venerdì 4 agosto 2017

Malaysia 48 - Considerazioni finali


Le torri Petronas


Signore in gita
Come sempre è arrivato il momento di tirare le somme. Sono passati già quattro mesi da quando sono tornato da questo viaggio in Malaysia che ha avuto, tra le altre cose, il merito di farmi completare la conoscenza, sommaria per carità, di tutti i paesi del sud est asiatico. A consuntivo, se proprio debbo essere sincero fino in fondo, la Malaysia è quello che tra tutti presenta interessi inferiori ai suoi concorrenti dell'area, probabilmente a causa della mancanza di pezzi di assoluta eccellenza come possono essere considerati Angkor wat, in Cambogia, le popolazioni dei montagnard di Laos e Vietnam, con la sua baia di Halong, le città buddiste di Patan e M'rauk U, in Birmania, la modernità più avanzata del mondo di Singapore ed i templi thailandesi, le diversità naturalistiche e culturali dell'Indonesia, insomma un concentrato di arte e di cultura raro a vedersi e che porta tutta questa zona ai livelli più alti di interesse del mondo. Nel mio discutibile giudizio, gioca inoltre il fatto che, arrivato per ultimo nel mio carnet di paesi visitati, ha perso alla mia vista quella fascinazione esotica che ti prende alla gola le prime volte che arrivi in Oriente e che, ad esempio, mi colpì perdutamente quando nel 1974 arrivai per la prima volta a Bangkok, momento che, probabilmente rilasciò nel mio sangue quel virus maligno dalla cui dipendenza non sono più guarito. Tuttavia non posso negare che la Malaysia, terra dalla sua personaòlità assolutamente particolare e che la distingue da tutti i suoi vicini, ha moltissimi punti che fanno considerare assolutamente consigliabile una sua visita, anche approfondita. 

La moschea di Georgetown
Intanto devo premettere che come sempre, a conclusione del mio viaggio, si sono affieviolite o sono scomparse del tutto molte delle idee preconcette con le quali ero partito, rivelandosi questo, un paese molto diverso da come me lo aspettavo. L'aspetto di maggiore rilevanza riguarda essere la Malaysia un paese dichiaratamente islamico, come struttura di governo e che, ufficialmente per lo meno, considera questa religione ed i suoi dettami parte fondamentale della sua esistenza e della sua organizzazione. Mi aspettavo dunque una decisa presa di posizione nei comportamenti in generale, nella posizione femminile, nella gestione della vita pubblica in generale, insomma una certa intransigenza sunnita piuttosto integralista. La realtà che mi si è presentata è invece molto diversa o almeno questa è stata la mia sensazione. Questo assunto religioso rimane, almeno nella vita comune visibile dall'esterno, assolutamente teorico e non pervasivo, essendo presente in effetti, una libertà totale per chi professa credi diversi. Gli unici accenni che puoi avvertire girando per le strade, sono la presenza di hijab (velo che copre solo i capelli e lascia libero il viso) per le donne mussulmane, che sono all'incirca la metà della popolazione, ma sempre di colori vivacissimi e apparentemente parte di un modo di vestire di tradizione e non avvertito come obbligo; la dichiarazione su alcuni manifesti agli aeroporti di essere la Malaysia un paese islamic friendly; l'indicazione su molti ristoranti diservire cibi adatti alle regole dell'Islam e la scarsa presenza di bevande alcooliche nei normali esercizi pubblici, mentre si trovano regolarmente nei locali rivolti agli stranieri. 

Tempio confuciano
A complemento si trovano ogni tanto nella capitale grandi manifesti che dichiarano, almeno ufficialmente la vicinanza del paese alle popolazioni Ronghya, discriminate e oppresse nella vicina Birmania a causa della loro fede islamica. Per la verità, mi risulterebbe che quando si tratta di accogliere barconi di fuggitivi dai campi di prigionia birmani, il clima diventa subito più freddo e restrittivo. Nella vita di ogni giorno le donne invece, non mostrano affatto la ritrosia comune a molti paesi dell'area mussulmana mediorientale, anzi, sono molto amichevoli e anche da sole  parlano volentieri, se cercate di attaccare bottone, spesso lo fanno loro per prime e non si ritraggono scandalizzate quando scattate qualche foto, anzi direi che ho notato una certa civetteria. Inoltre i templi di tutte le altre religioni, incluse le chiese cattoliche, sono numerose, normalmente aperte al culto e frequentatissime; basta fare un giro nei molti santuari induisti. Considerate anche il fatto che quasi la metà della popolazione, o non ha interessi religiosi, come molti della comunità cinese o aderiscono ad altri culti, inclusi quelli tradizionali animisti. La seconda cosa che non si può non notare è che questo paese non appartiene certamente a quel gruppo di paesi poveri che faticosamente stanno uscendo da una situazione terzomondista con fatiche, lotte sociali e sfruttamenti, comuni nei vari buchi neri del mondo. Il paese è abbastanza ricco e sviluppato, di certo grazie al petrolio e ad una posizione favorevole ai commerci ed all'esportazione dei prodotti cosiddetti di piantagione, presenti da secoli nella zona, dal thé al caffé, al cacao, alla gomma e oggi dal grande interesse gravitante sull'olio di palma. 

Isole Peherentians
Anche nelle zone meno sviluppate del paese si vede comunque la presenza di un minimo di benessere diffuso, considerato che la Malaysia si situa comunque attorno al 65° posto come PIL procapite. Le strade sono molto belle e curate, le città ragionevolmente pulite, ben servite di mezzi pubblici ed automatizzate. Insomma un paese civile in cui è facile e piacevole muoversi. Certamente avvertirete il desiderio di avvicinarsi nello stile e nelle modalità di sviluppo alla vicina Singapore che probabilmente rimane il faro conduttore a cui si cerca di somigliare. In ogni caso il punto di forza del paese, che dovrebbe rappresentare la motivazione principale per visitarlo, è la natura. Una natura strabordante e potente, invasiva e rigogliosa che l'uomo domina a stento, grazie ad un clima, per noi terribile e monotono, che corrisponde ad una quasi unica stagione sempre attorno ai 30/32°C, umidissima grazie al fatto che in certi mesi piove e in altri piove a dirotto. La bellezza straordinaria delle immense foreste, dei parchi nazionali, vi conquisteranno con la possibilità di penetrarle con difficoltà per vedere animali particolari e presenti solo lì. Il verde assoluto che vi circonderà sempre sia che vi ritroviate in montagna o al mare, dove troverete l'altra faccia splendente delle isole dei mari del sud, delle coste di tipo granitico dai grandi massi arrotondati, alle lingue lunghe di sabbia bianca e farinosa degli atolli della barriera, spesso affollati dal nuovo turismo d'oriente, ma sapendo allontanarsi di pochi metri, assolutamente deserti, che vi sapranno dare sensazioni davvero speciali. 

Popolazioni Iban del Borneo
Della vita subacquea non parlo, non essendo titolato, ma questo potrebbe essere probabilmente il punto topico del vostro viaggio. Calcolate poi che la parte del paese che si estende sulla parte nord del Borneo, gli stati federati del Sarawak e del Sabah, presentano le cose che vi ho appena descritto, in maniera più che raddoppiata. Qui troverete zone ancora davvero selvatiche, foreste ancora più impenetrabili e popolazioni che ci vivono con le quali vale sicuramente avere un contatto ed una conoscenza anche solo superficiale. A consuntivo, come ulteriore punto positivo, bisogna confermare che si tratta di un paese facile ed economico da raggiungere; dove la gente è molto cordiale ed amichevole; che si può girare in tutta tranquillità, facilmente da soli e senza problemi, addirittura con mezzi propri, pubblici o affittando un auto; dove la vita è molto economica sia per il cibo che per gli alberghi, dignitosi anche nel basso livello (ostelli o due stelle) e dove gli spostamenti aerei sono semplici ed economicissimi, ricorrendo alle grandi compagnie lowcost come Air Asia. Insomma, come sempre, e, badate bene, non mi è ancora capitato per nessun paese che ho visto di dire il contrario, anche questo è davvero un posto che vale la pena di visitare, per le sue bellezze, per le sue diversità e per le esperienze che ti consente di avere attraverso la conoscenza diretta dei suoi abitanti. Che altro dire, cominciate a prenotare i biglietti.

Il the delle colline




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