Seguito del meritatamente fortunatissimo libro Pane e bugie,
di cui continua il filone inesauribile della corretta spiegazione e relativa
demolizione delle tantissime bufale alimentari che tengono banco nella vulgata
popolare, ingigantite e convalidate da tanti personaggi, televisivi e non solo
che su questo mercato ci campano. Bressanini è un noto ricercatore che da anni,
in varie rubriche sui giornali, innumerevoli conferenze e con il suo
seguitissimo blog Scienza in cucina, cerca di spiegare con parole accessibili a
tutti, come bisogna affrontare un assunto dal punto di vista scientifico, unico
modo corretto per discuterne e giudicarne o meno la validità. In questo lavoro,
l’autore prende in esame le etichette di molti prodotti, immaginando di
percorrere i corridoi di un supermercato e per ognuno, sottolinea e discute le
tante diciture a bella posta ingannevoli, anche se non false, che ormai tutte
le aziende inseriscono per convincere il compratore di quanto il prodotto sia
“naturale” e “sano”, anche se tutto questo non ha niente a che vedere con il
valore o la qualità reale del prodotto stesso. Particolarmente gustosi i
capitoli dedicati alle prove a doppio ceco sui consumatori per capire se
piaccia di più il vino più costoso a prescindere dal suo effettivo valore o
quello sul Kamut® di cui gli italiani sono ovviamente i più grandi consumatori
al mondo o sulla patata al selenio che fa venire intelligenti. E’ un libro di
particolare attualità, corredato da tutti i riferimenti necessari e delle fonti
attendibili da cui sono ricavati i dati, proprio in questi tempi in cui gli
scaffali sono pieni di prodotti “no tutto” a cui il numero sempre maggiore di
ortoressici, si sta affezionando particolarmente, creando uno strepitoso
mercato del nulla, su cui si sono buttate a pesce tutte le multinazionali del
food, proprio quelle che questo panel di consumatori è solito condannare a
prescindere. Da leggere assolutamente, non solo per prendere nota dei vari casi
citati e farne tesoro, ma anche e soprattutto per abituarsi ad utilizzare il
metodo scientifico per analizzare un problema, prima di trarre le conclusioni
che sembrano più scontate ed alle quali il marketing vorrebbe accompagnarci, da
consumatori con la testa imbottita di false credenze sparse a piene mani da
mestatori e fattucchiere.
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