lunedì 17 gennaio 2022

Economia politica 11: La crisi attuale

dal web

Ieri vi ho presentato le opzioni geopolitiche piu' cupe delle nubi che si addensano sulle nostre teste ottenebrate dai fatti di Djokovic e del Crin Grass o come si chiama, ma venendo agli aspetti meno esiziali, ma non meno impattanti sulla vita di tutti i giorni, della situazione corrente, vorrei parlarvi oggi del panorama macroeconomico che che sta dipingendo nuovi scenari sull'economia mondiale, checché si dica ancora molto ben globalizzata, il che significa che, come si è sempre pontificato, un battito d'ali di una farfalla in Cina può significare un uragano da noi o in America. Se poi invece di un frullo è uno schiantarsi contro il muro, figuriamoci. Ovviamente bisogna tenere conto soprattutto dell'impatto economico che ha provocato la pandemia. Esaminiamone i vari aspetti. E' vero che da un lato ha compresso e fatto recedere pesantemente tutta la produzione ed il PIL mondiale, dove piu', dove meno, riducendo l'occupazione e provocando pesanti perdite, in particolare in alcuni settori, trasporti, turismo, servizi, spettacoli e divertimenti, ma ne ha fatto crescere altri come il farmaceutico, la logistica e tutta la gig economy, che in parte hanno bilanciato. La tumultuosa crescita successiva al first strike, ha in parte compensato, ma ha fatto emergere altri problemi, come la carenza di forniture, frenandola in alcune parti. Il presentarsi poi di nuovi problemi sanitari ha di nuovo frenato la corsa al recupero. La borsa è un palcoscenico che bisogna osservare con attenzione perché pur presentando aspetti spesso schizofrenici, dà un controllo del polso molto piu'  realistico di tanti osservatori economici, perché lì, la gente e i grandi investitori mettono grano vero e difficilmente sbagliano. Quindi seguire questo osservatorio può dare spesso indicazioni corrette. Ora, sono mesi che le borse di tutto il mondo, chi piu', chi meno, tentano di salire, tanto che sono quasi tutte sui massimi, cedono, è vero, sulle continue notizie negative, ma basta che non ce ne siano per un giorno o due e la salita riprende. 

Questo significa che la sensazione degli operatori è che comunque l'economia non vada male anche se ci sono tanti cigni neri che girano e l'intonazione generale rimane positiva. Tuttavia il piccolo, ma anche il medio risparmiatore cauto non dovrebbe prendere sottogamba questi, tanti, segnali negativi che potrebbero scatenare una tempesta economica di pesanti proporzioni in cui molti avrebbero danni considerevoli. Cominciamo dal fatto che, in conseguenza dei danno della pandemia, tutti i governi hanno pompato nel mercato migliaia di miliardi (gli USA almeno 4 trilioni di dollari, l'Europa oltre 2) per sostenere l'economia. Tutto questo debito fatto di carta senza sottostante, reggerà fino a quando qualcuno non passerà all'incasso, inquesto caso come in tutti i sistemi piramidali alla Ponzi, il castello si affloscia e si traduce in svalutazione netta, che fa presto a diventare ipersvalutazione, che tira una bella riga su tutto, azzera risparmi e pensione, risolvendo in un sol colpo tutti i problemi dei debiti nazionali e dei sistemi previdenziali in sofferenza. Le avvisaglie sono chiare, in USA, la svalutazione è già sul 7%, da noi sfiora il 4% e nonostante tutti i governatori delle banche centrali minimizzino, tutti si preparano ad alzare pesantemente i tassi. Nonostante questo la borsa non ci crede e resiste. D'altra parte l'aumento generalizzato delle materie prime (energetiche, ma anche commodities alimentari e componenti) dovuto alla scarsità produttiva e di logistica, non si può tamponare con le chiacchiere e oltre al freno alla produzione, provoca un aumento dei costi che alla fine qualcuno deve pagare, se vuoi abbassare i costi delle bollette, il grano lo mette lo stato facendo altro debito che alla fine o viene pagato dai contribuenti o peggio verrà sistemato con altra svalutazione in un loop che porta sempre allo stesso baratro economico finale. 

L'unica uscita con pochi danni sarebbe una concreta diminuzione dei problemi legati alla pandemia che consentisse una ripresapotente di forniture e di movimenti internazionali, cosa che contribuirebbe ad una crescita in gradi di compensare ma comunque attutire i problemi di debito sovraesposti. In sostanza un cedimento netto dei prezzi di gas e petrolio (se cessassero i venti contrasto tra Est e Ovest) e la ripresa delle consegne dei componenti che adesso la Cina, fabbrica del mondo, non riesce a far partire dai suoi porti bloccati, genererebbe anche un calo dei prodotti alimentari e del resto, dando una la stura ad una spirale molto positiva per tutto quanto. Dunque cosa si può prevedere e come procedere in questo momento decisamente critico e difensivo. Mollare il mercato obbligazionario e i titoli di stato a tasso fisso, perché la previsione dell'aumento dei tassi è quasi certo. Sottopesare i titoli azionari tradizionali, i bancari e assicurativi adesso ai massimi. Mantenere gli industriali. Tenere d'occhio gli energetici (tipo Enel) che come in Francia potrebbero essere soggetti a pressioni governative o a supertassazioni per mitigare gli aumenti delle bollette e quindi fare momentanei pesanti cedimenti, dando opportunità di entrare su questi minimi, essendo tuttavia aziende molto solide e avvantaggiate dalla situazione. Tenersi parzialmente liquidi per potere usufruire di eventuali opportunità. Considerare che il mattone in tempi di ipersvalutazione ha sempre pagato alla distanza. Considerare che tutti i fondi basati su commodities e altre materie prime sono ai massimi e certo potrebbero ancora aumentare ma, se le cose andassero meglio (basterebbe che un calo del Covid o una schiarita sui venti di guerra, permettesse una ripresa regolare di forniture) potrebbero anche sgonfiarsi di colpo. Insomma è il momento di seguire con attenzione gli eventi e non lasciarsi prendere dal panico, non correre troppi rischi e mantenersi neutrali. Questa è un po' la mia visione generale, ma attenzione che le cose in Italia, meritano considerazioni ancora diverse perché ci troviamo in una situazione del tutto particolare, ma di questo magari se ne parla domani o dopo. E ancora una volta io speriamo che me la cavo.


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5 commenti:

Anonimo ha detto...

mhhh vedremo.
qui si dice che i prezzi alla produzione in dicembre son cresciuti del 0.4
https://www.bls.gov/news.release/ppi.nr0.htm.
Il petrolio e' cresciuto ma in fase di recessione , crescerà ancora ?
Quanto al quantitive easing, ne han fatto parecchio, ma alle persone non e' arrivato una mazza: certo , simpatico come e' il signor Elon magari si mette pure a speculare sul prezzo del grano.

vedremo.....

Enrico Bo ha detto...

Beh un incremento mensile dello 0,4% è piu o meno in linea con quanto detto e il petrolio almomento mi sembra sugli 80 USD/barile, al massimo degli ultimi tempi e siamo in momentiin cuisi è di nuovo rallentato tutto causa Covid,se ripartisse di nuovo ci potrebbe essere un ulteriore strappo in su. Mentre i gas che sta respirando un attimo, in caso di grane in Ukraina eparliamo solo disanzioni alla Russia, senza pensare al peggio, con conseguente blocco delle forniture all Europa, ripartirebbe alla grande, almeno per il periodo delle granestesse. Tutto questo non è una previsione molto positiva. Se poi il grano non è arrivato alla gente, ma inparte è arrivato , considera la maggiore spesa di cassaintegrazione,aiuti vari, bonus, ecc, non ha influenza sul fatto che la carta è stata stampata e immessa nell'economia. L'inflazione non è che una conseguenza naturale e non bada a chi sono in tasca i soldi. Quanto al fatto, verissimo che i ricconi hanno raddoppiato leloro ricchezze, è vero anche questo , ma sulla carta, Se io h una azienda che vale 100 e dopo un anno mi dicono che vale 200, è veroma mica i soldi li ho davvero in tasca, la ricchezza vera ce l'hai quando monetizzi,non quando calcoli quanto valgono sulla carta le tue proprietà. Tanto è vero che in tutti i bilanci il valore delle azioni non si aggiorna ai valori attuali di borsa.

Juhan ha detto...

Ottimo, al solito. E allora mi allargo e ti chiedo cosa e pensi di una cosa che proprio non capisco (e a me nessuno dice mai niente), vale a dire bitcons e (orrore (per me)) NFTs.

Enrico Bo ha detto...

@Juhan - Carissimo il fatto che tu, espertissimo digitale, chieda a me che sono un ignorantone totale nel campo conle dita grosse che faticanoa smanettare sulle tastiere la dice tutta sul casino che c'è attorno alle criptovalute e ailleloro frange di evoluzione come gli NFTs. Il mio parere è che se lafinanza del pianeta è fondata su una certa realtà di valori monetarie su una montagna di carta straccia teorica di dieci o venti volte il sottstante reale, che si potrebbero sgonfiare anche di colpo come tutti i sistemi Ponzi, coi bitcoins e loro copie, non c'è neppure la carta straccia che unminimodi valore almeno per accendere la stuface l'avrebbe, ma addirittura solo carta straccia digitale che esiste solo nei meandri del web come una Matrix. Il valore è dato da quello che ci ci versa soldi veri reputa, quando si decideràdi passare all'incasso, comecapita di tanto in tanto e monetizzare la bolla si gonfia come quella dei tulipani. Un saccodicose nella storia hanno seguito la stessa trafila, inquesto caso la realtà è davvero eterea (anzi ethereum). Per gli NFTs, è una figliazione di questa filosofia, come si è creata una realtà virtuale (che ricorda un po quella di Second life nonso se ricordi), anche qui basandosi sulsistema di unicitàdellecriptovalute si ècercato di creare unicità varie applicabili a opere darte virtuali, musica o altro (mi risulta che si è applicata al primo SMS spedito al mondo e anche la Nike ha un brevetto virtuale di un paio di scarpe in non-fungible token). Potrebbe essere un modo nuovo e magari funzionante di copyright essendo appunto al contrario delle criptovalute, non fungibili. Ma prendi tutto cò con beneficio di inventario , dato che non capendoci un fico secco me ne tengo ben lontano

Juhan ha detto...

Eh, sì, pròpe pareil! (secondo me).

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