martedì 1 agosto 2017

Malaysia 45 - L'arcipelago di Sipadan


Pirata filippino - foto T.Sofi


La costa
L'imbarcadero della palafitta è gremito di gente, quasi tutti cinesi pigolanti che si ammucchiano davanto al baracchino principale di quello che organizza le barche per le isole. Tutti si affannano a bardarsi per lo snorkelling, è tutto un passarsi pinne, occhiali e giubbotti di salvataggio rossi e gialli che qualche inserviente tira fuori man mano con aria stanca dagli appositi gavoni posti intorno all'ufficio. C'è un gran fermento. Poco più in là, altri con aria più professionale che non si mescolano al turistume degli snorkellisti della domenica, prepara con attenzione bombole e mute, forse sono riusciti a prenotare il permesso per il parco marino di Sipadan, chedinorma viene monopolizzato dai resort più lussuosi. Dalle attrezzature si vede che è gente che ha il grano pronto. Noi molto più modestamente abbiamo chiacchierato a lungo ieri sera con Richard, il tenutario del business, cercando di individuare quale siano le isole più interessanti dei dintorni e dopo ponderata scelta, abbiamo deciso per una tripletta che dovrebbe darci un'idea abbastanza completa dell'ambiente circostante. Tutto è pronto dunque, le varie pagine di scarichi di responsabilità firmate adeguatamente, come vuole la prassi, anche in capo al mondo nessuno vuole correre rischi se per caso la barca si sfascia, i pirati filippini ti catturano e ti portano nella foresta o i barracuda invece di ruotare ordinatamente intorno formando il classico cilindro, aprendo anch eun po' la bocca per mostrare i denti al fotografo, ti danno qualche dentata. 

Quartiere di Semporna
Dunque basta saltare sul nostro barchino già carico di provviste per il previsto picnic sulla spiaggia e prendere il largo facendosi spazio tra le molte imbarcazioni che a vario titolo galleggiano tra le immondizie del porto. Tutto lo specchio di mare è pieno di barche che si incrociano senza troppe regole, almeno apparentemente. Molti trasporti di mercanzie varie che vanno verso il mercato, altre stracariche di gente che si spostano verso altri punti della costa o per le tante isolette che a vista d'occhio occupano l'orizzonte. Alcune sono chiaramente case galleggianti di pescatori che si muovono verso il punto dove cominceranno il loro lavoro giornaliero. Altre si muovono apparentemente a caso portando con sé una umanità coperta di stracci e miseria, sono gli zingari del mare, nomadi in continua peregrinazione da un punto all'altro della costa in cerca di qualche modo per sopravvivere. Mentre prendiamo il largo incrociamo anche insediamenti di palafitte che apparentemente stanno appese tra aria ed acqua, mentre in realtà, passando loro vicino, si possono vedere i bassi fondali che ne giustificano la presenza. Lungo la costa gli insediamenti di villaggi su palafitte si fanno a poco a poco meno frequenti, infine solo acqua sempre più blu, nella quale non scorgi più il fondo. Il ragazzino che ci guida ride spesso e mostra le sagome delle isole più lontane elencandocene i nomi esotici. 

Mataking pulao
Ci vuole quasi un'oretta di sobbalzi sulle onde che, usciti dalporto, sono diventate via via più nervose, per arrivare a Mataking, un isola che sembra una gigantesca losanga allungata sul margine dell'atollo. Ricoperta completamente di vegetazione, allunga una sorta di propaggine di sabbia bianchissima, quasi un dito che si estende il più possibile per tenere legato a sé un minuscolo isolotto con un ciuffo di alberi al centro. Tra mare e alberi, la lingua di rena farinosa larga una ventina di metri che la circonda completamente, quasi ad isolare la terra, minima e finita da quell'altro sconfinato ambiente che le sta davanti. Basta fare pochi metri dalla riva tra frammenti di coralli sbianchiti dalla morte e stelle marine spinte verso la secca senza poter fare resistenza e già tra i piedi ti senti pizzicare da decine di pesci colorati. Due bracciate e davanti a te passano le tartarughe marine dirette verso una loro meta ignota a te ma non certo a loro. Non oso pensare a quali meraviglie possano avere accesso coloro che si immergono a poca distanza dalla barriera. Io, povero gatto di marmo che sbatacchio poco oltre il bagnasciuga, già mi sento in paradiso; certo che per venir fin qui, era meglio saper nuotare, se no guardi il lento sbattere di pinne di Pierangelo che incrocia al largo e vieni preso dallo sconforto e dall'invidia e ti devi contentare di allungare le mani in acqua per prendere qualche pezzo di corallo blu e di guardare le grandi conchiglie che ilmare ha lasciato sulla riva come per farti capire cosa è capace di nascondere nelle sue profondità. 

Isola dell'arcipelago di Sipadan
Un altro breve balzo e siamo a Timba Timba, che potresti prendere a simbolo di cosa è l'atollo sperduto nell'oceano. Una lunghissima lingua, un chilometro o poco più di sabbia nuda da percorrere sotto il sole rovente, con il mare dalle due parti che ti circonda e ti imprigiona, uomo di terra inadatto all'ambiente liquido, buono solo da rosolare implacabilmente. Alla sua estremità un piccolo accenno di vegetazione dove rifugiarsi un poco. Niente che ricordi la civiltà. Quello di cui hai bisogno devi essertelo portato dietro, diversamente c'è solo il mare. Questo posto ti dà la vera sensazione dell'isola deserta dove un uomo impreparato può soltanto aspettare la fine. Aria, acqua; blu, azzurro e verde in ogni possibile sfumatura mentre cammini sulla farina leggermente ambrata che fa una specie di scrocchio sotto i piedi quando cerchi di fare presa con le dita, mentre avanzi piano, quasi col timore di rovinarla, non trovando altre impronte davanti a te, solo una superficie perfetta ed intonsa, che il tuo passaggio sporcherà intimamente o almeno questa è la tua sensazione, mentre invece la prossima marea cancellerà la tua presenza in un passaggio rapido e di te, presuntuoso essere, inquinatore di natura, non rimarrà traccia. Pom Pom Pulao è l'ultima tappa della giornata. Questa è un isolotto tondeggiante e abbastanza grande da ospitare anche una piccola serie di bungalow. Nella grande spiaggia vicino al pontile potrai rimanere immerso ancora a lungo, raccogliendo stelle marine giganti che appena fuori dall'acqua impallidiscono i loro colori, così vivaci invece, quando le ammiravi attraverso la gibigianna della superficie di cristallo. 

La riva
Quando sta per arrivare la sera, fatichi un po' a risalire sulla barca per tornare, stordito dal sole e un poco accecato dalla luce abbacinante che ti ha circondato per tutto il giorno. Intanto un poco dovrai comunque soffrire per il contrappasso di aver goduto di tutto questo ed inutili saranno state le continue passate di crema protettiva 50 plus che hai continuato a farti amorevolmente spalmare sulla tua bianca pelle di europeo inadatto a queste latitudini. Sarai inevitabilmente rosso come un gambero di quelli che mangerai stasera in uno dei ristorantini del porto e la notte porterà consiglio, ti lascerà il tempo di pensare di fare ragionamenti magari anche controcorrente. Ma queste meravigliose isole tropicali, l'atollo di spiaggia candida davanti alla barriera corallina, sono davvero il paradiso terrestre sulle quali vorresti trasferirti vita natural durante? Il discorso è complesso e non così immediato come sembra. Intanto un conto è la fotografia che anche tu ti porterai a casa: bellissima, sabbia candida, spiaggia sconfinata e deserta, palme leggermente arcuate che la contornano, pesci che grigliano adagio sul limitare della riva. Altro conto è la realtà pratica del viverci direttamente anche per un solo giorno, sulla meravigliosa e paradisiaca isola deserta. Intanto non sei sdraiato su un comodo lettino ombreggiato da un bell'ombrelone di paglia mentre guardi il mare e sorseggiando un long drink in un bicchiere appannato dal ghiaccio (ottenuto da acqua purificata naturalmente). 

Coralli
No, l'isola deserta è una lingua di sabbia rovente dove la temperatura supera abbondantemente i 35°C e il sole picchia come un martello sull'incudine tutto il giorno. La poca ombra disponibile viene dispensata da alberelli rachitici sotto i quali non è neppure molto comodo sdraiarsi e la loro ombra magari non è molto coprente. L'acqua che hai portato con te è calda come pipì e generalmente la spiaggia è cosparsa di alghe marcescenti che la marea ha lasciato ritirandosi qualche ora fa. Non pensare poi di camminare nell'acqua con fare sbarazzino, se non hai con te le apposite scarpette, diversamente al ritorno le tue piante dei piedi saranno tutte un taglio, si sa il corallo è duro e infido, faranno sicuramente infezione, non parliamo poi dei ricci che, come ovvio per i mari tropicali dove tutto è estremo, hanno aculei puntuti e lunghissimi. La cosa peggiore, che in larga parte ti toglie la poesia, è la quantità di immondizia, plastica e residui vari di questa nostra umanità violenta e pervasiva, che in misura maggiore o minore è presente sulle spiagge vergini di tutte le parti del mondo. Tutto questo può dar fastidio, ma devi pensare che noi siamo abituati alle nostre spiagge mediterranee, dove qualcuno pulisce quasi ogni giorno tutte le schifezze che quella schifosa specie parassita che è l'uomo, produce dovunque con la sua sola presenza, i suoi bisogni inderogabili, le sue moderne necessità. Dunque siate preparati ad accettare che l'ambiente meraviglioso dell'isola dei mari del sud sia diverso da quello che si vede nelle fotografie, pur essendo sempre inderogamilmente meritevole di essere visto e vissuto. 

Timba Timba
SURVIVAL KIT

Stella marina
Escursioni alle isole davanti a Semporna. All'imbarcadero del porto di Semporna ci sono molti uffici di agenzie che organizzano giri di uno o più giorni nell'arcipelago. Alcune isole più grandi (Mabul, Pom Pom e altre) dispongono anche di resort piuttosto costosi. Per l'isola di Sipadan, dove non si può pernottare, è necessario il permesso di accesso prenotato e normalmente hanno la precedenza proprio i clienti dei resort più costosi, però se siete subacquei non dovete perderla. Per arrivarci da Semporna servono circa tre ore di barca. Partendo da Semporna è possibile fare giri di un giorno per vedere una o più isole ed effettuare lì, lo snorkelling o il diving. Il costo è a barca, che porta anche 8/10 persone. Il nostro giro che comprendeva tre isole (Mataking, Timba Timba e Pom Pom), pranzo picnic, acqua, guida e materiale per lo snorkelling è costato 900 Myr. per tutto il giorno. Contrattate e tirate sul prezzo ovviamente. Ci hanno sconsigliato Mabul Pulao dicendola molto affollata e meno bella delle altre.   

Sulla barriera



Tuffi
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