Beauty salon per uomo |
Chiacchierando |
Jimma è la classica città africana anonima, priva di caratteri distintivi che la facciano identificare tra le altre. E' una delle principali città dell'Oromia, la regione di Addis che arriva fino al confine sud con il Kenia che, per la verità negli ultimi tempi ha avuto un po' di problemini politici, tanto che durante la nostra permanenza era in vigore lo stato di emergenza a causa di disordini che hanno causato la morte di parecchie decine di persone di etnia Oromo. Tanto per capirci in tutta la regione è stato spento internet, segno dell'importanza politica che ormai riveste questo mezzo. Per la verità, non abbiamo avuto modo di avvertire nessun problema e non abbiamo neache visto militari e posti di blocco tipici di queste situazioni; in ogni caso durante il viaggio è stato eletto un nuovo presidente del consiglio, appartenente a questa etnia, dopo che il vecchio si era dimesso proprio a causa di questa crisi e le cose sembrano essersi calmate, tanto che al nostro ritorno lo stato di emergenza è stato tolto e internet riacceso. L'unica conseguenza tangibile di questo stato di cose è stata l'impossibilità di soggiornare al previsto Hotel Lalo, proprio a Jimma, perché era stato distrutto dai manifestanti il mese precedente il nostro arrivo, come simbolo del potere evidentemente.
Al mercato |
Anche in quello dove eravamo ospitati, c'erano un paio di vetri rotti dalle pietrate, ma in via di sostituzione. Tuttavia vorrei tranquillizzare tutti quelli che programmano un viaggio da quelle parti, che i problemi sono rientrati e adesso tutto è tranquillo anche in questa regione, almeno perquanto lo possono essere gli stati africani, in cui gli attriti etnici e tribali, covano latenti per anni. La città tuttavia è sempre ricca della confusione e del sovraffollamento consueto. I negozi espongono le merci fin sul marciapiede, occupati quasi completamente da esposizioni di mobili, materassi (vi ho già detto mi pare che questo è un bene tra i più gettonati del mondo) e sfilate di manichini steatopigi che evidenziano l'ultima moda africana. Altrettanto numerosi sono i beauty salons, data la grande importanza attribuita dalle donne africane e non solo, infatti anche gli uomini ci tengono parecchio alla elaboratezza delle acconciature. Il nostro conduttore deve soltanto preoccuparsi di acquistare alcune attrezzature da campeggio che ci verranno utili più a sud e delle gomme nuove visto che due sono già andate sulle prime piste che abbiamo trovato. La notte a Jimma è tranquilla, anche se la quantità di caffè ingurgitato durante la giornata impedisce di assopire rapidamente le stanche membra, maciullate dalla strada disagevole e tutta curve che scende dall'altopiano centrale verso le zone più basse del paese.
L'injera al ristorante |
Ripartire il mattino dopo non ti farà rimpiangere la città lasciata indietro. I paesaggi riprendono larghi e maestosi, fatti di montagne antiche corrose dall'acqua e dal vento, anche se in questa stagione, una certa qual umidità sempre presente nell'aria non consente una vista netta e precisa che arrivi fino al fondo delle valli e tra le cime lontane, cortine e sfondo nella vastità sconfinata che ti si para dinnanzi. Anche se questa che piega a sud è pur sempre una via nazionale, l'asfalto, dove c'è, rimane comunque disastrato, ondulato come sciolto da un calore insopportabile, con buche dove la macchina affonda implacabile, in sobbalzi spacca schiena. La strada poi, come è prassi costante in questo continente, è perennemente occupata da un numero impressionate di gente in movimento verso tutte le direzioni o in sosta ai fianchi o meglio in mezzo alla strada stessa, per cui guidare è una avventura continua, uno slalom forzato tra buchi e ostacoli in movimento. Se non ci sono gli uomini, la sede stradale è occupata dagli animali, mandrie complete di bovini piccoli, ma dalle corna maestose, oppure armenti numerosissimi di capre o pecore dalle grasse code penzolanti. L'altro animale che incontri più frequentemente è l'asinello, piccolissimo, poco più grande delle capre, grigio, dal grande muso intelligente e peloso come il Platero del romanzo omonimo. Sono, assieme ai dromedari, i grandi trasportatori del paese in barba a tutti i camion, che trovi spesso abbandonati lungo le strade o in fondo a un dirupo o piegati su un lato dopo che si sarà spaccato un semiasse.
Dal gommista |
Viaggiano a gruppetti spingendosi l'un l'altro col muso, come sapendo già dove andare senza che chi li conduce, generalmente un bambino con un lungo bastone, si affanni troppo a sorvegliarli, controllandoli di lontano mentre seguono il cammino previsto. Nei paesi e nelle cittadine, sono frequentissimi anche i calessini trainati da piccoli cavalli nervosi, che fungono da taxi in alternativa agli onnipresenti tuktuk della Piaggio che hanno invaso definitivamente l'area circostante all'oceano Indiano. Qui sono quasi tutti blu, decorati con croci e altra simbologia liturgica ortodossa, Cristi e Madonne dolenti. L'Africa è sempre perennemente in movimento. E' un popolo errante, abituato dalla preistoria fatta di pastorizia seminomade che imponeva lo spostamento quasi continuo, alla vita attuale, dove sempre i campi o le attività sono comunque lontane, dove la scuola, se c'è, è a chilometri di distanza, dove l'acqua bisogna andarsela a guadagnare trasportando quell'altro simbolo fisso del continente, la tanica gialla da 20 o più litri, leggera all'andata, pesantissima al ritorno. Buchiamo tre volte in pochi chilometri, l'infame gommista ha montato male sui cerchioni i pneumatici nuovi pizzicando le camere d'aria, bisogna ricomprarle. Questa volta il lavoro viene fatto in modo decente e per tutto il resto del viaggio non dovremo più fermarci. Mentre le operazioni fervono attorno ai copertoni, noi ce ne stiamo a uno dei tanti banchetti del caffè che continuamente stanno ai bordi della strada.
Al bar |
Questo è uno dei riti più classici dell'Etiopia. Dovunque tu sia, casa privata, albergo o baruccio en plein air, trovi sempre un baracchino apposito apparecchiato con una serie di tazzine capovolte, su un mobiletto di legno lavorato, mentre tutto attorno già dal mattino è stata sparsa erba appena tagliata che dia l'impressione di pulito e di freschezza. Poi un piccolo braciere colmo di carbonella dove un bricco dalla forma caratteristica sta, leggermente inclinato a sobbollire continuamente. Quando l'infuso è pronto, dal lungo becco viene centellinato nella tazzina, colmandola fino all'orlo e servito agli astanti insieme ad un altro piccolo braciere di terracotta nera, pieno di pezzettini di incenso che fumano. Bisogna ricordarlo sempre, questo è il regno della regina di Saba e del Prete Gianni, la terra dell'incenso che Baldassarre il mago nero, portava in dono al Bambino Gesù. Insomma un vero e proprio rito a cui tutti si sottopongono, un momento di pace, in cui familiarizzare con gli astanti, parlando della giornata che viene, mentre la ragazza che controlla il banchetto, rimesta con cura l'intruglio, denso e nero, corposissimo e aromatico, che aggiusta la bocca, anche se non zuccherato. Si controlla i capelli baroccamente raccolti in treccioline dall'architettura complessa, si aggiusta il velo colorato trasparente che ne copre appena una parte, sorride, fiera di mostrare la sua bellezza a un vecchio faranji. Forse è proprio il caffè delle origini, il rito diventato parte della vita di un popolo, prima che diventasse la bevanda mondializzata di oggi.
Dalla pettinatrice |
SURVIVAL KIT
Confezioni |
Hotel Honeyland - Jimma - Dovrebbe essere quanto di meglio offre la città, visto che il Lalo Hotel è in ristrutturazione forzata. Struttura che era stata evidentemente costruita con l'idea di offrire un certo lusso. Come di consueto in Africa, la maggior parte delle cose non funziona o è rotta e manca totalmente la manutenzione. Le luci quasi tutte spente, lo sciacquone non va, l'acqua va a momenti. Pulizia sommaria. Sui 15 $ la standard, se prenota la vostra agenzia,di più se lo fate voi da straniero, come capita spesso in Etiopia. Il ristorante offre i consueti piatti che troverete in tutto il resto del paese, dall'injera alla pasta al pomodoro. Bel giardino annesso.
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