lunedì 5 aprile 2021

La caccia al tesoro dello SPID



 E così anche la sospirata Pasquetta è arrivata, stavolta senza gita fuori porta ma soltanto con la auspicata e tanto attesa chiamata alla Caserma Valfrè, appunto nel primo pomeriggio, di cui magari domani, se ancora in vita, vi racconterò. Ma oggi volevo raccontarvi di un altro fatterello gustoso, appena capitato ad una mia carissima amica che bene illustra la differenza sostanziale tra l'auspicata digitalizzazione del sistema e la tragica realtà dell'attuale stato delle cose, che semplicemente assomma la burocrazia del cartaceo a quella, maggiorata, dell'informatica presente ancora allo stato primordiale che si traduce non già in un raddoppio delle problematiche da sempre esistenti, ma le aumenta in modo esponenziale. Tutto questo appesantisce in maniera insopportabile, quanto già era gravoso per il cittadino comune, con risultati divertenti e paradossali, soprattutto per chi ne viene a conoscenza ma non li subisce direttamente. Dunque veniamo al fatto. La mia amica desiderosa come tanti, sulla spinta della insistente pubblicità, di mettersi alla pari con le richieste dell'Amministrazione pubblica e di porsi in regola per il futuro, appunto, approccio digitale semplificatore di ogni problema nei futuri rapporti con lo Stato, si reca presso il suo ufficio postale per iniziare la pratica al fine di ottenere lo SPID. Naturalmente, essendo persona intelligente aveva già previsto che non sarebbe stata cosa semplicissima  e niente affatto user friendly come sbandierato e come si suppone dovrebbe essere nella realtà, tuttavia se una cosa va fatta, bisogna in qualche modo procedere. 

Le prime avvisaglie dei problemi venivano già dalla obbligatoria prenotazione dato che il relativo sito delle poste non indicava affatto la sua agenzia di riferimento per effettuare quello che si chiama Riconoscimento di persona, preliminare obbligatorio per l'ottenimento del famoso SPID - fase 1. Per il sito infatti quella agenzia, semplicemente risulta inesistente. Dunque di buona lena e con una certa fatica, essendo detta signora anche portatrice di handicap motorio, si reca di persona all'agenzia inesistente, che forse per questo motivo è anche poco frequentata e dopo essere entrata, controllata ed adeguatamente disinfettata ed esposta la sua necessità, viene subito messa al corrente, con una certa severità, che non è possibile effettuare la pratica di riconoscimento di persona senza la necessaria prenotazione e che non è altresì possibile fare in presenza ma solo sul sito o tramite apposita app. Avendo fatto notare che tecnicamente è impossibile fare detta prenotazione essendo per il sito, quella agenzia inesistente (come per altro diverse altre), si poneva questo primo paradosso da Comma 22, per andare in agenzia bisogna prenotarsi elettronicamente, ma sul sito l'agenzia non esiste. E' pur vero che l'agenzia è completamente deserta, ma capirà, la legge è legge. L'addetta allarga le braccia e dice che non può farci nulla, poi presa da pietà e solo perché la signora ha difficoltà, si finisce come sempre in Italia per risolvere il problema in maniera casereccia, va beh venga che glielo faccio lo stesso 'sto riconoscimento. Io invece ero stato cacciato senza rimorsi, ma va bene lo stesso, non facciamo i soliti italiani. 

Rincuorata, la signora presenta il documento da cui vengono trascritti i dati a mano e inseriti nel PC e quindi viene inviata a casa con la benedizione di attendere il felice arrivo della mail (come si diceva un tempo per i trasporti di merci via mare) che conferma detto riconoscimento con autorizzazione a proseguire la pratica per proprio conto. Già questo seguito di contorsioni mentali davvero senza senso dovrebbero mettere sull'avviso della integrità mentale di chi le ha progettate, ma, miracolo inatteso, arrivati a casa si constata che la mail è arrivata davvero, col nulla osta a procedere. Tuttavia la mia amica che come tutti noi anziani, cosce i suoi polli, controlla tutti i dati, perché non si sa mai. Ma come, malfidente ingrata al sistema, ma se è tutto automatico, di cosa non ti fidi, le macchine non sbagliano mai. Vero le macchine non sbagliano, ma gli addetti alle macchine sì e spesso, per cui sempre meglio dare un'occhiata più attenta. Infatti eccola là, la mia amica risulterebbe nata ad Alessandria mentre invece ha visto la luce in un grazioso paese distante una ventina di chilometri dal capoluogo e si sa che con una imprecisione di questo tipo poi la pratica darà luogo a grane infinite ed errori che si protrarranno fino alle tre generazioni successive, visto che questo SPID sarà il riferimento di ogni pratica per i prossimi decenni. Dunque preso coraggio, anche se un po' spazientita eccola nuovamente bussare alla porta dell'agenzia. 

Fatto rilevare l'errore involontario, l'addetta smanetta sulla tastiera e poi con aria irritata dichiara: - Ma il paese dove dice di essere nata, non esiste! -. Ohibò, - Ma veramente ci sono stata ieri e il paese c'era ancora - oppone debolmente con un filo di voce, la mia amica. L'irritazione dell'addetta cresce e dopo un altro controllo, sbotta: - Qui non c'è e se la macchina dice così, vuol dire che è così - La mia amica trasecola, ma poiché, benché abbia qualche problema di deambulazione, ha la testa che funziona benissimo e anzi è piuttosto acuta, ha la forza di trovare nei famosi cassetti della memora, una possibilità. Infatti ricorda che qualche anno fa al nome del paese era stata aggiunta la dizione Monferrato e che forse questa può essere una ragione dell'inghippo, per carità, pur non volendo minimamente criticare l'efficienza organizzativa e la capacità di aggiornamento dei data base di Poste Italiane. La successiva ricerca dà buon esito. Effettivamente il paese ... Monferrato esiste. Ah, che sollievo problema risolto. - Allora se possibile, potrebbe aggiornare la pratica con la corretta attribuzione del luogo di nascita, basterà una semplice correzione -. L'addetta, per nulla contrita, esplicita però la dura realtà del problema: - Mi spiace signora, ma non si può, perché sulla sua carta di identità c'è scritto Nata a ... e non Nata a ... Monferrato. 

Non vorrà mica che faccia un falso in atto pubblico? -. In pratica l'ennesimo Comma 22. A questo punto alla mia amica cascano un po' le braccia, tra l'altro essendo anche piuttosto stanca di stare in piedi davanti allo sportello. Dopo un po' di tira e molla tra scoramento e richiami alla logica, l'addetta va di là a chiedere ad un superiore, come di solito si fa in Italia, per cavarsi dalla pesante responsabilità, il quale ricorda che è già successo un caso analogo con un altro paese del circondario, Lu, al quale era stata improvvidamente aggiunta la dizione Monferrato e che quindi, chiudendo un occhio, si poteva in via eccezionale, passare sopra all'irregolarità, ma proprio perché è lei. Dunque a cosa fatta la mia amica se ne è tornata a casa ad attendere la nuova salvifica mail, ma al momento non ha ancora osato procedere sull'apposito sito al completamento della fase 1. Io, che non ho avuto questo inghippo essendo regolarmente nato ad Alessandria, non sono riuscito a procedere oltre, in quanto ad ogni tentativo di arrivare alla fase 2 e successivamente alla fase 3, la macchina mi dà invariabilmente un messaggio di errore, cosa che mi impedisce di procedere, alla faccia dell'user fliendly. E' proprio vero, non ce la faremo mai!


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2 commenti:

OLga ha detto...

Buona Pasquetta!

Enrico Bo ha detto...

Anche a te, vaccino appena fatto, finalmente!

Where I've been - Ancora troppi spazi bianchi!!! Siamo a 119 (a seconda dei calcoli) su 250!