resoconto, la Malesia mi affascina molto.

Anonimo ha detto...

Et on est parti pour une bonne tranche d'Asie!!!Youppi , youppi
Jac.

Enrico Bo ha detto...

@Cic - In effettio il Vietnam ha un sacco di cose valide e interessanti da vedere, in particolare le popolazioni del nord, poi tu, mi sembra abbia appoggi locali, cosa che è un plus importante.

@jac - On va commencer...

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!