lunedì 12 febbraio 2024

Economia politica 14

dal web

 

I cigni neri si addensano in questo difficile anno di transizione. Non ci sono dubbi che sarà un anno di passaggio in cui continueranno a contare più le previsioni di quel che accadrà nel 2024, piuttosto che i fatti reali. Le guerre rimarranno, come si dice, a sobbollire nella carbonella in attesa di vedere quel che succede, di conseguenza l'economia, che è poi quello che conta, continuerà ad ansimare in attesa di avere situazioni più certe per prendere una o l'altra direzione. Alla fine tutto dipende dal fatto se Trump vincerà o no le elezioni ed il dato della altissima probabilità che questo avvenga, contribuisce a far sì che tutto, anche le posizioni più deboli cerchino di resistere fino ad arrivare a quel momento a loro certamente più favorevole. E viste le dichiarazioni folli che si susseguono continuamente, financo ieri, non si può che ragionare in termini catastrofici, anche se per carità si tratta di promesse elettorali, e tra il dire e il fare...ma quando si parla di spingere la Russia ad attaccare l'Europa, certo fossi nei Baltici e nella Polonia, un brivido lungo la schiena mi verrebbe, mentre lo zar sta gongolando e continua a rilasciare interviste gigionesche a giornalisti ombatazzanti e di certo fornirà il massimo aiuto affinché questo avvenga. 

Sul fronte delle armi certamente la Russia, viene spinta a resistere per un altro anno tenendo la linea lungo le trincee e lanciando un altro po' di bombe di tanto in tanto che riesce a costruirle e a comprarle da chi la sostiene, mentre il guitto, ormai debolissimo e presto mollato da tutti, abbassa la testa e li vede passare, aspettando che succeda qualcosa di quasi impossibile che lo salvi. Netanyau poi non aspetta altro, se mollasse un attimo la mattanza verrebbe spazzato via dal suo stesso parlamento, quindi è certamente l'ultimo che voglia decidere tregue impossibili e il suo contraltare pure, più bambini gli ammazzano e più aumenta il suo appeal nel mondo arabo e anche nel resto del mondo che si dimenticherà così velocemente del 7 ottobre. Intanto il nazismo si rafforza sempre di più in Europa e nel mondo tra il gongolare di chi lo ha sempre apprezzato in fondo anche se non ha il coraggio di ammetterlo, ma presto lo farà apertamente come dimostreranno i prossimi agoni elettorali. Quindi la situazione è di per sé pesantissima, con la sola speranza che non si attivino nel frattempo altri punti di frizione e tanti ce ne sono specialmente nel mar cinese meridionale, tanto per capirci. Questo di per sé non ha un impatto solo negativo per l'economia, che per certi versi potrebbe marciare ugualmente, ma per altri invece, sarebbe un peso insostenibile che potrebbe far girare al rosso parecchi fronti. 

Sicuramente molti fattori insisterebbero negativamente sulle previsioni, ad esempio la spirale inflattiva potrebbe rallentare la discesa o addirittura invertire la tendenza e questo impedirebbe l'auspicata discesa dei tassi, grana potente per i paesi deboli come il nostro sul fronte del debito e impedito per ancora diversi anni da un governo pochissimo efficace sul fronte economico, obbligato più a seguire il consenso che il rientro dal debito. Anche se si deve considerare che in fondo ai governi non spiacerebbe affatto perché invece di aumentare le entrate con invise tasse, si ottrebbe molto di più con una bela inflazione che toglie soldi impoverendo la gente, che manco se ne accorge, ma fa calare in percentuale il debito automaticamente. Di certo la promessa elettorale del tycoon bancarottiere americano di mettere dazi del 10% sulle merci europee, per la nostra economia sarebbe davvero esiziale, inoltre anche il risultato delle elezioni europee potrebbe dare un bel colpo alle già debolissime forze del continente. Insomma un anno sulle montagne russe in attesa che nel prossimo, l'ottovolante economico si butti giù in un baratro molto ripido, sperando in una risalita di chissà quando, forse così lontana che io non avrò più occasione di vederla. Mala tempora currunt si potrebbe dire. L'unico aspetto positivo è che l'anziano ha sempre la tendenza a vedere nero nel futuro, mentre invece la realtà tende naturalmente al riequilibrio, questo tanto per essere vagamente consolatorio, ma non mi fiderei più di tanto.


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