giovedì 17 agosto 2017

Ardèche 1: Per strada


Valence - Un cortile

Valence - La casa orientale
Ogni anno non resisto, un giretto nella vicinissima Douce France, non me lo leva nessuno. In fondo sono qui a pochi chilometri dal confine, anzi un tempo questa era proprio terra di delfinato, poi Regno di Savoia, insomma siamo anche un po' di più che cugini e poi davvero questa terra mi piace molto. Dunque qualche giorno all'anno le va dedicato e non voglio neppure considerare il tempo passato sul mare della Cote, quello anzi mi sembra territorio italiano a tutti gli effetti, in particolare per la fauna che lo popola. Dunque, questa volta dopo attento studio e valutazioni paragonative, alla luce dei consigli dell'amico Sergio, grande conoscitore del territorio, ho deciso per un salto nell'Ardeche, piccolo dipartimento dell'entroterra incastonato tra Drôme e Vaucluse  verso est e la Loira a nord. Dalla Val Chisone ci arrivi in un attimo,  anche se fai una sostina colazione sul colle del Sestriere, che pur essendo fine luglio, mantiene il broncio della montagna alta, poco usa ai vacanzieri estivi e che si sente come in standby in attesa della stagione invernale che le è decisamente più congeniale. Tra la nebbia bassa e la temperatura frizzantinna, la briochina sicca sicca ti va quasi di traverso; meglio apprezzerai maggiormente i petits déjeuners che ti aspettano ansiosi al di là del confine.

Valence - San Giovanni Battista
Il balzo fino a Briançon mi è ormai talmente consueto che mi scordo di apprezzare il bel colpo d'occhio della fortezza del Vauban che domina l'inizio della vallata della Durance e che prosegue verso Gap con un suo respiro ampio e invitante. Bisogna ammetterlo, dal nostro versante, specialmente in questo settore occidentale, le valli sono strette e tortuose, mancano di grandezza, le montagne stesse appaiono come più misere e sassose. Al di là, tutto appare più ampio, più grandioso, le cime, più lontane e quasi misteriose sembrano nascondere possibilità indicibili, ghiacciai ancora vivi e spessi, ancora poco toccati da questo clima ballerino da cui tanto sono angosciati. La Barre des Ecrins con le sue cime oltre i quattromila, ti segnala subito che qui è montagna vera, dove il limite dell'escursionismo si fa prossimo ad imprese più importanti. Già il passo del Lautaret ti pone in una dimensione diversa e più professionistica, anche se fai fatica a superare gli stormi di ciclisti incalliti che sudano su queste rampe storiche, in attesa di prendere l'imbocco dela strada per il famoso Galibier, misuratore di fatiche disumane che invogliano all'aiutino per poter dire almeno di essere arrivato in cima, pestando su quei pedali maledetti che sono i chiodi della croce a cui rimani appeso per poter raggiungere ancora vivo quel traguardo.

Valence - Una via
Poi, con quelli con cui parlerai di biciclette, di sudore e fatica, di gare raccontate, te lo potrai appuntare, sul petto nudo, come medaglia al valore, al pari di tanti altri nomi storici, Alpe d'Huez, Isoard, Mont Ventoux e il fatto che più d'uno ci abbia già lasciato la pelle, non perché schiacciato come una rana da automobilisti distratti, ma perché il cuore scoppia e non per l'emozione, lo fa rà diventare ancor più bello. L'uomo brama il rischio, l'adrenalina e la fatica passa in sottordine. Quando le gole della Romance si allargano e tutto diventa piano e scorrevole, quasi ti spiace aver perduto quel panorama di alta montagna, curve continue tra pascoli secchi e senza alberi, che ti segnalavano una quota importante e tutto il panorama si addolcisce, tra piccoli paesi pur popolati di vacanzieri amanti della semplicità e del profumo delle tome di montagna. Poi non si può resistere al richiamo autostradale, che i chilometri non saran tanti, ma se paghi pedaggio arrivi in fretta e in un soffio sei a Valence, capoluogo della Drôme al confine col nostro traguardo. Un colpo d'occhio bisogna pur darlo a questa cittadina sulla riva del Rodano dal centro storico ben conservato che invita ad una passaggiata per ammirare la sfilata di vecchi palazzi, le rovine dell'antico castello, i giardini quasi sospesi sulle rive del fiume vicino.

Valence - La cattedrale
La grande cattedrale di Saint Apollinaire e la chiesa di San Giovanni Battista, sono in realtà molto più imponenti dal di fuori che all'interno, dove appaiono un po' spoglie, prive di quella ricchezza di quadri e sculture che invece riempiono a dismisura le nostre cattedrali. Grandi architetti insomma i nostri cugini, ma un pochino sotto nel resto. Una pioggerella fine ma fastidiosa mi obbliga prima a cercare riparo nella piazza centrale tra i chioschi ed i tendoni dei ristoranti all'aperto, poi induce a raggiungere l'auto per procedere nel viaggio. L'autostrada segue per ancora parecchi chilometri il confine tra i dipartimenti dell'Ardéche e della Vaucluse, scorrendo lungo la riva destra del Rodano. Qualche vigneto sulle colline lontane ricorda che qui siamo in terra di grandi vini, la Côte du Rhone proverbiale, man mano che si procede verso sud e comincia a sentirsi il profumo della lavanda di Provenza e quando arriviamo quasi ad Orange, bisogna ricordare che siamo a un tiro di schioppo dal famoso Chateauneuf du Pape, un nome una tradizione. Insomma dici Francia, dici vino un po' dappertutto. E con questo vi do appuntamento a domani, lasciandovi sul gusto dei sentori di romanità che emanano dalla città che andremo a visitare.

L'interno della cattedrale



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