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Comunque sia mi pare che, dando un'occhiata a come la pensa la gente (basta buttare un occhio ai vari social o sentire quello pubblicato sui media, oggi si sia completamente perso di vista una caratteristica fondamentale nell'impostare problemi e discussioni: la complessità. Ogni argomento che si affronti, la plastica, il riscaldamento globale, le varie teorie biominchiatiche, non viene discusso in maniera organica e ordinata, perché è troppo complesso e faticoso farlo, ma basta l'adesione ad uno slogan o all'inneggiamento ad un capopopolo, che sia un politico in cerca di potere personale o una pur simpatica ragazzina manovrata. Nessuno è interessato, discutendo di un imballaggio ad esempio, a paragonare un corretto calcolo di ecobalance in confronto con altri prodotti o comportamenti succedanei, è una palla mostruosa, complicatissima, da fare scoppiare la testa e poi sono noiosissimi numeri, quindi basta dire: è plastica? allora tutta merda, è un male ontologico, si sa e basta. E' provato che la gente non va oltre la lettura del primo paragrafo di un post, la prima frase, al massimo l'inizio della seconda, poi passa oltre, non ha tempo, non ha voglia, è troppo complicato.
Così nascono le cazzate e i provvedimenti inutili a volte dannosi. Tanto per fare un esempio attuale, ma questo vale per ogni genere di argomento, quando si dice: "evidentemente lo spreco e l'inquinamento
ambientale sono insostenibili, ma chi si deve convincere è il popolo verso
consumi morigerati ma in previsione di costumi differenti" non si considera
che il grande problema che diventa assioma nell'argomento è che la specie umana
è di per se stessa irrimediabilmente inquinante per il solo fatto di esistere,
il che significa nutrirsi, vestirsi, fornirsi di un riparo, curarsi, spostarsi
ecc. e che quindi superato il piccolo numero di abitanti sopportato dal potere tampone
del pianeta, il resto non è governabile, col semplice risparmio procapite su
questo inquinamento. Se riduco il mio inquinamento del 50% sposto solo
l'asticella un po' più in là nel tempo, non appena il numero delle persone
raddoppierà, l'inquinamento totale resterà uguale.
Quindi oltre ai problemi
etici, (come possiamo far la morale a chi sta uscendo dal sottosviluppo e
pretende di avere il motorino se noi abbiamo un'auto a testa, come possiamo giudicare chi brucia un pezzo di foresta per produrre cibo, noi che le foreste le abbiamo eliminate da secoli, ricoprendole completamente di, oltretutto, improduttivo cemento) credo, ahimè che
il problema non si possa risolvere con un qualunque tipo di velleitario, se pur minimamente utile al momento, risparmio, ma solo con un
qualche tipo di Ebola che riduca l'attuale popolazione del 90%. Il pianeta può sopportare alò massimo 5/600 milioni di persone, mettiamola così. Per fare un piccolo esempio di come sia complicato sparare giudizi sull'onda del sentimento, da una importante ricerca che calcola gli impatti in
emissione di CO2 per ogni atto dell'uomo, avere una macchina (quella che si vuole sostituire con l'auto elettrica che a conti fatti inquinerà ancora di più, produce 2,4
tonnellate di CO2, mentre avere un figlio ne produrrà circa 60 Ton (come riporta Bressanini in un suo bellissimo pezzo a cuimi sono ispirato). Ciò detto è inutile che vada avanti, anche perché la quasi totalità di voi si è comunque fermata dopo la terza riga e inoltre non ho tempo, devo andare a prenotare i voli intercontinentali per la mia prossima fuga.
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