La politica è nobile arte, ma materiale di estrema complessità e da maneggiare con cura. Difficile capire le situazioni a questo riguardo, nel proprio paese, figuriamoci quelle degli altri, anche se vicini. E' tutta una serie di sfumature che solo seguendo con molta attenzione e, se ci si riesce naturalmente cercando di non essere influenzati dalle proprie inclinazioni, ad avere un quadro per così dire generale. Credo tuttavia che i meccanosmi portanti di questa branca della filosofia, che ha appassionato gli uomini fin dall'antichità e che ritengo comunque di capitale importanza nella vita sociale degli uomini, abbiano caratteristiche abbastanza comuni sotto tutti i cieli. Ciò premesso, come giudicare la situazione italiana? A mio parere bisogna partire dal tentativo di classificare gli elettori, prima di esaminare i singoli partiti ed i candidati. Ad un primo sguardo potrebbe sembrare che l'elettorato italiano sia molto mobile e con le idee non ben chiare, ma pronto a cambiare bandiera o sponda con una certa facilità. A questo giudizio porterebbe la considerazione dei repentini spostamenti di fronte di varie forze politiche avvenuti negli ultimi decenni. Chi può dimenticare il successo di Berlusconi, seguito da quello del centro sinistra, alternativamente e poi Renzi ed ancora i Grillini, la Lega ed oggi l'estrema destra, tutta gente arrivate ai vertici del potere d'improvviso, inaspettatamente e anche con una certa facilità e poi piombate di colpo nel limbo. Tuttischizzati di colpo a quote attorno al 40% dei votanti, facendo sembrare gli elettori italiani delle banderuole in cerca di un capo da seguire, affascinati via via da un pifferaio diverso. Io non credo che sia proprio così, anche se così sembra, ad una osservazione superficiale.
A mio parere invece, l'elettorato italiano in generale è molto più statico di quanto appaia dal voto ed è formato, naturalmente numeri un po' all'ingrosso, da un 30% di estrema destra, che magari ufficialmente per decenni cova sotto la cenere, ma ha ben fissa questa idea, pronta a dispiegarsi quando arriva vento favorevole, da altrettanti o anche qualcosa meno tra sinistra ed estrema sinistra, magari più pronti a dichiararsi, mentre una bella fetta del 40% o anche un po' di più che gravita con varie sfumature attorno al centro, che potremmo anche definire democristiano, tanto per capirci. Dal 92 in poi tuttavia questa grossa fetta si è sgretolata, mancando un centro di attrazione forte, in molti rivoli, i quali sempre di più hanno cominciato a disperdersi verso le figure che hanno manifestato maggiore carismaticità. Ora il politico vero, definiamolo lo statista, ha in mente il benessere del paese in generale, intendiamoci, magari rubacchia anche, perché l'uomo è fatto così, anche se poi non è così importante se è capace veramente, ma pensa e progetta con un orizzonte almeno a medio termine, non curandosi troppo del parere della gente, che ragiona sempre irrazionalmente e pensando solo alla propria pancia, e infatti generalmente viene sconfitto alle elezioni successive. I governi tecnici che cercano di fare le cose nell'interesse vero del paese e che vengono chiamati quando nessuno ha il coraggio di fare le cose necessarie e che farebbero perdere voti, infatti, non solo non vengono mai rieletti, ma sono vituperati e maledetti per i decenni a venire.
Così è andato sempre più affermandosi il tipo di politico che pensa solamente al voto, il prossimo, il più vicino e quindi spinge sul populismo, sulle dichiarazioni clamorose, sulla espressione del proprio carisma che è quello che accalappia il votante, che in generale è sempre incline ad esercitare la propria credula stupidità. Al votante devi dire che abbassi le tasse, che espelli tutti i clandestini, anzi non li fai più arrivare o al più li mitragli sulla battigia o li fai crepare nel deserto che tanto nessuno vede e che risolverai con una certa facilità i problemi del paese che sono sempre frutto di un nemico altro, esterno (l'Europa,, anche se ti ha salvato il cxxo) o chi è venuto prima (con i quali magari eri pappa e ciccia), devi dire che non cederai a nessun compromesso, quando la democrazia è la quintessenza del compromesso. Così il votante se sai gridare forte, ti premierà con il voto, convinto che in un paese con il nostro debito pubblico, sarà facilmente possibile, diminuire le tasse e contemporaneamente, aumentare le pensioni, le spese sulla sanità e istruzione e pagare gli interessi sempre più alti sul debito. Poi, deluse queste aspettative, alle successive elezioni il popppolo si rivolge ad un altro pifferaio,magari anche lontano politicamente dal precedente. Chi li accomuna e rende il voto simile, non è l'idea politica di fondo, ma le sparate acchiappavoti. Questa è una delle spiegazioni del perché oggi l'estremismo più bislacco riesce a far convergere su di sé una così alta percentuale di consensi, nonostante dichiarazioni o fatti che farebbero accapponatìre la pelle a qualunque persona raziocinante.
E chissene frega dice il votante standard, basta che tolga le tasse a me ed elimini il nero periglio che vien dallo mare. Mi direte ma dove sono spariti tutti quelli che arricchivano quella foresta di centristi con tutte le loro varie sfumature che dici esistere? Io credo che molti di questi, un numero abbastanza consistente se si potessero contare, di certo superiore al 20%, si sia ritirato nell'area del non voto, da un lato perché rifiuta il populismo più becero, del quale c'è per la verità un'offerta enorme da ogni versante, dall'altra perché al centro, non trova personaggi convincenti. Testimonianza di ciò la vedo ad esempio nel fatto che un medioman come Tajani riesce a mantenere un 8 e forse domani un 10% di voti su un partito che tutti consideravano defunto dopo la morte del leader e dicerto era pronosticato come vicino all'estinzione. E' evidente che c'è fame di centro, ma di un centro che non abbia leader bizzosi e presuntuosi. A conferma di ciò, il sostanziale fallimento di Renzi, che pure aveva affascinato questo quadrante, ma che è caduto quando si è voluto ergere a populista di centro, dicendo sostanzialmente fate quel che dico io che sono il più bravo e questo gli italiani non te lo perdinano. Stessa sorte per Calenda che ne segue al più al meno le orme.
Sono convinto che se ci fosse qualcuno, carismatico ma meno personalista di questi due, si porterebbe pian piano a casa, le loro due fettine, quelle di Forza Italia e recupererebbe anche una bella fetta di non votanti, perché è certo che questa sia la mentalità dell'italiano medio. Intanto gli estremisti continueranno a fare il loro lavoro e non badate troppo alle loro dichiarazioni ufficiali. Spesso non rappresentano neppure il loro pensiero, ma solo quello dei votanti che dai sondaggi sperano di accalappiare, strappandoli nella maggior parte dei casi al loro più stretto alleato. In questo momento sono forti come percentuali di voti raccolti, ma in generalle hanno ormai fatto il pieno tra i votanti e gli spostamenti avvengono solamente all'interno degli schieramenti. Conte è disperatamente teso a succhiare voti alla Shlein e Salvini alla Meloni e viceversa, ma di voti agli avversari o tra i non votanti non ne portano a casa nessuno. Naturalmente tutto questo è molto dannoso al paese, ma la colpa non è di questi politici, che fanno il loro mestiere, ma di chi li vota. Nessuno voterebbe più un Monti o un Draghi, che hanno tentato di salvare, in parte riuscendoci, l'economia italiana, anzi li vedrebbero bene appesi da qualche parte. Non pensate tuttavia di essere in una nazione di pazzi, anche negli altri posti è così, in qualcuno anche peggio. Se poi fossimo in una cosiddetta democratura o in una dittatura peggio ancora sarebbe. Il problema è che la gente è così, bisogna farsene una ragione. Nel frattempo godiamoci la lunga notte, sperando che al triste risveglio, non ci troviamo circondati solamente di macerie, che poi a ricostruire si piange.
Nessun commento:
Posta un commento