venerdì 21 aprile 2017

Malaysia 5 - Passeggiare nel centro della capitale



Le Petronas Towers di giorno



Una via di CCKL
Altra idea preconcetta che va in frantumi. Mi piace questa città, contrariamente all'opinione di molti che me l'avevano bocciata. Mi piace la sua imperfezione di mondo che vuol crescere per avvicinarsi a Singapore, ma che mantiene la sua anima orientale imperfetta e confusionaria, mi piace la commistione della popolazione che sembra vivere con una accettabile armonia, la mescolanza di razze e culture in ogni strada, dove coesistono templi, chiese, moschee. Mi piace la parte moderna, anzi modernissima con i tanti spazi verdi, i grandi polmoni dei parchi cittadini, i quartieri tradizionali che mantengono una sufficiente autonoma identità. I servizi pubblici sono all'altezza di una capitale internazionale ed il costo della vita per chi arriva da fuori è molto ragionevole. Insomma due o tre giorni la merita decisamente. Io l'ho vissuta in tre momenti diversi, a tappe insomma; all'inizio, cosa che mi ha bene illustrato la copertina del viaggio; a metà, sosta che che mi ha fatto fare un punto ragionato della situazione ed ancora alla fine, giusto il momento per il consuntivo di quanto visto globalmente. Mi è sembrata una soluzione efficace. 

Di notte dal Renaissance
Ho abitato anche in due aree diverse, il centro amministrativo, il CCKL, la zona delle torri, arioso, moderno e nell'insieme bello, con colpi d'occhio mozzafiato che ti fanno convinto di come l'architettura moderna abbia nel grattacielo, la cattedrale di questi anni, la sua espressione artistica più potente, un tipo di costruzione dove la tecnica costruttiva che piega la forma ai nuovi materiali riesce ad esprimere la voglia dell'uomo di mettere in ogni suo atto la fantasia dell'artista, che pretende di vestire il necessario con quel di più inutile ai fini pratici, la necessità di accoppiarvi il bello, punto che tuttavia distingue la mente pensante dall'animalità. Credo che qui stia la definizione dell'arte. Qui cammini costantemente col naso all'insù in cerca del miglior punto di vista per ammirare lo sviluppo verticale della città. che in ogni caso continua ad essere un cantiere in movimento; dalle Petronas, dove puoi passeggiare nel vuoto che si apre sotto la passerelle che le unisce indissolubilmente, alla torre della televisione, la KLT, ago rosso rivolto a pungere il cielo, in mezzo ad un parco verdeggiante, col suo ristorante girevole a quasi 400 metri d'altezza, con molte altre costruzioni appena partite ed altri spazi dove altri lavori sorgeranno. Il quartiere è suggestivo soprattutto di notte quando le luci disegnano le sagome delle costruzioni personalizzandole ancor di più, sempre con un tocco di pennello orientale. 

Ancora nel CCKL
Poi mi sono collocato a Bukit Bintang, il rutilante triangolo del commercio, con le sue strade affollate di negozi lussuosi come nelle più grandi capitali d'occidente, i ristoranti d'ogni tipo a sottolineare l'internazionalità ed i grandi mall e i centri commerciali, le nuove agorà, punto di aggregazione del nostro tempo, ridondanti di marmi e di lusso dove il contrasto tra temperatura esterna e quella prodotta dai soffi micidiali dell'aria condizionata deve essere di almeno 15 gradi per poterne garantire la modernità. Qui vedi scorrere il melting pot di questa città che riflette quello dell'intero paese. Cinesi indaffarati con l'occhio perso nel conteggio delle cifre e del denaro che si prevede possano generare le varie opportunità, indiani che occupano una fascia più bassa ma sempre inserita nel vortice commerciale, malesi indaffarati a non farsi sopravanzare dalla marea incombente e più intraprendente, occidentali in cerca di opportunità e turisti di ogni parte del mondo, mediorientali in visita che hanno tenuto di certo conto che questo paese si definisce ufficialmente "islamic friendly". Altro pregiudizio che mi sono portato con me, puntualmente sconfessato dalla realtà. 

Al centro commerciale
Avevo creduto questo paese religiosamente molto rigido e appiattito su una ortodossia decisa e asfissiante. La realtà mi è apparsa diversa. Gli islamici sunniti sono solo una parte, anche se maggioritaria della popolazione e non appaiono prevaricare le altre, i cui luoghi di culto sono presenti in modo proporzionale alla percentuale dei gruppi etnici, considerando anche la forte comunità cinese, che è ricoperta di quell'indefinibile ateismo sincretico, di adoratori della moneta, di volta in volta con sfumature tao, buddhiste o confuciane. Interessante anche, per lo meno per quanto si avverte superficialmente, la posizione femminile che sebbene imponga, a mio parere come moda tradizionale, l'uso di un hijab coloratissimo, fin dalla tenera età, dà la sensazione di una scioltezza notevole, sia negli atteggiamenti che nel resto dei vestiti, spesso a braccia scoperte o con pantaloni o fuseaux attillatissimi a ricoprire forme anche debordanti. I comportamenti sono apertamente disinibiti; le ragazze attaccano bottone per prime e si lasciano fotografare senza problemi, anzi mettendosi in posa, facendo le faccine di circostanza o mostrando la V con le dita, per non parlar dei selfies per i quali, ormai se non vai in giro dotato di apposito bastone telescopico ti senti inadeguato e fuori tempo.

Al Tarbush Restaurant
Anche nei ruoli lavorativi l'universo femminile appare sciolto e assai meno condizionato di quello delle loro colleghe di paesi arabi più ortodossi. Nei ristoranti si trova di tutto, salvo alcuni che espongono l'avviso "non si serve carne di maiale". Bisogna anche considerare la scarsa diffusione degli alcolici, limitata ai locali occidentali e della birra, molto cara per una tassazione evidentemente dissuasoria e punitiva. Comunque il quartiere è molto piacevole da girare anche fino a tarda sera, ricco e rutilante di colori sullo stile delle nuove città cinesi, ragionevolmente pulito e come ovvio molto trafficato. Naturalmente la sensazione di sicurezza, come accade quasi sempre in oriente, è totale e rassicurante. I pochi edifici coloniali rimasti rimangono affogati nella selva delle costruzioni moderne, sorte in una specie di caos ordinato e non fastidioso. Nella Jalan Bukit Bintang una delle strade più colorate e ricche di luci, una sfilata di ristoranti mediorientali si assiepano uno dietro l'altro, ai tavolini, occidentali e locali fumano onirici narghilè, dalle cucine profumi di spezia e uva passa. Altrove ristoranti italiani, pizzerie, francesi turchi, pub irlandesi e naturalmente per una buona metà, cinesi, ogni categoria internazionale di catene di fast food, oltre che naturalmente i malesi, completano una offerta completa e variata da esplorare. Si respira una buona sensazione. Sì, mi piace proprio questa città. Domani faremo un giro negli altri quartieri storici.

SURVIVAL KIT

Hotel Renaissance - All'angolo tra Jalan Sultan Ismail e Jalan Ampang- Colossale 5 stelle a 500 m. dalle Petronas con ottima vista da quasi tutte le camere. La hall è monumentale, enorme e tutta uno sfavillare di marmi  preziosi, la camere decisamente meno, datate e non all'altezza del fasto promesso da un 5 stelle. Il servizio è abbastanza carente (ma questa è un po' la caratteristica del paese). Dotazioni abbastanza misere. I pregi sono lo sfarzo dell'ingresso, ragionevolmente pulito, la grande piscina, la posizione magnifica, la vista sulle Petronas. Assolutamente non vale il prezzo ufficiale di listino, ma se lo trovate in offerta, come l'ho trovato io a 74 Euro, senza colazione, può valere la pena per una notte, il rapporto qualità prezzo diventa accettabile. Cominciare col lusso non va mai male, a scendere di livello c'è sempre tempo.

Ristorante Tarbush - Jalan Bukit Bintang 138- Libanese, con un certo tono. Prezzi medio alti per il paese ma porzioni molto abbondanti che consigliano di prendere un piatto in due, avrete così occasione di fare diversi assaggi di questa cucina, decisamente valida e adatta ai nostri palati. Io ho assaggiato delle Mussaka (melanzane, ma nolto diverse da quelle greche) davvero ottime e bazilla rice & cicken, gustosissimo e cotto alla perfezione e una pasta al gratin. Ho visto girare del bei Mezzé(gli antipasti misti libanesi) e dei magnifici gamberoni. Spesa in due per due piatti sui 70 R. Consigliato.
Nella hall delle Petronas
Petronas Towers - In CCKL, visibili da ogni punto della città. Benchè la sagoma vi sia ormai ben nota, rimangono un colpo d'occhio unico e indimenticabile specialmente di notte. Potrete rimanere ad ammirarle da sotto naso all'in su, entrare nella grande hall di 6 piani dove al centro ci sono sempre spettacoli, spensso incentrati sulla F!, le cui macchine fanno bella mostra di sé dappertutto, vedere i negozi lussuosi del mall, o girare nel grande parco verde posteriore. Salire alle torri costa abbastanza caro e ci sono diversi biglietti, meglio acquistabili on line, per avere la certezza che ci sia posto all'ora prevista. Da 37 Euro per il giro minimo, ai 58 per accedere al ponte sospeso tra le torri, fino a superare i 100 per un tour che comprende l'intera giornata con le torri, la TKL (torre della televisione), le Batu Caves e giro della città con guida. Se volete solo vederle dall'esterno, una soluzione interessante è quella di salire al bar, situato all'incirca al 40° piano della Menara Tower a prendere un aperitivo o un thé alle 19/20 e godere della splendida vista delle torri che stanno proprio davanti illuminate.

CCKL - Zona uffici con tutti i più bei grattacieli da vedere sia di giorno che di notte. Rggiungibile facilmente con taxi o con la metro. C'è anche un bus panoramico che fa il giro turistico come in tutte le città con fermate obbligate, anche qui e un bus per turisti gratuito che fa un giro circolare. Vedere la mappa gratuita che distribuiscono in tutti gli hotel. 

Bukit Bintang - In codice BBCCKL -Quartiere commerciale, il vero centro città vivo e vibrante dove sarebbe comodo avere l'hotel. Da godere passeggiando e guardandosi intorno per capire un po' la vita della capitale. Date un'occhiata al sito.

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