venerdì 4 giugno 2010

Il Milione 16: Chiappe grasse e telepatia.

Ormai la carovana dei nostri amici deve lasciare i deserti ed inoltrarsi tra le montagne. E' un tratto difficile del cammino che li porta verso i passi più alti del mondo, ma è anche l'unica via per raggiungere il Katai da sudovest. Però rimane il tempo per darsi un'occhiata attorno e fare valutazioni merceologiche.


Cap. 45
...le montagne verso mezzo dì sono grandi e sono tutte sale e vengono da lungi a prenderlo perché è lo migliore del mondo ed è sì duro che no si può rompere se non con grandi picconi di ferro...
Forse l'ingenuo Marco non poteva valutare la possibilità di fare business con il sale rosa dell'Himalaya. I santoni della cucina moderna dovevano ancora arrivare, ma certo sorriderebbe anche lui, oggi al vedere i barattolini del suddetto prodotto venduto a peso d'oro per stupire il gastrosciocco, ma tant'è ogni epoca ha suoi feticci.


Cap. 46
...e le donne portano brache che v'è ben cento braccia di panno bambagino e questo fanno per parere che abbiano grosse natiche perché li loro uomini si dilettano in femmine grosse.
Qui si dimostra come in ogni latitudine, le donne ambiscano abbellire il proprio aspetto in funzione dell'apparire più desiderabili alla controparte. Il pantalone ampio rimane comunque ancora oggi un indumento costitutivo del guardaroba centroasiatico e la donna esile e magra è una novità occidentale peraltro poco spiegabile. Ma la strada per attraversare le catene di monti sfiora l'Indostan, su cui Marco fa ora solo un cenno, in quanto ne parlerà poi più a lungo quando la prenderà da sud.

Cap. 48
Chesimun (il Kashmir) è provincia che adorano idoli e àe lingua
per sé. Gli uomini son bruni e magri. Questi sanno tanto di incantamento che fanno parlare gli idoli, fanno cambiare lo tempo, movere gli animali e tali cose che non si potrebbe credere.

Il contatto con le realtà induista e buddhista che dominava le zone prehimalayane destò di certo meraviglie nel giovane Marco, che sopravvaluta le capacità extrasensoriali e paragnostiche dei vari monaci e brahamani con cui sarà venuto in contatto. La vista dei templi, con le loro statue strane o mostruose, in cui si consumavano allora come oggi cerimonie, all'apparenza esoteriche e segrete, sempre dense di sentori di incenso e di fascino, per chi ne è estraneo, le fa apparire come magiche e cariche di significati nascosti che l'esotismo trasforma spesso in espressioni di poteri paranormali. Chi non rimane attonito di fronte agli incantatori di serpenti? Tuttavia oggi, forse ancora più di allora, stuoli di occidentali vogliono credere a queste cose e corrono in queste terre alla ricerca di spiritualità diverse, di miracoli medicamentosi, di rimedi conosciuti solo dalla sapienza antica, di trasmissione del pensiero a distanza. Io non mi voglio sottrarre a tutto ciò anche perchè, non ci crederete conoscendomi sempre pervaso dal dubbio e dalla incredulità, ma ho avuto una prova diretta di questa ultima incredibile funzione, non solo, ma ho potuto anche documentare questo flusso di pensiero da parte di un vecchio monaco, probabilmente telepatico con una foto che allego qui sotto.





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5 commenti:

Barni ha detto...

Vorrei vederla, la foto del monaco telepatico, ma il mio vecchio PC non la scarica (quelle degli altri post però sì). Colpa sua o inconveniente tecnico?
Ciao
Barni

Barni ha detto...

Adesso la vedo. Pigli anche per il culo,eh!
Barni

Enrico Bo ha detto...

beh o ci credi o non ci credi, d'altra parte c'è chi crede all'omeopatia, chi alle colture biodinamiche, quindi....

acquaviva ha detto...

ci arrivo a ritroso ma ci arrivo anch'io, in Kashmir... Naturalmente con la ricettina tipica: http://acquavivascorre.blogspot.com/2010/06/viaggi-ritroso-ed-eroi.html

Enrico Bo ha detto...

Sempre in tempo! Ciao 1

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